Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 11-12 - 22 giugno 1905

A GIUSEPPE MAZZINI AL PROFETA D' I TAUA O Spirito insonne e veggente Che i 1nuti scaglion del futuro Schiaravi ali' opaca tua gente, In quale or ti spazii più puro Etere r A te, alato, non freno Già pose nel twnulo duro L'eccelsa marmorea Staglieno. Tu eri l'egual della negra Nube onde divampa il baleno. Le sorti volgeva del 'egra Italia, in guardingo ricetto, La fronte c"hemai non s' allegra, Austero su l' wnile teUo Vegliando il silenzio. Ma dove Re, cherci e stranieri, in cospetto Del sole, facean liete prove Nel popolo, quasi a una caccia, Di vecchie ferocie e di nuove, S' ergea l'implacabile faccia Dall'ombra: la banda arretrava Dinanzi la fissa minaccia. Tu eri il piccone che scava La roccia sinistra: tu eri Il pallido abete che brava La furia degli acri sparvieri. Luceva ne' 1nesti occhi tuoi Di là da' .flottanti pensieri Una visi"oned'eroi Argentea, e il sogno di Roma Augusta fra i consoli suoi. O arduo Vascello, la chioma Solcata di fiamme ! Aitante Sul passo, con anima indùn!a, Tu, Medici, arso, sfolgorante, Terribile come un torrione Battuto dal mare fumante, Cozzavi il sonoro spadone. Ma da San Pancrazio, con vasti Bramiti, purpureo leone, Avea Garibaldi contrasti Notturni agli obliqui sciacali Urtanti gli spaldi rimasti. La fiera Repubblica l'ali :Jpandea corruscanti e fuggia, Squittendo, da' colli natali. Ma la tua parola, Messia D'Italia, agitava ne' cuori Gli squilli della profezia, Destava magnanimi ardori Di sacrifizio, svolgea La benda de' pigri dolori Dagli occhi, ire e ansie mescea Segrete, e accennava lontano Un porto di luce, l'Idea! O Ammonitore, fu in vano ! Italia (tu vedi, e cruccioso Favilli dal secolo arcano) S' ingorgia in un suo glor~·oso Fastidio di tutto, contenta Ai tozzi d'un vile riposo; Più prona d'allora, più lenta D'allora, con la disistima Be.ffarda di se~ turbolenta E ùnbelle, una lo_goramima: A tale é la patria che tenne De' casti tuoi sogni la cima. O forse nel giro perenne De' fati tu oltre riguardi:· Ahi I balza con ferr.ea bipenne Sul mondo il dolore; stendardi Oscuri percoton.o l' ~ria; Van donne disciolte e. JJegliardi Tremanti per tombra nefar:ia Con lagrime e strida; nel fuoco Che in· lingue volubili svaria,.· La st1·age si sfrena di loco In loéq, .sconfinatament~: E il sangue allq colpa fu poco I Ma qua11:dol' estrenia tua gente Si rinnoverà su i tre mari . . . Libera, operosa, innocente? Qual tu dimandavi, in amari Colloqui, ali' Ignoto che tace, E bianchi avrà riti ed altat:i, L'astrale tuo riso di pace Su lei verserà, nel 'fr!,iste1·0 Il lune, domestica f ace, La placida giojq _del vero. 303 '--~------------!

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