RIVISTA POPOLARE DI Poli tic a, Lettere e Scienze Sociali Direttore: Prof. NAPOLEONE COLA.JANNI (Deputato al Parlamento) Anno Xl - Nnm. 11 e 12 ABBONAMENTO POSTALE Uoma, 22 Giugno 1905 Mazzini nel 18!19 (dalla incisione di Calamatta) Per GiuseppeMazzini Il giorn? 22 Giugno 1905 con1pi0110 ce!lto anni da che in Genova nacque Giuseppe Mazzini. . . Pensai che la Rivista Popolare, che agli I~e~l_ipolitici e sociali di Giuseppe Mazz1n1 1n n1assin1a parte s'inspira, non poteva non portare il proprio contributo, modesto ma sincero e fervidissin10, nelle onoranze che alla sua n1en1oria si rendo1:o nella ricorrenza di questo anniversan~; ed a lui è dedicata per ciò ed in tal giorno questa pubblicazione. La quale n1ira a farne conoscere l'opera e la mente, il pensiero e l'azione, che in lui sempre in una non n1ai più vista unione si armonizzarono, ricostruendola con la parola dei discepoli suoi. Sul punto, però, che nell'ultimo trentennio in Italia fu più vivan1ente discusso, quello economico-sociale , mi parve opportuno di far conoscere non il giudizio n1io, o di Catelani, o di altri che vanno sotto la denon1inazione di Mazziniani, n1a quello degli stessi socialisti, che in Italia più che altrove si son mostrati corrivi a non riconoscerne il pensiero, la direttiva, la n1eta finale. Perciò preferii la larga ri-
282 LA RIVISTAPOPOLARE produzione di un discorso solenne del Prof. Salvemini, che al partito socialista appartiene. I pensieri lin1pidi ed espliciti di Giuseppe Mazzini sulla quistione sociale e sul rapporto tra questa - ilfinee la repubblica - il mezzo - costituiscono la riprova e la documentazione, assai 'più che la ragione, dei giudizi più retti, inforn1ati al solo riconoscimento della verità , che oggi gli stessi socialisti emettono sul pensiero economico e sociale del Grande che riposa a Staglieno; ed io ho avuto cura per ciò di ripubblicarli. Così con1e ho ritenuto opportuno, che accanto agli scritti interamente apologetici di Giuseppe Mazzini trovassero posto altri nei quali l'ammirazione non esclude la critica; e ciò per meglio collocarlo nella realtà e per allontanare il sospetto che il sentimento dei repubblicani d' Italia sia di feticisn10 per lui , mentre essi lo ritengono si grandissimo tra gli uon1ini, un vero gigante fra di essi, ma non se ne fanno un idolo , nè lo vogliono sottratto alla libera, alla sincera •·discussione. Le critiche su questo o su quell'altro punto della dottrina del grande genovese venendo da uomini, che in politica n1ilitarono e n1ilitano tuttavia in campi diametr_aln1ente opposti, servono a fare risaltare n1aggiorn1ente la straordinaria con• cordia che anche tra essi c'è nel riconoscere la grandezza morale di Mazzini, la preponderante influenza esercitata da lui con1e fattore n1assimo dell'unità d'Italia. Mi piace all'uopo segnalare, tra quelli dei viventi , il giudizio finale di due illustri italiani, che appartengono al partito n1onarchico moderato , quel partito che più sisten1aticamente, più lungan1ente, e talora iniquamente, avversò in vita Giuseppe Mazzini: intendo parlar della chiusa dello studio sull'Epistolario di Mazzini di Alessandro d'Ancona e del giudizio sintetico di Pasquale Villari. Trovai volenterosi nell'o1naggio da rendere a Giuseppe Mazzini con questa pubblicazione quanti tra i vecchi an1ici e discepoli suoi sono ancora viventi: la Iessie White vedova Mario , Felice Dagnino, Andrea Giannelli , Edoardo Pantano, Gnocchi Viani. Che se alcuno voglia rin1proverarn1i di non trovare tra i cooperatori n1iei il rappresentante della famiglia Nathan, che per Mazzini ebbe un culto vero e che circondandolo di cure filiali, assidue, incredibili durante I.a sua vita di persecuzioni, di 'sofferenze e di s~crifizi acquistò un titolo irnperituro alla nco_noscenza dell' Italia , io devo qui. a tutti far noto che se ciò avviene non. 10 ne sono il responsabile. Non mancai di pregarlo vivan1ente di darmi un ricordo, un pensiero, un qualsiasi contributo; ma Ernesto Nathan per n1otivi , che a me non spetta nè di esporre nè di discutere, non credette di potern1elo dare, lasciando un vuoto non coln1abile in questa pubblicazio1~e e nell'anitno mio un profondo ramn1anco. Ho fatto, per commemorare il grande anniversario, tutto quello che ho potuto; ma certamente questo omaggio è impari - e quanto! - a ciò che è dovuto dalla riconoscenza degli Italiani a Giuseppe Mazzini. Consacrando alla sua n1e~1oria questa pubblicazione non ho cercato che l'intima soddisfazione di un dovere da compiere e la voluttà di sentirmi come ringiovanito nell' occuparn1i di lui e come ritornato agli anni del periodo della mia vita universitaria - dal 1868 al 1871 - quando insieme ad Edoardo Pantano tutta la mia esistenza fu consacrata allè cospirazioni repubblicane, quando ai sacrifizi, ai pericoli, alla prigione trovavo laighissin10 compenso leggendo e riles-gendo, con comn1ozione intensa, una dt quelle lettere, piene di fede ardente ed incrollabile in un avvenire migliore e nella realizzazione del1' ideale repubblicano, ansiosan1ente attese , religiosamente lette e rilette , che ridavano la fede anche a coloro che l'avevan perduta, e di cui la firma, che era quella di Giuseppe i'Iazzini, destava sen1pre in n1e un ineffabile palpito di gioia e faceva fortemente vibrare tutte le fibre del mi o cuore. Napoli,. Giugno 1905. NAPOLEONE - Co1AJANNI H.ppunti biografici - Mazzini nasce a Genova il 22 giugno 1805 alle 7 antimeridiane Figlio del dottore Giacomo e di Maria Drago - Ebbe due sorelle: Rosa, nata nel 1795 e Antonietta nel 1800 - Impara a leggere sentendo studiare le sorelle in una stanza attigua alla · sua cameretta -- Istruito in casa fino a 12 anni. A 15 anni ammesso all'Università. Spinto
A GIUSEPPE MAZZINI 283 dal padre si dà agli studi di medicina , e lo aiuta a preparare le lezioni che doveva fare all'Università, ma gli fa ribrezzo la tavola anatomica e si dedica agli studi legali - Prende lezioni particolari <li matematica, inglese e scherma. - Il 6 aprile 1827 è laureato avvocato ed esercita come difensore dei poveri. - Nel 1827-28 collabora nell'Indicatore Genovese, giornaletto di annunzi commerciali, in cui ta le note bibliografiche che a poco a poco diventano articoli -Il governo piemontese sopprime il giornale. - Iniziato nella Carboneria da Raimondo Doria che poi fu scoperto spia. - Nel" 1828 fonda a Livorno, con Carlo Bini e Guerrazzi, l'Indicatore Livornese, ma anche questo giornale di annunzi è soppresso dal governo toscano. - Collabora nella Nuova Antologia ove. pubblica i due scritti: D'una LetteraturaEuropea e Del 'Dramma Storico. - Viaggia in Toscana per conto della Carboneria. - Tradito a Genova, da un tal Cottin, in seguito ad un'iniziazione carbonara, è chiuso in prigione a Savona. - Liberato per mancanza di pruove, il governo sardo gli offre o di star confinato in un . villaggio del Piemonte o di andare in esilio, sceglie l' esilio e il 10 febbraio 1831 passa il Moncenisio. A Ginevra conosce Sismondi e Pellegrino RossiA Lione, allora quartiere generale dei proscritti italiani si unisce ai migliori tra loro e parte per la . Corsica per recarsi di là nel Centro d'Italia onde aiutarvi l'insurrezione; ma l'aiuto è respinto dal Governo Provvisorio di Bologna, e Mazzini lascia la Corsica per recarsi a Marsiglia. - Fonda a Marsiglia la società segreta La Giovine Italia. - Lettera a Carlo Alberto (1831) firmata Un Italiano-. Una circolare del governo piemontese, diretta a tutte le autorità di frontiera, dà tutti i connotati di Mazzini perchè sia immediatamente ....arrestato. - Agosto 1832. - Un decreto del ministero francese esilia Mazzini dalla Francia - Mazzini per un anno resta celato a Marsiglia in casa di Demostene Olivier, padre di Emilio, futuro midstro. - E' accusato di aver fatto ferire a Rhodez (Aveyron) da Gavioli, esule del 1831, certi Emi- :liani e Lazzareschi venuti in sospetto di spie - Mazzini smentisce e la Corte suprema dell' Aveyron decide che il delitto, conseguenza di una rissa, era stato commesso senza premeditazione. - Nel 1840 l'accusa viene ripetuta da un tal Gisquet, ex prefetto di polizia - Chiamato in giudizio da Mazzini, il Tribunale con sentenza dell'aprile 1841 dichiara Mazzini incapace di misfatti. - Nd 1845 sir James Grahman che aveva osato far rivivere la cal.unnia è costretto a chiedere scusa a Mazzini in pieno Parlamento. - Tali accuse furono però sempre rac- ·colte come verita dalle Gazzette regie piemontesi e dal Cantù nella sua Cronistoria. - La GiovineItalia si estende. - Cooperatori: in Toscana, Guerrazzi, Bini, Montanelli, Carlo Matteucci, Cempini figlio del ministro, Carlo Fenzi; in Piemonte, Cantara, Vochieri, Parola, Agostino Depretis, in Umbria Francesco Guardabassi; in 7{_0magna Carlo Luigi Farini; in Napoli, Carlo Poerio, Leopardi. - Scoperta della congiura per un azione rivohJzionaria. Vengono carcerati: Iacopo Ruffini, Antonio Gavottì, Andrea Vochieri, il tenente Effisio Tola, il sergente Millio, Alessandro Gubernatis etc. Iacopo Ruffini sapendo che ai prigionieri si usavano tutte le arti più infami per turbarne le mente si svena con un chiodo. - Ai carnefici vengono date croci e commende e al conte Galateri di Genala, il più feroce, il collare dell'Annunziata - Mazzini in- ~itme. a. Berghini e Barberis è condannato a morte ignominiosa. - Spedizione di Savoia (1834) fallita per causa principale di Ramorino. - Mazzini in Svizzera - vi fonda la Giovine Europa. - Fonda quindi la GiovineSviz.zera e pubblica a Bienne (Berna) la JeuneSuisse (1835-6), in francese e tedesco. - E' arrestato a Soletta insieme ad Agostino Ruffini e allo svedese Harro Harring. - Rilasciato, gH s'intima di uscire dal cantone, e quindi la Dieta lo esilia in perpetuo da quello Stato. - Nei primi del gennaio 1837 giunge a Londra; Sua orrenda miseria - è costretto, un giorno, a portare a vendere, un paio di stivali e una giubba, da un rigattiere - mangiava coi Ruffini soltanto patate e riso--Sua amicizia con Carlyle e con AspurtDopo lunghe difficoltà riesce a scrivere nelle riviste inglesi a una sterlina per pagina. Gli editori gli tagliano le migliori pagine perchè non adatte ai gusti degli inglesi. - Ritrova dei manoscritti di Ugo Foscolo, e la sua corrispondenza con Quirina Maggiotti, ccla donna gentile ». - Con l'aiuto pecuniario della Maggiotti riesce ad avere dall' editore Pikering un altro prezioso manoscritto di Foscolo - Pubblica a Lugano: Gli scritti politici di Foscolo e a Londra La Commediadi Dante Alighieri, illustrata da UgoFoscolo, in 4 volum=, ed. P. Rolaodi, 1842. - Fonda a Londra l'ApostolatoPopolare (1840-41) io cui getta le basi del suo pensiero sociale. - Fonda a Londra la ScuolaItaliana pei giovanetti italiani che andavano intorno coll' organetto, e vi insegna egli stesso - Guerricciuole meschinissime da parte della CappellaSarda. - Le spedizione dei Fratelli Bandiera è sconsigliata da Mazzini. Il fallire, scriveva a Fabrizi, ci caccie• rebbeottoanni indietro. Il Fondo Nazionale per l'impresa frutta appena 2500 lire. Lord Aberdeen e lord Graham sono costretti a confessare in Parlamento che il governo inglese aveva violato il segreto postale comunicando ai governi austriaco e borbonico le lettere di Mazzini. - Lettera a Pio IX (1847) perchè trasformasse la sua falsa autorità nella vera, sulla via della libertà. - Fonda a Parigi l'AssociazioneNazionale. - Mazzini a Milano nel 1848. - Grande dimostrazione popolare al suo arrivo. - Il suo programma, riflesso dalla Voce del Popolo, era : primo pensiero, la guerra; secondo, l'unità; terzo, la forma di governo. - Non voleva si trattasse di fusione prima di cacciare lo straniero. - Invece, mentre Radetzky raccoglieva baionette, Carlo Alberto pensava ai voti, Garibaldi era accolto freddamente al suo arrivo e consigliato dal ministro Ricci ad andare a fare il corsaro a Venezia: - la fusione prevalse, la guerra si ridusse alle fortezze, e si ebbe la capitolazione della città dalle cinque giornate. - Tentativo di Val d'Intelvi fallito - Mazzini portabandiera della brigata Medici.
284 LA RIVISTA POPOLARE - Mazzini fa breve sosta a Lugano e poi va a Profumo se ne esci tranquillamente di casa Pareto :Marsiglia. chiedendo ad una delle guardie che gli accendesse - 'Mazzini a Livorno l' 8 febbraio 1849 - An- il sigaro. - Va a Quarto, e riordinate le fila della nunzia la fuga del Granduca e incita i cittadini alla cospirazione torna in Inghilterra. c:tlma per provare che potevano vivere più che mai - Nel settembre 1858 fonda a Londra il perioconcordi e amorevoli senza principe. A quei che dico Pensieroe Azione e si dà tutto alla propaganda volevano atterrare b statua del Granduca suggerisce repubblicana. di velarla. - Dichiarazione del 28 febbraio 1859 firmata da - Mazzini a Firenze - Il 18 febbraio 1849 sotto Mazzini, Crispi, Rosolino Pilo, Alberto Mario, Mon- . le Loggie degli Uffici, dinanzi a 10.000 persone ac- tecchi, Pianciani, Libertini, e aderenti Avezzana e eiamanti, propone che i Toscani affratellino le loro Luigi Foresta dell'America, in cui si diceva che si sorti a quelle di Roma - ma Guerrazzi e gli uomini sarebbero astenuti dalla· guerra se questa fosse stata che sedevano con lui al Governo si chiudono nel diretta e padroneggiata da Napoleone, ma che avrebmeschino concetto dell'autonomia toscana e cadono bero seguito nell'arena la Monarchia di Savoia e senza onore sotto i colpi della reazione. promosso con tutti i loro sforzi il buon esito della - Mazzini giunge a Roma il 5 marzo 1849. guerra se questa fosse « tendente in modo espii- - Il suo triumvirato dura fino al 30 giugno. Re- cito all' unità italiana >>. spinta una sua proposta di uscire coll'. esercito e - Scoppiata la guerra, caduto per Mazzini il sotrasportare altrove la guerra , si dimette con Saffi gno di una Patria redenta dalla propria virtù, va a e Armellini ricusando trattare col nemico , perchè Firenze in casa del Dolfi, e di là fomenta il moto disse essere stato eletto a difenderenon a sotterrare annessionista, che scompiglia complet1mente i dila repubblica. segni di Napoleone III. - Parte per Civitavecchia e Li- - Lavoro di preparazione alla vorno, senza passaporto, e affidan- spedizione dei Mille con Rosolino dosi ad uno sconosciuto capitano Pilo, Francesco Crispi, La Masa, corso, su di un vaporuccio, « Il cor- Corrao, Agostino Bertani. Va a riere corso », va a Marsiglia. Da là Napoli. Ivi sostiene che si doveva senza passaporto va a Genova. mirare prima a Venezia, poi a Ro- - Fonda a Losanna la rivista •· ma; e che si ponesse per patto delItalia del Popolo che dura dal set- l'annessione il riconoscimento del tembre 1849 al maggio 1850, e, diritto costituente della Nazione. interrottamente, fino al 1851. - A La parte moderata vinse. Turbe Montallegro fa vita con1une con briache e comprate gridano a N~- S:tffi, Montecchi e Varè, e ad in- poli sotto le finestre di Mazzini: urvalli con Pisacane , Quadrio e Morte a :Mazzini ! De Boni. - 1863-64. ·Pratiche con Vitto- - Nel 1850 lascia Losanna e rio Emanuele per aftrettare un'imtorna a Londra. presa nel Veneto. Le titubanze del - A Londra fonda la società Re e dei suoi consiglieri gli fanno Gli amici d'Italia che crea tante rompere ogni trattativa e lo decisimpatie alla causa nazionale, ed dono a fondare l'Alleanza Repubemette un Prestitonazionale per sor- blicana Universale. reggerla. - Stringe relazioni con - Stringe, alla vigilia del 1866, Kossuth, con Ledru Rollio, e coi nuove relazioni con l:1 Permanente, più autorevoli uomini della Demo- associazione democratica piemonc1azia Europea. Alti-oJritratto di Mazzini tese, perriprendere l'anticv disegno - Nell'autunno del 1850 torna di nuovo a Lo- di un accordo per la liberazione del Veneto, ma il sanna e a Ginevra, ma è costretto dalle persecuzioni modo ignominioso con cui fu condotta la guerra poliziesche a ritornarsene a Londra. che finì con Lissa e Custoza e col dono feudale del - Nel 1852 gli muore la madre - Dolore im- Veneto per mano di Napoleone III, lo fecero ritormenso. nare al lavoro puramente repubblicano. - Moto del 6 febbraio 1853. - Mazzini aveva - Men tana - , Mazzini non ostacolò : voleva che C(msigliato gli organizzatori a difterire la prova, ma si andasse a Roma con bandiera repubblicana. Manda quando la risoluzione degli operai rese irrevocabile un messaggero a Garibaldi perchè si ribellasse dopo il il fatto, aiutò con tutte le sue forze e si recò alla proclama del Re. Accuse ingiuste di Garibaldi confrontiera, pronto a partire per Milano ove il moto tro Mazzini e i Mazziniani. Missori , Egisto Bezzi, riuscisse vittorioso. Cantoni, Tanara, Valzania, Zamborelli erano mazzi- - Va nascostamente a Genova e quindi di nuovo niani e dei più amati tra gli ufficiali di Garibaldi. a Londra. - Lavoro febbrile di Mazzini. - E' ricer- - Nel 1867 stringe relazioni segrete con Bic:tto da tutte le polizie d'Europa. - L' 01le di smarck proponendo un' alleanza strategica tra la Dell' Ongaro: « Chi dice che Mazzini è in Alema- Germania e il Partito d'Azione italiano contro Nagna » etc. poleone III (Politica segreta italiana, cap. X). - Spedizione di Carlo Pisacane fallita perchè - 1870 - Vuol promovere un movimento riNapoli non fece la parte sua. - A Genova, scoperta voluzionario in Sicilia. Pantano e Ardizzone arrestati la cospirazione, si recede dal moto. - Condanna a a Milano e accusati come capi di accoltellatori simorte ·di Mazzini (1857). Mazzini era a Genova, ma la ciliani. Insieme a loro vengono arrestati, a Milano Polizia non potette scoprirlo. - Assieme a Cristina Missori, Cavallotti, Bizzoni, Castiglioni, Giuseppe
A GIUSEPPE MAZZINI 285 Nathan, Ernesto Pozzi - a Genova, Canzio, Mosto, Stallo, Gattorno , Pasetto, Pasqua, Strigliati - a Napoli, Colajanni e Marziale Capo. - Giungono a Mazzini domande insistenti dalla Sicilia perchè andasse là a capitanare il movin1eòto. Mazzini vi manda Wolfl, già maggiore garibaldino nel 1866 , per informazioni positive ; W olfl conforma che tutto era pronto, e Mazzini decide partire. Saffi, Quadrio, Mosto, anche perchè diffidavano del Wolfl, lo sconsigliano; ma Mazzini preso a compagno Narratone fino a Livorno, fino a Napoli Castiglioni, giunge senza incidenti a Napoli. Castiglioni parte prima lii lui, e Mazzini si trattiene a Napoli in casa di Carlotta Benedettini, moglie a Profumo, uno dei condannati del 1857. Parte quindi solo, preavvisando Wolff e Castiglioni. È arrestato il 15 agosto 1870 a Palermo mentre stava per sbarcare, e col vapore Fieramosca viene condotto i~ prigione a Gaeta. - Aministiato. Costretto a pernottare per poche ore a Roma va · in un albago presso la Posta, ma non vuol vedere nessuno. Si reca qui,~di a Livorno in casa di Enrichetta Na than Rosselli, quindi a Genova per visitare ht tomba delb madre, e riparte ·per Londra. - Nel 1871 promuove l'orJinamenio del Patto di Fratellanza delle Socied operaie italiane e fonda la 'R.._omadel 'Popolo ( Jal marzo 1871 al 10 marzo 1872) diretto in Roma nomin:dmente da Giuseppe Petroni, realmente da lui: vi sostiene una vivissima polemica contro i princi pii e i metodi dell'Internazionale e in articoli magistr~li riconferma e svolge tutto il suo programma morale, politico e sociale. La lettura degli scritti di Giuseppe Mazzini gioverà sempre, in tutti i tempi, agli uomini di tutti i partiti, perchè essi espongono con chiarezza e sostengono con eloquenza quei principii che soli nobilitano il carattere, e che in ogni società, sotto qualunque governo, sono il vero e sicuro fondamento del progresso civile e morale, della libertà e prosperità delle nazioni. p ASQUALE V ILLARI Colajanni,fratello mio ! Allorchè mi chiedesti una pagjna per la tua Rivista pel centenario di Mazzini, io rivolsi a me stesso questa domanda : - non sarebbe forse meglio ritrarsi in disparte, lasciando ad altri il compito di celebrare Mal'.zini? Noi lo celebrammo nelle ore tristi ic cui la calunnia lo incalzava da ogni lato: lo difendemmo quando gli altri lo combattevano; quando il farlo p_rocacciava l'ironia o la persecuz10ne. Sotto il fascino del suo esempio o della sua parola, spiammo allora i palpiti della patria, frementi di trovarli incerti e fiacchimentre qualcuno, di quando in quando , per irrobustirli con la trasfusione del proprio sangue atlrontava, in tentativi disperati, il carcere o la scure, quaudo non poteva sfidare la morte sui campi di battaglia. - Muore a Pisa il 10 marzo 1872 alle 2 antimeridiane in casa Rosselli. E' assistito sotto il nome Maria Drago, madre di Giuseppe Mazzini Poi alla febre degl' ideali del periodo epico del risorgimento nazionale successe quella degli appetiti, alla storia eroica la cronaca servile ; e in quel periodo grigio di entusiasmi a freddo, di patriottismo senza sacrificii , di poesia senza inspirazione, di religione senza fede-noi trovammo ancora una volta nella sua parola o nel suo esempio la forza di Giorgio Brown, del dottor Giovanni Rossini che scrisse poi un opuscolo intitolato : Narrazione dell' ultima malattia di GiuseppeMazzini. Di Giuseppe:JvCaz..zh..oinsicrittoardentemente forti coseai niiei beigiorni. Non mi piaceripeterm.i. Conievorrei non posso.Comepossonon voglio. Bologna, 19 Maggio 1905. Grosu:i:: CARDUCCI La fama di Giuseppe Mazzini cresce ogni giorno anche fra coloro che non accettano il suo programma politico. Egli fu costantemente devoto ad un'idea, alla quale sperando contro la speranza sacrificò la intera sua esistenza. Gli ostacoli, le traversie, ]e disfatte, nella lotta che continuamente sostenne, non fecero altro che alimentare , rinvigorire la sua fede incrollabile. L'Italia non accettò la Repubblica da lui desiderata e proposta; ma attuò l'unità nazionale, che era lo scopo finale, che egli colla Repubblica voleva raggiungere. necessaria per sottrarci alle pigri allucinazioni del- }' ambiente, per risalire la corrente, per contrapporre al soffio gelido dello scetticismo un'anima e un'idea. Allora - ed ora ? Ora perplessi, pensosi torniamo a curvarci sul petto della patria risorta per sorprendervi il soffio di quelle idea lita rigeneratrici senza le g uali un popolo non è che un numero nella storia. E dinanzi al suo sepolcro, dove sfilano a capo scoperto anche coloro che un giorno lo vollero proscritto dalla sua terra natia o dalla coscienza nazionale , salutiamo questo generale incondizionato omaggio alla sua memoria, come un raggio di luce che illumina l' anima del paese verso i suoi futuri destini. In questo unanime consenso-al di fuori e al di sopra di ogni questione di parte-sta oggi l' affermazione della sua grandezza. Giacchè se come cittadino del mondo egli fu l' interprete del pensiero collettivo di un' Epoca nuova in cui lo Stato non sarà. pi_ù nè sopraflàzione di classe , nè lotta di ego1snu, ma integrazione piena dell' uomo nella società , del cittadino nella Patria e della Patria nell'Umanità - come italiano egli rappresenta la
286 LA RIVISTA POPOLARE incarnazione più completa e più pura della coscienz,t nazionale. E dopo una vita di lotte e di 111jftirii consacrata a far passare dalla sfera dell' ideale nel dominio dei fatti compiuti il sogno secolare di una grande patria italiana - Egli volle santificarla morendo col cancellare idealmente le traccie dolorose del passato. E fra Genova e Pisa-fra le due citta per le quali i ricordi della Meloria restavano testimoni delle vecchie cruerre fratricide-egli stese come un laccio di amor~-bevendo nell' un'a le prime aure di vita e· di forti esempii - posando nell'altra la testa morente. Colajanni, fratello mio , tiriamoci in disparte , e lasciamo al popolo - depositari<? . ed int:rprete. del suo pensiero-la parola con _cm 1 p~poli non _1m~ memori consegnano alla stona e all 1mmortahtà 1 loro precursori e i loro martiri. EDOARDOPANTANO Il pensiettoteligiosdoi GiusepplYe lazzini A P P U N TI .(1) Le teoriche pubbliche hanno più che m11.ibisogno d' una sanzione religiosa. Senu questa, sarebbero sempre mal certe, prive d' una base sicura, d' un punto di appoggio in concreto. « Dal papa il Concilio ». Il-1Azzm1 I. Lo studio del pensiero religioso di Giuseppe Mazzioni, in quanto può assumere qualità d'una teorica delle Religioni è da farsi sopra i seguenti scritti di lui. 1. 0 Intorno all'Enciclica di Gregorio XVI (1834). 2. 0 Programma délla Giovine Europa (1834). 3.0 Dell'iniziativa rivoluzionaria dell'Europa ( 1834). 4.° Fede ed Avvenire ( 1835). 5.0 I- Patrioti ed il Clero (1835). 6.0 Lamennais (1839). 7.0 Dono a Lamennais (1840). 8. 0 Allocuzione al Papa ( 1842). 9.0 Italia, Austria ed il Papa ( 1844). ro.0 Lettera a Pio IX Pontefice massimo (1847). 11. 0 Sull'Enciclica di Papa Pio IX agli arcivescovi e vescovi d'Italia ( 1849). 12.0 Dal papa al Concilio (1849). 13.0 Roma (1858). 14.0 I doveri degli uomini ( 1860). 15.0 A papa Pio IX ( 1865). 16.0 Il Cesarismo (1865). 17.0 Dal Concilio a Dio (1870). 18.0 Moto antipapale Germanico (1871). 19.0 La Questione Sociale (1871). 20.0 La Reforme intellectuelle et morale de la France, d'Ernest Renan ( 1872). . L'Epistolario (per l'applicazione delle massime religiose alla vita pratica); le note bibliografiche (per lo sviluppo interiore della sua coscienza). Dalla enumerazione di questi scritti, emerge come Giuseppe Mazzini, non sia il filosofo che nella so- ( 1) Questi appunti sono desunti dalla lezione XI del mio corso « Sulla mente, la dottrina, e l'opera di Giuseppe MaHini, nella storia della civiltà del secolo XIX », delle quali ho pubblicato a stampa il programma sin dal Maggio 1902;" e che io avrei dovuto tenere all'Università di Genova fin dall'anno scolastico 1902-1903 ..•• se non fosse stato respinto, perchè quell'Università non h~ aule sufficienti ! li tudine delle sue meditazioni coltiva le astrazioni della mente o per far la critica dei sistemi filosofici antecedenti o per crearne uno egli ste~so; ma è il pensatore che, volta per volta le contmg~nze storiche del tempo glie ne presentano l' occasi~ne esatta l'avverte, la coglie nel suo momento storico più d~cisivo e prende impulso dai fatti in cui si _ma: nifesta, per iniziare, sviluppare, compi '.·e tutti gli elementi complessi che necessitano per dare al suo pensiero e un'espressione precisa ed un'applicazion~ operosa. '1°: apparenza 1 fra quei_su~cessivi p~~samentl che si manifestano ad intervalli d1 tempo pm o meno lunghi, non vi è il_solito ordi~e, 1~ so~ita su_ccessione logica delle idee e la soh ta direz10nc di esse verso un fine scentifico ben chiaro, come può trovarsi in un trattato espressamente concepito e scritto continuatamente. Ma in realtà vi è tutto ciò e più ancora. L'ordine è dato dalla mente stessa che si apposta vigile nella stori~ per cogl~er ~a serie dei fatti eccitatori d'un pensiero; la logica e data dalla incessante meditazione con cui si classificano nella mente scentificamente i fatti accaduti, per connetterli ad ogni nuovo evento della stessa natu_ra e~ importanza ; la direzione verso un fine un_ico e dimostrata dall'intelletto che se ne serve per introdurre nella vita e nella storia un nuovo elemento di civiltà. Il libro del pensatore, 1~011 può essere,9uepo di un filosofo. Il pensatore, scrive, quando l indice del tempo gli segna il fatto da cui può ~edurre una nuova dimostrazione del principio scentifico da èui si muove. La Rivoluzione di Luglio è un_ primo ritorno ~l principio di libertà, dopo -la reaz10ne d~l 1?1~- Ritorno che fu un inganno teso alle molt1tudin1 anelanti· ma ad ogni modo, fu un inganno che permise 'molte manifestazioni di pensiero nuovo. Parte di questo, era la libertà religiosa. ?ino. allora la chiesa aveva conspirato sempre col Dispotismo contro il cammino dell'Incivilimento. Era, o per lo meno pareva tempo prop_izi~, per i~d~rre _la chiesa a mutar di alleato; al Principe, sostituir~ 11 Pop~lo. Tale fu il concetto dell'abate Lamennais. In un10ne agli abati Gerbct, Rohrbacher, Lacordaire, ed ai signori da Coux, Bartels, Montalambert, Dagueare e D'Alt-Dumenil fonda « L'Avenir ». E' il primo giornale quotidiano religioso che si sia pubblicato. Il suo programma: la libertà religiosa. Ma la parola? deve aver il sussidio dell' a 1 ione. Allora da questi stessi si fonda« l'Agen 1ia ~~n~raleper. la ffifefa della libertà religiosa. >> La novita imp~ess10no; 1all~an-;- za della Chiesa con la Democrazia pareva avviarsi alla consacrazione dei fatti ... Ma interviene la reazionaria Enciclica 15 Agosto 1832 di Papa Gregorio XVI a fulminare quel!' iniziazione della chiesa alla vita moderna; e con dichiarazione 10 Dicembre dello stesso anno, Lamennais e~ i suoi a_mic_iossequenti al fulmine papale, sopprimono e 11giornale e l'agenzia. Il proble.r:r1a pe_r~ restava _e~u~lmente posto nella storia; cc e po~sibtle la concil!azwne del Papato che impernia in se stesso la Chiesa con la Modernità? » La prima apparizione del Pensie~o religioso di Giuseppe Mazzini ' accade appu~to in quel temro ed alla formola di sper_anza _dell ~bat~ Lam_ennai~ egli oppone la formola rivoluz10nana dei tempi nuovi cc il Papato è spento » ( 1 ).. . . . Con ciò non si vuol dire che Gmseppe Mazz1n1 abbia atteso quel momento s!orico, _p~r sen~irsi germinare nell' anima _il pensiero rel~g10so., giacchè questo allo stato di c~ed_enza e _d1s_entu~ento già trovasi diffuso nella G10v1ne Italia, -sintetizzato (1) Scritti di G. Mazzini, Police, Vol. III, pag. 62, 73·
A GIUSEPPE MAZZINI 287 nella formola cc Dio e Popolo ». Ma da quel giorno intuì che quello era il punto da cui partire per trattare a fondo la questione religiosa. Man mano che procedeva nella vita, i fatti gli procurarono maggior esperienza delle necessità religiose dei suoi tempi. Forse fu il primo scrittore a rivelare che un fondo di tristezza occupa il cuore dell'universale, dopo che la Scienza volle rivaleggiare con la Religione nel tenere il primo posto nell'anima sociale. Onde ben fu detto che Mazzini non è un filosofo; ma è pm d'un filosofo, perchè non restrinse la mente sua nel dominio del puro spirito soggettivo, ma lo allargò sino alla comprensione dell'Umanità. Per questo lato, .regge quello che Giovanni Bovio, scrisse: formare, Giuseppe Mazzini, il terzo con Socrate e Cristo. Soora trascinato dalla diplomazia Europea; non lascia perciò una scuola di verità. Ed è questa scuola soltanto che è diffusiva di verità. Mazzini, all'opposto, risale, nella sua opera politìca e nel suo apostolato di Nazionalità e d'Umanità sino ad una sanzione religiosa che sia garanzia di moralità per ogni azione individuale e sociale. Giorgio Washington, invece è fondatore di civiltà, giacchè egli, deposte le armi ed ogni pubblica funzione, diventa esempio vivente .della verità che informa tutta l'opera politica di lui. Prima di entrare in materia, ho creduto di esprimere alcune idee generali, anche perchè non è mai abbastanza ripetuto che Mazzini ha fornito gli elementi tutti d' una teorica delle religio- · ni, ma non la ridusse crate,raccoglieva gli argomenti della sua psicologi a e della sua morale, giorno, per giorno, dalla conoscenza profonda e diuturna che aveva degli uomini e delle cose greche. Il suo filosofeggiare segna il momento in cui lo spirito nuovo, dopo aver ricercata l' anima dell'universo per studiarla, s' indirizza a ricercare l' anima dell' uomo per studiarlo in sè stesso. Alla sua volta, il pensiero religioso di Mazzini segna il trapasso della civiltà, dal culto dello individualismo a quello dell'Umanità; è l' Individualismo che cede il posto all'associazione. Bene quindi fu detto, Mazzini essere un fondatore di civiltà, inquantochè egli non opera in assenza d'ogni principio direttivo; anzi, l'opera sua altro non è che la manifestazione esteriore d'una serie di azioni governate e dirette da un principio supremo che L'ULTIMO a sistema. Gli è mancato il tempo e poi come Socrate e Cristo , hanno lasciato ai posteri tutti i materiali di una dottrinaimmortale. Ridurre a sistema scientifico la teorica religiosa di Mazzini deve essere il lavoro dei continuatori del suo pensiero, della sua dottrina. Lavoro supremamente arduo per la varietà e molteplicità di quegli elementi, ma non tale da far disperare di giungere alla costruzione d'una teorica compiuta, senza snaturarne il pensiero. La fortuna di Carlo Marx si fu quella di aver trovato prima dei sistematori della sua dottrina; indi dei critici. Ma, frattanto la polvere dell'oblio non s' addensò mai sulle sue speculadomina ed illumina tutto il suo intelletto. L'unità del pen- .DEI GRANDI ITALIANI ANTICHI E IL PRIMO DEI NUOVI IL PENSATORE CHE DI ROMA EBBE LA FORZA DEI COMUNI LA FEDE DEI TEMPI MODERNI IL CONCETTO L'UOMO DI STATO CHE PENSÒ E VOLLE E RICREÒ UNA LA NAZIONE IRRIDENTI AL PROPOSITO SUBLIME I MOLTI CHE ORA L'OPERA SUA ABUSANO IL CITTADINO CHE TARDI ASCOLTATO NEL MDCCCXLVIII RINNEGATO ED OBLIATO NEL MDCCCLX LASCIATO PRIGIONE NEL MDCCCLXX SEMPRE E SU TUTTO DILESSE LA PATRIA L'UOMO CHE TUTTO SACRIFICÒ CHE AMÒ TANTO E MOLTO COMPATÌ E NON ODIÒ MAI GIUSEPPE MAZZINI DOPO QUARANT'ANNI DI ESILIO PASSA LIBERO PER TERRA ITALIANA OGGI CHE E MORTO O ITALIA! QUANTA GLORIA E QUANTA BASSEZZA E QUANTO DEBITO PER L'AVVENIRE G. earducci zioni economiche. Giovanni Bovio, volle dire che la dottrina religiosa di Mazzini era sorpassata, per cui poteva studiarsi, come una espressione d'un momento storico, ma senza addentellato siero con l'azione forma la perfezione dell'operare umano. Camillo Cavour che non ha fede all'unità politica dell'Italia, crede di potersi fermare al ducato di Milano ed invece va sino a Napoli sferzato alle reni dalla Rivoluzione, e muore legando il suo nome, per un verso alla contraddizione del principio di nazionalità con la cessione di Nizza alla Francia; per l'altro verso, inspirando la sua politica al principio di nazionalità, con la proclamazione di Roma, capitale d'Italia. Pur essendo un grande uomo di stato, non potrà mai chiamarsi un fondatore di civiltà. Nessun principio presiede alla sua politica, egli vive d'adattamenti, ora trascinante, con le aspirazioni spirituali del presente. L? st_udio paziente della dottrina religiosa di Mazzim ~i:1110strerà i'1vece che la Religione futura, la Religione che verrà diffusa dall'infallibile interprete della legge di Dio, l'Umanità, avrà appunto per suo f?n:- damento la dottrina religiosa di Giuseppe Mazz1111u Egli partì, con la Giovine Italia, da_lb fon:n~la: « Dio e Popolo » e concluse il suo pensiero religioso con la formala cc Dio, Progresso ed Unianità ll. Non è forse questa la parola definitiva della spiritualit~ divina sulla terra? ... Più nessun mistero separerà 1 tre termini della formala. Più nessuna necessità di un intermediario che la interpreti, come se l' inter-
288· LA RIVISTA POPOLARE pretare il pensiero di Dio sulla terra, potesse essere nità, che come una forte marea dell'oceano, si eleva il privilegio d'una casta, perochè la stessa Umanità nei suoi sussulti sino a Dio. sarà la potente rivelatrice del primo termine della Come si vedrà più tardi, la prova dell'esistenza formola, Dio. Vi sarà un'armonia di note così co- di Dio non è data da Mazzini coi soliti metodi anstante e sonora fra i tre termini che nessun elemento tiquati di cui si fa tanto sciupìo nelle scuole, ma eterogeneo potrà introdurvi alcuna di~sonanza. Ora è desunta storicamente dai fatti in cui si esplica, pel'armonie sociali sanzionate da Dio « padre ed edu- riodicamente ed incessantemente lo spirito umano calore » non sono forse la finalità suprema del corso nella realtà del mondo. Credo che Giovanni Bovio dei secoli nell'avvenire? « A Dio padre cd educatore, sia andato in quell'avviso per l'unilateralità del suo a Dio che voi sconoscete costringendone l'eterna punto filosofico di partenza. La dottrina di Giovanni progressiva, continua Rivelazione, nei confini d'un Bovio si riannoda (o meglio egli tende a riannolibro, d'un'epoca, d'una ispirazione d'intermediario darla) con la filosofia del Risorgimento Italico. La privilegiato; al Dio della vita e non di una ca- sua ambizione (usando questo vocabolo nel suo sista » (1). E questo richiamo ad un Dio pre-;entc ed gnificato buono) è quella di essere il riprenditore ed interessato nell'ascendente progressione dcll' Uma- il continuatore di quella filosofìa. Interrotta in Italia nità verso il bene universale, collettivo, solidario, per opera della reazione cattolica, bruciato Giordano Giuseppe Mazzini lo dirigeva al Concilio radunato Bruno, quella filosofia si scinde. Nella sua parte di in Roma da Papa Pio IX alla vigilia del XX Set- critica del mondo fisico, rimane con Galileo in Italia, tembre 1870. e con la scuola dei fìsici che indi ne segue. Nella Io non so qmile più ampia e progressiva nozione sL1aparte metafisica, od idealistica che voglia dirsi, del Divino, sia mai stata si tragitta in Germania ed fatta nel secolo XIX e possa -....-....---~---~~= ~=~ in Inghilterra. Ritorna poi pretendersi. J avè il Dio ~ M; 1 sotto le spoglie dei filosofi sterminatore delle prime , 1 ( J' Tedeschi, Kant, Scelling epoche della Bibbia che 1 1,i cd Hegel e sotto le spoglie nella sua ira cancella i be- ' dd fìlosofo Inglese, Lokc, nefizi della Creazione da si traveste nel sensismo lui voluta e fatta secondo francese. Cessa affatto nel la tesi Biblica; ]cova, il periodo della Rivoluzione giudice supremo del moto Italo-francese, si ripiglia, storico dcll' Ebraismo cd e si fa quasi positiva con interviene in ogni suo atto Romagnosi , ma diventa ed è anzi l' iniziatore di ~i...•r neo Guelfa coi filosofi della tutta quella politica, che n-.. fìll moderazione Ma mi ani, di decadenz1 in dec.adcn- Gioberti, Rosmini. Fratza, va sino alla distruzione tanto della formola filosodella razza di Giuda e fica del Rinascimento, riquindi di Gerusalemme; mane più nulla. Mazzini, il Dio dei santi padri e non è J' inventore d'un sidei dottori che rimpiccio- sterna di filosofia , tanto liscono il Dio quasi uomo, meno un fondatore di reliinterpetrato e predicato da gione,come già si disse.Nel San Paolo; il Dio del mo- concetto di Bovio, è un nachismo, individualista pensatore, un fondatore di ed ascetico dell' Oriente, civiltà; e questa sorta d'uointellcttualc e politico del- mini eletti, che sono gli l'Occidente; il Dio mezzo eroi dell'umanità intuiscoasceta e mezzo fulmina- no le origini del pensiero tore del Medio Evo; il Dio !!li!~~~ che li inove·, ne promovono calcolato, pesato e ridotto la manifestazione operosa quasi a proporzioni politi- nella successione dei temche del Concilio di Trento; Genova: Casn clove nacqne G;useppe Mazzini pi, ma non ne danno la il Dio sottilizzato dal secolo XVIII sino ad essere ragione. Se ciò facessero, il pensiero assorbirebbe un' espressio•1e od un simbolo se meglio così dwc in loro un tempo troppo prezioso dedicato all'arione. dirsi ; infine l' Ente Supremo della Rivoluzione Carlo Marx può scrivere il Capitale, perchè la sua francese ed il Dio jeratico della ristorazione, nel azione non va più in la dell'osservazione e dell'espepensiero religioso di Mazzini è ripudiato irremissi- rimento. Mazzini, invece, non potrà mai scrivere un bilmente. Il Dio da lui invocato come Pad.e ed edu- libro continuato, perchè egli è sopratutto uomo di catore, come il Dio di tutti, si è spogliato delle sovrap- azione. La luce ideale costante che illumina la sua posizioni chiesiastiche che l'ascetismo della prima mente, egli la comunica, man mano che agisce, a epoca del Cattolicismo e la Politica clericale di poi sprazzi, a dimostrazione degli alti, ideali criteri i hanno edificato sopra il suo concetto. E' un Dio che dell'opera sua. non dissuona dalla concezione dello stato laico e Non vi è però dubbio che il pensiero complessivo della operosa vita moderna. Predica la moralità, ma di Mazzini, non solo si riannoda al Rinascimento non il distacco dalle pure giocondità della vita. Italico, ma risale oltre e vada sino al concetto poNon è il Dio anti-artistico di Savonarola, ma il Dio litico di Dante, Petrarca e Cola di Rienzo. Ma esso che anzi dell'arte fa culmine del pensiero nuovo. vi inserisce l'elemento del Divino che il RinasciNè è una creazione mentale di Mazzini ad imagine mento ha reso immortale nelle opere d'arte, ma ha d'un suo recondito pensiero per farne strumento di cercato di espellere dalla coscienza della società di cieca dominazione sullo spirito delle moltitudini allora; o per lo meno, velò quell'infinita e sardonica ignoranti; ma è desunto dall'anima stessa dell'Uma- sua negazione con un gran ,elo d'ipocrisia. E poichè la sintesi filosofica del Risorgimento conclude al « Naturalismo » questa concezione filosofica per (1) Dal Concilio a Dio. Scritti, V. XVI, pag. 16 7 . Bovio dovrebbe essere la definitiva, come punto di
A GIUSEPPE MAZZINI 289 p~rtenza dell'Umanità nel suo cammino evolutivo ti losofico. Onde, secondo B()vio, il Naturalismo dovrà nell'avvenire sorpassare il pensiero religioso di Giuseppe Ma_zz~ni. A chiarir.e meglio guesto p~nto important1ss1mo per la cnt1ca del Pensiero rebg10so di Mazzini, giova riferire un brano d'uno studio di Bovio, sul cc Naturalismo >> che contiene la sintesi del suo pensiero filosofico. cc Il pensiero è venuto a sapere che la legge del (< mondo affaticando la materia di moto, in moto, e, la necessita a farsi prima natura, poi pensiero, poi ,ì storia, e fa della storia il pensiero l:he si muove « e del pensiero , la natura che si riflette » ( 1). Come si scorge, tre sono i termini della formola; « NaturJ, Pensiero, Storia ». Manca in q 11esta formola lo elemento del Divino che si confonde secondo la teologia metafisica di Giordano Bruno, nell'istcssa animazione un iversale della natura. La formala M a z z i n i a n a ha pure essa tre tcr111 ini; ma il primo 1:,)ntiene l' elemento del Divino, Dio. Paragonando k due formole, si ,·apisce subito doYè sta l'errore di l' >vionel ritenere sorpassato dai tempi il pensiero religioso di Mazzini. Giovanni Hovio si arresta .tlla natura come primo termine della formala, mentre Mazzini supera tale termine e va sino alla prima caus:1lità d'ogni cosa, I>io. Storicamencompie nella storia della civiltà. Onde è p1u completa la formola Mazziniana, a cui nella successione dt::i fatti, come realtà storica, risponde la missione d'una ter.za civiltà, affidata a Roma. Ora Roma è la città Santa dell' Occidente. Santa nella romanità perchè un concetto religioso presiedette sempre all~ .Politica militare e civile di Roma. Cicerone e Ser~eca, s9no i due_ filoso~ che ri~ssumon? il parallelismo _til'?soficod1 quell epoca d_1espans10ne politica merav1gl10sa. La stessa tragedia monca ed imperfetta di Seneca-,:esagerando il concetto del Divino che si trova nella tragedia ,Greca , esprime la santità mondialedella missione di Roma pagana. Santa poi nel Medio evo e nella modernità, perchè con le insurrezioni della coscienza e del pensiero umano inspira te della sua memoria, sebbene soppresse od impedite dai papi, ha tramandato nella storia a divenire, questo elemento Llcl Divino, come p ere n ne coetfìc i ente di civiltà. Parm i, quindi, d' aver ragionevolmente re ttitìca ta la critica di Giovanni Bovio alla formola religiosa di Giuseppe M a z z i n i . Una conferma del!' Immanenza dell'elemento del Divino nell'evoluzione nuova , la si può ricavare dal pensi-::ro religioso espresso da Augusto Com te nella sua filosofia positi va e dall' Inconoscibile che è la formola religiosa a cui arriva Erbert Spencer. II. t.'.! considera11dole Da quanto sopra Cvse umane l'ele- Mazzini prigioniero a Gaeta si osserva, (sem1)1:nto de~ D!v!no, compare di continuo, come coef- pre restando alle linee generali del pensiero religioso hc1ente d1 c1v1ltà. Ora vi sono dei coeHìcienti con- di Giuseppe ~Mazzini),. scaturisce l' indole speciale tingenti ed altri immanenti. Il sentimento religioso dell'anticlericalismo di Giuseppe Mazzini. Egli è anc_h~d~ 1~ naturale ragione d'ogni teorica delle re- ticlericale, e non antireligioso. Nel suo scritto sulla hg10111,e un coefficiente immanente della civiltà. Enciclica di Gregorio XV!, così esprime il suo anti- . La filoso~a del Risorgimento, ebbe questo difetto clericalismo per quelle attinenze che può avere con le d_1staccars! da ogni tradizione che non fosse clas- credenze religiose. cc Non si tratta di distruggere la s ica. Ora . 1~ ~lassi~ismo è _gran parte, ma non è cc religione. Si tratta di ritornarla alla prima purità, t_utta la c1v1lt~ antica. Bov10, volendo guardare la cc di restituirla alla prima missione, di rinvigorirla, filosofi~ del Risorgimento, come punto di partenza cc facendola venerata ed amata dove oggi è sprezdella filosofia dell'Italia rinnovata dimentica la mis- cc zata e assalita; e di porla tutrice auspice e sans1one o meglio l'ufficio che l' el~mento del Divino « zione del Progresso Sociale e dell' umana feli- « cità >> (1). E nei riguardi col Papato ed il Clero . (1) Il Naturalismo, edizione Torinese, pag. 8. (1) Scritti, vol. III (politica II) pag. 86.
290 LA RIVISTA POPOLARE da lui dipendente che forma la gerarchia ecclesiastica così dice « il concetto religioso è sovvertito « dal Papa in un materialismo sterile e vuoto, il « culto in bottega, i preti in arnese di governo di- « spotico ed in ricco strumento d' una cabala di « Gesuiti » ( 1). Completa questi due concetti quanto segue: cc Il Cattolicismo non ha oggimai più gli cc onori della confutazione e per trovare qualche « credente ha bisogno di farsi arte; gli è d'uopo « innalzarsi ad un' ideale che non gli appartiene; « gli è d'uopo rivestire gli ornamenti ed il colorito « brillante della poesia; ma quella poesia medesima, « quella forma mistica ed indeterminata che Cha- « teaubriand ha creato per esso e durerà nei pochi « fino a che non sia costituita la novella unità << spira un senso di distruzione, è poesia di rovine, << rivela la morte » (2). L'anticlericalismo nel secolo XIX si manifesta in due correnti. La corrente volterriana che confonde Religione e Clero , chiama la Religione un' impostura ed i Preti ministri di quest'impostura. L'altra corrente è quella che isola il clero dalla religione. Per questa, ha il rispetto dovuto ad una tradizione coeva dell'Umanità e per il clero, non l'odio, ma sente la necessità di eliminarlo nelle sue pretese d'essere l'intermezzo eletto da Dio fra lui e l'uomo. La espressione filosofica più comune della prima corrente è l'ateismo, che ora prende un nome più vellutato, quello di libe~o pen~iero; m~ _in ent,ram~i vi è assenza assoluta di pensiero rehg10so. L anticlericalismo a cui appartiene' Mazzini è quel1o della seconda corrente e che, salvo qualche intervallo, ha posseduto la coscienza degli uomini migliori del secolo XIX. Giuseppe Mazzini ha cura di separare la sua lotta contro la gerarchia ecclesiastica, iniziata col suo profetico grido « Il Papato è spento » ed al riguardo così si espr~me nell'.ii:izio delle ma-: nifestazioni del suo pensiero rehg10so. « I preti « sanno che non un delitto contaminò la santa causa « ( dei popoli) per cui sorgemmo - che l'ateismo « fu delirio di alcuni uomini dell'epoca reattiva « del secolo XVIII, rinnegato da quanti si costi- « tuirono veracemente apostoli di progresso e di « miglioramento nelle condizioni dell' Umanità - « che lo spiritualismo è tendenza altamente predi- « cata dai combattenti per l'universale emancipa- << zione - che noi procediamo col Vangelo in una « mano e le tavole dei doveri dall'altra >> (3). In quest' ultime_ pa~ole, vi è il_ ~iscontro d~lla dottrina morale di Grnseppe Mazzim, compendiata nella « tavola dei doveri », E' la prima volta, da quando la Rivoluzione francese ha glorificato la morale dei Diritti, che si sente affermare in faccia all'Umanità che procede per la via del progresso, la morale del Dovere. Non è qui il luogo di diffondersi sulla novità della dottrina morale di Mazzini, ma era necessario farne un accenno, affinchè si vegga il primo ed iniziale disegno di quell'armonia del pensiero religioso col pensiero morale che integrerer~ poi sempre il pensiero politico d~~iuseppe Mazzi?i. Da quanto, brevemente sopra s1 e rag10nato ( dico brevemente, perchè la materia sarebbe diffusissima) si può ricavare, il vero spirito dell'anticlericalismo di Giuseppe Mazzini. Poichè queste lezioni mirano a fornire i primi elementi per elevare a sistema di scienza, la dottrina di Mazzini, dovevasi cercare di definire bene il suo concetto e nei rapporti con la religione cattolica e nei rapporti coi ministri di essa. Serve anche questo studio a distruggere ( r) Scritti, vol. III, pag. 83. (2) Scritti, voi. citato pag. 73. (3) Scritti, vol. citato pag. 87. • l'accusa fatta a Ma2.zini di essere o di voler essere <e il supremo sacerdote della Democrazia >>. Accusa più ingiusta non poteva farsi contro di lui. Egli non ambì mai a nessun sacerdozio nè religioso, nè politico. Egli fu l'apostolo d'una religione che ricevette dal consenso universale, lui vivo ancora e più dopo la sua morte, il qualificativo di cc religione dell'umanità ». In quell'apostolato fu talvolta assoluto, rigido. Ma son pure così assoluti e rigidi i principii che informano le leggi della natura e dell'umanità. Si può egli insorgere contro le leggi regolanli i sistemi planetarii? No , perchè vi sono principii assoluti, eterni che ne determinano il moto. Lo stesso dicasi della legge del Progresso che presiede all'umanità. Negarla, è come negare la stessa luce. Ma questa legge si sviluppa da principii assoluti, eterni che sono al di fuori delle passioni umane e formano lo schema su cui si plasma il genio dell'uomo, la grandezza dei popoli. Giuseppe Mazzini disse .. 111 dì « i grandi pensieri, creano i grandi popoli » ( 1). Era la legge eterna del Progresso sin tetizzata in una formula divinatrice. Allontanarsi dai grandi pensieri , vuol dire per un popolo, precipitare alla decadenza. Insegnino le storie ideali di Atene e di Roma. Accostarsi ad essi è la grandezza, è la civiltà. Insegni la storia universale dell' umanità, nei suoi periodi più splendidi. Avvertito da quella sublime esperienza della storia, Giuseppe Mazzini, aveva incessante il richiamo ai grandi pensieri. Si legga lo scritto: <e Principii ed interessi» (2) e poi si comprenderà quanto sia ingiusta l'accusa fatta a Mazzini di voler assumere gli abiti pontificali di sacerdote della Democrazia. Gli apostoli devono essere rigidamente perseveranti nella predirazione di ciò che credono sia il vero. Anche si vadi a contrapelo della maggioranza delle opinioni e che gli uomini per scuotere dalla loro coscienza la noja del richiamo, si voltino, come cani mordenti contro gli Apostoli. La fossa dei leoni in cui fu gettato il profeta Daniele, non è un mito; ha le sue ripetizioni nella storia. Infatti, all'accusa, alla minaccia, alla tortura, sopravvive la vita talora, ma, certo, sempre l'idea e la fama dell'Apostolo. rl,.Adunque sotto due aspetti va studiato il pensiero religioso di Mazzini, in quanto è pensatore, in quanto è apostolo. Infatti egli non comprese diversamente la missione di vita assegnata all'uomo ed all'umanità, quando la sintetizzava nella formola: « Pensiero ed azione ». III. Da alcuni cntic1 fu detto non essere sua , non essere originale la dottrina di Giuseppe Mazzini, ma averla egli' desunta dalle dottrine Tedesche e Francesi. I critici della dottrina Mazziniana si possono dividere in due categorie ; una, di quelli che sono suoi denigratori per ragioni di diverso partito; un'altra, di quelli che studiano a fondo la sua dottrina ed esercitano sovra di essa il diritto della critica ma per puro spirito scentifico. La prima categoria è composta di scrittori anteriori al 1870; la seconda di scrittori che dopo la sua glorificazione capirono quanta materia di studio vi sia in essa. Fra coloro della prima maniera che inveicono contro Giuseppe Mazzini, va collocato il Nicomede Bianchi, storico, per ogni verso, illustre, ma partigiano appassionato contro la stessa persona di Mazzini. Dice il Bianchi: « Tutto quello che Ma~zini « afferma sull'Umanità eterna, divina, verbo vivente (i) ·Scritti, vol. V, pag. 187. (2) Scritti, vol. X (politica) pag. 208.
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