Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 11-12 - 22 giugno 1905

A GIUSEPPE MAZZINI 29t <e di Dio, religione dell'uomo è copiato da Hegel. cc Ma quel forte ingegno Tedesco si sarebbe ben cc guardato dal mescolare ai proprii pensieri le giace cularorie cattoliche che Mazzini vi ha incastrate. « In contraddizione ai pronunziati Hegeliani , egli cc elemosinò da Scelling quell'accoppiamento provvi- « denziale dei disegni di Dio e dei destini dell'uomo « che gli giova mirabilmente a dar carriera agli cc estri della sua imaginativa ..... Appartiene a Benia- « mino Constant il principio che il sentimento reli- « gioso va insieme al continuo progresso dell'urna- << nità, svincolandolo periodicamente dalla forma « vecchia .... Appartiene a Strauss l'affermazione che « Dio s'incarna successivamente nell'umanità ed il « suo spiritQ si manifesta in essa d'epoca in epoca « sempre più puro ea attivo ..... Appartiene a Cousin cc il pensamento dell' eterna e continua rivelazione « del creatore sulla cr~atura .... Già furono i filoso- <c fanti del secolo passato quelli i quali dichiararono « fracide cose, il Protestantesimo ed il Cattolicismo <e ed affermarono che la morale del Cattolicismo « non doveva esser più la propria dell' età mo- « derna .... » ( r). Contrappongo a questo critico della prima, un critico della seconda maniera, il Bolton King. Il quale, nel suo recente libro scrive « Ma quando dal cattolicismo e dal protestantesimo passò al Culto, il suo atteggiamento è d' infinita reverenza e d'onore. La profonda conoscenza degli Evangeli, l'innata affinità con lo Spirito loro, lo fecero penetrare molto addentro nella mente di Cristo ed egli parlò di Lui in parole magnifiche ed amorose » (2). Non si tratterebbe più, adunque, di <e veri scarabocchi da ragazzi J> (3) ma d'una dottrina desunta dalla profondità .-stessa dell'anima sua. Certo che nell'ambiente in cui germogliava il suo pensiero, vi era tutto un vivajo d' idee, di riminiscenze religiose, di ritorno alla fede degli avi, di restaurazione del sentimento religioso, attraverso al Medio Evo, di aspirazioni ad idealità superiori al materialismo della vita che con Voltaire e Napoleone, non era riuscito a conchiudere nulla di positivo, e sopratutto dominava la preoccupazione di conciliare l'idea del progresso indefinito dell'Umanità di Condorcet, con la tradizione religiosa delrimmobilità delle leggi di Dio. Il qual problema affaticò tutti i filosofi, i teologi eterodossi, i pensatori, ed i politici dei primi quarant'anni del secolo scorso, onde ridare alla società quell'unità di direzione morale, senza di cui si cade nella tetra anarchia degli interessi e delle cupidità ind~viduali. Ma in quel vi .rajo, ciascuno cercava e trovava 11 germe d'un proprio ed originale pensiero. lo credo che raramente si trovi nella storia dello sviluppo intellettuale dell'umanità, un periodo di tanti novatori ed originali pensatori, come nella prima metà del secolo XI ; e ciò perchè al periodo critico del secolo XVIII, succedeva, o per lo meno tentava di succedere, il periodo organico, riedificatore. Infatti, basterebbero due fatti soli per colorire di vero questo apprezzamento. Al tentativo dell' impero di Carlomagno e di Carlo V, rinnovato da Napoleone nel secolo XVIII, succede il periodo della formazione delle nazionalità, Greca, Italica, Tedesca. All'ultimo tentativo di reazione universale dei Papi, succede la caduta del Potere temporale di essi, ed il principio d'un tentato rinnovamento del cristianesimo sulla base d'una Democrazia Cristiana. Isolare il proprio pensiero dall'altrui produzione intellettuale, antece- (1) Vicende del Mazzinianismo politico e religioso dal r 83 2, al 1854. Governo, 1854, pag. 265 e seg. (2) Mazzini, pag. 232, Barbera, 1903. (3) Nicomede Franchi, opera cit., pag. 266. dente o concomitante, è un voler mortificare lo spirito nuovo, togliendogli il più vivo dei suoi impulsi, il contatto sociale. La solitudine individuale, <lacchè s• inventò la stampa è la negazione stessa del Progresso. Oggi si cammina per gara evolutiva di pensiero e di pensatori, ciascuno dei quali prende il suo posto a seconda della maggiore o minore grandezza del suo pensiero, dell'opera sua. Una contraria dottrina sarebbe la più cupa glorificazione del successo che mai siasi potuto ideare. Così Galileo farebbe dimenticare Copernico e via dicendo. Pertanto è giusto sotto quest'aspetto, quanto dice Bovio nel suo scritto postumo su Mazzini. Dopo aver riferito un anagolo brano delle opere di Mazzini, continuando il suo paragone fra Mazzini, Cristo e Socrate scrive: « Troviamo in Mazzini, ciò che in Socrate ed in « Cristo: la compenetrazione del principio con la « missione, il connubio del pensiero con l'azione, e <e questa compenetrazione costituisce la totalità etica, « senza cui non vi è grandezza d'uomo ed assai meno « grandezza di fondatori »... E più sotto soggiunse: <e Quindi la necessità di differenziare il suo prin- « cipio da qualunque altro dei dottrinari coll' im- « ponerci dottoreggianti sull'oggi, e ciechi sul do- << mani, da qualunque altro principio posto dagli << antichi fondatori, derivarne quante se ne potreb- « bero dalla logica d'un uomo e le rimanenti com- « mettere alla logica dei popoli ... >> Ed ancora : <e Maz- « zini imparò dal secolo, che se vi è una geometria <e della natura, vi dev'essere un disegno della storia-: « che però non a caso Vico era vissuto dopo Galileo <e e che il fatto muto per sè, parla e svela il suo prin- <c cipio e la sua conclusione, quando sia interrogato <e secondo la sua legge ... )> ( r). Conchiudendo su questo punto, sembra si possa dire che l'originalità della dottrina religiosa di Giuseppe Mazzini ha una duplice sorgente; il proprio genio e le contingenze storiche del tempo in cui visse. Nessuno vorrà contendere che l'umanità nel suo progredire, di epoca in epoca, sente il bisogno di rifornire la propria anima di idealità che l'epoca antecedente ha esaurite nello scetticismo o tradotte nella vita operosa di un popolo. E' come un viandante che lungo un cammino irto di difficoltà, di distanze incalcolabili, di quando in quando rifornisce il suo viatico. Le ragioni di questo rifornimento si trovano latenti nelle contingenze presenti; ma la rivelazione di esse, sicchè sieno norma di progresso, è opera del genio. Onde, a quegli uomini che lungo il cammino del!' Umanità sono rivelatori di nuovi ideali, fu dato propriamente il titolo di « fondatori di civiltà )J. Giuseppe Mazzini ( dice benissimo in ciò, il Bovio) non per il valore, ma per il tempo, è da mettere con Cristo e Socrate. cc Considerato tutta a parte la dottrina e la vita <e dell'uomo, dopo Socrate e Cristo, nella storia lo « allogheremo terzo, non di valore, ma di tempo l> (2). Il tempo aveva bisogno di logica per andare sino all'ultime conseguenze dei Principii posti dalla Rivoluzione francese; aveva bisogno di fede per assurgere alle nuove idealità. La filosofia e la scienza che nel secolo XVIII, si erano assunti l'impegno di sostituire l'elemento religioso, come coefficiente di civiltà, non si dichiararono vinte nella loro funzione sociale, negli albori del secolo XIX; ma certo; sentirono che esse, quell'unità di credenze, in cui tanto maestosamente e sicuramente riposa l'umanità, non potevano dare; onde era necessario ritornare al principio religioso quella missione di fede a cui la filosofia e la scienza avevano creduto ·di supplire. (1) Mazzini, pag. 20, Soc. edit. Sonzogno, 1905. (2) Opera citata, pag. 15.

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