324 LA RIVISTAPOPOLARE « un fiore, che protegge l'insetto e scosta il piede per « non schiacciare una formica ». E<l è questo l'uomo che i gazzettieri rappresentano come un essere san-· guinario e un predicatore di anarchia ! Mazzini vede al contrario in lui il capo <li una scuola politica alla quale egli non esitò ad aderire. Egli pensa che la sua teoril del consensopopolare e della tradizione, consi<laata come criterio <li certezza doveva logicamente condurlo al principio del popolo solo depositario e continuatòre ddla tradizione. Una possibilità <li artista, unita al sentimento religioso ed al profondo amore dell' umanità, tali sono i tre elementi, che cospir,trono per unire questi due campioni della causa democratica in una medesima dottrina. Essi svilupparono parallelamente le loro idee e condussero la medesima campagna l'anno seguente nel Monde e 11elb jeune Suisse (1835). Trent'anni dopo Mazzini, fedele alla dottrina solennemente atfermata nelle Parole di un credente e nel Libro del popolo faceva servire la me<lesima nel libro dei Doveri alla educazione Jdla democrazia italiana. Questo testamento politico lo lega all' avvenire e ricorda, nei suoi i.ratti essenziali , b professione di fede, che condussè alla rottlJ,ra di Lamennais col passato. Questi due pensatori provavano la stessa an tipatia pel razionalismo del X Vlll secolo. Questa tilosofia, che fa astrazione da Dio - quando 11Onlo nega - era riuscita in politica alla prucl_au1a1.ione dei diritti dell'uomo. Essa non parla- abbastanza chiaramente, ne con abbastanza autorità al cuore del popolo , nel quale risiede l:1 vita e la speranza. E' ii popolo che si tratta anzitutto di conq u-istare al1' opera <li rinnovazione e di risurrezione sociale, resa necessaria dal materialismo scettico dei fiiosotì e dall'egoismo impotente Jei mo11archi e delle religioni. Mazzini s' indirizza quindi agli operai italiani. Arturo Catalani ha potuto provare m uno studio recente, che egli aveva posto e risoluto il problema economico negli stessi termiui e colla stessa larghezza di spirito dei maestri più cetebri del socialismo contemporaneo. Egli si distinse, però, d:t un teorico come Carlo Marx, per l'importanza ch'egli accorda alla quistione morale e per ia cura costante di associare i diritti ai doveri. Egli e che agli occhi suoi tutte le rivendicazioni tentate da un mezzo secolo in nome dei diritti dell'uomo nun avevano sensibilmente migtiorata la sua condizione. La felicità dei popoli non si era accresciuta nella medesima proporzione del progresso materiale; bisogna dunque risalire alle cause profonde Lhe solo erano capaci d'illuminare l'umanità sulla natura dei suoi mali e di fornirgli un rimedio efficace. Lamennais aveva fatto le identiche constatazioni in principio del suo Libro del popolo. Egli considerava ~il posto occupato nella società da ciò che egli chiama gli uomini del popolo, dopo metteva in evidenza la magra parte di godimento che loro era devoluta. Per lui questo stato d'iniquità deriva da una dottrina viziosa sin' allora professata da quelli che si pretendevano gli amici del genere umano. La rivoluzione del 1830 non era riuscita in Francia che ad una sostituzione di persone ; essa nulla cambiò nei principii. Era questa del pari l'opinione formalmente manifestata da Mazzini che insiste sulle conseguenze del malinteso politico al quale la Carta del 1830 dette Iuogo. I pretesi diritti accordati ad uomini che non avevano ne il tempo ne i mezzi di usarne gli sembrano una derisione. I vincitori hanno ereditato i beni e i pregiudizii dei vinti ; essi vogliono alla loro volta godere dei or0 diritti. L'opera intrapresa in. nome di una dottrina indi vi<lualista non poteva giovare alla collettivista. ~ « Voi aveste in mano ciò che distruage dice La- . . b ' e, menna1s; ma voi non aveste nel cuore ciò che « e<li~ca: la giustizia vi mancò qualche volta, la « canta sempre ». Mazzini ricorda agli operai italiani il bell' esempio dato dall'autore delle Parole di un credente, egli raccomanda loro la lettura di questo libro che insegu,1 la vera dottrina sociale - quella del dovere e J el sacrifizio. Questo elevato idealismo è il carattere comune dei sistemi concepiti da questi due_ spiriti eletti. Essi l' hanno attinta alla medesima sorgente - cioè al cristianesimo primitivo. Mazzini crede alla missione provvidenziale dei popoli e in particolare a qudla dell' Italia. Lamennais del pari sperò qualche tempo vedere uscire: dalla crisi del 18.:iO una specie <li egemonia morale eseròtata da Roma sui popoli. E' ciò che egli chiamava (< l' eta <l' oro di un dispotismo- in- « contestat0, la felicità ideale di una immutabile « teocrazia ». M:1zzini fonda la sua cre<lenza sull\1ccordo trn h coscienzaindividuale con la opinionecomune a tutti gli uumini. Si sa che Lamennais aveva sca1lllotezzato il cattolicismo ufficiale domandando la certezza in materia di religione al (< senso comune » piuttosto che alla rivelazione. Dall' idea di Dio cosi ricondotta _alla purezza che deve avere nella primitiva chiesa uas~e la leggemorale che tutto e <lue pongono alla base della libertà politica. A 1 vago umamtaris1110 Jel XVllI secolo, Mazzini, come Lamennais sostiLUisce una scienza non più solamente <lei diritti ma <lei doveri politici che s' impongono atl' individuo, alla famiglia, alle associazioni private, alla 11azione e all' insieme delle naziona!ita, per condurre l' umanità verso un fine comune, di tutte le dottrine filosofiche che hanno esercitato più o meno influenza sull.a vi.ta <lei popoli, quella della responsabilità morale gli sembra la più feconda. E' essa che spinge l' uomo alt' azione e risveglia le energie colletti ve. Grazie ad essa Ja personalità umana si afferma nel dominio della scienza, della morale, del dovc:re e del diritto. Essa gli sembra riassumere (< le più nobili tradizioni del pensiero italiano ». Più di Lamennais ingaggiato in lotte di partito, Mazzini si preoccupa maggiormente di trarre dai suoi principi delle applicazioni pratiche. E' questa la sua originalità. Egli non ha nulla, che che se ne dica, nè dei visionario nè del mistico. Egli sa che non può per lungo tempo trattenersi nelle altezze speculative ove il suo pensiero ama spaziare; egli ha la cura costante di restar fedele ai due termini della sua divisa <( pensiero ed azione >). Se entra una parte di sogno nella missione che, coll' esempio di Lamennais, crede dovuta alla terza Roma , egli conserva una percezione molto netta sull' avvenire riservato all' !tal ia del XIX e forse a quella del XX secolo. Egli ha un doppio scopo: riscattare ed unificare la sua patria pur servendo la
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