344 LA RIVISTA POPOLARE guide il futuro, e certo verso di esso si libererebbe con tutta l'esultanza di una fede, e si libera, talvolta, di fatto, il volo del suo sogno, se l'immanente sventura della patria non temperasse di amaro quel gaudio, e se le nubi vicine del suo cielo nativo non gli contendessero la vista delle remote serenità vagheggiate. E l'acc1::nto ddl' apostolo che, retto sul confine delle due storie, dopo aver guardato al passato, si rivolge al promesso avvenire, si inalza bensì talvolta alla lirica forza del vaticinio esortatore, e allora lo stile dello scultore si avvicina al biblico: ma più spesso si attenua nei timidi accenti d'una speranza ancor molto nascosta nei cuori; e scorre allora nelle pagine, un'aura sommessa come di occulte preparazioni, di trepide attese, di mormorati presentimenti. Oh, con che dolce, cara, fodele costanza ritorna negli scritti mazziniani quest'ultima parola, piena di segre~a e pur sicura fiducia! Come la vediamo accompagnarsi a tutti i granJi concetti vagheggiati dal Nostro, a tutti i grandi intelletti e ai ge!lerosi cuori che egli esalta o martiri o precursori! La tristezza dei grandi presentimenti è nelle tragedie di Eschilo; un pensiero grande di presentimenti sociali è nell'Angelo di V. Hugo; e di « presentimenti, mostra tutta la Filosofia della musica, quasi quest' arte, nell'indefinito che le è proprio, inconsapevolmente chiedesse al Mazzini una parola che , come questa, la trattenesse in un ufficio preparatore, e la fermasse come in un tremore d' attesa, di qua della vita reale. Al senso poetico e sommessamente profetico che viene alle scritture del Mazzini da quel porsi eh' ci fa sui confini d'una epoca che deve maturare ne' tempi e che ancora è velata nei crepuscoli dell'avvenire, si aggiunge un altro carattere affine, che si origina dal carattere, per Jir così, pedagogico della predicazione mazziniana. Devoto al suo idealismo teorico, egli rivolge l'opera propria di agitatore a scuotere e a suscitare le facoltà migliori ddl' animo umano: egli parla alte fantasie più che a~li intdletti; ai sentimenti più che ai pensieri. Già I' abbiamo veduto: ei vuole afferrar l'idea giacente nell'intelletto, versarla nel core, affidarla agli affetti, convertirla in passione, e tramutar l'uomo di contt!tnplatore in apostolo. Di qui il calore e il colore del suo stile; e la fioritura di imagini onde si rivestono i suoi concetti, fino a materiarsi sovcntt:: in simboli vivi e sensibili, e l'ampio, sovrabbondante ..:ommento delle idee principali, svolgentesi in giri uniformi che hanno quasi del liturgico nella loro sequela immutata e solenne. - Raramente lo stile mazziniano si spe1.za in più rapide mosse, si anima di altri spiriti che non siano quelli del solenne principio ond'esso procede: lo stile è l'uomo integro severo ' ' ' chiuso in se stesso e nella eroica atmosfera del suo gran sogno: uno dei tipi più intimamente fusi che siano usciti mai dallo stampo deUa natura italica. Onde avviene che, a chi abbia letto Mazzini, rimane nell'animo come l'impressione di un tutto, di un'armonia cont;nua, eguale, in cui mal sapresti discernere, per segni e pe, modi particolari, un elemento da un altro. Passano nei volumi di lui cinquant'anni di politica, di arte, da relazione italiana ed europea; possano i conflitti e i contrasti, gli interessi e gli ideali, i vincitori e i vinti di tutta una travagliata età storica , e per entro a questi si aggira, parte::cipe e attore appassionato, vigile, avventuroso l'autore medesimo; passano i più disparati argomenti della vita nazionale e sociale, ma quando tu alzi il capo dal libro, dopo la lunga lettura, e raccogli in un' impressione suprema le emozioni che provasti leggendo, senti su tutto e su tutti quel battere e tornare ostinato del grande periodar mazziniano, che si libra sui tumulti dell'uomo e della storia, che sembra accogliere e ricomporre in sè tutti i pugnaci d1ssid1',tutte le tragiche lotte, tutti i dubbi angosciosi, che quasi si fa estraneo allo stesso movimento di fatti e di idee ond' esso si ~volse, e assume un ufficio e uno scopo a sè e per sè. Poichè invero, leggendo a distanza di anni certe opere di pen - satori e di apostoli che pur non ebbero, direttamente, in vista, scrivendo, alcun intendimento letterario o ar.tistico, vien fatto talvolta di negligere le ragioni prime cht:: le indu!'.sero a scrivere, per coglierne, in quella vect:, tutte k inconsapute significazioni estetiche. Chi traccia - e si conceda a un ~ingo'o di recar qui a testimonianza una sua soggettiva esperienza - chi traccia queste righe lesse la prima volta il Mazzini, pochi anni or sono, per giornate e giorna·e di seguito , ali' aperto, lungo le rive di un fiume della Rezia, là dove esso, non ancora varcato il confine, corri! in terra repubblicana. Era l'estate piena e serena; e in quella pace profonda di paesaggio elvetico suonava alta la voce del fiume rapido e romoroso. Su quel canto fermo dell' acque sembrava fluttuar vagamente la tacira musica della ra\'.colta lettura; armonia più grande non poteva la terra accompagnare • alla parola di qudl' anima d':igitatore e d'eroe, chi! fluiva lenta e pensosa così, nei cicli del grande periodo segnato a cadenze sole::nni. Più di una volta, il leggitore rapito, obbliò in quel consenso della natura con l'anima del Maestro, yuanto di più dolente, sdegnoso, cruciato palpitava o fremeva nelle pagine:: ge · nerose, e sentì svolgersi da quelle. ultima sovrana espressione, non più la sinte::si di una verità storica, o cli una bont~1umana, o di una feJe immortale, be:1sì la tornante e cullante armonia come di un epico Ritmo. Allora chi leggern pensò che anche alle forme della prosa è tempo di assegnare un loro senso poetico; che è tempo di perseguire, entro i liberi svolgimenti di quelle, i toni e le cadenze e i ritorni in cui sembra a volte tracciarsi quasi uno schema di canti che divien canto esso stesso. E infine gli parve di convincersi come, oltre i fini imm~diati a cui tende lo scrittore; oltre il tumulto dei suoi casi e degli altrui, oltre il dibattito degli avvenimenti e delle idee che egli scrivendo ci dà, sorga dai volumi immortali qualche C()Sa di inconsaputo , di impreVl!duto, che si compone in un' aura di godimento spirituale e di superiori armoni~. Questo scopo a cui sembrano tacitamente mirare tutte le produzioni cieli'umano intelletto, appartiene al1 'Estetica: son l'amore, il dolore, la scienza; è la vita dell'uomo e dell'umanità; son l'economia , la politica, l'etica che sfuggono ai nativi confini e si tramutano in Bellezza . G10v ANNI BE RT ACCHI Nazione e Comune (1861) Nazione e Comune: sono i soli due elementi naturali in un popolo ; le sole due manifestazioni della vita generale e locale che abbiano radice nell' essen{_a delle cose. Gli altri elementi sono , con qualunque norma si chiamino, artificiali,' e aventi ad unico ufficio di rendere più agevoli e più giovevoli le relazioni tra la Nazione e il Comune e di proteggere il secondo dall'usurpazione della prima quando è tentata. (MAZZINI, Opere complete - Voi. III, pag. 259). Vittorio Emanuele II Carnepotete voi intenerirvi su questo buon Re ? L' avete mai visto? Lo conoscete ? Sapete eh'egli ha dieci volte.... Garibaldi e eh' egli cospira anche oggi con lui per mandarlo a farsi ..... in Oriente? Mio Dio , io sono stato in contatto con lui per diciottomesi , e io lo conosco: egli non ha che il coraggio fisico di un soldato. Chi non l' ha oggi ? MAZZINI(Lettera a Daniele Stern, •~ aprile 1865).
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