·294 LA RIVISTA POPOLARE delle manifestazioni teHgiose dell' Ui11anità >) (pagina 69). Quindi alla 'Bibbia :Mosaica, o del passato, deve succedere un'altra, la t< 'Bibbiadell'avvenire » (p. 48); alla fede del passato deve succedere un' altra fede, « la fede dell' avvenire >? la cui parola non sarà la carità , ma « l' associazione >> (p. 38) ; alla morale cristiana un' altra morale, una morale più progressiva; « La- monde è progressiva come 1' educazione del genere umano e di voi; la morale del Cristiane~imo non era quella dei tempi pagani, l:t morale del _secolo nostro non è quella di diciotto secoli .addietro >>. (p. 28). Colla religione e colla morale cristiana. son"o ripudiati dal Rivoluzionario genovese il Papato (p. 43, 53), H sacerdozio cattolico (p. 14, · 68). e lodati al cielo gli .eretici Giovanni Huss e gli altri pseudoriformatori del secolo XVI (p. 70). E cosi , con un tratto <li penna e con quattro .p;-irole declamatorie, il regicida delle carceri di Sa- ,vona cr.ede potere escludere Gesù Cristo e la sua .Chiesa dal mondo, , . Or queste audaci bestemmie sono raccomandate dal .regio ministro alle scuole d' Italia , perchè i giqva.ni imparino i loro doveri. Nel purgare il libro mazziniano, la società massonica editrice, d'accordo eol ministro, hanno avuta Lt delicatezza <li coscienza .di· togliere i passi relativi alla Repubblic:1; non già -di. eliminare, le bestemmie contro il Cristianesimo e il Papato. Nè potevano farlo logicamente; poichè ,la Repubblica ptr ora o è inoppornfna o non conta ;nulla, es.sen<lo essa un mezzo al fiue anticristiano; .mezzo,. oramai arruginito, essendosi trovati t< tn le .,:sinuosid. deglf eventi >> ministri monarcpici molto più servigevoli <l'ogni Repubblica: laddove lo seri- , stiapeggiarnento del mondo , cui intendeva il Genovese e cui intende il ministro della pubblica istrµzione., deve restare. Ed è chiaro; perd1è questa è· 1~ parte che., .cQme essi dicono, « sopravvive nel , libro ~> Ja .quale se si fosse voluta sopprimere, si ..sareb.be _do.vutc:>--.sopprimere jl libro intero; ma allora :·;nQJ1 t,ì: snrebbe stat<;, gl,lsJo a mettere in mano agli -Scolari· _il,lipro del Mazzini, potendo restarvi il cat~chis.mo... Firenzt:, 7 maggio 1905. ' .-.. ·La -ringrazio di aver .pensato a me p ~1 numero unico, nel quale sçriV~mÌo .Ji Mazzini Ella conden- : sera tut~e le poderose energie del suo ingegno e del suo cuore. Quanto mi duole di non poterle dare verun con- · '·corso .. f!o qualche cosa di preparato sul Maestro ma -non si pres~a ad estratti:· comparira, se mai-. forse . dopo la mia morte - tutto in un solo getto intiero ed armonjco. Mi abbia dunque per iscusato, se,. data anche la lll!~ gra:ve età .e la malferma salute · non mi è dato,· come vorrei, contribuire al lavoro che Ella · •prepara .. , Mi abbia sem,pre suo afi.mo: ·ADRIA-NO LEMMI '3ovio per Mazzini Giovanni Bovio parlò e scrisse spesso di Mazzini; e come ne parlasse e cosa ne pensasse e quale e guan ta fosse la sua ammirazione pel Grande Esule sanno solamente coloro eh' erano intimi del maestro dell'Ateneo Napoletano ed ebbero il godimento morale e intellettuale delle sue geniali conv~rsazioni, nelle quali più e meglio che dal libro, dall'articolo dalla Cattedra o dalla Tribuna parlamentare s' imparava a conoscere ad un tempo l'uomo e il filosofo artista . · Ciò che di più bello e di più armonico abbia detto Giovanni Bovio su Mazzini , tutti pensano che era èontenuto nel discorso che un mese dopo la morte di lui pronunziò, suscitando l'entusiasmo e la commozione dell'uditorio, nella Sala Nilo in Napoli nell'Aprile del 1872. E noi avremmo voluto riprodurre quel discorso; ma non ci fu possibile rinvenirlo, nè lo stesso Bovio ne conservava copia . Non potendo e non dovend, mancare in questa pubblicazione ì1 contributo prezioso di Giovanni Bovio, noi perciò ci limitiamo a riprodurre alcuni brani del Mazzini, che la vedova trovò tra i suoi manoscritti e che casa Sonzogno ha pubblicato con una prefazione del Romussi. Eccoli: « Non ignoro che a molti parrà singolare stranezza questo parlare di Mazzini immediatamente dopo Socrate e Cristo, i primi due più solenni e più rifermati maestri di civiltà; ma penso che qu,elli che verranno dopo di noi, considerata tuttç1 a parte a parte la dottrina e la vit3 dell'uomo, dopo Socrate e Cristo nella storia lo allogheranno terzo non di valore, ma di tempo>>. Bovio, sin dal 1892, in un acuto parallelo tra Gioberti e Mazzini, che frammentariamen~e viene alla luce adesso e in cui si afferma la superiorità politica del secondo, aveva liberamente dichiarata oltrepassata la parte di Mazzini contenente la quistione religiosa e bisognosa di svolgimenio la parte relativa alla quistione sociale; Bovio « che voleva onorare i grandi senza farli Dei e non imitare i volghi settari che dopo averli amareggiati in vita, li pagano di necrologie pompose, che non valgono la severa lagrima di chi guarda il solo riposo consentito ai grandi benefattori » imprende a spiegare la formula mazziniana Dio epopolo in questi ,termini: cc Riuscita impotente la dichiarazione dei diritti dell'uomo, ecco la necessità di cosa che simigliasse al dovere , al vincolo , al sacrificio , e fosse fondamento etico sicuro e fuori della opinione. Donde pigliarla, come? Costruire è sistemare, e i, _sistemi nè s'improvvisano nè s' impongono alle moltitudini; e per questo l'abate Sieyès fu sfatato e sopraffatto dal primo console. Dunque la necessità tirava a pigliar qualche cosa dal passato per creare il limite al presente. Quando dalla scienza non si può, poichè l' Ideologia erasi esaurita nella rivoluzione, si piglia dall' ultimo rifugio, dalla Religione. Chi doveva ritornare dei Numi ? Cristo no , perchè la rivoluzione era reazione contro il contenuto cristiano , contro il medioevo; dunque almeno Iddio, in linea di transazione, perchè più antico di Cristo, più universale, più umano. Robespierre è costretto dare il gambetto alla Dea Ragione, rivocare l' ostra- _cismodato a Dio e riportare nell'Assemblea la Causa causarum, accompagnata da un solo corollario, la immortalità. Dunque per l'impotenza della dichiarazione de' diritti dell'uomo, per la necessità di creare il limi.te al presente, dal fondo istesso della rivoluzione pullula la reazione ; dietro Dio sen viene il
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