Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 11-12 - 22 giugno 1905

A GIUSEPPE MAZZINI 365 piglio minaccioso diceva : che sarebbero più tardi usciti insieme per andart! a prendere il palazzo Tursi; nella procedura scritta, Canale, finì per ammettere di èSSe,e stato nel ma&azzino, e di esserne quindi uscito cogli altri per andare verso Castelletto, dove furono distribuite cartuccie, che però egli non volle; nel pubblico dibattimento reyocò egli queste ammissioni, ritor?an?o al primitivo suo sistema di negaziont! assoluta, ma lt! nfonte risultanze del dibattimento, mentrt! smèntiscono le presenti sue negative, giustificano ampiamente le prt!cedt!nti sue ammessioni; Che, se non consta che Oliva abbia contribuito alla formazione ddla brigata riunitasi nelia casa Tassara in S. Pantalt!o, e però rimasto stabilito che, sopraggiunto egli in quella casa, quando molti conscii o non conscii ddlo scopo della fazione erano già radunati cooperò patentementc a trattenere qudli che si volevano ritirare, e ad animare i faziosi col dire : non essere più tempo di pensar<:! alle cose nostre, essere tempo di azione e di coraggio , col dar ordine che più nessuno uscisse, col prendere uno schioppo e porsi di guardia alla porta per impedirne l' uscita, comt! minacciosamente la impedì di fatto a quelli che la tentavano, e col figurare come uno dei quattro capi della brigata al momento della partenza da quella casa per alla volta dello Sperone , collo scopo di scalarlo ed invaderlo, munito degli ordigni e delle armi a tal'uopo necessarii; in tutto il corso della procedura scritta, negò sempre costantemente l'Oliva di essersi colà trovato, in confronto anche di chi gli sostenne in faccia di averlo veduto, ma finalmente nd pubblico dibattimento ammise che vi fu, ma trattovi da motivi assolutamente incredibili , e che non si pose spontaneamente, ma fu da chi faceva da capo posto di sentinella alla porta per impedire l'uscita, che impedì realmente, per essere fedele all'avuta consegna, e queste sue ammissioni pienamente confermano tutte le risultanze del dibattimento a suo riguardo; Che '1 aschini non solo cooperò alla formazione della fazione radunatasi nella casa Tassara , cob farvi andare due giovani inesperti che sedusse colle arti degli altri, n1a risultò che egli il primo giunse a quella casa di cui seco portava la chiave e che andava dicendo ai congregati che il fortt! cui erano diretti, si sarebbt! arreso sanza uno sparo, che altri forti erano in potere dei Genovesi, che fu uno dei quattro capi che erano alla testa allorchè la brigata si avviò allo Sperone, e che quando la mattina del 30 giugno fu ar.estato, portava ancora in saccoccia dieci palle Ja pistola , èd ali' occhiello del vestito uno spillo da schioppo , e questi risultamenti del pubblico dibatti mento sono in grande parre confermati dalle sue risposte date, tanto nella procedura scritta che ali' udienza, colle quali ammise di esser<:! la mattina del 29 giugno andato alla casa Tassara con tre Parmigiani, che non conosceva che di vista, perchè invitatovi da uno sconosciuto che gliene dicd1.:la chiave; che venuta la notte, dettosi che bisogna va uscire, si armarono di schioppi a di altre armi, e che a lui fu data una sciabola; che si misero scarpe di tela e si avviarouo verso un forte, dal quale sentitosi un chi va la, si ritirarono ; · Che della conventicola nella casa Tassara in S. Pantaleo fecero certamente parte i coaccusati Lucchi , Spotti, Gabbi Ghezzi, Donati, Parenti, Della Santa e Ticcò, senza avervi però in nessun modo coopt!rato, poichè furono nella casa stessa arrestati la domane ad un'ora in cui il luogo nel quale c:rano non poteva più legalmente qualificarsi il luogo della riunione sediziosa , mentre la s::!dizione era cessata collo scioglimento ddla banda avvenuto otto o nove ore prima ad a causa del chi va la riferito dal Taschini, o per la libera volontà di tutti o della maggior parte dei sediziosi ; Che tanto nell'un caso, come nell'altro, debbono i medesimi anJare esenti da pena, perchè, se esenti ne sarebbero qualora si fossero disciolti alla prima intimazione loro fatta da una Autorità qualunque, civile o militare, come stabilisce l'art. 196 del Cod. pen. pel caso di vere bande armate , a maggior ragione debbono goder del medesimo beneficio per essersi disciolti spontaneamente, ovvero al solo grido del chi va tà• della sentinella ; Ché se dal dibattimento è risultato che Gioacchino Giussani nel giorno 2,+ giugno, dopo di avere trattato a pranzo Parenti, Della Santa, Ticcò e Rossi, loro pagò il viaggio per Genova, dove i tre primi furono, come si disse, arrestati la mattina del 30 nella casa di S. Pantaleo, non si può dire che abbia contribuito alla formazione della fazione di cui i medesimi fecero parte, giacchè è sembrato che fossero essi dal Giussani dirt!tti fuori Stato, e che solo per avere fallito il loro scopo per un caso impensato siansi riuniti ai faziosi della casa Tassara, del quale fatto non potrebbe perciò Giussani essere responsabile ; Che se i mendaci e le contraddizioni, nelle quali è il Rossi caduto, inducono a credere che fosse nella casa Tassara coi tre compagni coi quali era il 24 giugno partito da Torino , e che a vece di rientrarvi come dieci degli altri , siasene allo scioglimento della riunione andato difilato a Torino non se ne ebbe però sufficiente prova_ legale, e quando si av~sse, la sua sorte non potrebbe essere diversa da quella <leali sciagurati suoi compagni di viaggio e di ventura ; t> Che complici dell'attentato, per avere scientemente e di libera volontà , siccome i fatti stessi lo dimostrano , somministra~o alle _f~zi~ni. anzidett~ il luogo di riunione , vettovaglie, armi, mun1Z1on1,1strument1 del reato sono : Giambattista Armellini, Tommaso Batt1foro., Agostino , ·Domenico e Stefano, fratelli Castello, Luigi Stallo, Luigi Roggero, Giacomo Profumo, Gio. Batta Pedemante, Michele Tassara, Francesco Demartini e Giuseppe Develasco, poichè l' Armellini non solo fu nella casa Tassara, non solo vi lasciò fuggendo o ritirandosi una sciabola portante inciso il suo nome, ma vi fabbricò le scale che dovevano servire ~Jla insalizione dello Sperone, e tanto fu la parte che prese in tale fazione, che il 1° di luglio mandò alia casa Tassara uno sconosciuto pt:r avere notizie dei Lombardi che non sapeva essere già stati arrestati; e dell'Oliva mostrandosi inquieto che non avevano da mangiare che per un giorno, e lo Stallo non solo nel mese di ottobre 1856 coadiuvò con Pittaluga Ignazio, Casareto, Lastrico, Deoberti, Rebisso e Sanguine ti, l' introduzione clandestina dall' Armellini fatta in S. Francesco d' Albara di 1 50 schioppi, i quali con ragione argomentasi avere servito all'attt:ntato, ma somministrò eziandio alla riunione di Vallechiara una rimt!ssa, di cui era locatario, e nella qual~ si trovarouo in grande quantità armi e munizi?ni di ogni specie; Che il Battifora fornì la casa da lui presa in affitto presso S. Benigno per luogo di riunione dei faziosi, la quale vi seguì di fatto e per deposito d'armi e munizioni, essendovisi a11cora trovati un pistolone, stili con fodero, lime a triangolo arrotati di fresco, lanterne dette da birri, cappellazzi, cartuccie e palle, e due delle quattro zappe che alcun tempo prima erano state per di lui commissioni comprate, essendosi le altre due trovate in uno dei magazzini di Vallechiara, e fornì eziandio un luogo di q_eposito di armi e munizioni nel vico Monachette , .da lui pure condotto , nel quale si trovarono duecento schioppi con baionetta, pali di ferro, asce ed altro; Che il CaS'tello Agostino, oltre all'aver avuto due depositi di armi e munizioni in due diversi luoghi del vico Vallechiara, nei quali si trovarono anche tracce di recente adunanza di persona, insieme col Pedemontc::, acquistò la sera del 29 giugno alcuni barili di vino per dare ai faziosi di Vallechiara e di Santa .1:31-igidac,he insieme ambedue:: con altri vi portarono attìne di trattene1·e gli adunati: barili, due dei quali quasi vuoti furono ancora rin venuti in uno dei magazzini di Vallechiara , Che Domenico e Stefano Castello , siccome cocchieri delle vetture dette Cittadine, proprie dello Stallo occupavano il magazzino o rimessa, nella quale furono trovatt! le armi e le munizioni anzidette e traccie di recente riunione di molte persone, riuniont! e deposito che senza il loro assenso non potevan.o aver luogo; Che Tassara; oltre all'essere notoriamente mazziniano, avendo anzi, malgrado la scarsità dd suo censo a Londra per conferire con Mazzini, era inqnilino della casa, ove come si disse, si congregarono i faziosi che dovevano prendere lo Sperone e della quale diede la chiave al Taschini ; il Roggero accolse nel magazzino dd suo nc::gozio le persone che dovevano inva-· dere il palazzo Tursi, ed il Profumo era locatario di uno dei magazzini di Yallechiara, nei quali si radunarono armi e persone, e di una camera nel vico Trombetti1..:ri, nella quale trovarono nove casse di cartuccie e di polvere, nove pistole, un mazzo di spilli per armi da fuoco ed un sacco di polvere, ossia mina con lunga miccia, del peso di quindici chilogrammi; Develasco era locatario della casa in S. Lorenzo di Casanova dove si riunì e donde partì quindi la fazione invaditrice del Diàmante; cercò egli di giustificarsi, dict!ndo che presala il 1 ° di aprile e datene le chiavi ai Pittaluga, perchè la pulissero, non vi era più andato, ma la notorietà delle sue opinioni , la sua intrinsichezza coi coaccusati Savi, Pittaluga e Casareto; la somma premura mostrata di averne le chiavi dal proprietario per an darla ad abitare , cosa però che non fece , avendone lasciato l'uso ai Pittaluga ed al Casareto, e l'avere colà mandato nel mese di giugno una quantità di gallette ecceden~e i bisogni della sua famiglia , e due barili di vino, sebbene non siavi egli andato che nel successivo agosto, dimostrano ad evidenza che non solo l>Omministrò ai faziosi il luogo di riunione , ma loro fornì anche vettovaglie ; e finalmente il Demartini era locatario dell'appartamento degli Orti di S. Andrea e del sottoposto magaz.zino, nei quali si trovarono schioppi, stili e munizioni, fra le quali molte cartuccie da cannone per mitraglia e granate a mano, e donde risultò agevole il passaggio alle vicine carceri di S. Andrea mediante gli strumenti che vi si rinvennero ; tentò Demartini difendersi col1'asseverare di aver p.eso in affitto l'uno

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==