Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 11-12 - 22 giugno 1905

374 LA RIVISTA POPOLARE << I sottoscritti sentendo come patriotti il dovere « di par tee ipare alla lotta iniziata dalla SicDia, in « nome d'Italia, dichiarano sin d' ora che essi in- « tendono accorrere come fratelli in aiuto dei fra- « telli rispettando religiosamente la bandiera degli « insorti e combattendo sott'essa. A questa bandiera, « per quanto è in loro, non cercheranno} durante la « insurrer_ione, di sostituire altra bandiera, non ere- « dendÒ di avàne, il diritto. Fedeli al principio « della solidarietà italiana divideranno i pericoli « dei combattenti: e devoti a quello della Sovra- « nità Nazionale, aspetterai1110 che la Sicilia, vit- << toriosa , come sperano, decida delle sue sorti « nell'interesse della Nazione >>. Brusco Onnis e gli altri non vollero contradi re Brusco E)nnis quel che avevano scritto e firmato in piena coscienza e si ritirarono con l'approvazione di Maurizio Quadrio, di cui non ripeteremo le parole ch'egli scrisse· a ?-ife~a d_ell'amico per _non riaccendere una polemica 111ut1le. · L'atto .fu logico, ma costò a Brusco Onnis amar~zze indicibili e una loua angosciosissima eh' egli sostenne da cavaliere antico, e colla penna e colla spada in duelli in cui pur troppo corse, e sangue suo e sangue di garibaldi L1Ì, tutto generosissimù. Morto Maurizio Quadrio, Brusco Onnis continuò nella Libertà e Associar_ione di Milano, nel Dovere diretto da Antonio Fratti, la sua battaglia in pro dell'Ideale, specialmente in sostegno del metvJo astensionista, predicando nei ritrovi fraterni, nei comizi, per ogni dove, la necessità del.la Rivoluzione politica e sociale, essendo egli uno dei più larghi interpreti del pensiero sociale di Mnzini; ma la morte lo colse il febbraio del 1888 a Milano, e il suo sogno è ancora da realizzarsi. Maurizio Quadrio <e Dalla scuola di Giuseppe Mazzini vennero mo.'ti « grandi, e grandi non a parole nè per incensi di « s~tte, si bene per opere che durano e legano alla « riverenza dei contemporanei e dei posteri i nomi « di Quadrio, di Saffi e di Campanella >>, scrisse Giovanni Bovio; e fu una grande verità, perchè pochi profeti di un'idea ebbero, come Mazzini, apostoli cosi forti, buoni, geniali e tenaci. Maurizio ·Quadrio meritò certo d'esser chiamato da Mazzini cc l'anima più pura, la coscienza p.iù « salda, la volontà più operosa >> del Partito Repubblicano. Nato a Ponte Valtellina H 2 novembre del 1800, studente a Pavia quando in quelle aule universitarie non era ancora estinta la eco sonante della voce di Foscolo, Mauri ?io Quadrio nel 182 r prendeva parte ai moti insurrezionali, ed emigrava in Ispagna per continuare là a combattere per la libertà. Instancabile nelle guerriglie, su e g!ù .per 1~ sierre, soffrendo fame, sete, sonno, nei b1vacch1 dedicandosi allo studio dei classici spagnoli, sempre entusiasta, sempre sereno ~ sprezzante della propria vita, gli spagnoli lo chiamarono il l'aloroso italiano. Stette in Ispagna sino al 1823, ma quando le truppe francesi di Luigi XVIII vennero a ristabilire l'ordine nelle cento varsavie spagnole, dovette partire. Lacero, scalzo attraversò i Pirenei tra l'incalzare dei regi, tra il pericolo dei lupi, tra l'imperversare delle tempeste, riparando ora in una capanna di alpig.iani, ora tra sospettosi contrabandieri. Giunto in Francia, per diversi mesi ramingò fra i casolari dei contadini francesi, e tirò avanti la vita scrìvendo lettere per gli analfabeti, .spaccando legna, portando acqua, o compiendo altre opere più umili ancora. Tornato in Italia, stette pochi giorni a Ponte Valtellina, e quindi coi pochi denari, fornitigli da una zia monaca, andò in Germania, ove si mise a fare il maestro. Ma l"insurrez:ione polacca gli fece piantare gli abbecedari e le lavagne per schierarsi tra gl'insorti. Ferito gravemente in uno scontro, lasciato per morto, fatto prigioniero, potè salvarsi dal.la forca mercé una giovine eroina polacca che riuscì a liberarlo e a far perdere le sue tracce nei paesi slavi Jel Mezzogiorno. lvi studiò la lingua, b storia, i costumi di quei popoli, e in proposito pubblicò poi nel.le riviste e nei giornali mazziniani importanMaurizio Quadrio rissimi studi che dovrebbero apparire nuovamente alla luce se vi fosse in I tali a un partito ·meno dimentico, a fatti, dei suoi Grandi. Nelle sue peregrinazioni si spinse fino ad Odessa, e si fece precettore presso la famiglia di un negoziante che lo trattò come un fratello; ma la febbre di adoperarsi per la causa nazionale lo decise a ritornare in Italia. Carcerato appena giunto a Milano, la sua pena di morte essendo stata commutata in carcere perpetuo, fu messo in libertà con l'amnistia del 1848. Riuscì ad impiegarsi in una società marittima, navigando per molto tempo da Genova a Trieste e

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