I A GIUSEPPEMAZZINI 343 industria non vale il tranquillo , gentile , divino mormorìo di un'anima benedetta di virtù, dov' anche sorga dall' ultime sfere dei << poveri lavoratori - che fine alle produzioni sociali do- « vrebbe essere non la produzione ma il produttore - che dal- << l'anima umana, e non dal corpo, dovrebbero prendere le ((mosse tutte le opere nostre ... » Nelle quali parole, poetiche invero e stupende, non si disconosce la questione sociale ; la si afferma , anzi , necessaria e solenne : soltanto qui sono esplicitamente condannati i criteri dd materialismo storico, che pone a fondamento degli istituti umani e dei conseguenti prodotti storici il fattore economico, e informa da questo i disegni ed i metodi delle battaglie e delle conquiste sociali. Di qui l' accordo tra i due intelletti è vcrament~ armonico e fiero : sì l' uno che l'altro han gli occhi fissi in una luce dì ideale, e vedono nella storia degli uomini predominanti gli elementi dello spirito. Se non che l' accordo fra .i due è spezzato non apr·ena si tratta di vedere in qual modo si svolga e si applichi , nella vita dei popoli, il dominio spirituale sovr' essi invocato. È qui che riappare il costante principio mazziBiano dell'associazione, contrapposto, questa volta, al modo col quale il Carlyle considera l' intdletto collettivo dei nostri tempi : egli vede in quello l' individuo soltanto: a lui « sfugge il vero senso dcli' unità della razza umana n. Questa è per lui << piuttosto un aggregato << d' individui simili, di forze distinte poste a contatto, che non << una associazione di lavori riportati per nuclei, e tendenti per (< vie diverst: a un fine comune. La Nazione, la Patria non è (< più il segno della nostra parte di lavoro nell'opera comune; (< la nazionalità dell'Italia è per Carlyle la gloria d'aver proll dotto Dante e Cristoforo Colombo : la nazionalità della Gcrll mania vive in Lutero, Goethe e pochi altri sommi intelletti ». Cosi l'idealismo storico del pensatore inglese dissente dal1' idealismo del nostro, il quale « protesta, in nome delle ten- « <lenze democratiche dell'età nostra contro quelle id,:e ». E il dissenso del Mazzini riappare in un altro saggio di lui, intorno alla storia della R.ivolu:r.ione francese, dello stesso Carlyle, nel quale ei gli rimprovera di non averci dato altro che (< una serie di quadri, mirabili nell' es.::cuzio,1e, ma nulli << nel concetto, senza conne~:sione o signilìi.:ato n. - E rileva un punto nel quale il Carlyle, appunto per la mancanza di un grande principio universale, per quel suo non vedere in un popolo se non gli individui , finisce col toglit:re ogni significato ideale alla grande Rivoluzione, e la fa procedere, con una semplicità di criterio che anche il più ardente seguace del materialismo storico giudicherebbe eccessiva, da un fatto appunto di natura del tutto materiale. ll In quel levarsi simultaneo -- t< riferisce il Mazzini - di venticinque milioni d'uomini, e mal- « grado i registri degli stati generali che fin dui primi giorni « accennano principalmente a istituzioni, diritti , educazione e t< trionfo d' idee, ei non vede che il risultato della carestia, il l< grido d'un bisogno fisico n. Ognuno immaginerà come dovesse suonare un tal giudizio storico all'orecchio del Mazzini, così severamente avvolto nell'ordine superiore de' suoi principii ideali, così alieno dall'aprir l' animo a qualsiasi soffio spirasse dai campi ddla materiale realtà, anche quando essa era tutt'altro che straniera ai prodotti e ai moti , lei consorzio sociale. ♦ Trascorsa così ne' suoi tratti più generali e capitali la parte letteraria e artistica dell'opera mazziniana, ei resta ad adc;mpiere un còmpito più propriamente nostro; a vedere quali siano la forma e lo stile negli scritti di Giuseppe Mazzini. Le rapide note che seguono non si riferiscono più solamente alle cose di natura letteraria, ma a tutta in genere la produzione del Notro. Chiarita, infatti , la generale unità che raccoglie e che· regge le varie espressioni della mente di lui, e come per lui l'elemento artistico non sia che un aspetto e una forma della vita politica e sociale, torneranno negli scritti soi.:iali e politici quei caratteri esteriori di linguaggio e di stile che informano di sè le pagine che abbiamo studiate qui addietro con particolare intemhmento. Lo stile del Mazzini , per dirla in breve, è uno, come uno è il suo spirito, una la sua vita. E poichè nessuna questione di forma può essere scritta dai nativi elementi della vita e dello spirito , considereremo rapidamente, nella luce di questa affinità, i caratteri più essenziali dell'arte mazziniana. Questa risente innanzi tutto di quel!' aura mesta che pervade il pensiero del nostro agitatore. L'uomo che nella propria età ravvisava un senso profondamente religioso, doveva, inconsapcvole, investirne tutta l'opera sua. Di qui il tono solenne, lento , sai.:erdotale di quelle sue pagine ammonitrici ; e quella quasi pacata bontà, qudla severità dolente ma non aspra, che ei pone nel suo insegnamcmto e anche nella sua stessa rampogna. La quale maestà triste ma calma devia altresì dalla sempre vigile e viva co_scienza d'un principio morale immutabile, sovr .istante ai moti e alle vicende della storia , e svolgentesi in manifestazioni succcssi ve e progressive. Da questo originario atteggiamento del suo pensiero si comunica allo stile mazziniano quella cadenza e compostezza della frase e della struttura sintattica, che si svolge in un Auir lento e fedele, in un ricorrere e ritornar costante di accenti e di toni. Questo amore nativo in lui , dei grandi principii , e quindi delle grandi sintesi, lo conduce assai spesso a negligere il particolare per il generale, a sorvolar sugli uomini per contemplare l'umanità ; a distogliersi dal momento storico per richia marsi alle distt:se vaste e lontane del tempo. Di qui un altro elemento di ampiezza al suo modo di concepire e di scrivere; di qui quell'aprir;;i frequente dì poetici sfondi e quell'allargarsi fantastiL-o cieli' idea nella vastità di i.:erte grandi parole , quali « epoche, secoli, umanità n tornanti con mera monotonia ad ogni volger di foglio. Un' altra qualità sua attinge lo stile mazziniano dalla conce zione, per dire così, catastrofica in cui l'agitatore ama di riporre se st<.:sso_Egli , infatti, che pur vede oltre tutti i i.:onflitti e gli antagonismi, e le incongruenze della storia il maturar lento ma infallib,le, celato talvolta ma continuo, d'un provvidenziale disegno di bontà e· di miglioramento, egli vede poi an - che, ndl' età sua come un momento di sosta travagliata, e quasi si direbbe che gli appaia, sia anche per poco, interrotta la serie del divenire so-:ialè. l< In questo nostro periodo di tranl< sizione dal dubbio ali' aspirazione, le vecchie idee muoiono e « pesano sull' anima come sogni a mezza la notte; le nuove si (< affacciano belle di luminosi colori e seduct:nti di speranze , t< ma indefinite, imperfotte, come sogni del mattino. Noi ten- << tenniamo dubbiosi tra un passato oggimai senza vita e un << futuro la cui vita non si è rivelata finora, in frode talora a << profondo sconforto, talora animata di splendi:ii presentimenti « e intenti a spiar tra le nubi una stella che possa dirigerci ..• n Ora questo stato Ji coscienza, che potrebbe essere, del resto, in grado maggiore o minore, quello di tutti gli uomini in qualsiasi età della srnria , ma che il Mazzini , comunque , sentiva costantemente, appassionatamente, dolorosamente; questo stato di coscienza non è a dire quanto dovesse operare sulla stessa natura estetica della sua vastis!'ima produzione. L'essersi egli posto, per così dire, sul confine che separa il passato e l'avvenire, oltre a dargli più vivo e penetrante il senso delle grandi distanze, lo rende interprete assiduo di questo duplice elemento dello spirito, della vita, e quindi dell'arte; il suo pensiero, e, con esso , la sua parola, fluttua perennemente fra un ricordo e un presagio, fra un' elegia di glorie sepolte t: un poema indeciso di vittorie future: è ben vero che più del passato lo _"COQ-
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