Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 11-12 - 22 giugno 1905

322 LA RIVISTA POPOLARE comune a lui ed al « positivismo » considerato, e cosi chiamato , come riazione ai puro negativismo del settecento. Pure, questo porre una autorità spirituale-scienze: o fede - a base di una nuova morale, di una nuova forma di convivenza, è sempre un voler fondare una religione. Un'autorità invincibile: un dogma. Per Mazzini questa p~1rola non ha H senso e l'estensione che nella teologia: è semplicemente una verid ammessa, accertata ed accettata universalmente. Il sansimoniano Bazard, polemizzando con Constant, seri- -veva che non si poteva invocare la libertà di coscienza, la libertà di pens:ero contro la fisica: Con1te voleva fondare una fisica sociale: ci trovi,11110qui nello stesso spiritu del concetto Ji Mazzini, che chi,tma dogma, per esempio, il moto della terra: o, nell'ordine morale, una vcriL\ intraveduta dalla filosofia, preparata dalla scienza , e che si trasforma in assioma di religione incarnata nella vita del genio virtuoso. Questo « consenso » in un vero inattaccabile non è solo unità intellettuale : è unità sentimentale: e religione. L'associazione « non è se non la credenza attiva in un solo Dio, in una sola legge, e in un solo fine >>. - Credenza attiva : in queste due parole è rinchiuso il vero carattere della religione per Mazzini. « La essenza d'ogni religione sta nella potenz:1 , ignota alla pura scienza, di costringere· gli uomini a tradurre in fatti il pensiero, ad armor,izzare la vita pratica col concetto morale », dice altrove. Il come debba impiegarsi questa potenza, è dato dalla morale: è un come diverso, d'epoca in epoca. Morale progressiva, adunque, e relativa: le norme ne scaturiscono, volta a volta, a seconda dei tempi e delle circostanze , dall' esame del periodo storico in cui ci troviamo. « Il dovere è progressivo, come l'evoluzione della verità ; si modifica e s'amplia coi secoli: muta le proprie manifestazioni ... >) E' troppo azzardato il dire che qui ci troviamo di fronte a un concetto dell'etica più rela!.ivistico che teologico? Subito dopo le parole citate, Mazzini avverte che « in ogni 1 uogo e sempre , la sorgente del dovere sta in Dio e nella sua legge ». Ma ov' è il vero di Dio? In un libro sacro, contenente una rivelazione fissa, immobile, eterna? No. Dio si rivela nella natura, nei bisogni, nei fatti umani progressivamente. Come la « Provedenza » di Giambattista Vico, risveglia le idee di giustizia e <l'umanita mediante gli interessi e necessità· naturali ; coi bisogni e gli impulsi naturali, fa la storia e l'incivilimento. Che una idealità sociale sorta a questo modo- « voi dovete essere uomo del vostro tempo »-sia fatta derivare da Dio , significa che a guidare le azioni dell'uomo essa deve avere la forza di un comando della divinità. << Inaccettabile ~pparirà à- molti di noi la fede religiosa di Mazzini; » scrive il Salvemini in un suo discorso sul pensiero e l'azione del genovese; « ma possiamo noi affermare che l'agitatore genovese, se non fosse stato sorretto da quella in crolla bile fede, avrebbe dedicato alla questione nazionale italiana quarant' anni di lavoro disinteressato, vegliando quando gli altri dormivano, rinunziando alle gioie dell'amore, disperdendo gli averi famigliari, immergendosi nella miseria e nei debiti , sfidando molte volte la morte ... esponendosi senza esitare alle calunnie degli avvers,tri, all'abbandono degli amici, allo scherno degli scettici, alla ferocia dei potenti? Se anche di quella fede non rimanesse, intorno a noi e fausta pt!r noi, l'unità politica d'Italia, re~terebbe semprè il granJe insegnamento morale c~rntenuto nello spettacolo eroico di una lunga vita dedicata tutta a una grande causa attraverso patimenti infiniti >>. Ora, se riconosciamo che tali effetti benefici ha avuto l'elemento · religioso introdotto d.a Mazzini nella murale; se riconosciamo poi, come credo si debba, che tale elemento non importa una concezione rigidamente e immobilmente teologic.1 del:... l'etica, ma cede il campo invece alla concezione della relativid, limitandosi a dare alla norma etica l'impronta, il suggello del divino non per renderla incariabile ed assoluta, sibb{me per farne una ideaforza atta ad armonizzare pensiero ed azione: possiamo cercare nella dottrina morale mazziniana un monito e un valore anco se il principio religioso da cui essa è fatta formalmente dipendere è da noi rifiutato, come inutile soprastruttura teologica. Le motivazioni del nostro rifiuto sarebbero ·- e non paia gioco di parole - giustificate in fondo' in fonJo dallo spirito di quella dottrina, in cui è sacrosanto, appunto in nome della relatività, il diritto .all'eresia, e dalle parole del Mazzini intorno al Foscolo, quando ci avverte che non tanto le idee, quanto .la costanza, la sincerità, la nobiltà di chi le predica, giovano all'educazione delle nuove generazioni. La costanza, la sincerità, la nobiltà in discorso non sono cosi atlermate indipendenti dalla idee a c_ui debbon servire? E non possiamo noi alla stessa stregua rifiutare ciò che in Muzini può sembrarci teologia? E abbiamo chiamato divagazioni storiche queste brevi note, perchè ci è parso di accennare con esse, sia pure superficialmente, al valore che nella stori:t del pensiero hanno le idee del Mazzini intorno al1' etica. Il considerar l'individuo sotto l'aspetto sociale, il sorpassar le teorie <lelmaterialismo a forma egoista del secolo XVIII, di Elvezio di Volney, di Bentham, lo studio dello sviluppo dei sentimenti sociali, tutto ciò è stato una gloria del secolo XIX: da Saint-Simon e Con1te, per tacer d'altri, a Guyau, ad Ardigò. Un raggio di questa gloria emana dall'etica mazziniana. Chè se poi la tragedia d'una lotta gigantesca, quale fu quella dell'agitatore nel risorgimento nazionale, l' ha trasfigurata, facendone da dottrina filosofica una religione, ·traendone, invece di un trattato, la poesia del sacrificio e del martirio, non ce ne sappiamo davvero, in nome· della filosofia, lamentare. CARLO CANTIMORI .... Per quanto io consideri senza pregiudizì e passioni , il più grande figliuolo che abbia avuto l'Italia da Napoleone Buonaparte in poi, e sebbene con· sì opposto genio e con sì diverse qualità d'intelletto e di cuore, è stato Giuseppe Mazzini .... PIETRO ELLERO

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