Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 11-12 - 22 giugno 1905

308 LA RIVISTAPOPOLARE principio d'associazione non appartenesse a tutta quanta la Democrazia -prendono no111e di Socialismo. Essi diri,~onoi loro studi e i loro sforzi sul mondo e non sull'uomo: sulla casn e non sul/a creatura vivmtc che deve abitarla. >> ( V Il, 3-./3). + La proprietà (f 8-t9) « Guardo presago di trasformqzioni, alla proprii:tà del!' ozioso accumulata ndle sue 111anpier lavoro altrui e giacente infruttifera e corruttrice, mwtre la fa111euccide il vero produttore e lo fa sert'o nll'avide i1tgiustepretesedd suo si111ileej i1111alzo solenneprotestacontro i privilegi politici quasi ptr ogni dove concessial proprietario.di terre o al capita• lista, come se il denaro potesse essere mai sinonimo d' ingegno e virtù ; ma ritengo buona e giovevole la proprietà segno e conseguenza di un lavoro -compito; vedo in essa il simbolo che rapprese11ta i' indi,viduoumano 11d 11umdo fisico: la saluto non solamente sprone al lavoro, 111a pegno di miglioramento progressivo nd lavoro stesso; e scoproitn'altra injiuwz,1 1110rale, no1l già nella zolla o 1ull' alberoche vi· sta sopra, 111anel senso che cresce , tra le fatiche della coltivazione, coll'alberoe colla spiga nel core dr/l'uomo, nelle muuerose associazionid'idee che a~ una ad ,1mavi si connettono, nel valore che posso110dare agli oggetti ii! sante affezioni , tanto che io , improvvido per natura d' ogni bene materiale , non darei P<T cosa.?/el mondiJ tal fiore , oggi secco scheletrodel passato, sul q11ale pende un ricordo.» (VII, 346-347). ♦ La rivoluzione sarà sociale (1851) La rivolutione sarà sociale. Ogni dvolu,tione_ è tale o perisce, sviata da traffiicatori di potere e raggiratori politici. Mallevadrice delle rivolu,tioni, della patria comune che si tratta di conquistare, starà la società intera, se tocca, ravvivata, migliorata in tutte le sue aspira,tio11i di vita della istitutione politica. (VIII 89-90) ♦ La rivoluzione è un mezzo (1858) Noi non siamo agitatori politici nel· senso ristretto che s'è dato da molti al vocabolo: siamo riformatori sociali. Per noi la dvolu,tione è mezzo e non altro, meno ad un'opera educatrice ad un progresso delle anime. E questa educa,tione, questo progresso del/(/ anime, questa santijica,tione degli uomini d'una Patria in un amore collettivo, più fervido, in una più sicura coscien,ta della propria dignità , in w1 più sviluppato intelletto della propria missione, non possono ottenersi dove i tormenti d' una miseria non meritata conte11dono l'amore ai più, dove un ingiusto riparto dei frutti del lavoro genera una smisurata disuguaglian,ta fra un piccolo numero e la moltitudine dei produttori; dove il lavoro manuale , assorbendo inevitabilmente tutto intero il tempo del- /' operaio, gli vieta ogni sviluppo delle sue facoltà morali ed intellettuali. A questi mali è necessario mettere fine. Una rivolu,tione che noi facesse si ridurrebbe ad un mero traslocamento di' potere , non frutterebbe che a pochi individui, e riuscirebbe ironia per le moltitudini. Il sorgere d'Italia deve essere opera di tutti e progresso di tutti; progresso morale intellettuale, economico. (Opere complete- Vol. X pag. 103-4). ♦ 11 Lavoro padrone del suolo e dei capitali d'Italia (1860) Vidi, che a voi bisognova sottrarsi al giogo del Salario e fare a poco a poco, colla libera associa,tione, padrone il Lavoro del suolo e dei capitali d'Italia, e prima che il Soci,1/ismo delle sette francesi venisse ad intorbidare la questione lo dissi (Doveri dell'Uomo pàg. 4,) ♦ La Proprietà (1860) (( Il p1·i11cipio, l'origine della prop, iità, sta nella 11at11ra uma11a e rappresenta la 11icessità della vita materiale del- /' individuo ch'egli ha dovere di mantenere. Come per meHo della religione, della sci::n1a, della .libertà, l'individuo è chiamato a trasformare, a migliorare, a padroneggiare, il mo11du morale ed intellettuale, egli è pure chiamato a trasformare, a migliorare, a padroneggiare, per me,t,to del l.11•oro materiale, il mondo fisico. E la proprietà e il segno, la rappresentazione del compimento di quella missione, della quantità di lavoro col quale l'individuo ha trosformato, sviluppato, accresciuto le forze pro• duttrici della natura n. (Dov<:ri pag. 117) (( Su11 bisogna abolire la proprieià perchè oggi è di pochi; bisogn.1 aprire I<! vi.i perché i molti possano acquistarla. 1< Bisogna 1·ichiamarla al principio che la re11delegittima, facendo si che il lavoro solo possa produrla. <( Bisogna avvia,-e la società Perso basi più eque di rimunera,io11e tra il proprieta1"io o capitalista e l'operaio. (< Bisogna mutare il sistema delle tasse, tanto che non colpiscano la somma necessai-ia alla vita e lascino al popolano facoltà di eco11omie produttive a poco a poco di p1·0prietà. <( E perchè ciò avvenga, bisogna sopprimere i privilegi politici concessi alla proprietà, e far si che tutti contdbuiscano all'opera legislativa n. (Doveri pag. 119) ♦ Perchè la proprietà è oggi mal costituita? ( 18Go) , La proprietà è in oggi mal costituita, perchè l'origine del riparto attuale sta. generalmente nella conquista, nella violenza colla quale, in tempi lontani da noi, certi popoli e certe classi invadenti s' impossessarono. delle terre e dei frutti d'un lavoro non compito ad essi. (( La proprietà è mal co~tituita, le basi del riparto dei frutti d'un lavoro compito dal proprietado e dall'operaio non sono Jo11date sopra una giusta eguaglian,ta propor,tionata al lavoro stesso. 1< La proprietà è mal costituita, perchè conferendo a chi l'ha, diritti politici e legislativi che mancano ali' operaio, tende ad esser monopolio di pochi e inaccessibile ai più. La proprietà è mal costituita, pere/tè il sistema delle tasse è 111alcostituito, e tende a mantenere 1111 privilegio di riccl1ena nel prop1·ietario, aggravando le classi povere e togliendo loro ogni possibilità di risparmio. (Doveri pag. 118-119). ♦ Capitale e lavoro nelle stesse mani (1860) « Il rimedio alle vostre condi,tioni è l' unione del capitale e del lavoro nelle stesse mani. 1< Quando la società non conoscerà distin,ione fuorchè di produttori e consumatori, o meglio quando ogni uomo sarà produttore e consumatore - quando i frutti del lavoro, invece di ripartirsi tra quella serie d'intermediari che,

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