Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 11-12 - 22 giugno 1905

326 LA RIVISTA POPOLARE per dileg~io puritani, ed aveva . ~alut:a~ n~l « 34 )). precursori della nuova legge pohuca, pnn11 ap?st~l.1 del rinnovato Evangelio >>; ed avventò ogm pm atroce ingiuria contro il loro capo, Giuseppe Mazzi~1i, Fa maraviglia rileggere oggi queste parole nel Rmno'va111é-nto civile d'Italia: « Uopo è che si sappia da tutti essere Giuseppe Mazzini. il maggiore nemico d'lt:1lia; maggiore dello stesso austriaco, che, sen~a di ìui, saria vinto, e per lui vinc~rà. Le angustie impotenti del suo intelletto non sono pur compensate dalle qualità dell'animo; essendo egli non men codardo che inetto. Saria sperabile per un uomo co~i volgare che la sua ricordanz:t seco perisse; ma il male fatto, che è immenso, gli :1ssicura un tristo privilegio di fama, e il suo nome giungerà aborrito ed esecrato alla posterid. >> La posterità decreta l'immortalità a Giuserpe Mazzini, a Vincenzo Gioberti - sentenza forse troppo severa - pressochè l'oblio. La stessa monarchia costituzionale dei S:1voj~1,che il Gioberti deduceva dirett.tmen te e nel'.essariamente dalla formo la ideale della su:i met,1fisica, ama in oggi essere giustifil'.ata col posivitismo e neomarxismo degli onorevoli Demarinis e Sacchi. Quanto al giudizio del Gioberti sul Ivlazzini, è il giudizio sincero dei più autorevoli monarchici 11:entre egli visse: il Cavour l'avrebbe volentieri impiccato a~I' A~qu:isol:i. Post 111ortemlauda, postochè i morti g1al'.c10no. . Ma se nella serenità della morte, che accolseh entrambi, potesse ,1gli spiriti di Mazzini e del Gioberti c.tlere delle cose nostre, dovrebbero confessarsi l'un l'altro che la Roma allobroga: se n,)n è la terza Roma evocata dall' nno, non è neppure la nuova Roma v:1gheggiat:1 dall'altro; che non ha dato pre- \'alenza agli ingegni, nè redento le plebi, nè ha :1ffratellato le genti, il che fu il sogno d' entrambi. Re Vittorio, che vovliono abbia letto intieramente __ ., (incredibile :1 dirsi) i due volumi del Rinnovamento e 1ilettone i due capit,ili sull'egemonia piemontese deve avere saltato, proprio in questi , quanto vi sta scritto dell'assemblea o dieta universale da radunare in Roma per determinare la forma dell'unità e del reggimento, in altre parole b Costituente. Siamo dunque sperimentalisti anche noi. La prova del sofisma gioberti.mo è compiuta. Rimane l'utopia <li Giuseppe Mazzini. Per altre vie, per altri porti. G. MACAGGl .... Io credo Mazzini altrettanto onorevole e virtuoso nella vita privata quanto Savonarola; nessuno più di me ammira la costanza del suo carattcr~_. Mazzini è l'uomo di una jdea e d'una politica. C10 che lo distingue da tutti, è questo: ch'egli fa depa sua idea una religjone, e che per servirla non esita a seguirne la massima sino alle sue ultime conseguenze. Pochi uomini hanno questo coraggio, ed è da questo appunto che si distinguono i n?vatori degni di questo nome , e che li fa grandi nella storia .... Pn.OUDHON Educazione politica (1860) Gli uomini sono creature di educar_ione e non operano che a secondo del principio di educar.ione che loro è dato. (MAZZINI,Doveri dell'Uomo, pag. 10). L'arte netl'idea • • n1azz1111ana Nella primn metà del secolo XIX quelli dei nostri gra.,di che presero in esame l'arte fìlosofìc:imcntc, riannodarono ad essa i ioro ideali e gl' iJcali dcll' Italia; ma tra l'ondeggiar di chi sospinto dal volger degli CYenti politici, la vagheggia ad ora ad ora quale arma, quale culto o quale conforto, vorrei notare una linea di svolgimento sempre più pura e salda e grandiosa : il Giordani, il Foscolo, il Mazzini sono i tre fari che.:dominano e gittan fasci di luce innanzi a sé, guardando all'avvenire (1). Nell'art<:: che unisce nel sentimento estetico e m.:ll'orp,oglio nnzionalc sperò Pietro Gior.lani il legame che doveva preparar l'Itnlia ali' unità dei fini e dcli' azione, che doYeva dar forma alle aspirazioni civili e patriottiche del tempo suo. Ugo Foscolo, tracciando nel suo Carme l'epopea de::llenostre tradizioni artistiche, veniva ad affermare che nostro e disdetto all'altre genti è il rito ddle Grazi<:!,e che Jall'artc, per esse, l'Italia sarà redenta la terza volta. Ma se 11 Giordani sogna I' arte che ricongiunge e sprona gl' Italiani tìacchi e discordi; se il Foscolo (( più eh' emancipato, emancipatore n, non potè insegnarci che (( la nect!ssit:t d'un'idea direttrice fondamentale, e la indipendenza da ogni au torità usurpata che deve avviarci alla ricerca, e il culto attivo, incessante, sincero con che dobbiamo, dopo averla raggiunta, venerarla ed immedesimarla con la nostra vita >l (2); se, disperando dell'unità politica, egli intuisce nondimeno nella tradizione dell'arte stessa il fondamento della nostra nazionalità e si riconforta facendosene sacerdote; Giuseppe Mazzini, in quella sintesi meravigliosa che chiama Umanità, coordina il fine dell'Italia col fine delle altre nazioni tutte, mostra come la unità politica di lei sia necessaria al mondo e alla legge del Progresso. Quel che gli altri cercano errando dubitos·, per lui è netta e subita visione profetica; quel che negli altri è conforto c rifugio, per lui è religione battagliera; quel che ntgli altri è speranza, per lui è certezza; quel ch'è Italia soltantc, negli altri, è per lui umanità. E chi ignora qual ufficio abbia l'artt: nell'idea mazziniana non può dire di conoscere quest'idea, non può dire di conoscere Giuseppe MaZ7:ini. Vediamo dunque a parte a parte la fede mazziniana. Il Mazzini afferma che il mondo antico fu il regno del!' individualismo , che il mondo nuoYo segnerà il trionfo della umanità; la vita di ciascuno non è fine a se stessa, è dovere, è missione ; I' individuo non deve considerarsi separato dagli altri e intendere a' suoi diritti partic_olari ; sì bene , associandosi a' suoi fratelli con tutte le sue forze, contribuire al compimento della legge dell' umanità, il Progresso. Egli si vede in un periodo di transizione ; guarda i genii che personificano il mondo antico e che lo chiudono dandone la sintesi , e attende pieno di fede i genii del mondo nuovo. Napoleone incarna in politica l'anima del regno de::11'individualismo, che in lui ha fine ; in arte, il Byron è il Napoleone della poesia , il Rossini è il Napoleone ddla musica. Con questi grandi l'arte protesta, si emancipa, proclama la sua libertà; e la protesta si chiamò romanticismo, e la libertà fu intera, ma portò alla anarchia, al materialismo. Invero, il fine per cui l'uomo fu dotato di libertà e d'uguaglianza, è l'umanità; però (( fatigud du fantastique , l'art caprice, protestation ou inspiration individuelle, erre au hasard, sans fonqion, sans mission, sans sacerdoce; n e la sua (( formule athée, n pronunciata dallo S(hlegel, bandita dall'Hugo: (< l'art pour l'art, n segna 11 le dernier triomphe de l' individualisme qui morcèle l'univers; n E l'arte (1) Del Giordani e del Foscolo, e dei loro scritti in relazione con l'arte, ho avuto più volte occasione di parlare (2) MAzzu,1 - Scritti ltller, à' a.n ilalia,co 11i11rn1,. Lugano, 1847, Voi. Il, pag. 206,

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