Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 11-12 - 22 giugno 1905

338 LA RIVISTA POPOLARE Tra ur1 centenario e l'altro Aimazziniandi 'Italia... e d'altrove Siete pochi? .... Siete molti?.... lo non lo so - nè so a chi domandarlo ! L'essenziale è che siate « Mazziniani » - cioè che abbiate la fede <li Mazzini, ardente o tiepida, non imJ)orta - purchè abbiate chiaro il concetto. Questa « fede » si riduce ad un pensiero fondamentale - che nessuno fra gli Italiani - pacifisti o militaristi, moralisti o amoralisti - può rifiutare. Eccone il succo : « Roma ha diritto , Roma h:1 dovere , Roma ha « interesse a dire all'Umanità 1a sua parola; epperò « la Italianità vuol essere rigenerata : rigenerat:t a « fondo col pensiero e con le opere , nella libertù <( privata e pubblka ». Tutto il resto è secondario - è personale , è mut:1bile, è effimero nelle persone, nelle epoche e nelle regioni. Or, chi non sia « Mazziniano » potrà, dovrà per lo meno essere mazzinofilo. Ed io dal monticello ove tesso mi faccio libito di invoc1re l' attenzione degli uni e degli altri - se alla presente non viene dato l'ostradsmo .... dai giornalisti. Viene il Centenario della nascita di Giuseppe .,\1azzin.i... dopo il centenario, della morte di Schiller: due nomi che possono stare accanto senza pericoli! La Germani:1 perde un grande idealista - e subito un idealista non meno grande genera l'Italia: l'Umanità abbisogna di idealisti , per non infangarsi - e Dio li manda ai popoli. Io non aspiro affatto a portare un tributo di « splendida letteratura » al Centenario imminente, nè di virili gesta mi faccio propugnatore nella mia picciolezza. E' già anche troppo ardimento venir fuori con una idea.... non più grossa d'una ghianda. Penso che oggidì i Maz,.iniani e i Mazzinofìli dovrebbero smettere il vezzo di perdersi in vaniloquii senz:1 costrutto: dovrebbero appunto il 22 giugno piantare una ghianda .... in ciascuna Città <l'ltali.a. Con discorsi e con mu~iche si può compiere cota l « sacra funzione », ma anche senza retorica nè sfoggio di vessilli e suon di trombe, se un pugno di forti garzoni s'intendono. La ghianda Mazziniana non dev' essere però che il simbolo d'una idea, anzi di un fatto, che qui sottometto alla discussione degli Italiani d' ogni colore , se son capaci di fare astrazione dai fini esclusivamente partigiani. Chi ama ridere , rida a sua posta, ma badi a non scoppiare a guisa di rospo enfìato. Tra il 22 giugno 1805 e il 10 marzo 1872 si svolse la vita di Giuseppe Mazzini. E questa vita e tale che non si estinguerà finchè Roma non ver.ga rasa al suolo <la orde selvagge, finchè l'Appennino non sia inghiottito dalle sue tre marine. La ghianda ha da simboleggiare questa sublime vita sacra all'Italia e all'Umanità. E in qual modo? Ecco una mia proposta, o figli d'Italia, neila cui vergine aninu si rifiettono sessantasette anni di storia I Propongo che si provveda, da chi sa e può, a fondare una Società Mazziniana: non un partito politico con tanto di dogmi e di capi e di misteri , ma una associazione patriottica, civile e letteraria ad un tempo, la quale non· ammetta « pregiuò.iciali >>, ma solerte , intdligente , umversale si sobbarchi ad un lavoro centenario ! Tutto quanto riguarda 1:1 vita di Mazzini anno per anno sia raccolto, studiato, illustrato, ripetuto per opera dei membri della società, sì che comparando il pass:1to ed il presente sia resa più feconda l'anima del Grande nel Centenario susseguente, e nel qu:1le i giovani sono necessariamente chiamati a pensare ed oprarè in modo degno della Roma futura. Questa laconica proposta, se non parla da sè agli animi incorrotti, sarà utopia, sarà follia; ma se vi sono Mazziniani e Mazzinofìli in It:tlia .... nel Centenario che tuttr celebrano, essa sarà raccolta qual ghianda, che fra cento anni sarà maestosa quercia. Oggi non è lecito cianciare vanamente e irosamente di monarchia e di repubblica, di unitarismo e fèderalismo, di spiritualismo e nuterialismo, di socialismo e individualismo. Tutto ciò è secondario: ciascuno è libero di credere o non credere, di godere o di soffrire ; ma l' opera collettiva dell:1 Società Mazziniana è superiore alle scuole, alle sette, ai partiti. Un Archivio Mazzini - tra il Vaticano e il Quirinale - dovrà ,Lccogliere non solo ciò che scrisse il Grande, non solo ciò che ebbe attinenza alla sua person,1, 111:1 anche tutta la letteratura che· la mente e b spinta <lei patriota, dell'uomo, del saggio fecero emergere o farà emergere anno per anno. L' « Annuario Mazziniano » diverrà un organo per la Nazione tutta ? ... Ai partitanti, che non sappiano elevarsi sopra la intolleranza, sopra la sofistica, sopra la ingordigiachiudansi le porte in viso; non c'è da sperare serio lavoro da codesti « condottieri »; per contro chiunque si:1 disposto a portare un sasso ali' eòificio, ossia u11 pò ,l':dimènto al germe sacro, si,1 accolto con atletto. C'è posto per tutti: la critica, l'apologetica, la storica, l'artistica produzionè sono necessarie a ben comprendere il Grande. Io 11011 so se la Società Mazziniana abbia <la subentrarè alla bc:nemerita Commissione Editrice delle Opere ..... ora che le Opere sono diventate proprietà pubblica. Nè so quali aurei frutti· abbia portato l'adozione dei Doveri dell'Uomo nelle scuole Pubbliche. Lascio tal quistione da parte I Dico solo che b Societù eh' io propongo non ha da fare << propaganda Mazziniana » dal punto <li vista politico, partigiano cioè; e che dovrà semplicemente votarsi allo studio della Vita di Mazzini. Colla massinu libertù ciascuno ha da osservare, approfondire , giudicare persone e cose , idee e fatti - nel passato e nel presente - tra il 1805 e il 1872, ed anche tra il 1905 e il 1972. L'intervallo di trentatre anni tra un Centenario e l'altro, non riguarda la Vita del Grande , ma l' azione della sua dottrina e dei suoi discepoli od avversari : tra il '73 e il '05 e' è pur molto da dire I Vi sono oggi uomini eminenti che apprezzano Mazzini meglio dei suoi coetanei e coadiutori; essi, anche non accettando le sue dottrine, sanno che la sua Vita fu fattore principalissimo della unità e della palingenesi della Nazione. Costoro sono chiamati da una voce intima a piantare la simbolica quercia. lo non li conosco da vicino, di molti non so neppure il nome ; ma nei due rami del Parlamento , come nel giornalismo e nelle Associazioni

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