Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 11-12 - 22 giugno 1905

A GIUSEPPE MAZZINI 295 primo Console, e dopo il Console l'Imperatore e con lui qualche straccio di Carlo Magno e dopo Carlo la santa alleanza. Robespierre vedeva un solo corollario di Dio, l'immortalità, e i corollari si addensavano e il seguito di Dio fu veduto tutto nel 1815 ». <~ R~b~spier~e fu 0 uc~is~, Di~ r~stò; l;anima di Robespierre morì in mano al boja, quella degli altri fu giudicata immortale, perchè la reazione non era in Robespierre , ma nella rivoluzione istessa, non era un articolo dell'abate Sieyès, ma una legge della storia, e doveva avere la sua evoluzione, il suo periodo, pel quale meditando Cambacèrès, disse allo Imperatore, con alto accorgimento del vero, che la causa di Robespierre era stata giudicata ma non discussa. Noi avendola discussa e giudicata, possiamo entrare nella conoscenza del periodo di reazione dietro il quale sta la gran persona di Mazzini. Dal bastone regio di Hobbes fino alle maggioranze importanti di Rousseau la scuola del contratto non aveva liberato il diritto della volontà e di uno o di pochi o di molti. La rivoluzione francese venne a chiarire coi fatti che questa posizione del dritto era sempre tirannia, la quale può essere monarchica, oligarchica, oclocratica. Nata la necessità di stabilire il dritto in alcun che di superiore alla volontà degli uomini, tosto Dio ricomparve nella Storia». « Ricomparve meno fazioso e meno tetro di prima, perchè un pò d'insegnamento dalla Rivoluzione lo avea ricevuto e un poco d' eredità , suo malgrado, dalla Dea Ragione , che gli pose obbligo di consacrare tutte le forme della Storia , la reazione e la rivoluzione, i principi ed il popolo, i cattolici e i protestanti, i princip1 estremi e il mezzo principio. Ricomparso come limite alla Rivoluzione, tre forme poteva ricevere e se le assunse: Medicare la libertà inferma con la Chiesa, la libertà con lo Stato, la libertà con la libertà; cioè forma neoguelfa, neoghibellina, repubblicana. La prima forma che è la più retriva doveva scoppiare nella medesima terra del1' Enciclopedia e fu rappresentata e bandita da de Maistre : Dio e Chiesa , custode il boja ; la seconda, che è mediativa, fu posta nel vecchio nido ghibellino da Hegel: Dio e Stato, vindice il boja; l'ultima da Mazzini, che avendo entro alla rivoluzione studiato due necessità, l'una di seppellire il medioevo, l'altra di crearsi il limite, pose la formola: Dio e popolo, custode la coscienza umana. La prima è formola cattolica, la seconda è protestante, la terza è umana. La Filosofia, l' arte , la politica pigliarono questo triplice indirizzo ». . . . . . . . . . . . . . . « Il Dio che era tornato nella Storia non poteva nè essere distrutto, dopo la prova sciagurata della Dea Ragione, nè tornare indietro per disposarsi con la Chiesa e con lo Stato. Dovea dunque discendere nel popolo, consacrarlo, disposarsi ad esso, non dividersene mai: il popolo sarebbe diventato santo in Dio; Dio sarebbe diventato giusto nel popolo. Non dunque Dio e Chiesa , Dio e Stato ma Dio e popolo, questa era la formula superstite al medioevo, la formula compendiativa della vita presente, la sola formula derivante dal processo delle idee e dei fatti, delle dott1ine e degli avvenimenti, del pensiero e dell'esperienza, da tutto insomma il cammino ascendente del cittadino e dell'individuo, che vogliono · farsi uomo. La formula di Mazzini è dunque principio di sistema, conclusione d'una storia. Mazzini dunque non dice col vecchio Dio : faciamus hominem , nè col vecchio cinico : hominem quaero : nè l'uno fece bene l'opera sua e si pentì, nè l' altro lo trovò; ma dice meglio: « Accompagniamo il~sorgere dell'uomo, vediamone la generazione dalla corruzione del cittadino e dell'individuo, e rendiamoci innanzi al secolo non inventori o artefici dell' umanità, ma interpreti ed apostoli ». . . . . . . . . . . . . . . . « L' Uomo, questo era e doveva essere il pensiero dominante di Mazzini, non certamente iguoto a molti pensatori del suo tempo, ma in Mazzini meglio determinato che negli altri e per questo appunto nel solo Mazzini fattosi incarnazione completa, cioè pensiero ed azione. Anche Hegel, anche i Sansimonisti celebrano l' umanismo, ma affogandolo in due opposte correnti. Hegel sa e scrive ·che nell'uomo si adempie il processo dello Spirito, ma l'incarnazione n'è lo Stato, che assorbendo l'uomo lo rifà cittadino. Saint-Simon sostiene che nella coscienza del!' 1omo Dio giunge alla coscienza di sè, ma un solo in ogni tempo n'è il privilegiato, e perciò viene ad essere il pontefice sommo del genere umano non eleggibile da nessuno e venerato da tutti. Le conseguenze de]J..h' egelismo furono neoghibelline, quelle del sansimonismo furono socialiste; però l' umanismo dell'uno a Mazzini parve retrivo, dell'altro paradossale ». . . . . . . . . . . . . . . . . . . « In Hegel, il cittadino, si rialza per reazione, si rialza a sopraffare l'individuo in Saint-Simon, in Comte l' individuo per contrapposizione cerca disperdere il cittadino. In questa tendenza lo Stato oscilla tra il dispotismo e l'anarchia. In Mazzini finalmente il cittadino e l'individuo si collegano a costruire l'uomo, non lasciandone indietro parte ve1mm, e però considerandolo nell'umanità, nella nazione, nel municipio, nella famiglia, in sè ». . . . . . « Fu since:·o credente Mazzini? Dubitarne è fare la più grande ingiuria al più g ·ande degli uomini moderni , perchè il Dio di Mazzini non è opportuno, non intruso, non venuto qua o là di furto nel sistema come l'arca nel campo di Saulle o come il vecchio Dio biblico nella infinita natura di Bruno, non indifferente a questa o a quella forma della vita come nel cattolicesimo elastico di Gioberti e dei seguaci; ma è parola iniziale e finale, è fondo immobile· di tutto il processo mazziniano, è sede invitta nella quale l'Apostolo vive e muore >>. Avendo posto Mazzini acc:mtq a Socrate ed a Cristo, Bovio di!'tingue l'etica dell'uno da quella degli altri con queste parole: • « Mazzini come gli altri due fondatori di civiltà, non viene a speculare circa i sommi principi teoretici per cavarne a fil di logica le conseguenze che governano la natura e la storia; non. è sistematore di un ordine di conoscenze, ma intimatore di vita nuova che abbonda e freme nell' anima rinascente dei popoli ; non è filosofo , nel senso volgare della parola, ma sale più alto, è Apostolo. Afferra la formula che esprime il sentimento universale, ne preme i corollari immediati, la bandisce, la santifica con la consacrazione della vita e dei migliori, e a chi verrà ne trasmette la giustificazione sistematica. Chi vuol trovare Mazzini non lo cerchi dunque nell' Ontologia, nella Logica, in questa o quella parte del1' Estetica, della Fisica, dell'Economia, ma nell' E(ica propriamente, e nemmeno sistemata, ma compeIJ.- diata in ammirevoli sintesi di poche, supreme, universali, soprastanti verità. Quale è l'Etica di Mazzini? Non quella del cittadino, nè dell'individuo, ma dell'uomo. L'uomo gli si presenta intero, evidente, inevitabile dopo le fasi storiche dell'individuo e del cittadino; gli si presenta sacro nell'autonomia individuale, inviolabile nella famiglia, libero nel comune legato alla n::izione, nella nazione legato al1' umanità ».

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