... 332 LA RIVISTA POPOLARE la base della legale ed universale rappresentanza - i futuri destini della nazione : << Sorga e s' accolga in Roma non una dieta, ma l'assemblea nazionale costituente italiana , eletta non per divisione di Stati esistenti, ma con uguaglianza di circoscrizioni, e con una sola legge elettorale dall'universalità di cittadini d' Italia ». Ogni rivoluzione - pensava Mazzini - ha un elemento nuovo, una forza propria, una leva speciale corrispondente allo scopo che deve raggiungersi. Una rivoluzione nazionale può iniziarsi da chicchessia;- ma non può compiersi (egli ricorda a' Giovani d'Italia, nel 1848) che da un'assemblea nazionale. « E quest'assemblea non può essere legittima ed efficace c:he dell'elezione popolare: eletta da governi o da Stati , non potrebbe rappresentare che il vecchio principio, più o meno modificato, di smembramento contro il quale il paese s'agita e s'agiterà: - non può aver limite di mandato, perchè ogni mandato chiamerebbe, più o meno, i vecchi poteri, contro i quali il paese è commosso, a decidere le condizioni della nuova vita cercata. L'assembleà nazionale non può dunque essere che costituente >>. Non altrimenti nel manifesto del Comitato Nazionale che da Londra a di 30 settembre 1851 fu bandito, con le firme Ji Saffi e Montecchi : segretari il Quadrio e l' Agqstini. E cosi, tanto discutendo la politica dell' l□ghilterra , al tempo della guerra d'Oriente, nel 1855, quanto scrivendo a Daniele Manin, nel 1856: « La Nazione è una e sovrana : in essa solo vive eterno, immutabile il diritto di prescriver forma a' propri destini ». ♦ Del pari, dopo 4 anni, nel 1860. Questo principio - che fu il filo conduttore della sua azione politica - non gli si annebbiò nemmeno quando la cupidigia di parte era più intesa a soffocarlo. Non ostante la lettera di Cavour ~r Villamarina e Persano del 31 agosto 1860, Mazzini tenne fede alla grande dottrina della sovranità popolare. E fu - nel 1860 - lotta di due principii. Doveva il mezzogiorno d'Italia, affrancato -- dice il Saffi - dalla virtù del popolo italiano, sottomettersi, accettando, qual regio dono otriado a gente non libera, lo Statuto che la medesima recava seco da' suoi vecchi stati - o sorgere interprete e custode del comune Diritto, chiamando in nome della sua Sovranità, la Nazione a costituire , con liberi suffragi e maturi consigli, il proprio Governo, e il monarca ad assumere la suprema magistratura dello Stato, non come patrono di liberté\, ma come ministro della Ragione e della volontà del Paese? La quistione politica era per Mazzini - dice il Saffi - come per tutti i grandi interpreti delle condizioni che presiedono alla vita e a' progressi della società civile, intieramente connessa alla questione morale - e, quindi , il rispetto della sovranità un problema di educazionenazionale. E Giuseppe Mazzini - poco pria di morire - ravvivò nella rinunzia della nazione al suo diritto, nell'oblio di tale esigenza indeclina bile della nuova vita democratica italiana, la goccia proligera de' mali e degli errori presenti. ♦ -· Nel '71, sferzò_ a sangue l'atonia italiana: inespli• cabile - egli disse - in una gente che , come la nostra, non visse mai nel passato di vita propria e spont;tneri , senza diffonderne il calore e la luce a tutta l'Europa : ine5plicabile a chi ricorda il levarsi ad impeto di nurea di questo nostro popolo, oggi intorpidito da scetticismo, dapprima nel 1848, poi dal 1859 al 1861, qua,ndo rifulse possibile la speranza d' unirsi in fratellanza d'azione, i Mille iniziavano un'epopea rotta a mezzo da un cenno di re. E' difetto di educazione politica o corollario di lungo servaggio? O è l'influenza addormentatrice d'un pugno di raggiratori e d'inetti, che riuscirono a usurparsi i frutti delle opere altrui e dei quali il paese, se si svegliasse, si libererebbe in tre giorni? No - rispose Mazzini: - altra e più profonda è la cagione. E dura oggi, come dopo il plebiscito di Roma. " L' Italia non è costituita. La nazione esiste di nome soltanto , senza espressione ordinata della propria vita. La leva che crea e mantiene la virtù iniziatrice nei popoli non ha punto d' appoggio nel paese. ,, · Il carattere predominante del nostro moto fu radicalmente falsato ed è in aperta diretta contradizione col metodo invariabilmente additato dalla storia , come condizione essenziale d' ogni moto nazionale. « Quando , dopo un' impresa comune contro chi le manteneva smembrate, popolazioni appartenenti alla stessa zona geografica si levano coll' intento dichiarato di stringersi a vincolo di Nazione, esse affermano col fatto la coscienza attinta dall'identica origine, dalle tradizioni del passato , dalle conformi tendenze d'un fine comune, d' una via comune da cercarsi, d'un metodo comune d'associazione da ordinarsi per tutto. Ma quella coscienza ha bisogno di essere definita. Ed è neces- • sario definire pubblicamente, solennemente, per tutti quale sia il fine na7,_ionale, quale la migliore forma di associazione che può , salvi i pèrenni diritti del Progresso, guidare i cittadini della nuova Nazione a raggiungerli. » Mazzini voleva che la Nazione interrogasse la propria vita, per darle espressione di legge. -come norma alle operenel paese e base · riconosciutadi contatto cogli altri popoli. Questa pubblica-egli dissesolenne espressione è il patto nazionale. Senz' esso non esiste nazione. E quale autorità può dettarlo? Una sola- rispose - la Nazione. « E necessario a quest'esame della propria vita comune e della propria vocazione l' intervento di tutti gli elementi che compongono la Nazione. L'esclusione di un solo elemento costituirebbe a suo danno ingiustizia, tirannide. Il paese che intende a formar Nazione elegge con voto univers:1le i migliori tra i suni rappresentanti a dettare il Patto, l'insieme di principii che ne costituiscono la vita comune e dei quali tutte le leggi future dovranno essere progres• sivamente l'applicazione. Assemblea siffatta, che noi chiameremmo volentieri ComizioNazionale, ha nome universalmente adottato di Costituente. Senza Costituente e Patto nazionale non esiste Nazione >). E Mazzini concludeva che l'Italia non ebbe la prima e non ha il secondo. ♦ E' oramai acqms1to alla scienza moderna che i problemi economici , finanziari , religiosi , politici, sociali sono interdipendenti nella gran trama della 1
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