Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 10 - 31 maggio 1905

260 l, l V I STA P O P O L A RE polari al grido di: Viva i nostri fratelli di Milano! Viva la rivoluzione sociale! Viva la repubblica! ecc. ecc. (p. 108). Scrissi primitivamente che Arturo era scappato dopo avere provocato la dimostrazione; ma Walter Mocchi mi corregge : egli era svenuto quasi, era sfinito, era trasportato in un' aula d' onde non usci che dopo molti minuti che un centinaio di studenti, ecc. ecc. Ma chi non vede che la mia versione era più semplice e più generosa? Di fronte al pericolo avevo ac-- cordato un po' d'energia almeno alle gambe dell'eroico Arturo... Ma nossignore ! Egli sfinito, sviene ed é necessario trasportarlo... Se nelle cose che volgono alla . tragedia fosse lecito mescolare i] ridicolo all'eroico Ar - turo si applicherebbe la definizione che il cronista normanno molti secoli or sono aveva foggiata per gli apuli e che non si potrebbe riprodurre, del resto perchè anche nel suo maccaronico latino riesce indecente. Lo sfinimento e lo sveni~ento possono essere disgrazie fisiche, che possono capitare a tutti ; ma Arturo ... il traditore eroico, doveva conoscere sè stesso; dov~va quindi prevedere che il suo organismo non regge a certe emozioni - e precisamente al pericolo delle schioppettate - e non doveva quindi provocare avvenimenti nei quali ci va di mezzo la vita e la libertà.... degli altri. Questo avevo esplicitamente avvertito nella riunione dell'8 Maggio ammonendo che certi atti si possono scusare solamente quando si paga di persona! Arturo... non è in' fuga; se ne va in !svizzera per non farsi arrestare Ed ora non c' e bisogno di seguire scrupolosamente la storia di Walter Mocchi. La narrazione delle ultime vicende di Arturo è prosaica ed anche umana .•. Dopo le fucilate, dopo lo stato di assedio era corsa voce che il Prefetto Cavasola non volesse arresti. Era falsa la voce? Era pervenuta alle orecchie dell'eroe dallo svenimento'! Non lo so. Certo è che Arturo fu visto in Napoli, ma dal 9 alli 11 maggio pernottò presso vari amici; il 12 tornò in casa. Ma quando la polizia bussò alla sua porta egli, semivestito prima si nascose sulla terrazza e più tardi travestito da facchino scappò prima a Roma; e poscia in Isvizzera (Walter Mocchi pag. 127 e 128). Tutto ciò ripeto, è perfettamente umano ; ma non è eroico. E cosi per fare cosa grata ad Arturo, che da sè stesso si qualificò traditore, ho dimostrato colle parole del Direttore dell'Avanguardia socialista, suo amico da fratello, ripeto, e compagno dl fede: 1° che nella riunione dell' 8 maggio fu esclusa all' unanimità ogni idea di dimostrazione, perchè avrebbe provocato un inutile spargimento di sangue ed avrebbe dato pretesto al governo d' infierire nella reazione ; 2° che la dimostrazione avvenne per colpa di Arturo; 3° che egli svenne , fu rinchiuso in un aula della Università e non prese parte alla dimostrazione e non senti l'odore della polvere ; 4° che quando seppe in pericolo la propria libertà, Arturo scappò in Isvizzera.. Con ciò rimane dimostrato a luce merid_iana , con disgusto di quanti potevano perdonargli la involontaria mancanza di coraggio, che in lui la viltà è superata soltanto dalla menzogna. Con questa ultima constatazione prendo commiato da Arturo il bugiardo, che è disceso al disotto del 1nio disprezzo e lo lascio alle prese con Walter Mocchi. Aggiusti con lui i conti e se la intenda con lui per un qualsiasi giury o di onore o di qualche altra cosa diversa. Arturo è convinto rhe io nulla valgo e che sono un napoleone di stagno o di piombo. Intanto grida come un bamboccione che ·crede di avere acchiappato un tesoro : Lo tengo in mano! È mio I Non mi può scappa1·e ! .. Ebbene: io che non sono crudele desidero che la sua pazza gioia abbia un fondamento e gli dò in mano Walter Mocchi. Se lo tenga stretto e badi a non lasciarselo sfuggire .... Anzi voglio abbondare in generosità; e siccome Arturo ha due mani, per una gli consegno il sno collega dell' .Avanguardia e per l'altra gli affido il compagno a lui più diletto e che per lui ha una venerazione. Parla il compagno prediletto ~ il discepolo di Arturo Nella Strada (opuscolo quindicinale illustrato redatto da R. Marvasi e G. Caivano) N. 4. Anno 2° del 16 Febbraio 1903, a pag. 115 in un articolo di E. O. Longobardi si legge: e La sera stessa in casa di Walte1· Mocchi, vi fu una 1·itmione di repubblicani e socialisti. L'idea di una commemorazione del Mussi, all'Università e di ogni pubblica manifestazione fu scartata. Si stabilì invece di distribuire un proclama, protestando contro le uccisioni, ma allo stesso tempo invitando la cittadinanza alla calma•. Nella pag. 116 si narrano le origini della dimostrazione e il discorso dell'eroico Arturo. Non un cenno della sua partecipazione alla dimostrazione;_ pietosissimo silenzio sul quasi svenimento ; ricordata la sua fuga miracolosa in Isvi zzera. Tutto ciò venne affermato da me; riconfermato da Walter Mocchi. Tutto ciò venne tardivamente e audacemente negato dall'eroico Arturo. Ora nel più rumoroso giornale socialista del mezzogiorno , eh' è entrato armato di una superlativa dose di malafede e di arroganza nella polemica tra me e Arturo si sono letti trafiletti pieni di vituperi al mio indirizzo perchè ho osato contraddire il padreterno, cioè Arturo l'eroico. Nell'ultimo che ho tra le mani si considera la mia risposta irata, insolente, indecente; si conchiude, che scappo e mi si mette alla pari con un famigerato diffamatore, col rettile più vile del giornalismo. Queste carezze mi si fanno per darmi il buon esempio della moderazione e ·della cortesia del linguaggio ... Intanto mi si assicura che autore di tali trafiletti sia proprio E. C. Longobardi... Stento a crederlo. Se ciò fosse - e ne sarei dolente - mi limiterei a rammentargli , che se la mia parola che afferma viene annullata da quella di Arturo che nega, spero almeno che Longobardi che affe1·ma non dichiarerà distrutta la propria parola da- quolla del buono e caro Arturo , che nega... Se l' autore di quei trafiletti è poi

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