258 RlVISTA POPOLARE 1. È falso eh~ nella piccola riunione dell' 8 maggio 1898 in Napoli, il signor Napolevne Colaj::rnni ahhia sconsigliata la dimostrazione che poi ebbe luogo il 9. Un solo apertamente dissentì: l'avv. Carlo Alto belli , che, fatta la sua dichial'azione, lasciò la piccola assemblea. U aigno1· Colajanni si limitò a dichiarare che, ostando ragioni di famiglia alla sua partecipazione a quella dimostrazione, egli non aveva consigli da dare ; ma presenziò all'assemblea sino alla fine, ne conobLe le deliberazioni e solo adesso rende ·noto che non le approvò (1). 2. È altr .sì falso ·che io mi sia sottratto alla responsabilità degli atti miei. Partecipai alla dimostrazione del 9 ininterrottamente, salvo pochi momenti al suo inizio, per ragioni note ai componenti della riunione dell' 8 e che dirò in sede più opportuna. Proclamato lo stato d' assedio non mi nascosi affatto, anzi attesi alle mie consuete occupazioni. Solo al quarto giorno deHo stato d'assedio - cessato, si badi bene, ogni movimento in tutta Italia -per consiglio d'amici sicuri e colpito da mandato di cattura, sino allora non spiccato, feci quello che - si licet m.agna componere parvis - han fatto sempre• i rivoluzionari d'ogni tempo e pa~se quando hanno potuto, e mi posi in sah o. Ciò che io abbia affermato nella Rivi'sta del 30 aprile e del 15 maggio è noto ai lettori della medesima ; se vorranno a suo tempo conoscerlo i tre futuri giudici di Arturo mi prenderò la pena di mandar loro i due cennati nun·eri. Superfluo avvertire che la prima smentita di Arturo è quella che direttamente mi riguarda perchè si riferisce a fatti a cui presi parte direttamente. Su di e!,:S0, e sul resto, che •·riferii . sulle assicurazioni altrui ecco la narrazione precisa. dei due cennati storici socialisti , che sinora non furono contraddetti nè da .Arturo nè da altri. Il primo di tali storici è Walter Mocchi, cioè l'amico da fratello di Arturo e il condirettore dell'Avanguardia Socialista. Segniamo la sua narrazione quale si legge nel libro: I moti italiani del 1898 (Napoli. Presso L. Pierro 1901); per renderla più limpida - ed è limpidissiID:a.- dividiamola in tanti capitoletti. Perchè a Napoli si devono evitare i tumulti - Ragione della riunione dei socialisti e dei repubblicani. « Napoli, alla fine del secolo XIX, resta sempre la città di Masaniello e delle cento rivolte. Un nonnulla (1) Arturo nell' Ava·ng·uardia del 27 precisa meglio questo punto capitalissimo, che costituisee l'atto più inesorabile di auto-accusa collo seguenti parole modificandolo radicalmente, col fare scomparire dalle sue primitive versioni della riunione delli 8 maggio tutto ciò che si riferisce alla dimostrazione. Ecco documentato l' incredibile giuoco di bussolotti che egli tenta colle sue parole: "Dicti me unico proponent\) della di- " mostrazione contro l'unanime avviso dt!gli altri. I preseuti "alla riunione erano 9 uno dissentì: Altobelli. Uno s'astenne: " il Colajanni. I rimanenti furono tutti tutti concordi ...... Fu " decisa in quella riunione la stampa di un manifesto alla " quale poi si rinunciò,,. Non si sa su che cosa cadde la concordia ; certo non sulla dimostrazione. Egli, finalmente si accorge delle enormi menzogne accatastate nei pri111i articoli e cerca rimangiarle, Ma sono di data tropro recente per farle dimenticare. Egli non contento di questo tentativo di modificare le affermazioni dei precedenti articoli nell'Avanguardia ultima dalla narrazione. sopprime la cronaca del giorno 9 e soggiunge: "Non m'occupo della mia partecipazione ai fatti del 10. '' Ormai non c'è un cane che dubiti del mendacio del Co- ,, lajanni, ed io per smentire la poliziesca narrazione di "costui;non voglio commPtte,·e imprudenze dannose per me '' e. per gli ,f!-ltri ,,. ~ Il ttori troveranno io questo articolo la r!lg1011~dell 1mprovv1sa p~udenza di Arturo _e.del.la soppress10ne della cronaca del g1oruo 9, ch't'., per lui il giorno della vergogna. Arturo accenna a lettere anonime da Caltanissetta sul mio passato -~ommer.ci.ale. 9h_e uisogno c'é di esse f Frughi nei m1e1 scr1tt1 e troverà ampie notizie. sopratutto una questione di balzelli , la eccita ed è capace di fare uscire dai covi di Mercato, di Porto, di Pendino gli spaventosi uomini che nel 1893 ridussero , in un attimo , la più bella via della città, un mucchio di rovina. « Questo doveva evitarsi ad ogni costo pur riconoscendo la legittimità dell' attuale protesta. Era stretto dovere di ogni rivoluzionario cosciente e civile l' impedire gli oltraggi alla civiltà, gli inutili e crudeli vandalismi, le devastazioni che rendono odiosi i più nobili e santi movimenti. « Il ricordo di quelle terribili gi01·natedi agosto, che ebbero pretesto dalle stragi di Aigues-Mortes, che non fm·mw se non un'orgia di bestiale follia di un popolo incosciente, ignorante e b1·utale, ed in cui per venti quattro ore la città rimase completamente nelle mani dei rivoltosi, penetrati a forza perfino nella prefettura dove la vita di Senise fu salva per miracolo - quel ricordo avrebbe dovuto legittimare il timore di veder compromesso da inopportune ed inconsulte violenze, lo s_viluppo dei partiti avanzati , ed avrebbe dovuto indicare preciso il nostro dovere d'intervenire in tempo per assumere nelle mani nostre la causa proletaria. e per dirigere l'agitazione in modo, che non traviasse m tumulto. • (pag. 91 e 92). La riunione esclude ogni idea di dimostrazione - Chi la voleva « La riunione ebbe luogo la sera dell' otto Maggio in casa mia: v'intervennero socialisti, repubblicani e radicali, deputati, consiglieri comunali e semplici gregari. Di comune accordo furono esclusi gli anarchici, dei quali si conoscevano i principii decisamente insurrezionali, mentre era precisamente una rivolta inutile e dannosa che si voleva evitare, pur sostenendo la protesta antifiscale del proletariato. « Durante il mattino era giunto !!annunzio dei morti di Milano e della uccisione del giovane Mussi·, figlio del vice presidente della Camera, colpito alla testa da una palla di fucile, mentre nelle strade di Pavia invitava alla calma. Lo sdegno era immenso, gli animi esacerbati. « Non dimeno quando alcuno accennò alla voce, che nelle ore pomeridiane si era sparsa per la città , di una commemorazione universitaria, per l'indomani, del povero Mussi, la proposta fu vivamente combattuta. « Fu facile provare l' inopportunità della cosa in un ambiente retrivo, incapace di qualunque sentimento generoso , e dimost'rare come da un lato , l' opposizione della maggi01·anza studentesca avrebbe tolto ogni caratte,re di solennità all'avvenimento, mentre l'esaspe1·azione della minoranza avrebbe·potuto condurre a quegli est?-emieh' era necessario evitare. « Fu anche ventilsta 1a fiera proposta di una solenne ed energica protesta per le vie contro le stragi di Milano , quale atto di solidarietà del proletariato napoletano con quello del Settentrione. « Qui anzi la discussione assurse a carattere di serietà veramente ammirabile. È da notarsi che esisteva allora in Napoli una tendenza speciale del pm·tito socialista, tendenza che è come un innesto dei nuovi
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==