318 LA RIVISTA POPOLARE mente alle proprie posizioni; che anzi le classi dominanti economicamente e politicamente si servono delle posizioni occu - pate durante la loro permanenza naturale al potere per opporsi alle nuove trasforma7ioni economiche della società e ai correlativi progressi politici delle classi che da siffatte trasformazioni economiche ricavano vantaggio; essere noi giunti a uno stadio della evoluzione sociale , in cui sotto la pressione dd- ~ l'industrialismo trionfante la proprietà tende ad assumere forme socializzate, con l'elevarsi del proletariato e con la dispariziont: di tutte le classi e delle conseguenti lotte di una volta; essere interesse pertanto del proletariato, organizzarsi economicamente e politicamente in partito di classe, per sollecitare la trasformazione sociale a lui utile e rompere le resistenze politiche della borghesia; - il mazzinianismo, invece, ha per base una concaione del tutto opposta della storia : la storia è il progresso indefinito della associazione; l'era successiva non assorbe dissolvendoli gli elementi sociali dell'era anteriore, ma aggiunge ad essi elementi nuovi , dando luogo a un equilib1 io più perfotto, ad una sintesi più l:rga; la lotta è fenomeno carattèristico delle civiltà arretrate e va attenuandosi via via che il genere umano progredisce secondo il disegno divino sulla via del perfezionamento morale; nella prossima era sociale non vi saranno più lotte nè internazionali nè sociali; tutti gli elementi della vita troveranno il loro equilibrio definitivo; noi abbiamo il dovere di affrettar questo futuro , promovendo i11 tutte le maniere l' applicazione del principio associativo : la lotta di classe è (JUindi una ingiustizia, una immoralità 1 una bestemmia, il più grave dei delitti sociali. Forse le due teorie della lotta e dell'associazione sono entrambe vere, e il loro errore , tutto esterno, consiste nel volere c:scludersi a vicenda: Jalla loro conciliazione - eliminati; naturalmente, tutti i fattori mistici ed extrascientifici del mazzinianismo - vien fuori, a' nostro credere, la più soddisfacente teoria del processo storico, che nello stato attuale degli studi si possa formulare: vi sono periodi in cui gl'intcressi di tutte o di alcune fra le classi sociali costit1~enti la nazione o più nazioni concordano, e allora si ha il fatto dell'associazione di quelle classi e di quelle nazioni in vista di un intento comune da raggiungere; vi sono periodi in cui gl'interessi divergono, e a il ora si ha la lotta fra le classi o fra le nazioni; spessissimo nello stesso momento storico vi sono problemi la cui soluzione richiede l'associazione di quegli stessi elementi, i quali sono invece spinti a lottare fra loro dalla nece~sità di risolvere altri problemi ; e da questo scontr:1rsi e intrecciarsi di esigenze e di tendenze diverse deriva lo sviluppo non rettilineo, ma spezzato, frastagliato, tumultuario degli avvenimenti. - Ma anche dato per lontanissima ipotesi che il Mazzini avesse potuto accettare una teoria ecclettica di questo genere per ispiegare ciò che è stato nei tempi trascorsi - ecclecismo , del resto, moito apparente, perchè non è in fondo se non la teoria della lotta spogliata di ogni rigidità semplicista-è certo che il Mazzini non avrebbc: mai e poi mai accolto un el:'.cletismo siffatto nel determinare ciò che dev'essere oggi per avviarci al domani n. E pervenuto al termine del suo lavoro ir Salvemini conclude : Ma intanto l'unità politica d'Italia era raggiunta; il programma minimo che Giuseppe Mazzini aveva imposto ai partiti politici italiani era espletato. Che importa che sia nella sua esclusività falsa la tt!oria mazziniana, quando incatena l'arte a una missione politica e sociale, se ha servito benissimo a suo tempo per ricordare agl' italiani, che essi non avevano ancora il diritto di dedicarsi al culto disinteressato dell'arte, ma era loro dovere fare spada della pénna e creare la patria ·t da quella errata teoria uscirono l' inno di Mameli e l'inno di Garibaldi. - Pochi oserebbero oggi, dopo trentacinque anni di non gloriosa storia nazionale, ripeter<! col Mazzini che a Roma e all'[talia Dio abbia assegnata la missione di iniziare un'era nuova della umana civiltà. Ma sotto il bastone straniero, sotto il calcagno dei desposti antinazionali , quella fallace illusione servì molto bene a suscitare negl' italiani la smania divorante di levarsi e creare l' unità della patria. - La repubblica non era, evidentemente , nei disegni di Dio ; ma fu un aculeo inflessibile nei fìanchi della dinastia sabauda e la sospinse senza tregua sulla via dell'unità, facendo coincidere le necessità dinastiche con le necessità nazionali. - Inaccettabile apparirà a molti di noi la fede religiosa di Mazzini ; ma possiamo noi atlermare che l'agitatore genovese, se non f9sse stato sorretto da quella incrollabile fede , avrebbe dedicato alla questione nazionale italiana quarant'anni di lavoro disinteressato , vegliando quando gli altri dormivano, rinunziando alle gioie del1' amore, disperdendo gli averi familiari, immergendosi nella miseria e nei debiti , rassegnandosi ai pm mgrati e più umilianti lavori , sfidando molte vol:e la morte, rifiutando come tentazioni immorali i dolci allettamenti del!' arte, esponendosi senza esitare alle calunnie degli avversari, all'abbandono degli amici, allo scherno degli scettici , alla ferocia dei potenti? - Se anche di quella fede non rimanesse, intorno a noi e fausta per noi, l' un.tà politica d' Italia, resterebbe sempre il grande insegnamento morale contenuto nello spettacolo eroico di una lunga vita dedicata tutta a una grande causa attraverso patimenti infiniti. A Giuseppe Mazzini bent' si può applicare quant' egli nel 1844 scriveva di Ugo Foscolo: « Molte fra le sue opinioni sono diverse da quelle che noi irremovibilmente teniamo; poco monta : le idee diverse sono cose di mente, e a noi, all' educazione morale .... ciò che giova è non tanto la verità delle idee predicate , quanto la coscienza , la sincerità, la costanza di chi le predica. Poniamo che le sue idee politiche e rdigiose armonizzassero colle nostre ; non armonizzerebb.;ro probabilmente con quelle che sorgeranno su.Ile nostre fra un secolo o due. Ma tra un secolo o dieci secoli, la memoria dei pochi sacerdoti d' idee, adoratori del vero, sia che l'intelletto loro valga a raggi ungerlo o no, fedeli nella pratica alle loro teoriche , e pronti ad affrontafe le persecuzioni e l'esilio anzichè rinnegarle, starà vivo esempio, e insegnamento, e conforto a quanti verranno n (IV, 63). Unalettera tli AgostinBoertoni Pochi giorni dopo la morte di Giuseppe Mazzini Agostino Bertani che era accorso a Pisa all'annunzio dell. perdita del Grande Italiano, così rispondeva alla Consociazione degli Operai di Genova, i quali l'avevano ringraziato dell'opera sua per Mazzini vivente e trapassato: << Quell' arte che mi procurò già la soddisfazione di restituirlo per alcun tempo agli amici tremanti per la sua vita,_ mi concesse il penoso privilegio di occuparmi di Lui quando fu spento. << Innanzi al suo corpo esamine io mi provai al contegno, che la lunga consuetudine della professione mi assente al cospetto del cadavere; ma l'an- ·goscia che rinasceva improvvisa, intGnompendo l'opera, rendevami talvolta inerte e m'inchinava quasi a scusarmi del disagio che gli recava - e tal' altra, l'affetto, che sorpassa colla fantasia la morte, mi raffigurava rianimate quelle sembianze; allora parevami che cogli occhi vivacissimi dischiusi e colla dolce parola egli mi chiedesse il perchè di tante cure da cui la sua modestia rifuggiva. cc Ed io a Lui coll' accesa illusione : << Se ciò ti duole , perdonalo agli amici delfa _tua terra natale che, pei tristissimi tempi della patria comune, dal tuo genio redenti, ti ebbero sì poco vicino, e però vollero perennemente serbato il tuo sembiante improntato dello spirito che ti animò )). << Ma gli occhi suoi erano veramente chiusi e le labbra erano mute; ed io mi rivolgeva allora al Gorini, ringraziandolo per voi tutti che ci ritornasse all~ apparenze della vita il perduto maestro ed amico. << Il corpo di Mazzini invero, sottratto alla chimica fatale della natura, atteggiato come se parlasse a discepoli cd amici, e col libro suo Dei do1,eri del- /' uomo nella destra, sarà un monumento di continua rivelazione, ed efficace eccitamento ai futuri di studiare e seguire le grandi orme di quel genio immortale J>. AGOSTINOBERTANI .... I farisei gridarono la croce addosso al cospiratore; ma quando dai due emisferi i Popoli avranno imparato a conoscerlo, lo chiameranno col suo vero nome e saluteranno in Mazzini l'apostolo che ci ha mostrato il cammino di un nùOVO.mondo .... FERDINANDO KAISER •
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