A GIUSEPPE MAZZINI 357 mediario tra esse e lui · passò una notte a Rivarolo in Polcevera, donde giunse a Torino rimanendovi pochi giorni. Il Corso ne ebbe sentore ma non potè « le dénicher ». Avvertito da un «confidente>), che se n'era andato in !svizzera, si mise al galoppo dietro di lui facendo di nuovo fiasco nonostante che Cavour l'avesse fornito « des hommes e de l'argent le mettre à meme de remplir sa mission ,,. Pel Reno proseguì il viaggio e sbarcando a Dover andò a passare qualche giorno a Hastings con James Stansfeld e la sua famiglia, a Mazzini e aìla causa Italiana devoti. cc In che stato ci è tornato Pippo ci scriveva lo Stansfcld. E' invecchiato da anni, malato - affranto per la morte di Pisacane che noi tutti rimpiangiamo >> (1). Non si dà pace pel suo Leoncino (2). cc Non dubitare che faremo guanto sta in noi per contribuire alla dotazione che Bertani inizia per l'orfana derelitta (la Silvia figlia di Pisacane). Nelle provincie e specialmente a Newcastle-On-Tyne, l'arresto e il trattamento inumano dei macchinisti del Cagliari, Wate e Park ha creata un'agitazione straordinaria. Le lettere di Harcy Wreford, intorno al processo di Nicotera sono mirabili. Che coraggio civile aggiunto all'eroismo nel combattere (3). Meno male che la péna di morte è commutata, ma che strazi inutili! incatenati, insanguinati, legati assieme! Sono cose incredibili. Non può durare quel governo infernale. Intanto il processo è stato veloce. E quello di Genova quando comincierà 1 Qui non si capisce niente. Pippo dice che stanno fabbricando le accuse. E1 era _indovino e la fabbricazione durò per ben set mesi ». Pure i rigori del governo Piemontese contro i sospettati cospira tori non soddisfecero il padrone a Parigi: egli volle l'arresto e la cacciata di tutti gli emigrati e i suoi moniti perentori ebbero pronto effetto. Tante e tali furono le vessazioni contro gli emigrati, che uomini della parte moderata, i quali pure avevano biasimato i fatti di Genova, e che credevano fermamente nella politica di Cavour, protestarono, affermando cc che le molte vessazioni commesse conce tro gli esuli durante otto anni crescevano, - che cc i rigori arbitrari aumentarono coll'addossarsi del « regime costituzionale e divennero sistema. Tenuti cc a tutti i doveri di cittadini Sardi ci si niegano cc i diritti. L'emigrato non può muovere un passo « se non porta addosso una carta di soggiorno~ il cc suo domicilio è violato al mini mo cenno dell'ulcc timo uffiziale di polizia. Non può mutare stanza cc senza ottenerne licenza. Chiunque può chiedergli cc dove vada e donde venga; chiunque può arrestarlo cc senza man-iato di giudice, nè titolo alcuno di decc litto; l'emigrato è catturato e strascinato in pri- ( 1) Pisacane aveva passato qualche tempo in Londra guada - gnando l'affetto e la stima di tutti. L'avvocato Carcai-si mi fece giungere le mie lettere indirizzate a lui nelle carceri di S. Andrea. (2) Nomignolo dato da Mazzini a Nicotera fin da Roma od J 849 : veterano della libertà a venti anni, essendosi arruolato alla Giovine Italia nel '45 e rlopo i fieri combattimenti a Cosenza contro le orde borboniche sotto Nunziante ove suo nonno e suo zio Saverio Musolino furono trucidati, scampò la vita riuscendo a Corfù colla condannna a 25 anni di ergastolo. Arruolatosi nell'esercito della Repubblica romana fu ferito cacciando i Francesi da Porta S. Pancrazio al 30 aprile, alla testa e al braccio. Non ancora guarito tornò al campo , nominato capitano dal Manara capo di Stato maggiore di Garibaldi, fu spesso mandato con dispacci dal campo ai triumviri. Fu prediletto da Garibaldi quanto da Mazzini. (3) Wreford fu correspondente in Napoli per molti anni per il « Times 11 e il (( Daily News 11. A lui si deve se gli iniqui procedimenti del governo e della polizia furono rivelati in tutta la loro laidezza. Era un vero amico d'Italia e non della ventura. cc gione, poscia è cacciato dallo Stato; e sinanco de.;. cc portato per forza in paese lontanissimo; talvolta cc poco civile. cc La condizione dell'esule innoctnte è spesso più cc miserabile di quella del colpevole; poichè questi <e ha una legge seri tta che lo punisce, una pena « certa che lo minaccia; ha giudice e difesa. Ma cc quegli, abbandonato interamente all'arbitrio del cc po_ter_e, se domanda giudizio non trova che cacc pncc1 >>. L'autore di questo indirizzo al Conte di Cavour, Presidente del Consiglio dei ministri, che esprimeva l'o'..1inione della parte più moderata degli emigrati, era il Conte Emerico Amari, il quale conchiudeva: « Per provvedere alla nostra sicurezza e alla nostra dignità è tempo ormai che si sappia a quali condizioni possiamo rimanere negli Stati Sardi; che si sappia se gli italiani, in paese italiano e sotto uno Statuto It~liano, debbano essere trattati come perpetui èx-lege, ovvero come fratelli sventurati i quali, siccome si assoggettano a tutte le leggi dello Stato, debbono almeno godere delle guarentigie che si conced0no all'ultimo dei cittadini. Se colpevoli dateci giudici; se innocenti rispettate la nostra libertà. Noi non pretendiamo il privilegio del diritto, ma i diritti dell'uomo onesto. Noi non pretendiamo da un governo nazionale se non quello che la ragione comune di tutte le genti civili accorda ai.forestieri: uguaglianza di giJ1stizia. Noi domandiamo che l'onore nostro, la nostra sicurezza, e la nostra libertà non siano esposte all'assoluto arbitrio d'una autorità senza freno e senza responsabilità. Quando un ministro inglese in faccia al mondo intero dichiara ch'egli non ha nè diritto nè potere di torcere un capello ad un forestiero se ·non secondo la legge e colle guarentigie del cittadino inglese; nel momento stesso che in quella terra straniera veggiamo italiani assicurati dall'ira di tutti i più potenti sovrani d' Europa, sotto lo scudo dell'inglese libertà: è doloroso che esuli italiani non possano invocare la giustizia » ! Tralasciamo di citare le altre proteste degli emigrati italiani, più fiere, invocanti cc Lep:gi, diritti e libertà » e che poterono e~sere firmate da gente mite come Antonio Mordini, il quale volle fare sapere che aveva già firmato quella scritta da Amari, e pubblicata da Ber tani. Felice Foresti presiedeva allora il Comitato di soccorso dell'emigrazione italiana in Genova. Di soccorsi furono sempre larghi (1) il Giorgio Pallavicini e il Marchese Bededetto Durazzo; mentre Raffaele Rubatttino forniva i mezzi di trasporto agli emigranti in paesi lontani. L'avvocato Stefano Castagnola non cessò mai di perorare la causa del1' in tera emigrazione persegui tata, volendo i generosi Piemontesi e Liguri dimostrare la loro simpatia per cc i fratelli sventurati », il loro sdegno per le ignobili, sleali, e illegali misure adoperate contro di essi dal ministro servo del due dicembre. cc Non dubitiamo che il linguaggio usato dai protestanti ebbe sapor di forte agrume per il presidente del Consiglio. Ma più forte del rammarico per il biasimo dei patriotti non rivoluzionari era in Cavour il sentimento di odio personale contro Mazzini, in cui egli vedeva il più forte avversario dei suoi disegni, che erano di sottoporre i destini d' Italia all' uccisore della Repubblica Romana, al distruttore della libertà francese. cc Cavour déteste Mazzini >) - scrive la Marchesa (1) Vedi l'Italia del Popolo 2 nov. 57, n. 25.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==