Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 11-12 - 22 giugno 1905

314 LA RIVISTA POPOLARE nelle sue relazioni coll'universo morale. E la religione, suprema formola sintetica d' educaziorie ad un'~p?ca dell'um3:nità, darà impulso, sanzione e benediz1~ne a~ ogrn progresso sociale. Oggi mercè i goverrn,, ab_biamo_u1:1-a fami15lia tropp_o sovente cattedra d egoismo ai g10vanett1 crescenti, una proprietà eh' è_segno di monopolio , una religione che oscilla tra 11 paganesimo e l'ipocrisia. , ~if~tti la pr<;>prietàè in oggi mal costituita, perchè 1ong1~1e del npa:to attuale sta generalmente nella con_gmsta, ~1ella:'10lenza colla quale, in tempi lon- !an1 da 1101c, erti popoli e certe classi invadenti si impossessarono delle terre e dei frutti d'un lavoro non compito da essi. La proprietà è mal costituita perchè le basi del riparto dei frutti d' un lavor~ , compito dal proprietario e dall'operaio , non sono fondate sopra una giusta eguaglianza proporzionata al lavoro stesso. La proprietà è mal costituita, perchè conferendo a chi l' ha, diritti civili e legislativi che mancano all'operaio, tende ad esser monopolio di poc~i _e inaccess_ib_ile .ai più. La proprietà è mal cost1tmta, perche 11 sistema delle tasse è mal costituito, e tende ~ m~ntenere. un privilegio di ricchezza_ nel propnetano, aggravando le classi povere e. togliendo ~oro ogni possibilità di risparmio. Non b~sogna abo~lfe la l?roprietà perchè oggi è de' pochi; bisogna apnre la via perchè i molti possano acquistarla. Bisogna richiamarla al principio che la renda legitt~ma, facen~o sì che il lavoro solo possa produrla. . Bisogna avviar~ la società verso basi più eque di nmll:nerazione tra il proprietario capitalista e l' opera10. Bisogn~ mutare il sistema delle tasse, tanto che non colpiscano la somma necessaria alla vita e lascino al popolano facoltà di economie produttive poco a poco di proprietà. . E perch~. c~ò avvenga, bisogna sc_>pprimere i, privilegi politici concessi alla proprietà e far s1 che tutti contribuiscano all'opera legislativa. Ed è per questo precisamente che la questione sociale è connessa colla politica: non è possibile risolvere l'una senza risolvere l'altra. Così sinteticamente la pensò Giuseppe Mazzini. Crollano i sistemi al cimento dei fatti a guisa di castelli di carta , e il suo pensiero rimane perchè cont_emporaneo della posterità. E dal tuo pensiero lm~1111oso, Maestro, si sprigiona una gran luce che gmderà per parecchi secoli l'Umanità nel suo pellegrinaggio attraverso le vie dell' avvenire verso la lenta, continua, progressiva scoverta ed applicazione della Legge Morale. FRANCEsco MoRMINA PENNA N. B. - Nel centenario della nascita del Maestro ho voluto comporre in brevissima sintesi il suo pensiero vastissimo colle sue stesse parole. Non ho citato nè i volumi, nè le pagine dei suoi Scritti, donde ho tratto , connettendoli, i suoi pensieri, per non distrarre l'attenzione del lettore e:! spezzare l'ordine da me dato alla concezione mazziniana. Il lettore intelligente si accorgerà che manca molto per riprodur.re in tutta la sua integrità il pensiero di Mazzini e che nulla da parte mia ho introdotto ndla sua esposizione rapida e succinta. .... Veggo che tutti i filosofi mediocri, tutti i letter3:ti di c3:rriera. e _gli articolisti per mestiere non c_t1an~ mai Mazz1111:~nc?e postuma la congiura del s1lenz10, quando lm vivente era cominciata la posterità: segno che la sua persona è ancor più grande della sua patria. G1ov ANNI Bov10 PROCLAMA della Repubblica Romana del 1849 (1 ) ---•<:>•----- Popoli' della RepulJlJli'ca L'A~str~aco i~ol_tra_,Bologna è caduta: caduta dopo _otto ,g1or1:1s11;1bhm1d_1b~tta~lia e di sacrifici: caduta com altn trionfa. Sia 1 ultimo suo arido arido di ~uerra e vendetta per noi tutti, chY ha ~L~re italiano lo raccolga come un santo leaato Roma chiede cittadini, uno sf?rz_o supremo; e 0 10 ~hicde certo di ottener lo , perche 11 san aue versato da' suoi nella . d o g10rnata el 30 gliene concede il diritto. Colle ade~io~i al ~ost~o programma mandato quando cominciavano 1 d1 del pericolo, voi avete dato bella e solenne testimonianza di fede concorde all' ~talia _eall'Europa. Noi vi chiamiamo ad un'altra test1momanza, quella_ dei fatti. Sia pronto ogni uomo a_s~gnare. col proprio_ sangue la fede! Sorga ogni c1tta,_ogm_ borgo, ogm luogo, vindice di Bologna! Suom. og,m camrma il tocco dell'agonia che il popolo intima all invasore straniero! Accendete sui ~?nti, _di gio~o in gio~o, simbolo di fratellanza nel1 1 ra , 1 fuochi che d1eder? nel. dicembre 1847, il programma della n~stra. nvoluz10_n~ ! Sventoli per o~m dO\~e,sull~ torn, sm campamh, la rossa bandiera! D1 terra 1n terra, di casolare in casolare corra un fremito di battaglia! Sappiano il nemico r' Italia l' Europa che qui, nel core della Penisola' stann~ tre milioni di uomini legati in sacramentd di tremenda difesa, decisi irrevocabilmente a combattere sino all'estremo, a sotterrarsi anzichè cedere sotto le rovine della Patria! E viva Dio! nessuna potenza umana potrà rapirci di vincere. Tre milioni d'uomini ~on_o0111:1-ip?tentqiuan~o. ~icono: noi vogliamo . ltaha~1 fig,h d1 Roma ! miht1 della Repubblica ! Q_uesta_e un ora solenne preparata da secoli : uno d1 quei momenti storici che decretano la vita o la morte d'un popolo. Grandi~ po~enti per sempre, o segnati per sempre del march10 d1 servitù: riconosciuti liberi e fratelli dalle Nazioni, o condannati alla nullità deali obb_ed~enti al capriccio altrui: padroni di voi 0 medes1m1, delle vostre case, dei vostri altari, delle vostre tombe, o cosa e ludibrio d'ogni tiranno: sarete ciò che vorrete. Il giudizio di Dio e dell'Umanità pende dalla vostra scelta. ( r) Andrea Giannelli, il vecchio mazziniano intransigente pregato a dare qualche cosa sua manda questo importante documento che fa parte di una pubblicazione prossima dell'Editore Nerbini di Firenze, accompagnato da questa lettera : Firenze, 23 maggio '905, Carissimo Amico, Le unisco un Manifosto della Repubbl;ca Romana il cui originale, del Manifesto, s'intende, è stato religiosamente conservato, come uscì in Roma, nel '49, intatto, da chi lo possedeva fino d'allora, e che al presente è in potestà della Società Fratelli Bandiera di Faenza, che me lo imprestò per farne io l'uso, copiatolo, che meglio mi talentasse. . Come E:lla potrà giudi~are , è un atto energico, una prova mconfutabde del come mtendessero di governare Roma nei momenti supremi che stava Essa attraversando i Triumviri della Repubblica. E merita davvera la spesa; i~ questi anni d'accidia, di transazione e di plebi più o meno incoscienti ridare alla luce un Atto così rigurgitante d'amor patrio e 'così d'esempio per chi per avventura dovesse combattere ; salvare la Libertà del proprio Paese. E soddisfatto io d'averle potuto dare questa minima prova d'amicizia, le stringo cordialmente la mano. Suo « Ora e Sempre » ANDREA GIANNELLI

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