LA RIVISTAPOPOLARE tt esprimono e promovorto in thùdi diversi, a seconda della « loro missione speciale e degli elementi nei quali versano, « quel pensiero. Il Genio, l'individuo singolarmente potente, « può compendiare il passato o collocarsi profeta dell'avvenire << ma la Letteratura collettiva, l'arte d'un popolo o di più po- « poli non può che informarsi al fine sociale e immediato del- « l' epoca. » << L'Arte - contiua di poi - afferra l'idea giacente all' in- « telletto, la versa nel core, l'affida agli affetti, la converte in « passione, e tramuta l'uomo di contemplatore in apostolo >1. Ho voluto riferire quel primo passo perchè ivi, accanto a certe espressioni che sembrano adombrare, come in confuso intuito, quella che in tempo a noi vicinissimi divenne la teoria dei grandi problemi sociali, esposta e illustrata specialmente dal De Greef e dal Loria, ricorre la feconda affermazione che l'Arte, per essere efficace, deve essere del suo temJIO. Ho riferito poi il secondo passo, perchè ivi è dato, alla maniera ideologica che è propria del Mazzini, il proce iimento onde l'Arte ottiene che, nello spirito umano, il pensiero maturi in energia di azione. A compiere l'espressione dei fini pratica a cui mirava, nel suo proprio tempo e luogo, la teo1ica mazziniana ·c'è solo da aggiungere che per << G. Mazzini il pensiero dell'Epoca nella na- (t zione era la creazione di un'Italia che libera e grande, le- « vasse in alto la bandiera dei popoli oppressi e senza nome « e il pensiero dell'Epoca ndl'umanità era checchè apparisse, « una trasformazione religiosa. » Abbiamo così riassunta, con le sue stesse parole, le concezione letteraria e artistica del Mazzini, la 'luale come si vede, ideologica sempre ne' suoi intimi spiriti, sembra quasi, in quell' -ultima espressione di umanità, vaporar nelle aure d'un poetico misticismo. ♦ Vediamo ora come il Mazzini, scendendo dall'ordine Jc' postulati geneqi.li al paragone di determinate questioni e ricerche letterarie o artistiche, venga applicando i suoi principì. E stu- .diamolo in alcuni Je' suoi più notevoli scritti di arte. Egli medesimo ci avverte come il primo suo .articolo considere;ok in fatto di lettere sia il saggio sulla Letteratura fJuropea, che risale al 1829, e che fu inserito nella antologia di Firenze. Il giovine scrittore. ~ssume a propria impresa il motto di V. Goeihe: « Io intravedo l'aurora d'una Letteratura europea: nessuno << fra i popoli potrà dir la propria, tutti avranno contribuito a « fondarla. i> Si vede subito come in questo vaticinio del poeta tedesco dovesse sentirsi a suo agio lo spirito Ji Giuseppe Mazzini, così proclive, per forza di temperamento e di condizioni, a non so quali atteggiamenti profetici, e già così penetrato della sua fede in un inevitabile e graduato diffondersi del principio d'associazione. L'agitatore genovese, infatti, ritorna a ogni sua pa- ,gina su questo sostituirsi lento e sicuro delle forze collettive :alle forze individuali nello svolgimento della storia, e doveva ,t:ssere portato a veder ripercosso questo grande fenomeno so- , ,ciale pur nelle manifestazioni letterarie dell'età sua. << Per tutta ~< Europa pare che un soffio di novella vita avvii gl' intelletti • e li ·sproni a vie non tentate finora, per tutta Europa ferve « uno spirito, un desiderio d 'innovazioni letterarie che accusa « la sterilità delle norme antiche e la insufficienza degli antichi « modelli >l ora questo moto di rinnovamento si compie appunto per il Mazzini, nel ser.so già divinato dal Goethe, e porta al formarsi d'una letteratura europea. Un tale concetto ognun vede come rispondesse alle idee che il Mazzini nutriva profonde e convinte riguardo alla cresciuta e crescente solidarietà degli uomini e delle cose loro; e come rispondesse altresì a quel disegno grandioso di armomci svolgimenti che era la re1atione della sua vita. A sostenere e ad illustrare il suo concetto, doveva il Mazzini confutare gli argomenti per i quali si credeva a una necessaria differenza che intercedesse fra i popoli e le razze, e che impedisse ogni efficace avvicinamento e rifusione. Ed egli di fatto, respinge ed esclude quello che altri inalzava a elemento moderatore del gusto , cioè l'influsso del clima, dimostrando quanto molteplici e diverse siano le manifestazioni artistiche dei singoli paesi , e quanto sotto uno stesso clima diversamente si plasmino e atteggino il sentimento e il pensiero dell'uomo. Detto e dimostrato ciò per la parte critica del suo assunto, il Mazzinì contrappone alla presunta potenza del clima , che dunque sarebbe un fattore naturale, la potenza delle istituzioni politiche... << Lo studio delle istituzioni può solo svelare << le origini del Gusto particolare che si manifesta nei popoli >> dice egli a un certo punto : e subito : « Le istituzioni e le << vicende politiche ~ diverse nei diversi paesi , hanno dunque, << io ripeto , prodotto le differenze che sceverano una letteratura dall'altra n. Se compito nostro fosse di esaminare criticamente l' opera e il pensiero di Giuseppe Mazzini, ci si potrebbe a questo punto chiedere se il nostro Autore non cada, per avventura, nello errore dei · suoi stessi avversari; di circoscrivere cioè, a un unico fattore la genesi e il modo di essere di un fatto le cui ragioni e condizioni sono in \1ece assai più vaste e molteplici. Di più ci si potrebbe chiedere se il Mazzini non confonda per caso la causa del fatto letterario con ciò che non è se non l' 11 ambiente n storico il quale può solo agevolarne o incepparne lo svolg:mento ! Al quale concetto il Mazzini stesso sembra accostarsi in questo scritto medesimo , nel punto in cui dice che << le differenze che separano l'una dall'altra le Lette- << rature sono risultate delle circostanze civili e politiche, che << svegliano, addormentano, promuovono o costringono gl'intel- << letti >>. Nella quale considerazione ci si può tutti accordare poic hè essa non pretende , così com' è espressa, di sviscerar tutlo, nella sua essenza e sostanza , il fatto della produzione letteraria d'una data gente ed età. Se non che, ripetiamo, noi siamo espositori prn che critici, e non ci indugiamo più oltre intorno a questo argomento : e basti avere ricordata questa teorica mazziniana, per dimostrare come egli in Letteratura, non meno che in politica e in scienza sociale, mettesse sempre capo a un ordine di fattori ideali, lasciando nell' ombra e spesso , anzi, rinnegando qualsiasi altro elèmento che sapesse di contingenze materiali e materialistiche. Comunque , il Mazzin( si propone il problema se sia o no possibile, nel secolo XlX, << una situazione morale, siffatta, che l'espressione abbia a riuscirne unica per tutta Europa. » E, dopo una rapida .-orsa ideale per le storie lontane de' popoli; dopo una sintesi che arieggia la concezione dei grandi periodi o cicli vinciani , e che, movendo dal mondo orientale, e dal1' ellenico, giunge al romano e al medievale, dopo aver qua e la, a distanza di secoli , dissepolte dai terreni della storia alcune verità rivelatrici, quale, ad esempio, questa , << che i << principì delle nazioni sono gli stessi per tutte, e che Jo spi11 rito umano sotto climi diversi presenta uno spettacolo presso 11 che uguale dovunque contende con la prima barbarie n per viene ad affermare essere possibile , non solo , ma necessario l'avvenimento d'una letteratura europea, poichè esistono oramai in Europa le condizioni che .la rendono e possibile e ne - cessaria. ♦ Una questione ancor più particolare è toccata dal Mazzini nel suo articolo sul Dramma storico , se.bbene anche qui ri- •
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