Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 11-12 - 22 giugno 1905

LA RIVISTA PO POLARE e l'altro per conto del coaccusato Mangini, ma non fornì nessuna prova; del n:sto la sua fuga da Genova, lo avere, come dice egli stesso, passato più di trenta notti in aperta campagna , il clandestino suo imbarco sopra una barchetta presso Arona per andare in !svizzera e la tentata corruzione con oro dei preposti delle dogane che lo arrestarono, tolgono ogni dubbio intorno alla sua reità. Che questi ultimi quattro argomenti delle rc:ità dd Dtmartini csstndo comuni al su0 compagno Antonio Bisso, non si può non dedurre che anch' egh abbia in qualche modo cooperato all'attentato, tanto più ..:h<:quando fu urrc:stato 1:ra purtatore di due lettcre di Mazzini, indirizzate aJ un pseuJonuno di Zurigo, alle cui volta erano certamente amoi;:due dir..:tti, ma le risultanze del dibattimento non somministrarono suili- . ciente pruove della sua coop~razione , come non ne fornirono bastantemente riguardo ai coaccusati ilolgiano, Garbanno, Razeto, Ansaldo, Maria, Stefanini, Martini, l'.i..:ola, Politi, Ballanti , Casanova , Boc..:oni , Capurro Paolo, Vdla e Lagoraro, siccome anche, meno per Villa e Bolgiano, riconobbe il P. M. recedendo dell'accusa ; Che però il Lagoraro, minore degli an111r8, fu convinto ccn relativo verbale con le sue stesse ammissioni portatore al momento del suo arresto di un arma insidiosa, Ji un vero stile e triangolo cioè, come dice la perizia; Che i documenti e le testimonianze delie pro..:edurè s..:ritte hanno bensì ingenerato gravi dubbi, che i contumaci Francesco Dant!ri, Carlo ~'lartini c Giacomo Bruno, e principalmente il primo, stante le notorietà delk sue temknze, abbiano, in un modo Daneri e Martini , eJ in un altro tlruno . cooperato all'attentato, ma non se ne t!bbe bastante pruova, malgrado la presunzione nascente dalla loro contumacia, cume dal dibattimento non se ne ebbe sufficientem.:nte riguardo al Prina, il quale si è constatato capace di prender parte ad un attentato stante le vive sue simpatit! per Mazzini 1: per Mazzimani, e la · precedente sua condotta in vari tempi, non <; risultato che l'abbia realmente presa; foce, è vero, discorsi a Sestri eh• dimostrano la pra vità del suo animo, ma non può dirsi che con essi abbia direttamente partecipato aU'attcntatu del 29 giugno; Che invece ebbesi piena la pruova della provocaz10ne al medt:simo per parte dd Savi, riguardo a cm, consiJ.:ranJo come dallo spirito e dal tenore d1 molti articoli del g1ornak l'Italia e Popolo e dell'Italia del Popolo, che furono ktti all'udienza, giornali di cui egli assunse la <lirezione, e al qualè perciò nella qualità di Direttore apponeva la sua rirmu, risulta assai chiaramente come quel foglio perioJico si è da multi costituito l'interpetre e l'organo del partito di azione, diretto da Giuseppe Mazzini; che in qud giornale, oltre all' essersi posto costantemente segno 11governo allo sprezzo ed all'odio del Popolo, tutti gli sforzi si adoperarono per concitare 1-.: popolari passioni all'intento di suscitare una generale insurrezione per giungere a stabilire l'unità n:pubbli-:ana d'italia; Che, sitfatto intento più esplicitamente si appalesa dal numero 202 pubblicato il dr 22 luglio 1~56, nell'articolo sottos-.ritto da Giuseppe Mazzini, in cui dice; (l Non potendo noi ll dunque dalle agitazioni legali, nè dalla Monarchia Piemontesc, « sperare iniziativa di salute per la Patria comune, non ri- « mane che una via sola: l' insw·re,rione ,,. Segue questo intento a mostrarsi nel numero 90 in Jata Jel 2 2 maggio r ~ 57, in cui senza am bagi pronunziasi: ll Per noi le Monarchie che • regnano in Italia sono tutte straniere ......... e siccome nes- « suno dei governi italiani si è mai iJentiticato ..:on la Nazione, ll e sono anche pel solo fatto della loro esistenza l'ostacolo ll principale a che l'Italia sia libeia ed una, noi li abbiamo (l posti e porremo tutte in un fascro n. Vien poi quel proposito a manifestarsi più energico nel numero 97 in data del 29 maggio 1857 in cui Gius1:ppe Mazzini, trasmettenJo al Savi gli Statuti della Giovine ltalia, nei quali è proclamato, esser questa essenzialmente repubblicana e unitaria, si di-:hiara: 11 quella bandiera inalzata ventisei an111 addktro è anche oggi ll la nostra; non è male riatfacciarla di tempo in tempo al 11 nostro Popolo perchè esso la paragoni alie bandiere proble- « matichc, che i faccendieri di corti straniere o nostre, gli « vanno tuttavia proponendo n. Finalmente nel N.0 114 con la data del r6 giugno r 857, e· cosi in tempo assai prossimo all'attentato, dopo avere con vivi colori sostenuto l' assµnto, che tutti i popoli che contidarono nella Monarchia rimasero ingannati, si viene a questa conclusione: (l 11 giorno che gli 11 italiani sorgeranno deliberati Ji conquistare una Patria, sor11 gano in nome della Nazione, alzino m bandiera italiana, pura « di qualunque altro segno: e in quel sl!gno vinceranno ». Che dal complesso degli. articoli succennati e dalle singole proposizioni che mutuamente si legano e si ratforzauo emerge evidente come uno sia il pensiero che domina in tutti, uno l'intento, quello cioè di pensare a concitare il popolo ed il paese ad insorgere per surrogarsi al potere, che si vuole ostacolo al conseguimento del tine propostosi dal partito di ~zione; Che se la p1ovocazionc ad un crimine per mezzo della stampa, l'apologia di teoriche e di dottrine sovversive dell'ordine sociale fatta col mezzo medesimo è punito con le speciali sanz10ni della legge, che è norma p.:r nui alla libera manifostazione del pensiero, poichè un J~litto sussiste e in tal caso indipendentemente dal risultato, il reato assume ben di verso carattere, e divien mentevole di ben più grave repressione penale, allorchè taluno si vale dei p,Ù etficaci mezzi morali, quali sono gli scritti, e diramati per mezzo della stampa per infiammare gli spiriti cd istigarli ad alcuui dei reati preveduti dall'art. 105, a queste provocazioni conseguitano fatti, per cui vengono i crim111osi propositi ridotti in atti; Che allorquanJo ciò s1 av,era, come accade nel caso con-· creto, non più si tratta di abuso della libera stampa da reprimi:rsi colla legge che ne regolcJ l' esercizio; infatti il disposto dell'art. tir d1 questa legge meJcsima accenna al caso in cui il reato di ~tampa si presenta come complicità di un crim·ne, e la giurisprudenza ha sancito che, in uno scritto diffuso colle stampe, in cui siano provocati gli animi all'insurrezione che indi c,;bbe luogo, debbano senz' altro ravvisarsi i caratteri delle complicità in un reato comune, complicità che <leve quindi dalla legge comune colle ordinarie pene esser punita; Che la qualità <li Dii-ettore nel Sa vi del giornale in discorso, e perciò di scente partecipe alla pubblicazione degli articoli di cui si tratta, viene a renderlo per le premesse considerazioni responsabile delle provocazioni che vi si racchiudono, non più come convinto J' una complicità t:ccezionale <: fittizia, qual' è stabilita nella legge del 26 marzo 1d4d, s1bbene di una complicità reale , ertettiva , ordinaria in un crimine detìnito dal Codice penale comune, ciot:, come uno dei cooperatori all'attentato dd 2y giugno, e ciò pel fatto di pubblicazioni indirizzate all'mtento dell'etlettua'zione di un reato, a cui quelli sericei venivano concitando e preparando le menti, e per avere con ci0 scientemente assistito l'autore principale del reato medesimo nei fatti che lo prepararono; Considerando che a meglio convincere di quèsta cooperazione del Savi netl' attentato concorrono non solo la sua presenza nell'adunan.ta dellt: Società degli Operai t<:nuta in Sestri il dr innanzi ai moti del giugno, ove si disse schiava la nostra bandiera e si parlò ddla necessità di redimerla, e si alzarono le grida di 1:.:vviva .J1L:zni11i, ma lo avervi egli arringato, favellando, come il testt! si espresse , secondo il colore del suo giornalt: ; oltre al fatto non controverso delle sue strette attinenze cogli accusati Antonio Mosti e gli altri cospiratori e sopratutto con Giuseppe Mazzini , come si ritrae specialmente della lettera di quest'ultimo a lui diretta, ed inserita nell'atto di accusa, con istruzione sul sistema da seguitare nella compilazione del giornale che fu istrumento si efficace all' azione del partico , ed ebbe tanta influenza sui fatti che diedero materia al processo; Dichiara Antonio Bisso, Giovanni Prina, Gioachino Giussani, Antonio Villa, Enrico !{ossi, Giovanni Garbarino, Enrico Razeto, Gaetano Ansaldo, Angelo Maria, Leopoldo Stt>fanini, Nicola Martini, Francesco Politi, Gaspare Ballanti, Carlo Casa:- bona , Giuseppe Bocconi , Paolo Capurro , .Stefano Lagorara, Francesco Daneri, Carlo Martini, Giacomo Bruno e Michele Bolgiano, non convinti del reato loro ascritto, e ne li assolve, senza costo di spesa ; convinti però il Lagoraro del porto di arma insidiosa ; Dichiara Ettore Lucchi , Giuseppe Spotti , Augusto Gabbi, Luigi Ghezzi , Giuseppe Donati , Giovanni Parenti, Vincenzo Della Santa e Valentino Ticcò, esenti da pena ; Dichiara convinti Giuseppe Mazzini, Angelo Mangini e Antonio Mosco di cooperazione avente per oggetto di cambiar la forma dei governo ; Con vinti Gio. Batt. Casarcto, Michele Lastrico ed Ignazio Pittaluga di attentato aventt: per oggetto il cambiamento della forma del governo ; Co1winti Francesco Moro, Carlo Banchero, Teobaldo Ricchiardi , Andrea detto , Giusepp<:: Sanguint!ti , Ferdinando De Oberti, Francesco Canepa, Girolamo Figari, Antonio Pittaluga, Tommaso Rebisso, Bernardo Oliva, Enrico Taschini, Agostino Marchese, Luigi Stallaggi, Giuseppe Canale, Gio· Batt. Capurro, Gio . .Batt. Armellini, Tommaso Battifora, i fratelli Agostino, Domenico e Stefano Castelli, Francesco Demartini, Bartolomeo Francesco Savi, Giuseppe Deveiasco, Luigi Stallo, Giacomo Profumo, Luigi Roggero, Michele Tassara e Gio. Batt. Pedemonte di complicita nell'attentato medesimo; E visti gli articoli 1d5, 201, 210, 208, 209, 228 alinea 95, 20, 2 r, 2 3, 50, 79 e 4~9 del CoJice Penale ; Dichiara Stefano Lagorara sufficientemente punito col carcere · sotferto, condannandolo nelle spese che lo riguardano ;

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