Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 11-12 - 22 giugno 1905

A GIUSEPPE MAZZJNI 311 e cielo fra corpo ed anima, fra materia e spinto, fra te~porale e s_pi_ritL~aleco_ncependo la vita c~m,e espia:r_ione, Mazz1111 nallac~ia-,a la. ~erra al c1e!o, riarmonizzava corpo ed an11na, sp1nto e materia, spirituale e temporale concependo la vita come niissione. . . . Da questa nuova defi111z10ne.della v~ta, fondata esclusivamente sulla suprema idea sociale e collettiva del Dovere in opposizione a1l'idea individualistica del Diritto, Mazzini, come osserva il Saffi, deduceva uua morale corrispondente: una morale che, respingendo il dissidio fra terra e cielo, spirito e materia, anima e corpo, ribenediva la dimora terrestre; riconnetteva la catena dei tempi e delle aenerazioni; onorava le facoltà dcll' _10mo, il suo ~orpo,. le forze materiali che gli stan~10 i1:ito_rno dissemrnate nella natura, come strumenti datigli da Dio ad adempiere la sua missione educatrice; chiamava gli uomini ad attestare la loro libertà e a meritare, combattendo nell'egoismo la radice del male, a far segno alla virtù del sacrificio la redenzione della creatura umana da tutto ciò che la profana e calpesta sovra la terra; <e perocchè non possiate - Egli diceva - conquistare salute che atrraverso la terra: non possiate sall'arJJi fuorchè salvando>>. · Or questa concezione religiosa e morale pone Mazzini al di fuori del cristianesimo. Eppure molti in buona fede fanno di Mazzini un cristiano, seguace, non dico, del protestantesimo luterano o del riformismo calvinista, ma seguace dell'unitarismo cristiano radicale dei Socino, di Park.cr, di Channing. Mazzini non fu cristiano. Il cristianesimo filososofìco ed umano, senza culto, senza teologia, senza metafisica, concepito alla maniera di Lessing e di Herder, di Rénan e di Quinet, di Janet e di Scherer e di tutti i più avanzati pensatori d'Eul'opa e d'America, che auspicano una nuova riforma religiosa più vasta e più in armonia colle tendenze, colle aspirazioni e colle idee della società moderna, appariva alla sua mente come una forma religiosa oltrepassata per sempre dal progresso dello spirito umano. Anche la morale ascetica ed individualistica del cristianesimo gli sembrava molto limitata per potere abbracciare, nei suoi principii, le nuove aspirazioni etiche dell'Umanità moderna e il pensiero sociale dell'avvenire. Procedo oltre che la via lunga mi sospinge. L'Umanità per Mazzini, non è la pura cosmopolitia degli stoici e dei filantropi del secolo XV III, i quali non videro che l'individuo da un lato e il genere umano dall'altro, ma l'Associazione delle Patrie, l'Alleanza delle Nazioni, l'ordinamento dei Popoli liberi ed eguali per compire la loro missione sulla terra, porgendosi aiuto reciproco e giovandosi ciascuno dei lavori degli altri. Lasciam parlare il Maestro: L'Umanità ha un fine : scoperta progressiva della Legge Morale e incarnazione di quella Legge nei fatti. Ogni lavoro collettiJ,o esige una divisione del lavoro. L'esistenza delle Nazioni è la conseguenza di questa necessità. Ogni Nazione ha una missione, un ufficio speciale nel lavoro collettivo, una attitudine speciale a compir l'ufficio. Le Nazioni sono gli individui dell'Umanità, gli operai di questa immensa lavoreria: tutte devono lavorare alla conquista del fine comune: ciascuna a seconda della posizione geografica, delle proprie singolari attitudini, dei mezzi che sono ad essa naturalmente forniti. L'insieme di queste condizioni costituisce per essa 1111 fine speciale da raggiungersi sulla direzione del fine comune dell'Umanità; costituisce la sua missione. Così, per esempio, la Nazione Britannica ha per missione l' Industria e la Coloni:r_z.a:r_ione, la Polacca l' Inir_ia:r_ionSelava, la Russa l' Incivilimento dell'Asia, la Tedesca il Pensiero, la Francese l'Azione, l'Italiana il Pensiero e l'A:r_ione, ecc. ecc. Affinchè le azioni possano liberamente compiere le loro missioni in seno all'Umanità è necessario ch'esse siano libere, padrone del proprio destino e della propria sovranità. Se la Nazione è l'università dei cittadini parlanti la stessa lingua, associati con eguaglianza di diritti civili e politici, all' intento comune di sviluppare e perfezionare progressivamente le forze sociali e l'attività di quelle forze, è chiaro che nessuna famiglia, nessun individuo può assumersi esclusivamente il dominio della totalità o d'una porzione della forze e dell'attività sociale: ogni privilegio ereditario deve essere abolito: ogni individuo formante la gerarchia governativa è un mandatario revocabile. . Difatti non v'è libertà dove una casta, una famiglia, un uomo s'assuma dominio sugli altri in virtù d'un preteso diritto divino, in virtù d'un privilegio derivato dalla nascita, o in virtù della ricchezza. Le leggi fatte da una frazione sola di cittadini non possono per natura e cose d'uomini, riflette1:e c_heil pensiero, le aspirazioni, i desider"i di quella frazione: rappresentano non la patria, ma un terzo, un quarto, una classe, una zona della patria. . La legge dcli' Umanità non ammette monarch1a d' individuo o di popolo, ed oggimai, a chi guarda all' .Europa, i governi monarchico-costit.1zionali ap-:- paiono forma spenta, senza vita, senza elementi d1 vita, senz'armonia coll'andamento della civiltà. Politicamente ogni governo fondato sull'assurdo privilegio dell'eredità del potere e che si regge su vuote fonnole come quelle che il capo dello Stato regna ma non governa; che tre poteri serbandosi in equilibrio perenne creano il progresso, e siffatte delle monarchie costituzionali, è trascinato inevitabilmente presto o tardi all'immoralità. Praticamente la teoria pobtica che dice ad un bambolo in fasce: tu regnerai dall'alto, impeccabile sempre e inviolabile e solamente combattuto nei tuoi ministri, sullo sviluppo della vita d'una Nazione fidato in tutte le sue manifesta:r_ioneal principio d' ele:r_ione, mi pare più che errore, contradizionc e follia che condanna il popolo a retrocedere o agitarsi perennemente e periodicamente a nuove rivoluzioni. Storicamente la monarchia dottrinaria costituzionale. non ha ricordi, nè tradizioni, nè battesimo di principii, o di grandi speranze : non vive che di transazioni, dì diffidenze, di concessioni alternanti colla resistenza. Non rappresenta un principio, ma ~111 interesse soltanto. La tendenza della società moderna verso la Democrazia, il moto ascendente delle moltitudini vogliose d'entrare partecipi nella vita politica e sottrarla al privilegio dei pochi, non è oggimai pi0 utopia di scrittore o grido d'agitatore senz' eco: e fatto potente, innegabile: fatto europeo. Così per decreto di provvidenza, splendidissimo nella progressione storica dell'Umanità, l'Europa corre a democrazia: la forma logica della democrazia è la Repubbli_ca: la repubblica è adunque nei fati dello avvenne. Repubblica - ossia cosa pubblica: governo 1ella nazione tenuto dalla nazione stessa: governo sociale: governo retto da leggi, che siano veramente l'espressione della volontà generale. . Repubblica - ossia quel governo in cui la sovranità della nazione è principio riconosciuto, predominante ogni atto, centro e sorgente di tutti i poteri, unità dello Stato, - in c1i tntti gli interessi sono rappresentati secondo la loro potenza numcrjca - in cui il privilegio è rinnegato dalla legge e l'unica norma delle pene e dei premi sta nelle azioni - in cui non esiste una cfasse, un individuo che manchi del necessario - in cui le tasse, i. tributi, i

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