Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 11-12 - 22 giugno 1905

A GIUSEPPE MAZZI l 367 Condanna Gio. Batt. Capurro alla pena della reclusione pt!r anni sette all'interdizione dai pubblici uffìci eJ alla sorvc:glianza speciali:! d~lla polizia per altri sette anni ; Luigi St~llo, Giacomo Profumo, Luigi Ruggero, Michele Tassara, Francc:sco Demartini, Giuseppe Develasco, Bartolomeo Fr::111..:escoSavi, Domenico Castelli, Stefano Castelli e Gio. Batt. Pt:demontl! alla pena dei lavori forzati per anni dieci; Bernardo Oliva, Enriche Taschini, Luigi Stallaggi, Giuseppe Canale, Gio. Batt. ,\rmellini Tommaso Battifora e Agostino Castelli alla pena <lei lavori forzati per anni dodici ; e Agostino Marchèst:, alla pena dei lavori forzati per anni tredici; · Teobaldo Ricchiardi, Andrea Sanguinetti, F erdinanJo Deoberti, Francesco Canepa Girolamo Fig:.iro, Antonio Pittaluga, Tommaso Rebisso , Carlo Banchero e Francesco Moro , alla pena dei lavori forzati per anni venti; e tutti all'interdizione dei pubblici ulJìci ed alla sorveglianza speciale della polizia per anni dieci ; Giuseppe Mazzini, Angelo Mangini, A1_1tonioMosto, Gio. Batt. Casareto, Michele Lastrico e Ignazio Pittaluga alla pena della morte ed alla perdita dei diritti sp~cificati nell'articolo 44 del Codice Civile ; Li condanna inoltre tutti alla multa di L. 300 ognuno , e solidariamente all' indcnnizazione che di ragione ed alle spese del procedimento; dichiarando decadute in confisca le armi, le munizioni, gli strumenti e gli oggetti tutti sequ~strati siccome corpo di reato; e mandano la presente a stamparsi, atl-ìggersi, pubblicarsi nei modi dalla legge stabiliti. Genova 20 marzo 1858. Gli uomini dell'intelletto e il Popolo (1838) Il privilegio del!' inlellt!tto esercita la sua ùzjluewia ill ben altro mo.io che in quello della conquista; il suo aiuto è cercato più che su!Jzto. E comunque vasta sia la base elettorale, l' illt.!lletto è certo d'esser chiamato a dirigere. Le milloran-re sono spesso gelose del!' intelletto e i11grate alla virtù: l'1111ivers,1lita del popolo non Ile ha cagione. Bas!a guardare, per accertarsene, alla serie d' uomilli chiamati alla pre:,iden1a degli Stati U11iti. Il popolo chiamato ali' eserci 1 io del voto, cerchera, non v'ha du'J!Jio, in ogni circostan 1 a ed in ogni ordi11e di cittadini, i potenti d' i11telletto e di core, e, consacrati dal popolo, quei pote11ti se11tiranno più forte il dovere 1ia1iollale che dove non hanno ma!ldato geHerale; sale11do al potere in virtù d' u11a mùwran 1 a , essi sollo costretti quasi a cercarne i va1Ztaggi. La mia opiniolle in favore d' una estellsione del sujfragio non è dunque ostile al!' intelletto: non tende che a collocarlo per me,t{O della _sa1Z 1ione popolare; ill armonia coll'interesse generale. Il voto è per me il piedistallo dell'intelletto. (MAzz1N1, Opere complete - Vol. V( pag. 36- 7). Comune, Regione, Nazione, {1861) Io vorrei che, trasformate in sezioni e semplici circoscrizioni territoriali le tanto artificiali divisioni esistenti in oggi, non rùnanessero che sole tre unità politico-amministrative: il Comune, unità primordiale, la 1Vazionefine e niissione di quante generarJoni vissero, vivono e vivranno tra i confini assegnati visibilmente da Dio a un Popolo , e la Regione , zona intermedia, indispensabile tra la Nazione e il Comune, additata dai caratteri territoriali secondari, dai dialetti, e dal predominio delle attitudini agricole, industriali e niarittime. L'Italia sarebbe capace di dodici Regioni, ciascuna suddivisa in Distretti. Ogni Regione conterrebbe cento Comuni a un dipresso, ciascuno dei quali non avrebbe meno di ventimila abitanti. (MAZZINI, Opere complete - Voi. III, pag. 26 7-8). D~centram~nto politico (1861) La piccola provincia, nella quale soltanto la libertà può essere praticaniente esercitata e sentita, sottentrerebbe alla grande e artificiale Provincia nella quale possono più facilmente educarsi germi di federalismo e d'aristocrazie smembratrici. Nè per questo scadrebbero le città che hanno ereditato dal passato una vita di metropoli secondaria. Lasciando che le divisioni in Regioni darebbe ad esse importanza di capoluoghi, io non vedo perchè le varie manifestazioni della vita Nazionale, oggi accentrate tutte in una sola metropoli , non si ripartirebbero con ufficio simile a quello dei ganglii nel corpo umano, tra quelle diverse ciLtà.-1Vonvedo perchè non si collocherebbe in una la sede della Magistratura Suprema, in un'altra l' Uni1:ersità Nazionale, in una terza l'ammiragliato e il centro del navilio italiano, in una quarta l'istituto centrale di Scienze ed Arti, e via così. Il telegrafo elettrico sarebbe in tempi normali, vincolo d'unità sufficiente; e in tempi di guerra . o pericoli gravi sarebbe facile l'accentramento. A Roma basterebbe la Rappresentanz.a Nazionale, il sacro nome, e lo svolgersi provvidenziale dal!'alto dei suoi colli della sintesi dell'Unità morale Europea. (MAZZINI, Opere complete - Voi. III, pag. 269). Senz.a Educazione Nazionale non esiste moralmente 1Vazione. La coscienza nazionale non può uscire che da quella. (MAzzrNr, Doveri dell'Uomo, pag. 98). Idee e denari Un partito na 1 iolla le sen 1 a cassa è l'accusa la più grave che possa muoversi ai riccni della Ha1 ione. In Inghilterra quando un'idea s'è fatta Partito la pr11na delibera 1 io11e ha per oggetto la jorma{ione di ull fondo. L' associa{ione per l'abolir ione delle leggi sui cereali, raccolse il! poche sere, due volte, una somma di centomila sterlille. La causa d' Irlanda era i,appresentata da versamenti che raggiungevano una cifra ~i centomila sterlille per og11i settimana • .t.·d ogni agita 1 ione si governa a quel modo. Il senso pratico inglese inte1Zde che nessuna propaganda può procedere sen,ra me11i fi.11an 1iari, e li raccoglie. J'ra noi, gli uomini, presto a morir per la causa, si trovano a mille; gli i~omini che disserri110 i cordoni della loro borsa, no. (MAZZINI, Volum~ lX pag. 318). Il limitarsi a chiacchierare di repubblzca sen1a organi{ 1 arsi davJJero, e seu{a volere astringersi a una tassa mellsile che pei popolani può essere di 50, di 20, di 10 centesimi mensili, se11 1a poter dar quadri positivi di for{_e, d'armi etc. riduce ogni peasiero a nulla. (lo., Lettera ali A. Gianndli - Fase. Il pag. 270). Città e campagne (1861) Se l' ordinamento amministrativo dello Stato deve corrispondere al bisogno principale di progresso sentito oggi in Italia, è necessario che, il Comune anipliato aff rateili nella stessa circoscrizione la città e parte delle popolazioni rurali. (MAZZINI, Opere complete - Vol. 1Il, pag. 266).

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