A GIUSEPPE MAZZINI 301 La sua Religione sociale _però, appunto perchè la virtù che affratella, in questi l'egoismo che dis• sociale e perchè egli amava della mente umana tutte solve. Niuna fede educatrice fuori dei Principii; fede le acutezze, ma non le strettezze, ha della filosofia piena nel principio <l'Associazione, Associazione di l'ampiezza indispensa?ile ~er ottenere la.visione_co_m- sentimenti, di aspirazioni, di alti bisogni umani. prensiva ed umficatnce d1 tutte le vane funz10m e Quanta essenza e sostanza di fede in cotesta capacita del consorzio civile. eletta anima d'uomo! E chi avrebbe mai pensato Perciò, sociale intravede la Scienza, invocando e che a tale temperamento d'apostolo potesse avere vaticinàndo l'Associazione degli intelletti; sociale è il temerario ardimento di dare assalto, col suo dente la sua Arte, che innesta sul fiore, grazioso del ro- roditore <li caratteri, il serpe del Dubbio? ... E così manticismo il germoglio poderoso dell'anima col- fu. Si, della consistenza del suo Ideale dubitò un letti va, e profetizza, nel firmamento stellato della giorno - triste ed angoscioso giorno! - e colla musica, il Genio glorioso, che sublimerà l'imeneo penna intinta nel sangue del cuore consegnò in pa- <lel aentile idillio melodico coll'onda maestosa del- gioe indimenticabili quelle ore tremende d'ambascia. l'arn~onia ; sociale persino la sua Politica, aborrente Ma i forti animi sanno guardare alteramente in faccia ogni formalità, arida di contenuto morale e civile. l'insolente assalitore, squadrarlo dall'alto in basso, afE chi prima di lui, in Italia, predicò che c'era una ferrarlo con rapida mano, cacciargli nella strozza il classe rejetta, l'operaio, e che un'altra creatura ge- dente vorace, e hmgi da sè gettarlo con alto disprezzo meva compressa e falsata, la donna? Chi, prima di lui, e gesto eroico. Lottò, vinsè e tornò rinfrancato alla divulgò, fra noi, che il principio sua fede amica, e in essa µ10ri. d'associazione, leva d'una civiltà , ··. •.• Di lui tutto non resta, e vero, migliore, sgorgava natur:ile dalle ma tutto non è morto e non viscere e <lai bisogni della cbs~e morrà. Anche il Genio paga alla dei lavoratori, e che la Famiglia, morte l'inesorabile tributo d'una « la p:1triadel core» com'ei dice- parte di se: v'hanno in esso eleva, sarebbe stata redenta, rigene- menti caduchi , figli dei tempi ran<lo colla edu~azione la donna suoi e che coi tempi suoi scomefacendodella maternitù un culto pajono, ed elementi immortali, civile? Si rimprovera al Ligure tigli dell'eterna ed universaVita e Pensatore di aver tr:1scurato b che con essa evolvono e saranno dottrina dei Diritti. fioche saranno il Mondo e l' UoEgli fu sempre, è vero, indcfrs- mo. Non resta dell'apostolo l'insamente,senza eccezione veruna, certo e incoerente misticismo , il panegirista del Dovere. Imper- ma resta l'esempio della sua Fede nate laSocietà sul sentimento del sociale che, col progredire del Dovere, e il Diritto, o scompare tempo, potrà immedesimarsi e come superfluo e inutile, o deve riconfortarsi nel panteismo da atteggiarsi in guisa da non ledere esso medesimo nei primi scritti mai lo spirito della soprastante intraveduto. Più c'inoltriamo, più eotitù morale, fatta cardine e in- gagliardo si fa sentire il bisogno dice della vita. Tutto involve il di una novella fede morale, meno Dovere: la vita è una missione. ritrosi troviamo ad essa gli :tniAbbraccisi collo sguardo della mi, e la figura del grande Apomente tutta ladottrina mazzinia- stolo ci riapparirà una delle fulna. Ne avremo l'impressione d'un gi<le colonne miliari nel lento e ben composto tessuto, in cui ec- Genova: Monumento a Mazzini a Piazza Corvetto faticoso cammino delle genti e cellono e sp_lendono, tutte le cose or dette, più come della vita. Di lui non resta l'uomo di parte, come di visioni dell'anima che come vessate elucubrazioni di Dante non restò il ghibellino. I Grandi, quando solraziocinio: è quasi tutto uno scintillio geniale di intui- levansi verso l'olimpo della Storia, spiegano l'ali al di zioni, che ricorda quello spirito lucidamente intuitivo, fuori e al di sopra del guscio dei partiti. Diventano che fece illustri e immortali, nell'evo antico, i filosofi simboli, scuole, sistema che vanno ad innanellarsi alla della Grecia e nell'evou10derno,i padri dellaSociologb: ~atena interminata dei simboli, delle scuole, dei sigli uni e gli altri aleggiano attorno al capo del Pensa- stemi, che la razzi, umana concepisce come stimoli tore Italiano e di q uan<lo in quando, al <lisopra delle a progresso e che, quando in alto alza la fronte per sue ispirate visioni, mostrano la loro faccia illuminata sgombrarla dal pondo di tristi accasciamenti, in e serena. Certo, sopravvengono poi dalla Vita e dalla quelle sue lucide concezioni, con giusto e sano orScienza i sudati cimenti delle esperienze e le compas- goglio, gioisce e rinfranca la fede in sè stessa. sate analisi anatomiche che quelle visioni mentali defi- Di lui non restano le incertezze d'ordine econoniscono e consacrano, oppure correggono e modi- mico: la novissima scienza le ha suparate, ma resta ficano, imperocchè si può arrivare al teorema, tanto di lui il robusto principio di Cooperazione, cellula movendo i primi passi dalle subite intuizioni del che, animata dal soffio del proletariato risorgente e Genio, quanto dalle lente elucubrazioni del Critico. dal moto implacato del tempo, darà alla Società Innamorato del lampeggio sfolgorante delle cose tutto un metodo novello .di produzione, di distriintuite e del misterioso fascino delle cose ispirate, buzione, di consumi e di mutui rapporti morali. si dava in braccio alle idealità dei Principii colla Resta di lui la prosa magniloquente, che, come più sorridente delle confidenze, mentre accigliato e una cascata d' acque, limpida si riversa; come lo diffidente si arretrava dinanzi agli allettamenti e ai scalpello di Michelangelo, scolpisce ed effigia, e come calcoli del tornaconto interessato; io quelle scorgeva un carezzevole profluvio melodico, invade e com-
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