Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 11-12 - 22 giugno 1905

A GIUSEPPE MAZZINI 313 zia ria, il privilegio della nobiltà· del sangue ; e rovescerà per mezzo del popolo, della gente di lavoro, il privilegio della borghesia proprietaria e capi talistica. Infatti la rivoluzione che s'avvicina dovrà fare pel proletario, per le classi popolari, per gli uomini del Lavoro, ciò che le rivoluzioni passate fecero pel borghese, per le classi medie, per gli uomini del Capitale. Lavoro per tutti, ricompensa proporzionata per tutti, ozio e fame per nessuno. Nella grande famiglia umana di liberi e d'eguali possono esistere . disùguaglianze generate dalle diverse attitudini, dalle diverse capacità, dal diverso desiderio di lavoro; ma un principio deve signoreggiarla: qualunque è disposto a dare pel bene di tutti ciò eh' ei può di lavoro, deJJe ottenerne compenso tale che lo renda capace di sJJiluppare,più o meno, la propria vita sotto tutti gli aspetti che _ la definiscon_o._ . . . , . Il rimedio alle cond1z10111degli operai e l'unione del capitale e del lavoro nelle stesse mani ; sta nel lavoro associato, nel riparto dei frutti del lavoro, ossia ramo d'attività industriale o agricola. Libertà di ritrarsi, senza nuocere all' associar_ione, eguaglianza dei soci nell'elezione di amministratori a tempo o meglio soggetti a revoca - ammissione posteriormente alla fondazione, senza esigenza di capitali da versarsi, e costituzione di un prelevamento a prò del fondo comune sui benefizi dei primi tempi - indivisibilità, perpetuità del capitale collettivo - retribubuzione per tutti eguale alle necessità della vita -- riparto degli utili a seconda della quantità e della qualità del lavoro di ciascuno - son queste le.basi generali che voi operai dovrete dare alle vostre associazioni, per diventare liberi produttori e fratelli nell' associaz.ione, padroni della totalità del valore della produzione ch'esce da voi e rendere il lavoro vadrone del suolo e dei capitali d' Italia. L'abolizione della proprietà individuale è il rimedio proposto da parecchi tra i sistemi socialisti e segnatamente del comunismo. Altri vanno oltre; e trovando il concetto religioso, il concetto governativo, Genova I Stanza nella Villa Giuseppina nella quale Mazzini scrisse nel 1871 il "Patto di Fratellanza,, del ricavato dalla vendita dei prodotti, tra i lavoranti in proporr_ione del laJJoro compiuto e del valore di quel laJJoro. Libertà ed Associaz.ione. - La libertà senza l'assoctaz.ione geneta inevitabile l'anarchia. L'associar_ione senza la libertà è dispotismo, tirannide. L'Umanità abborre egualmente la tirannide e l'anarchia. Essa studia l'equilibrio fra le due condizioni inseparabili della vita: inseparabili tanto, che runa non può conquistarsi e mantenersi senza l'altra. Associazione libera, volontaria, ordinata su certe basi da voi medesimi, tra uomini che si conoscono e s'amano e si stimano l'un l'altro, non forzata, non imposta dall'autorità governativa, non ordinata senza riguardo ad affetti e vincoli individuali , tra uomini considerati non come esseri liberi e spontanei, ma come cifre e macchine pro.duttrici. Associazione amministrata con fratellanza repubblicana da vostri delegati e dalla quale, potrete, volendo ritrarvi: non soggiacente al dispotismo dello Stato e d'una gerarchia costituita arbitrariamente e ignara dei vostri bisogni e delle vostre attitudini. Associazione di nuclei formati a seconda delle vostre tendenze, non come vorrebbero gli autori dei sistemi socialisti, di tutti gli uomini appartenenti ad un dato il concetto di patria falsato dagli errori religiosi dagli uomini del privilegio e dall'egoismo delle dinastie, chiedono l'abolizione d'ogni religione, d'ogni governo, d'ogni nazionalità. Santi e inviolabili nella loro essenza sono gli elementi perpetui dell'umana attività della vita: famiglia, patria, proprietà, religione; ma santo è pure e anzi tutto il progresso, elemento primo e legge eterna alla vita. Non uno di questi elementi può o deve abolirsi; tutti devono con progresso pacifico trasformarsi e dirizzarsi meglio allo scopo. E di questo ci è maestra e mallevadrice la storia. La famiglia degli antichi giureconsulti romani non è la famiglia del cristianesimo: la propri~tà de'tempi feudali non somiglia la proprietà de' tempi moderni come escì dalle rivoluzioni compite tra ìl finire del secolo XVIII e i cominciamenti del XIX secolo. Famiglia e proprietà si trasformeranno nell' avvenire. La famiglia, migliorata più sempre dall'eguaglianza e dalla influenza della educazione nazionale, diventerà santuario dove si inizieranno cittadini alla patria, come la patria darà cittadini all'umanità. La proprietà accessibile a tutti, conseguenza e segno d'un lavoro compito, rappresenterà l'individuo umano nelle sue relazioni coll'universo materiale, come il pensiero lo rappresenta

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