Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 11-12 - 22 giugno 1905

292 LA RIVISTA POPOLARE Il materialismo che sino al secolo XVIII era stato piuttosto lavoro astratto di filosofi, passò nella pratica della vita, poichè era venuta meno con la fede in Dio, la religione del Dovere. Bisognava pertanto affrontare il gran mostro, che, ad insaputa degli stessi suoi adoratori, diventava lo strumento più forte e più sicuro del novello dispotismo. Tutto il movente della superficiale grandezza del secondo Impero è tutto lì. Una volta che fosse entrato nell'animo dell'universale la convinzione che il fondamento d'ogni morale della vita fosse la soddi.sfazione degli interessi materiali, sicchè, più. buono fosse quel governo che indipendentemente dalle sue origini, dalle sue forme, l'assicurasse, veniva chiara la conseguenza, che come l'indifferenza religiosa aveya tenuto 4ietro alla restaurazione del 1815, così l' ~ndifferenza politica ne fosse il necessario compimento E' ancora da nascere lo scrittore che riveli quanto sia stato funesto all'Umanità l'indifferenza politica. tori della medesima. Seguiva però attentamente il moto del pensiero germanico nelle traduzioni e nelle riviste, e spesso piacevagli di penetrare, quasi per intuito, coll'aiuto del dizionario, il senso de' poeti, fra' quali prediligeva lo Schiller ed ammirava il Goete. Quando uscì, nel 183 5 , la prima edizione della Vita di Gesù Cristo dello Strauss, le idee e le convinzioni di Mazzini sulla Religione erano già format_c presso a poco in quella essenza e in quell'ordine, con cui egli le venne poi svolgendo in seguito sino al suo ultimo scritto sull'argomento « Dal Concilio a Dio ». L'opera dello Strauss non gli potè esser nota quindi (salvo quanto gli era dato raccoglierne dalle recensioni delle riviste), che dalla traduzione del Littrè, che uscì nel 1839. Così dicasi degli scritti del Bauer e dello Scleyermaker, dello Zeller, etc. · E' per questa via di osservazioni storiche che si può trovare l'originalità del pensiero religioso di Giuseppe Mazzini. Gli scrittori ed i teologi citati dal Nicomede Bianchi, s' occupavano del problema religioso nel campo esclusivamente scientifico ed era quindi tutta un elaborazione critica della storia delle religioni. Giuseppe Mazzini per contro volle e tentò la rinnovazione del pensiero religioso, come fondamento di vita. Sta qui, pertanto l'originalitàdella sua dottrina; e quando cercheremo di ridurla a sistema, si vedrà allora , come nulla essa a,bbia a fare coi sistemi filosofici dell' epoca sua. Ma anche esaminando partitamente le dottrine degli scrittori nominati da Nicomede Bianchi, l' accusa non regge, perchè, ben altri sono i prinSimilmente ciò che egli conosceva della Filosofia tedesca -e segnatamente dell'Hegell'aveva raccolto dalle traduzioni e dalle riviste inglesi e francesi. E' mia impressione che, nel tutt' insieme, le idee e i sistemi tedeschi sulla Filosofia della Storia e sulla Filosofia e la Storia della Religione non siano le fonti da cui Mazzini attinse i concetti sui quali egli edificò la sua sintesi religiosa e storica sui destini dell'Umanità. Quella sintesi era il risultato composto delle intuizioni della sua mente e della coscienza universale dell'Umanità rivelantesi nelle epoche della storia. In quanto a Hegel, Mazzini era recisamente avverso alla sua scuola ; alle dottrine della quale egli contrapponeva la protesta della libertà. Basta .1eggere nel volume XIV delle Opere uscito in questi giorni alla luce, il suo scritto Pisa I C11sa dove mo1•ì Giuseppe Mazzini • . sul Cesarismo. Nè avvi risponcipii da cui questi scrittori partirono, ben altre le conseguenze a cui vollero arrivare. Biella, 4 maggio 1905. LUIGI GuELPA Lettera di lturelio ~atli a LuigiGuepfa sulle originidel pensieroreligiosodi G. Mazzini Bologna, 1 6 Giugno 1885 Egregio e caro Signore, La sua ultima lettera mi giunse pressochè alla vigilia della riunione democratica del 14 corrente in Bologna, per la quale ella prima deve aver ricevuto invito: mi giunse cioè in un momento in cui, tra c~>nvegni preliminari con amici, corrispondenze vane, e parecchie altre faccende eccezionali oltre le ordinarie, non mi fu assolutamente possibile il raccogliermi a rispondere ai suoi quesiti. I quali quesiti invero richiederebbero, per adegu~t~ r~sposta , specificato e lungo discorso , ed io, anc~e ora, ho appena tempo per poche righe. M1 ~e~doni quindi se le rispondo per brevi cenni, e quasi. 11;1forma telegrafica. Mazz1n1 non conosceva la lingua tedesca in modo da poter legg~re e intendere facilmente gli scritdenza alcuna fra r idea religiosa di Mazzini - che contrappone l'idea del Progresso perenne e dell' immediato contatto della coscienza umana con l'Ideale eterno, al dogma della caduta, della Redenzione a data fissa e della mediazione Sacerdotale - coll'idea religiosa di Lamennais che , quando Mazzini concepiva e svolgeva nel suo pensiero queste dottrine, era ancora perplesso e impigliato nelle pastoie del vecchio dogma e nella illusione di una Chiesa democratica. Le fonti da cui Mazzini, trasse ispirazione e alimento alla gran sintesi del suo pensiero religioso e umanitario, sono più alte. Esse costituiscono la tradizione stessa del pensiero dell'Umanità nella storia, spoglia dalla sua mente e dalla sua coscienza delle parti indefinite od incongrue e ridotta in forma più organica al vero; - fonti che hanno le loro remote origini nel1' Antichità orientale e Greco-Latina- che ricevono nuovi elementi vitali dalla parola di Gesù, scendono ad animare le divinazioni e i presentimenti dei più profondi intelletti - segnatamente in Italia - da Fra-Gioachimo ·a Dante e ai nostri riformatori del medio-evo e del secolo XVI; e che precorrono coi Soccini, agli Unitari Americani del nostro secolo - Channing, Parker, etc. Mazzinì raccoglie e cerne tutti questi confluenti della vita religiosa dell' Umanità e le indirizza alla

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