Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 11-12 - 22 giugno 1905

A GIUSEPPE MAZZINI 351 « " Viva l'Italia,,. La polizia se ne allarmò. La mia <e posizione di latitante (era ricercato come complice cc di Milano) non mi ha permesso scrivere di mio « carattere; ma lo scrivente è il cognito mio Socio, « da tutti gli amici riconosciuto tale e apprezzato « sotto il nome di Luigi Dragone. F.to Kilburn >>. Pertanto, mentre Mazzini aveva scritto fino allora che solo dopo un altro tentativo avrebbe rivolto il suo pensiero al Sud, ricevuta questa lettera si decise di cbope1~re con tutti i suoi mezzi ai disegni di quegli operos1. cc Fratello - egli rispose - Voi per la prima cc volta mi proponete un'operazione definitiva, con- « creta, pratica: com'è debito e impulso del core <e accetto; mc n'occupo subito e sarà fatta. Sia nota <e a pochi, a nessuno se possibile; ogni cosa dipende « d~l segret~. Non avete bisogno per pr~parare che cc d1 annunziare qualche cosa che darà l'impulso. "- D~te all'amico, che trasmette la vostra per me <e (Pisacane), ogni ragguaglio su Ponza. E' l'essen- <c ziale. Ciò che noi faremo è nulla, trattandosi di <e vostra arena : è una scintilla; il farne incendio <e dipende dal vostro agire sul punto ove siete. Non « lo dimenticate. Non ho bisogno di dirvi che l'azione cc sul vostro punto, riuscendo sulle prime, è il sorcc gere di una Nazione; della risposta sovra altri cc punti mi reco mallevadore, se la bandiera sarà di cc Nazi~n~e.Alla forma penserà il paese ; ma quella <e cond1z1011e è essenziale. Addio, amate chi vi stima cc e ama. G. Mazzini ». Indicibile la gioia di Pisacane, a cui questa letteia era stata spedita per la trasmissione a Napoli. Già aveva ideato il suo piano. Impossessarsi di uno dei vapori postali in partenza da Genova per la Sardegna e per Tunisi, evitando così la spesa ed il rischio della compera o del nolo di un vapore in Inghilterra, ben memore del disast ·o toccato al vascello The /sie of Thanet comperato da Panizzi per la liberazione dei prigionieri di Santo Stefano, naufragato pr~sso Yarmouth in una furiosa tempesta, con la perdita anche di tre dei migliori marinai. Ma benchè deciso a dedicare tutti i suoi mezzi al Sud, Mazzini non era ancora persuaso di dover cambiare Genova con Livorno per base di operazione. Crispi, allora in Parigi, pronto sempre ad andare di nascosto in Sicilia per aiutare gli insorti, sconsigliava qualsiasi movimento negli Stati Sardi fino a rivoluzione compiuta. Saffi, chiamato da Oxford a consulto, dissentì sul modo proposto dai Genovesi per la cooperazione della loro città, <e Parevami - egli cc scrisse più tardi - dubbia la riuscita, inevitabile « una mis-chia colla guarnigione, difficile il convin-, « cere amici e nemici dell'intento nazionale della cc sorpresa; certa, non riuscendo, tra le calunnie <e degli avversari e la sfavorevole impressione dei « più, la disfatta morale della parte nostra; opporcc t1;1nol'attendere che i primi successi della spedi- <c z10ne sollevassero gli animi ad aperta azione, cc rendendo impossibile al governo di resistere ». E il parere di Saffi aveva peso su Mazzini , perchè egli non aveva mai mancato all' appello del paese, arrischiando libertà e vita durante il tentativo di Milano, portando la croce di fuoco in Bologna. Ma la decisione di Pisacane era irrevocabile. « Ho promesso agli amici di Napoli-egli scriveva- << di capitanare una spedizione in loro soccorso e « ho deciso di partire da Genova , pùrto che offre cc assai pm facilità che non Livorno, che può pure « agire per conto proprio. Se i duecento volontari « promessi da Cost3ntinopoli tengono parola, pos- <c sono sbarcare a Catanzaro ove troveranno acco- « glienza e seguito. Tocca a voi e ai Genovesi di « decidere sull'azione, se la credete opportuna, du- « rante o dopo il mio tentativo. Rosalino (Pilo) e » Cosenz partiranno meco con altri pochi e scelti. « Se facciamo fiasco, il rischio e la responsabilità cc sono nostri esclusivamente. Certamente l'aiuto di cc danaro e di armi cresce la probabilità di riuscita, <e ma la mancanza non cambierà la nostra deci- « sione ». Verso 13 fine di aprile Mazzini , passando per Parigi e Lione, giunse a Genova, da dove mi scrisse di finire il più presto possibile le conferenze promesse in Inghilterra e nella Scozia , lasciando a Saffi di continuare le sue con maggior 3gio, e di recarmi a Genova, giacchè una corrispondente dei giornali inglesi sarebbe stata utile per tenere quel popolo informato degli avvenimenti e cielle correnti della opinione pubblic?. « E' chiaro » - disse Saffi - cc che il dado è get- <c tato e che si è deciso per Genova ». Fatto si è che Mazzini stesso era sorpreso dell'entusiasmo che circondava Pisacane, sia per parte del comitato degli operai, quanto per parte di quello della borghesia. Un'associazione di quest'ultima era stata fondata nel 1852, pel tiro al bersaglio, capitanata da Antonio Mosto, da Burlando, e da Bartolomeo Savi, direttore del giornale Italia e Popolo. Molte furono poi le associazioni tra gli operai, ma senza scopo politico, fino al 1856, anno in cui Maurizio Q_uadrio suggerì un'associazione segreta con intento politico. N'erano a capo Castelli, i fratelli Casareto, Casaccia e Profumo. Anche i borghesi formarono un comitato segreto con a capo Mosto, Stallo, Burlando, Mangini e Ramorino. Savi ne fu escluso , onde lasciarlo sicuro da ogni rischio nel condurre il giornale l' Italia del Popolo, giornale continuatore in formato più grande dell'Italia e Popolo. I due comitati stavano in relazione tra loro, allo scopo di tenersi pronti a sostenere ogni movimento insurrezionale che fosse per scoppiare in una qualsiasi provincia d'Italia. Naturale era dunque che, venuti in contatto con Pis3cane, Pilo e Mignogna, i membri delle due associazioni s'infiammassero per essi e per i loro infelici fratelli di schiavitù. Pisacane aveva tutto disposto per lo sbarco a Ponza, e scriveva al Comitato che per la metà di Aprile partirebbe; che sul vapore, che contava prendere di sorpresa alla Compagnia Rubattino, vi sarebbero stati 30 ..1omini armati, trecento fucili, 14,000 cartucce, lui, Pilo, Cosenz e un altro. Mazzini aveva mandato una cambiale di 9000 lire, e si contava su. altre lire mille del Fabrizi. Ma numerosi arresti in Napoli e nelle provincie ritardarono l'attuazione dei piani. 11 Comitato, spaventato dalla « precipitata partenza » annunziata da Pisacane, implorava tempo per riordinare le file. Carlo rispondeva di rimettere la parteneza al 25 Aprile. Mazzini manda intanto altre due mila lire, scrivendo <e ne avrete cc altr;; fra poco. Addio, Osateil Un popolo non caccia « in Europa il modello delle « Cuffie di Silenzio » « senza prendere impegno di una protesta virile. « Importa all'onore d'Italia farla, al popolo spetta « di convertir fa in vittoria. Amate il vostro Giucc seppe Mazzini >> Ma intanto Fanelli venne disturbato dalla polizia; ebbe il tempo di distruggere tutte le carte e salvarsi, ma nuovi, ritardi ne conseguirono. Le lettere del comitato a Mazzini ernno sconfortanti, onde disse a Pis::1cane che sembravagli che là avessero rinunziata all'azione immediata, e che egli non intendeva assumere la responsabilità di spingere chi scriveva che cc non può assolutamente fare nulla i>. alMa Pisacane rianimò gli amici e decise la partenza per il 10 Giugno. Il 9 scriveva che « le partite bastimento con armi e muni~ioni sonosi magnificamente accostate »; che tutte le difficoltà per l'equipaggio, che doveva salire sul vapore erano state

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