A GlUSEPPE MAZZINI Lemmi, nonostante i suoi consigli fossero tenuti in non cale, ammirando l' eroismo di Pisacane , dette in una volta sola ventiduemila lire. Danaro continuava ad arrivare dall' Inghilterra : molti Genovesi e Torinesi contribuirono pure ad aumentare i mezzi pecuniari. Così che Pisacane, al suo ritorno, rimase sbalordito di trovare tutto pronto per una seconda spedizione. Egli intanto in pochi giorni aveva potuto prendere cognizione di tutto il lavoro fatto dal comitato di Napoli, e persuadersi che aspettando ancora qualche settimana per lasciare tempo ad introdurre armi in Napoli, i capi-popolo avrebbero potuto contare su forte nerbo di militi. Tre di questi erano andati ad una riunione seco lui in casa di Dragone « centro di tutte le operazioni del comitato, vera << casa da cospiratore, ove non c'era angolo che non << racchiudesse un mistero: le mura forate, staccate << le imposte; il pavimento smosso, il soffitto mocc bile; tutto era divenuto asilo e ricettacolo all' o- << peta ·della cospirazione. Ove meno si pensava << erano celate coccarde e bandiere ; le lettere , le << carte assicurate ad introvabiii segreti; qua armi « e munizioni sottratte ad ogni ricerca; in altro << luogo sepolti istrumenti ed oggetti di scrittoio di << cui si valevano quegli esperti cospiratori,,. Di tutto questo era custode Rosa, la brava moglie di Dragone ( 1). Pisacane ne era meravigliato, e forse ( 1) Appare qui, per opera di una eroica donna, il nome quasi fino a it:ri ignorato di una vera eruina della nostra rivoluziune, Rosa 1'1oric. vt:dova Dragone. Di essa, quando vollè donare al Museo Nazionale di S. Martino, l'ard1ivio del Comitato rivoluzionario napoietano , sci isse , additandola alla graditudinc degl' Italiani, Vittorio Spinazzola in un giornale di Napoli e, su sua proposta, un ritratto ad olio, eseguito a spese dello Stato, sono ora esposti. in quel Museo fra i più rari cirndi di quella spedizione di Sapri: il giornale di bordo del << Cagliari ii, i li bretti dei marinai eht: ne forma vano la ciurma, la des..:rizione manoscritta di quanto ayvenne sul << Cagliari n durante la traversata , e.arte geogratiche , libri di propaganda , resti trovati sul campo ove c:adde Pisacane, oltre J'archiv10 dd Comitato. Questo era stato conservato, salvato, custodito sempre in casa Dragon<:: Jalla vedova signora Rosa che, nei racconti a lui fatti e riferitimi dal Direttore di qudl' Istituto, descriveva come qui si descrive la sua casa. In questa dimorò Pisacane nella sua prima venuta in Napoli, e, com'ella ebbe a raccontare, aveva il presentimento, quasi la sicurezza della sua fine. Al piano inferiore abitava un ft.Ìnz,onario della polizia borbonica e la eroica donua racconta va questo aneddoto ddle bandiere fatte trovare in varii luoghi di Napoli dopo l'esecuzione di Agesilao Milano, aneddoto che , raccontato or son due anni, trova ora qui la sua piena conferma. Si lavorava, dunque, in c:asa Dragone a confezionare queste band1t:re. Molte ve n'erano già nei nascon• digli, e la signora Rosa era intenta a compiere il lavoro, quando sentì bussare alla porta e dalle voci comprese che tratta vasi di una visita della polizia. Le bandieruolt: erano in un canestro, innanzi a lei; le coprì ; non si mosse ; vi tirò su un panno; sul panno lasciò cadere del cucito e continuò tranquillamente nel lavoro ; cosichè quando il funzionario poliziesco sopra vvenne la trovò intenta , come la più timida delle massaie , a cucire la più modesta delle camicie. Gli sbirri visitarono ; il capo di essi s' intrattt:nne accanto alla signora Rosa , che, fra l' altro , doveva dalla forte persona sprigionare il fascimo della calma energia; e anche quella passò. Assai più gravemente andaron le cose dopo la speJizwne di Sapri. Avvertita in tempo, ella comprese che bisognava mettere in salvo i docu · menti e, di notte tempo, presi gli opportuni accordi, da lei stessa furono trasportati a bordo di un· vapore inglest: che li portò a Malta dove era Fabrizi. Esulò col Dragone a Costantinopoli t: quando potè tornare e non appena fu possibile, recuperò la cassetta coi preziosi documenti, per custodirli; prima gelosamente poi per darli al Musco di S. Martino. Essa stessa volle pòi raccontare la parte ultima della spedizione di Sapri. Un documento uHìciale fu redatto alla presenza di studi<,si notissimi raccolti in casa Dragone, e anche qut:sto conservasi ora in quel Museo a testimoniare così dell'opera dt!l Comitato come della missione affidata al Pateras e del modo in cui fallì la spedizione, sulla qualt:: la lessy-Mario adduce qui preziosissime spiegazioni. · N. C. per la prima volta apprezzava al suo vero valore l'intelligente ed instancabile lavoro del comitato, rappresentato per vero dire da Dragone e da Fanelli. Quesri lo accompagnarono in alcuni punti della città; gli presentarono varii provati patriotti, ed egli rimase convinto che, provveduto armi e un po' di danaro, sarebbe stato secondato anche dalla città; purchè i moderati non avessero avuto sentore di qualsiasi movimento sintanto che, una volta iniziato, non sarebbe divenuto più possibile per essi di dissuadere i popolani a prendervi parte. Il 18, egli ripartì per Genova, avvisando Fabrizi della necessità o di vendere le armi in Malta e spedire il danaro al comitato, che aveva mezzo di comperarne e spedirne con celerità, oppure di mandare dette armi nelle acque di Pantelleria, donde il comitato le avrebbe trasportate in Napoli stesso. Senonchè i capi in Genova, avvertirono che sarebbe stato impossibile conservare più a lungo il segreto delle operazioni e tenere nascosti i depositi di armi, osservandosi già un movimento insolito tra la polizia (ciò in conse 5 uenza degli avvertimenti venuti dalla Francia) col risultato però che l' Intendente di Genova ·informava il governo che tutto e tutti era quiete a Genova. Anche Rosalino Pilo era trepidante per il deposito delle armi nLlOVamentc raccolte. Da Livorno venne notizi:J che tutte le armi ivi spedite erano state seqùestrate a Bocca d'Arno. Giovanni Falcone, inviato da Malta da Fabrizi per insistere sulla necessità di un ritardo sufficiente per lasciar spedire le armi di là nelle acque disegnate, si unì ai più impazienti; e riconosciuto anzi la ne.:. cessità per Cosenz di rimanere a Genova per gli accordi col comitato di Napoli, si offrì di partire in vece sua, quale uno dei capi della spedizione. Tutto questo Pisacane scrisse a Napoli, avvertendo che egli si sarebbe impossessato del vapore postale in partenza da Genova il 25 giugno, e che arriverebbe all'isola di Ponza il 28; mentre se qualche incidente l'avesse impedito, il comitato avrebbe ricevuto un telegramma << cambiale rifiutata >>. E così fu deciso. Per essere sicuro dell' incontro tra il vapore e le barche portanti armi, munizioni e la metà degli uomini arruolati per la spedizione, Rosalino Pilo volle assumerne la direzione. Egli partì la notte del 24, e Pisacane sul vapore, con Nicotera e Falcone e 22 marinai liguri e anconitani, i quali pur consci dei pericoli ai quali andavano incontro, accettarono animosamente i rischi, lasciando una dichiarazione << a.Jfinchè >>- scrissero - « il nostro popolo non disconosca i motivi che determinarono la nostra accettazione >>( 1). I più erano di Lcrici. Tutti salirono sul bastimento con passaporti per la Sardegna o per Tunisi ove apparentemente andavano in cerca di lavoro. Li vidi tutti prima della partenza raggianti di speranza e di entusiasmo. l più perirono nell'impresa; i superstiti combatterono sotto Garibaldi, che li aveva liberati dai sotterranei di Favignana. A Milazzo furono feriti Bonomi Amilcare (uno dei quat_tro fratelli cor:nbattenti per la Patria); Carlo Ro :a, fedele alla sua !ede fino alla morte; Santandrea, morto in seguito alle ferite riportate e che nel semidelirio dell'agonia cantava « Chi per la patria muore ~,issuto è '!-s~ai ! ». _ . Pisacane nu consegno 11 suo testamento politico e una stupenda lettera di Carlo Cattaneo a lui perchè pubblicassi l'uno e l'altra nei giornali inglesi. Furono tradotti nel Daily News, mentre li originali vennero sequestrati nella perquisizione fattami dalla polizia, e che dette occasione a Cavour di avvertire ( 1) Questa commovente J'ichiarazione;: trovasi nel Proemio di Saffi al IX volume degli scritti di Mazzini.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==