298 LA RIVISTA POPOLARE tentativo disperato sia utile a scuotere l' Italia,-farlo sotto la minaccia della galera o della forca , e con la certezza, in caso d'insuccesso, d'essere chiamato colpevole di tutto il' sangL1e versato, e maledetto da quei milioni d'uomini per i quali s'arrischia tutto;- e quando tutto è preparato, confondersi, divorato dalla febbre, nelle file dei gregarii , con un fucile da una mano e una boccetta di veleno dall'altra ... Ma che! Non è tutto! Cadere, dopo aver fatto degli sforzi sovrumani, stramazzare in mezzo alla via, atterrato dalla prepotenza della febbre e del delirio, ed essere accusato di vigliaccheria. Oh! povero e grande Mazzini ! Quale è il tuo implacabile nemico che, udendo ciò, non ti rialzi amorosamente col pensiero da quella sacra terra dove cadesti , e non ti domandi perdono ? · EDMONDO DE AMIClS Onorevole, La ringrazio d'aver pensato a me, ora. Manderei ben volentieri qualche pensiero su Giuseppe Mazzini: ma non mi sento degna di ciò: sento cbe per scrivere su quel Colosso del nostro Risorgimento è necessaria ben altra preparazione storica e filosofica che non sia la mia. In ogni modo La ringrazio e Le chieggo scusa : e Le stringo la mano con altissima stima per l'Uomo e pel Pensatore. Milano, 6 Maggio 1905. ADA NEGRI GARLANDA In nomedi CarloAlberto SENTENZA nella causa del Regio Fisco Milita1·e CONTRO Mazzini Giuseppe, del vivente medico Giacomo, avvocato, nativo della città di Genova. Berghini Pasquale, di Domenico, avvocato, nativo di Sarzana. Barberis Domenico, del fu Pietro, nativo di Milano, già sotto capo di divisione nell'Intendenza di Finanza di Torino, ed ambedue residenti in quest'ultima città, Contumaci ed inquisiti in comune Di delitto d'Alto Tradimento Militare: Per avere, cioè il Giuseppe Mazzini fin dall'anno 1831 , dall' estero ove trova vasi rifuggito a cagione di sue opinioni avverse al Governo di S. M. concertata, eccitata e promossa in questi Regii Stati e particolarmente in questa Divisione, sia coll' aver composto e fatto distribuire in essa scritti sediziosi stampati e manoscritti, sia con altre delittuose pratiche e maneggi, una cospirazione tendente a sconvolgere e a distruggere l'attuale Governo di S. M. mediante l'insurrezione contro di esso della Regia Armata, per essersi per tale oggetto da alcuni suoi complici fatti tentativi presso la medesima: quale cospirazione però non potè da essi mandarsi ad effetto per cause indipendenti dalla loro volontà, per avere cioè il Governo avuto contezza della medesima e fatto procedere all' arresto di varii cospiratori, parte dei quali vennero già giudicati e condannati. Li Barberis Domenico e Berghini Pasquale per avere nei primi mesi della corrente annata partecipato a detta cospirazione, sia coll'essersi affigliati alla medesima, sia coll'aver tenuti, con altri loro complici di questa Divisione, congressi tendenti a concertare li mezzi proprii per riescire nel loro delittuoso intento. Il Consiglio Divisionario di Guerra, convocato quest'oggi in questa Cittadella d'ordine di S. E. il signor GoJJernatore Comandante Generale di questa Divisione. Invocato il Divino aiuto, Udita la relazione degli atti e delle conclusioni fiscali, veduto il Regio Viglietto primo giugno ultimo, ha pronunciato e pronuncia doversi condannare come condanna li detti inquisiti e contumaci Giuseppe Mazzini, Pasquale Berghini e Domenico Barberis nella pena della · morte ignominiosa dichiarando li medesimi esposti alla pubblica vendetta come nemici della Patria e dello Stato, ed incorsi in tutte le pene e pregiudizii imposti delle RR. Costituzioni contro li banditi di primo catalogo, nel quale manda li medesimi descriversi. Dato dalla Cittadella d'Alessandria, a<ldì 26 ottobre 1833. Per l' Ili.mo Consiglio di Guerra Divisionario BoBmo, Sost. Segr. Visto: Si manda csegmre. Per S. E. il Governatore Il .J!Iaggior Generale SALUZZO LAMANTA Mazzinie l'azioneper Venezia (Ottobre 1864) La lettera che segue, diretta a<l Antonio Mosto di Genova, si riferisce ai preparativi che Mazzini ed il Partito d'Azione stavano facendo, nel 1864 - dopo Aspromonte - per la lotta pel Veneto. Erano intervenuti accordi fra l'Esule genovese e ·Garibaldi e perfino con V. Emanuele IL Ogni accordo andò però fallito, avendo chi per un verso, chi per un altro, abbandonata l'impresa. Comunque, Mazzini e gli amici suoi, lasciati a sè stessi e delusi, mantennero fè<le all'impegno ed Egisto Beui, Tolazzi, Andrcuzzi insieme al Comitato di Azione di Brescia e molti altri generosi, fecero cc ad ogni costo >> il loro dovere, insorgendo nelLt notte dall' 11 al 12 novembre, rompendo tutti i fili telegrafici sulla via di Mantova, Tirolo e Lombardia, guast:rndo ponti, e gettando 60111 be a Verona, Treviso, Mestre, Padova ed altrove con grande allarme delle guarnigioni austriache. Fecero seguito a q uesr.i primi moti le bande del Friuli tenendo i monti in maniera da far dichiarare dal Comando Militare Austriaco e< essere ormai « divenuta un'operazione propriamente militare l'in- « seguimento di quelle ciurme » e far dire dalb Perseveranza che li avea chiamati pazzi e colpevoli « che « potevasi condannare il tl'ntativo insurreiionale « come inopportuno e dannoso, ma non si può fare <e a meno di ammirare il coraggio vera men re antico « co11 cui un pugno di giovani si getta io mezzo « a centomila austriaci ed inalza la bandiera ita- « liana. Dio vegli su loro, e renda fertile il sangue '<e che versa sulle montagne friulane >>. Gli aiuti e i soccorsi pecuniarii sperati mancarono e alla fine del novembre, dnpo fatiche e stenti inauditi, perseguitati anche dal freddo e dalla neve, e dopo essersi misurati vittoriosamente con gli Austriaci in
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