342 LA RIVISTAPOPOLARE • con amore e costanza - dalle cantilene nazionali che la tra- (( dizione e k madri serbano sì lungo tempo al popolo, ma che <e vanno via via perdendosi o sformandosi , <lacchè nessuno « pensa a raccoglierle e più ancora, dallo studio assiduo, pro· « fondo dell'indole dei caratteri, dei fatti e "dell'arte d'ogni <e epoca nelle diverse contrade? » Argomento, quest'ultimo, oltre modo prezioso perchè viene ad affermare la necessità che la musica sappia assumere quel che suol ,lirsi il colorito locale, cercando, fin dove l'indefinito che le è intrinseco lo concede . di avvicinarsi ai particolari aspetti della realtà umana, storica, geografica C:ei diversi tempi e paesi. È questn, come ognun vede, una questione importantissima , che tutti noi sentiamo risolta felicemente in alcuni squarci musicali di grandi mat!stri e che il Mazzini ravvisa, come presentimen•o della musica futura, in alcune ispirazioni storiche e specialmente nella Semiramide e nella sinfonia del Guglielmo Teli, non meno che nella pnma scena del Roberto il diavolo di Mayerbeer, e in alcuni tratti del Marin Faliero di Donizzetti. Così il M1zzini, mentre che da una parte vagheggia l'avvento di una musica europea, i cui intendimenti generali 1 rascendano i confini delle singole patrie , specialmente in virtù di un più felice contempt!ramento della melodia e dell'armonia, desidera dall'altro che l'arte nei diversi paesi si faccia di più in più obbediente ai richiami e agli influssi del genio, del suolo e delle tradizioni natìe , e riesca a specificare sempre meglio i proprì significati, avvicinandosi a quella evidenza rappresentativa che è già della scultura, della pittura e della poesia. .. ♦ ,. Abbiamo per tal modo veduto come nel sentimento e nel pensiero estetico di Giuseppe Mazzini ricorrano e si rifondano tutti i principì fondamentali della sua predicazione politica, morale, sociale, tanto che quelli non sono se non un aspetto di questa. A Itri concetti più veramente artistici e storici sono disseminati negli scritti letterarì del Nostro, a rilevare quanta vigilanza fosse in quello spirito, quanta prontezza a cogliere i diversi caratteri delle cose, quanto appassionato desiderio di indugiarsi intorno a tutte le gloriose e malinconiche bellezze della vita. Ma anche questi momenti particolari del suo animo , questi atti di contemplazione essenzialmente storica , o letteraria , o artistica, appaiono sempre rifusi nella grande armonia dell' insieme, e rischiarato dalla luce che sembra piovere dall' alto de' suoi principì supremi. Dai saggi giovanili su Dante, sul Roman 1 o, sul Botta, sulle Fantasie del Berchet, sull'Esule del Giannone, agli altri, pur giovanili, intorno alla Storia della letteratura di F. de Schlegel e al Faus; di V. Goethe; dagli articoli, più maturi dettati per l'assedio di Firen{e, per Dante e per· le sue opere minori, per gli Scritti politici di Foscolo, per il moto letterario in Italia, agli altri via via consacrati a Werner a V. Hugo all'Angelo di V. Hugo, al Chatterton di A. Di Vigny, alle Condi 1 ioni presenti della Letteratura in Francia, alle opere di Tomaso Carlyle, è sempre un rinnovarsi e un richiamarsi d' un unico sospiro di patria e di umanità, è sempre il baleno della medesima luce ripercossa e rifranta per mille forme ed aspetti. Un esame minuto degli scritti sovra accennati potrebbe eccede1·e i confini di questa nostra che vuol essere una rapida sintesi del pensiero letterario ed artistico di Giuseppe Mazzini: ve n' ha però, fra quelli, uno che desidera venir segnalato, ed è il saggio sul Genio e tenden 1 e di Tomaso Ca,·lyle. ♦ Lo scritto mazziniano intorno al genialissimo pensatore inglese, occupa, a mio credere, nella produzione del Nostro Au tore un luogo intermedio fra le opere più propriamente letterarie e le altre più propriamente politiche e sociali. Tomaso Carlyle , per l'indole ste,;sa dei suoi libri, che stanno tra la storia e la filosofia , ml.!glio d' ogni :.1ltro Autore studiato del Nostro , 1 ichiama il pensiero del Mazzini nel vivo dei grandi problemi che travagliano l' età moderna, del confitto fra il principio spirituale ed il materiale, al conflitto fra individualismo e collettivismo o, per dirla con termine più propriamente mazziniano, fra individualismo e spirito di associazione. Il Mazzini apre il suo saggio riferendo un passo del Sartor Resartus : cc Potete voi proferire il nome di Società dove non <e una sola idea sociale sopravvive, neppure quella dei sacri lari cc domestici muta_ti oggimai in troppo densamente abitate case « d'alloggi? Dove ogni uomo, isolato, straniero, anzi ostile a. cc vicino, afferra ciò eh' ci può e grida è mio ! e chiama Pace· « condizione sì fatta di cose, soltanto perchè in questo assalto cc alle borse e alle gole non s' adopera coltello , ma un' arme « più subdola e agevole a celarsi --dove amicizia e comunione <e d' anime son fatte tradizioni incredibili e la vostra più santa <e Cena sacerdotale è un fumante pranzo di bettola col cuoco <e per evangelista ?. •. » Questo quadro poco lieto della moderna società, quale il C;;rlyle la vedeva, rivela in lui la coscienza d'un mak eh' ei si a...cinge a combattere: e al Mazzini piace senz' altro questo suo schietto e gagliardo ~ttcggiamento d'apostolo. E segue il Nostro, esaltando alcune tra le più perspicue doti :.lello scrittore Ingkse , fra le quali egli esalta specialmente la potenza artistica , la sincerità , le tendenze cosmopolitiche e le tendenze verso l' ideale. Basta enunciare questi due ultimi caratteri per argomentar subitq come il Mazzini dovesse sentirsi a suo agio ~tudiando il Carlyle. Specialmente nei riguardi dello spiritualismo di questo , lo scrittore italiano trova modo di esaltar l' id~ale cor. un calore di parola, e con una violenza polt:rnica quali è raro che oc• corrano in altre pagine di lui. Egli è lido di salutar nel Carlyle <e ìl più fervido e potente fra quanti oggi com battono con « probabilità di successo quel materialismo che un giorno cogli cc scritti di Locke, Bolingboke e Pope, un altro con quelli di <e Smith e Bentham invadeva usurpatore i campi dell'intelletto « e tende da un secolo e mezzo , colle dottrine dell' interesse <e individuale e del bwesserl.! materiale a signoreggiare coli' cgoi- <c smo l' anima umana ..... 11 E badisi bene alle ultime parole, poichè esse annunciano tutta la portata del concetto mazziniano. Il Mazzini, vogliam dire, non vede qui solo il materialismo in quanto t; principio teorico di filosofia, ma anche in quanto esso s' incarna nella realtà di fatti e diventa indirizzo politico e sociale. Egli , in altre parole , si pone, col Carlyle, risolutamente contro la tendenza che chiameremo economica , e che sembra s,·olgcre ineluttabilmente dalle necessità stesse industriali dell'epoca. Osse1_-vasci he siamo nel 1843 , in quel p-;riodo storicamente tra vagliato e fecondo nel quale venivano maturando i postulati del materialismo storico, che avranno nel '47 il loro programma di critica e di a1ione nel Manifrsto dei Comunisti. Nè sfugge al Mazzini come neppure al Carlyle il carattere essenzialmente industriale dell'età nuova: ma anzi, essi <e aggrediscono deliberatamente » come direbbe il Nostro , la questione sociale in questo suo aspetto, appunto; e appunto contro l' incivilimento industriale essi continuano ad affermare la sovrana grandezza del principio intellettuale e morale. Tutto quel modo d'incivilimento industriale- scrive il Mazzini del Carlyle - - non valse a sviarlo. Attraverso il frastuono di macchine, ruote e congegni a vapore, che assorda e confonde l'udire dei fiacchi, egli non ha cessato mai di discernere il lamento soffocato dello spirito prigioniero, il sospiro dei milioni nel cui core la voce di Dio mormora : siate uomini e ai quali la società grida troppo sovente: m nome della Produzione, siate animali ... Ei dichiara che tutto quel romore di materia ~ di
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