Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - annno XI - n. 13 - 15 luglio 1905

RIVISTA POPOLARE 391 1-ore; sono responsabili verso di lui direttamente e ·verso il popolo indirettamente; che il Sovrano e ·non il popolo decide della responsabilità dei ministri. b) Le caste. - L:1 rivoluzione del 1868, come si -disse, non (iistrus~e interamente il regime feudale: sopravvivono le caste, che stanno ad attestare lo scarso spirito democratico , che aleggia ancora sul •Giappone. La popolazione si divide per caste nelle seguenti proporz10m: S . . i . zgnorz 1 ( Kwo 1 oku) ( 1). ' Antichi cavalieri (Samurai o Shizolcu) . , I I :Semplici partico- I Capi Membri di famiglia 1.666.311 Numero medio dei membri j della famiglia 4.79 lari (Heimin) . 1 8. 180.240 33.473.240 5.09 (2) Le famiglie sarebbero più numerose tra i Signori mentre in Europa sono tali nel proletariato ; tra i .Samurai o Cavalieri, invece, sono meno numerose. (continua) D.R N. CoLAlANNI (1) Lords, che costituiscono una Camera dei Pari come in Inghilterra. (2) La media del numero dei membri di una famiglia data -qui (pag. 1 3) non corrisponde coll'altra. 111111111111111 I li li li IIIIII IIIII I I lii I I lllll 111111111 • li I I I 1111• I I li I li lii lllll lllll lll li ELISEO RECLUS N'imporle, ayons foi ! Tout s' agite l'omme au fo11d d'un songe eff'rciyant, Tout marche et court, et l'homme quitte L'a11cien rivage, apre et fuya.nt. . . . . . . . . Les temerai1·es sont 'les sages I's sondent ces prof onds passages Qu'on nomme Révolutions. V. Huoo - L'année ferrible (Mars). Uno dei primi libri Francesi, che, quando ero ancora ragazzo, mio padre mi fece leggere, fu l' Histoire d'un ruisseau di Eliseo Reclus. Quella storia dell'umanità i cui fiotti scendono attraverso le dighe del tempo come le onde del ruscello attraverso le roccie e le praterie ed i campi per andare poi a perdersi, onde di anime, ed onde di goccie, nel mare dell'infinito mi è rimasta sempre fissa nell8 mente; e benchè più tardi abbia riletto con maggiore spirito critico, e con, forse, la illusione d'un più grande sapere e il piccclo aureo libro, e l' Histoire d'une montagne, e le pagine dense di pensiero, forti e severe, della· Geografia, tuttavia quelle prime impressioni mi sono rimaste fisse nella mente, ed ancora io penso che quella storia d'un ruscello è uno dei più belli e buoni libri scritti per servire la grande causa della umanità; per insegnare e per fare sperare. E questa è stata l'opera grande di Eliseo Reclus; insegnare e fare sperare. Insegnare come uomo di scienza, fare sperare come uomo di partito. Forse questa parola <e uomo di partito » è male impiegata per definire il carattere politico di Eliseo Reclus. Egli ebbe sì tenace la fede nel destino anarchico verso il quale si avvia, lentamente ma irrefrenabilmente, l'umanità ma al tempo stesso tutti i parti ti, purchè nel loro programma portino come fine l'abolizione di ogni servitù morale e materiale, che tutti possono dirlo loro uomo, loro compagno di lotta e di fede. Egli non ebbe del settario l'idea ristretta di possedere unico e solo tutta la verità ; seppe, e la disse, che un po' di verità è dovunque e che la grande vittoria dell'uomo su tutte le miserie sociali sarà costituita dalla vittoria. di tutte queste sparse verità su l' errore. E di questa vittoria egli è stato uno dei più energici fattori. Egli ha sparso quanta maggiore verità ha potuto, e poichè grande era il suo genio egli ha saputo dire e scuoprire molte verità. Contro le aberrazioni pseudo-scienti-. fiche del Malthusianismo egli insorse con un piccolo opuscolo denso di fatti e di cifre « I prodotti della terra e dell'industria »; contro l'egoismo dei proprietari di terre, e l' indifferenza dei lavoratori alla loro misera sorte scrisse un altro breve opuscolo nel quale è condensato tanto pensiero quanto in pesanti e indigesti volumi di filosofia, d'economia e di politica. Questo opuscolo « A mio fratello il contadino >> e l'altro <e Evoluz.ione e rivoluzione » nel quale egli ha dimostrato che questi due fogli della vita dei popoli non fanno altro che integrarsi e completarsi a vicenda, e sono entrambi due forme, variabili secondo il tempo e l'ambiente, e secondo il tempo o l'ambiente opportuno, dell'infinito progresso umano, hanno contribuito a spargere fra gli umili molte verità e molta luce; e più d'un errore è stato corretto dalla loro divulgazione; e più d'una teoria sociale ha dovuto riformare alcune delle proprie deduzioni quando sottoposta alla critica che in questi opuscoli e nell'altro ancora « L' Anarchia e la Chiesa » ne ha fatto Eliseo Reclus. Perchè egli ha saputo essere l'uomo semplice che parla, agli uomini che non sanno, la parola serena del buon senso, la parola bella della fratellanza; egli ha saputo essere l'uomo giusto, che insegna la giustizia e ne fa partecipi gli altri. E senza sacrificare mai la bellezza della forma letteraria. Nelle sue pagine, sieno esse dettate per gli scienziati e i sapienti, nella sua magistrale <e Geografia »; sieno esse dettate per gli umili, negli innumerevoli articoli di giornali, negli opuscoli, nelle riviste, il suo stile ha sempre il profondo potere di commuovere, di persuadere, di far sentire. che quello che egli scriveva era da lui potentemente, profondamente sentito. Uno dei caratteri salienti del suo carattere era il culto che egli aveva per il Bello; e la grande ansia del suo spirito per farlo conoscere e sapere a quelli che la Società priva di ogni cosa bella. Pare un fenomeno strano che quest'uomo, tutto dato a studi positivi, coltivasse con tanto amore e con tanto amore cercasse d'inculcare il culto delle bell~ ~ose e delle belle verità nell' anima degli uom1n1. E' per questo che i suoi scritti hanno sempre quella perfezione della forma che gli rende-oltre che profonde opere di pensiero, anche rare opere di bellezza. Eliseo Reclus era un filosofo ed insieme un artista. Un artistd che aveva affinata la sua arte nello studio delle semplici e severe bellezze della natura; un filosofo che aveva saputo intravedere nella greve soma di dolori che affliggono l'umanità una grande armonia fra l' uomo e la terra ; fra il figlio e la madre; ond'è che la sua geografia, quella opera magistrale che la ignoranza del mondo ufficiale Italiano ignorava ed ignora tutt'ora, è il primo riuscito tentativo di una spiegazione scientifica e filosofica della storia. Noi, parlando del Reclus geografo, ( e dico noi perchè parlando di lui con molti e leggendo in questi giorni le necrologie che sono state pubblicate

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