Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 11-12 - 22 giugno 1905

A GIUSEPPE MAZZINI 285 Nathan, Ernesto Pozzi - a Genova, Canzio, Mosto, Stallo, Gattorno , Pasetto, Pasqua, Strigliati - a Napoli, Colajanni e Marziale Capo. - Giungono a Mazzini domande insistenti dalla Sicilia perchè andasse là a capitanare il movin1eòto. Mazzini vi manda Wolfl, già maggiore garibaldino nel 1866 , per informazioni positive ; W olfl conforma che tutto era pronto, e Mazzini decide partire. Saffi, Quadrio, Mosto, anche perchè diffidavano del Wolfl, lo sconsigliano; ma Mazzini preso a compagno Narratone fino a Livorno, fino a Napoli Castiglioni, giunge senza incidenti a Napoli. Castiglioni parte prima lii lui, e Mazzini si trattiene a Napoli in casa di Carlotta Benedettini, moglie a Profumo, uno dei condannati del 1857. Parte quindi solo, preavvisando Wolff e Castiglioni. È arrestato il 15 agosto 1870 a Palermo mentre stava per sbarcare, e col vapore Fieramosca viene condotto i~ prigione a Gaeta. - Aministiato. Costretto a pernottare per poche ore a Roma va · in un albago presso la Posta, ma non vuol vedere nessuno. Si reca qui,~di a Livorno in casa di Enrichetta Na than Rosselli, quindi a Genova per visitare ht tomba delb madre, e riparte ·per Londra. - Nel 1871 promuove l'orJinamenio del Patto di Fratellanza delle Socied operaie italiane e fonda la 'R.._omadel 'Popolo ( Jal marzo 1871 al 10 marzo 1872) diretto in Roma nomin:dmente da Giuseppe Petroni, realmente da lui: vi sostiene una vivissima polemica contro i princi pii e i metodi dell'Internazionale e in articoli magistr~li riconferma e svolge tutto il suo programma morale, politico e sociale. La lettura degli scritti di Giuseppe Mazzini gioverà sempre, in tutti i tempi, agli uomini di tutti i partiti, perchè essi espongono con chiarezza e sostengono con eloquenza quei principii che soli nobilitano il carattere, e che in ogni società, sotto qualunque governo, sono il vero e sicuro fondamento del progresso civile e morale, della libertà e prosperità delle nazioni. p ASQUALE V ILLARI Colajanni,fratello mio ! Allorchè mi chiedesti una pagjna per la tua Rivista pel centenario di Mazzini, io rivolsi a me stesso questa domanda : - non sarebbe forse meglio ritrarsi in disparte, lasciando ad altri il compito di celebrare Mal'.zini? Noi lo celebrammo nelle ore tristi ic cui la calunnia lo incalzava da ogni lato: lo difendemmo quando gli altri lo combattevano; quando il farlo p_rocacciava l'ironia o la persecuz10ne. Sotto il fascino del suo esempio o della sua parola, spiammo allora i palpiti della patria, frementi di trovarli incerti e fiacchimentre qualcuno, di quando in quando , per irrobustirli con la trasfusione del proprio sangue atlrontava, in tentativi disperati, il carcere o la scure, quaudo non poteva sfidare la morte sui campi di battaglia. - Muore a Pisa il 10 marzo 1872 alle 2 antimeridiane in casa Rosselli. E' assistito sotto il nome Maria Drago, madre di Giuseppe Mazzini Poi alla febre degl' ideali del periodo epico del risorgimento nazionale successe quella degli appetiti, alla storia eroica la cronaca servile ; e in quel periodo grigio di entusiasmi a freddo, di patriottismo senza sacrificii , di poesia senza inspirazione, di religione senza fede-noi trovammo ancora una volta nella sua parola o nel suo esempio la forza di Giorgio Brown, del dottor Giovanni Rossini che scrisse poi un opuscolo intitolato : Narrazione dell' ultima malattia di GiuseppeMazzini. Di Giuseppe:JvCaz..zh..oinsicrittoardentemente forti coseai niiei beigiorni. Non mi piaceripeterm.i. Conievorrei non posso.Comepossonon voglio. Bologna, 19 Maggio 1905. Grosu:i:: CARDUCCI La fama di Giuseppe Mazzini cresce ogni giorno anche fra coloro che non accettano il suo programma politico. Egli fu costantemente devoto ad un'idea, alla quale sperando contro la speranza sacrificò la intera sua esistenza. Gli ostacoli, le traversie, ]e disfatte, nella lotta che continuamente sostenne, non fecero altro che alimentare , rinvigorire la sua fede incrollabile. L'Italia non accettò la Repubblica da lui desiderata e proposta; ma attuò l'unità nazionale, che era lo scopo finale, che egli colla Repubblica voleva raggiungere. necessaria per sottrarci alle pigri allucinazioni del- }' ambiente, per risalire la corrente, per contrapporre al soffio gelido dello scetticismo un'anima e un'idea. Allora - ed ora ? Ora perplessi, pensosi torniamo a curvarci sul petto della patria risorta per sorprendervi il soffio di quelle idea lita rigeneratrici senza le g uali un popolo non è che un numero nella storia. E dinanzi al suo sepolcro, dove sfilano a capo scoperto anche coloro che un giorno lo vollero proscritto dalla sua terra natia o dalla coscienza nazionale , salutiamo questo generale incondizionato omaggio alla sua memoria, come un raggio di luce che illumina l' anima del paese verso i suoi futuri destini. In questo unanime consenso-al di fuori e al di sopra di ogni questione di parte-sta oggi l' affermazione della sua grandezza. Giacchè se come cittadino del mondo egli fu l' interprete del pensiero collettivo di un' Epoca nuova in cui lo Stato non sarà. pi_ù nè sopraflàzione di classe , nè lotta di ego1snu, ma integrazione piena dell' uomo nella società , del cittadino nella Patria e della Patria nell'Umanità - come italiano egli rappresenta la

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