A GIUSEPPE MAZZINI 337 semplicemente fare in modo che il Piemonte conquisti l'Italia. Il tatto, la conciliazione erano sostituiti all' entusiasmo. Al « Dio e popolo )> di M,1zzini il conte di CaYour contrappone il vècchio grido di Giulio II ccFuori i barbari >>: è programma di statista non certo vangelo di Apostolo. L'epica era finita; il romanticismo politico tramontav:1. L' iniziativa italiana per una terza epoca europea s' impiccioliva nel programma di Cavour l'uomo capace davvero di tradurre in atto quel riformi~mo Gioberti,rno che accarezzava la debolezza morale e nazionale. La corrente rivoluzionaria italiana sarà arginata entro le dighe della monarchia e i parlamenti e la diplomazia prenderanno il posto dell'iniziativa popolare. Ma l'istinto delle moltitudini a tratti a tratti si riai~ fermava. Le due correnti, come già nel '48, si riurtavano: la logica della rivoluzione preparata in contrasto col passato trascinava , e gli argini diplomatici erano soverchiati dal traboccare delle iniziative popolari. Mazzini vide che il prevalere della corrènte diplomatica, se riassettava l'Italia materialmente, lasciava le antiche cagioni di debolezza: non educava. L' anima dell'apostolo ne fu affiittissima. Il materialismo che ci voleva debellare, trionfava; l'Italia dei begli anni tramontava. Egli se ue doleva nei tardi anni con Daniele Stern. In un'ora grigia scriveva : « Non è all'Italia materiale ch'io tengo: è all'anima dell' Italia , alla sua missione nel mondo , alla sua funzione religiosa nell'umanità, alla sua educazione, in una parola. S~ l'Italia , pur non avc:n<lo più il carcere duro, e non pagando più imposte allo straniero dovesse rimanere quella che è o che si cerca di renderla, servile , scettica, opportunista-quest:1 orribile parola mi torn:1 spesso sotto la penn:1 - non adorante i principi, ma soltanto gli interessi, non adempiente un ufficio di apostolato nei mondo, io preferirei la tirannica straniera, sotto cui si dibatteva ritemperandosi ». E altrove : « La questione morale è tutto per me. A me importa pochissimo che l'Italia, territorio di tante miglia quadrate mangi il suo grano o i suoi cavoli un pò più a buon mercato. Badate bene eh' oggidì avviene il contrario. A me importa che l' Italia sia grande, buona, morale, virtuosa; m'importa che venga ad adempiere una missione nel mondo •.. E' l'anima della nazione eh' io voglio : il corpo non fad senza di essa ». Ma ogni qualvolta l' anima democratica d'Italia si affermava impaziente e si agitava facendo sussultare di .spavento i g,.binetti e le diplomazie , lo spirito mazziniano si ritrova, le sue tradizioni intorno alla fat:llità di smembramenti se il popolo italiano accoglie b indipendenza come dono straniero, si avverano. La logica della sua dottrina non fallisce ed alle p_reme~se di quest,1 logica non si rassegnò mai di nnunz1are. Il gran dramma dell'unità Italiana finiva con uno sciogliment0 shakaspeariano e. non schilleriano. La nazione si affermava non proclamando la morale austera del marchese di Posa ma il Macchiavellismo. L'entusiasmo poetico del periodo anteriore del '48 rivissuto epicamente attivo nel '60, si era affievolito. La nuova Italia veniva fuori dal cozzo <li elementi a prima giunta inconciliabili da un misto di ..avventatezza e di prudenza, di furberia e di disordine; che la creazione non dovesse soddisfare Mazzini è evidente. L' unità era stata ottenuta 111:1 a che prezzo! E l' unità morale? e l' iniziativa della terza Roma? E la quistione religiosa ? L'Italia la quale era stata condotta dallo svolaimento della vita nazionale a ribellarsi al papa, con~inuav:1 a professarsi cattolica, a prostrarsi al Vaticano! L'antico scetticismo continuava. L' ltali,t non poteva rinunziare al vecchio formalismo cattolico perchè la coscienza del suo popolo non si era rinnovata. ♦ Passano gli anni ; il mondo in cui vive trascinato da moto vorticoso, si muta r.tdicalmente. Egli 110. Quale era nel 1830 coll'Italia divisa e serva, con la Francia appena desta dal letargo della reazione, _con l'Inghilterra chiusa nella sua ferrea struttura aristocratica, con la Germania spezzata nell'ordinamento feudale in cui dominava l'Austria del Metternich, tale fu quando la de·11ocrazia trionfò in Europ:1 e le nazioni malconcie <lall' arbitrio del Corso maltrattate dalla Santa Alleanza risorgevano crèando un nuovo assetto politico sociale. In mezzo al fluttuare delle tendenze che cozzavano le une contro le altre dal '15 al '70 è veramente stupenda la continuità dì quella fc:de, di quella coscienza uua ed immutabile dal giorno in cui giovinetto sulla .spiaggia del Tirreno pensò che qualche cosa bisognava e poteva farsi per l'Italia, al carcere di Savona, all'esiglio di Londra, alla Costituente di Roma , al letto di morte a Pisa : <lai primo scritto sull' amor patrio di Dante ali' inno, ali' idèale con cui confuta il libro sulla « Riforma morale e intellettuale ,> di Ernesto Renan tre giorni prima di morire. Tra parecchi milioni di pensanti che accarezzano opinioni e le professano timid3mente, Giuseppe Mazzini è una convenzione, una fede che lo rende venerato e lo eleva sopra tutte le contingenze politiche e sociali. . . . . . Sul fluttuante Secolo ei gran_de, austero, immoto appare. FELICE MOMlGLIANO La questione vitale che s'agita nel nostro secolo è una questione di Educazione. Si tratta non di stabilire un nuovo ordine di cose stabilito colla violenza e sempre tirannico quand' anche migliore del vecchio; si tratta di rovesciare colla forza la forza brutale che si oppone in oggi a ogni tentativo di miglioramento , di proporre al consenso della nazione messa in libertà d' esprimere la sua 1,olontà , l' ordine che par migliore, e di educare con tutti i ~e1zi possibili gli uomini a svilupparlo, ad operare conformemente. (MAZZINI, Doveri dell'Uomo, pag. 17). Morale negativa e affermativa (1860) u Non basta il non fare: bisogna fare. Non basta limitarsi e non operare contro la Legge. bisogna operare a seconda della Legge. Non basta il non nuocere: bisogna giovare ai vostri fratelli. Pur troppo finora la morale s'è presentata C!-ipiù fra gli uomini in una forma più negativa che affermativa. (MAzzsN1, Doveri pag. 30).
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