320 LA RIVISTA POPOLARE la protezione delle donne e dei fanciulli nelle industrie, la istruzione popolare sono concessioni e riforme - pur tanto imperfette e incomplete - state strappate al Privilegio ed al malgoverno imperanti dalla propaganda costante ed efficace della parte repubblicana. La cooperazione, la mutua assistenza, il mutuo soccorso, le organizzazioni per arti e mestieri, gli uffici di collocamento, le Camere e i Tribunali del Lavoro, tutto fu studiato, ponderato, tentato,' iniziato, svolto del Partito repùbblicano, malgrado la avversione del vecchio regime da un lato e l' opposizione del dilettantismo proletario dall'altro, il quale dilettantismo, fino a pochi anni sono, chiamava mistificazione ogni atto di elevamento materiale e morale degli operai, che non preludesse all' avvento della cosidetta liquidazione sociale; paralizzando così la propaganda pratica che nel campo economico andava facendo il Partito repubblicano. riva fra il pensare e l'operare, s' infiltrano e sviluppano in mezzo alla società civile germi profondi di egoismo larvati da ipocrite parvenze sociali, e l'Utile incensato dall' Odio prende il posto della Giustizia. A questo siam giunti. Ci pensi la parte migliore della nazione, ci pensino gli operai, e vedano che l'avvenimento centenario che celebriamo non sia un atto vano e sterile, ma un severo monito ed una solenne promessa. Speriamolo ! Firen:re, giugno 1905. LUIGI MINUTI Chi potrà invero negare che i mazziniani, avversati pressochè da tutti, compresi i sedicenti socialisti, non abbiano per i primi diffuso in Italia, il principio ed estesa la pratica della Cooperazione, con intenti eminentemente liberi e sociali? Su tal proposito ricordiamo che in occasione del Congresso delle Società Operaie tenuto a Napoli, nel 1889, accentuatosi il dissidio fra i mazziniani, sosteni tori del concetto della libera associat,ione , e i collettivisti capeggiati allora dal De Marinis e dal De Nobili, che irridevano alle idee di cooperazione sociale dei primi, intervenne nel dibattito,lo stesso arnie.o dott. Colajanni, il quale deve ricordarsi che, confortato dall'opinione di socialisti eminenti del Belgio seguaci del metodo cooperativista, rendeva giustizia agl' in- ~ ' .... Mazzini conviene pur confessarlo a sua lode, non ha mai smentito il suo carattere. Sono ormt1i venti e più anni, ch'egli predica la stessa dottrina, e la predica in pubblico e in privato, negli opuscoli a stampa e nelle lettere a mano, a voce e in iscritto, senza tergiversazioni , senza ambagi , ma chiara, netta e aperta. Si legga tutta la serie del suo Giornale l'Italia del Popolo, si leggano tutti i libretti e trt1ttatelli ch'egli in tanti anni ha pubblicati, gli indirizzi , le circolari ; .-.--~~...,..,.,,...,.,.,,__,.,..,-.,...-,-=:c---:c::::-:-:___,..---c,,.,...,......,,,,,,,.,.,...-=--------,,_-- 1 e si vedrà eh' egli non '•:·.,.(;/;:e.'.,>.;•:::/;,;;:'.::'-.'. :'-·!()\{:,/tz\J_\:.:;: _-:;- . fa altro che ribaqire il chiodo e raffermar sempre i suoi principi, che mantién saldamente. Non si scorgerà mai che in questa parte si contradica, che adoperi voci o termini ambigui, che si studii con modi coperti e i~1tìngevoli di trarre in inganno i suoi lettori. Dirò ancora, che egli in ogni suo fare no'n ha mai mostrato viltà d.' animo , nè · pochezza di cuore. Non si valse mai. dell' adulazioni, della .doppiezz:i, Genova z Villa Git1seppina, di Fdice Dagnino, ove allogiarono Mazzini, Saffi, Omnis e Quadrio .. · dell' ipocri~ia per açquista,rsi la. grazia, dei potenti, per conciliarsi l't1micizia degli uguali, per vantaggiare nella riputazione degl'infimi. Non ino1pellò, con ispeciosi v;ocaboli" le sue dottrine; ma_ dichiarò sempre di volerla affatto finita coi Principi, col Papato, con la Chiesa; nè mai ristarebbe dal promuovere con ogni mezzo possibile il conseguimento del suo fine. Molto meno poi si potè mai inchinare a giurar con finte lacrime agli occhi fedeltà a chi egli avea giurato la rovina, a promettere devozione e servitù cui egli professava avversione e contrarietà. Mazzini non degnò mai sì basso; e tenne in questo punto incorrotto il sùo onore. Ciò che aveva in cuore , ebbe . pure sulla lingua; e quanto covava nell' animo ad.dimostrò eziandio ab estrinseco negli atti , nelle parolè, nei portamenti. Ora e sempre fu il suo motto prediletto, che mantenne non solamente ·nell'impronta de' suoi sigilli, ma eziandio a' fatti : così che il Mazzini del 1850 è sempre quel desso del 1831. Indole e ca,rattere, eh_; non ebbero certamente, nè seppero imitare molti de' suoi seguaci gittatisi alle finzioni, agl' inganni , alle ipocrisie. Così potessi lodarlo rispetto alla causa e al fine che per fede, per coscienza, per convincimento debbo necessariamente riprovare e condannare, perchè in tutto perverso e irrelìgioso ... tenti . e. agli scopi sommamente pratici della parte mazzmiana. Diciamolo francamente: Non havvi in alcuno dei programmi degli odierni partiti militanti, sia pur quello minimo dei collettivisti, un solo postulato rispondente ad equità ~ giust!zi_a, che i, rep~bblicani? educati alla Scuola d1 Mazz1111,non 1 abbiano per 1 primi, studiato, esaminato, sceverato e messo innanzi al popolo italiano. Ma posto ciò, resta pur troppo a vedersi se, a conti ft1tti, l'apostolato mazziniano a favore degli operai, abbia fruttato benefid tali da compensare l' immenso consumo delle forze impiegate; e se queste forze fossero state invece dirette verso la libertà politica, non avessero dato probabilmente risultar~ più efficaci per il benessere della Nazione e per gh stessi operai. . . . . . Se la esperienza ha peso negli umam gmd1z1, devesi purtroppo convenire che il sacrificio non fu davvero compensato dai resultati. L'assenza infatti della libertà, della sovranità popolare e della educazione politica e civile che è frutto della libertà e fondamento ad un tempo della stessa sovranità, ha ritardato e ritarda più che non si pensi un serio e sostanziale progresso economico sociale. Per tali difetti e nella dissonanza che da essi de- ( 1850) ANTONIO BRESCIANI padre Gesuita
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