A GIUSEPPE MAZZINI 309 cominciando dal capitalista e scendendo sino al venditore a minuto, accresce sovente del cinquanta per cento il pre 1 ;o del prodotto, rimarranno interi al lavoro - le cagioni permanenti di miseria spariranno per voi. Il vostro avvenire è nella vostra emancipa 1 ione dalle esigen 1 e d'un capitale arbitro in oggi d'una produ 1 ione alla quale rimane straniero ». (Doveri pag. 124,J. ♦ Futuro sociale (1860) « Il lavoro associato, il riparto dei frutti del lavoro, ossia del ricavato della vendita dei prodotti, tra i lavoranti in proporzione del lavoro compiuto e del valore di quel lavoro: è questo il futuro sociale. /11 questo sta il soggeto della vostra emancipa 1ione. Foste schiavi un tempo: poi servi : poi assalariati: sarete fra 11011 molto, pur che lo vogliate, liberi pi-oduttori e fratelli nell' Associa1ioue. (Doveri dell'Uomo pag. 125). ♦ Quando la classe operaia doventerebbe una nuova borghesia Io vedo nella classe operaia l'elementodell'avvenire; ma è a condizioneeh' essa non si ponga per fine un problema di puro interessemateriale,altrimenti di-venterebbeuna nuova borghesia. (Letter:1 :1 Daniele Stern, 23 marzo 1865). ♦ Quel che lo separava dai sistemi socialisti (1871) « Mi sia lecito di ricordare ai giovani che m'accusano di trascurarlo , come fin da trenta e più anni addietro i nostri scritti predicnsseroesplicitamenteche ogni Rivoluzione della quale non esce una trasformazione delle condizioni sociali, torna inevitabile delusionè , e che il 'Progressosociale da compirsi nell' Epoca invocata è la sostituzionedel la-varo associato all'ordinamentofondata sull' esistenza del capitale da un lato e del salario dall' altro. Ci separiamo dai sistemi socialisti esclusivi e dall'Internazionale sul com~; non perch' essi invocano lo stesso progresso , ma perchè i mezzi adottati a conquistarlo, abolizione d'ogni credenzacomune,sostituzione aell'individuo e del Comune alla Nazione, soppres.>ione della proprietà individuale , negazione dello Stato e d' ogni autorità , sono , per noi , radicalmente contrari all'intento. E' pur troppovezzo di molti giovani di guardare spensieratie diffidenti alle verità proferite dai loro fratelli di Patria ed nspettare, ad eccitarsia fremi ti di plauso e speranze , che le stesse verita escano trent'anni dopo da labbra straniere; ma se possiamo rassegnarciall'obblio, abbiamo diritto di respingerela ingiusta accusa. » (X VII, 87 nota). ♦ L'importanza del problema sociale (1871) « Ma la questionesociale ha una vita propri,i immanente,indipendentedalle altre di tanto che,affacciata una volta, non può spegnersiper cosa che altri faccia in manifestazioni diverse della vita della nazione. Tutte le Ubertà amministrative possibili, s'anchepoteste - ciò che non è- ottenerlecogli ordini attuali, non varrebberoa farla retrocedere: il suffragio universale stesso - ed è senza rivoluzione politica utopia Inverificabilenon basterebbea sopirla , e diventerebbe un' arma in manodegli uominiche lo promovono » (XVI, 187-188). ♦ Astio di classe (1871) « Chi s' adopra fra noi a seminare astio fra classe e classe e irritare il povero popolo contro chi / emancipòprima o controai detentoriquali essi siano, di capitali, fa opera trista che non giova agli ~rtigiani e suscita a sospetti di pericoli,che in realtà non esistono , tutta una ùioltitudine di cittadini necessari a11che ssi al proiresso della Nazione. « Non esistono per chi ama e intende se non due classi di cittadini, i buoni e i trist.i, gli amorevoli al bene altrui e. capaci di sacrificioe gli egoisti, se borihesi o artiginn,i non monta,che non pensano se 110nal proprio beurssere. « Se la. tendenza a questo egoismo s'lucontra più frequente t.ra quei che posRedono, la ra.~ionesta nelle più numervse tentazioni materiali che li accarezzano, nei Governi c/Jen serbarli amici , circondano di monopoli e di prii•ilegi civili e politici la loro ricchezza e in una dottri11aeconomicabuona a suo tempo , fune.staoggi, che travolta nel periodo del materialismo in che nacque, sostituisce nl problema umano un sempliceproblema di tlroduzione » (XVI, 185-6). ♦ L'Azione economica dei deputati della Democrazia (1871) << Parecchie fra le piàghe che mantengono le tristi condi- {ioni materiali delle classi operaie sono note, accertate; e dovrebjero ispirare a qi,anti hanno in Parlamento potuto serJare intatto il senso del Dovere verso il paese una serie di risolu-;ioni elle affacciassero al!' Italia il problema sociale in modo più solenne ed urgente e additassero alcuni non foss' altro dei primi dmedi. Convinti com' essi sono, o dovrebbero essere, che il pro!Jlema economico è un problema di produ 1 ione-che per produrre bisogna vivere-che quindi il necessario alla JJita è sacro e dovrebbe essere immune da ogni diretto o indiretto prelevamento- le risolu 1 ioni do vrebbero, precedute da un sommario delle condi 1 ioni attuali e dei loro pericoli, chiedere un riordinamento del sistema delle tasse dirette a lasciare intatto il necessario e non operare se non dove comincia il superfluo della vita. E convinti come sono , o dovrebbero essere , che le grandi questioni sociali non si risolvono a spicchi , ma af• ferrandone l'insieme, e porgendo soddisfacimento a tutte le loro più determinate e giuste esigen 1 e, dov,·eb!Jero toccare nella serie delle pro poster il lato n~o'.·al~, intell_ettuale.' economico del problema, dalla necessita d un radicale rzmutamento della legge elettorale e d' una educa 1 ione na 1 ionale obbligatoria e gi-atuita fino alla fo,·ma 1 ione di un capitale destinato a mallevadoria di certe opera 1 ioni prime delle associa 1 ioni artigiane industriali e alla concessione di terre, proprietà dello Stato e dei Comuni , alle associazioni agricole >>. « Le proposte sarebbero senza alcun dubbio som• mariamente respinte dall' Italia ufficiale ; ma la questione rimarrebbe posta nei suoi veri termini davanti al Paese; il pegno di concordia che noi chiediamo per gli artigiani dalle classi medie sarebbe dato; il popolo saprebbe a quali llOmini ha diritto di rivolgersi pei miglioramenti invocati e l' Italia non officiale, arbitra suprema lln d1 o l' altro , di tutti e di tutto , risolverebbe assai più rapidamente il problema. » (XVI, 201-202).
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