Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 10 - 31 maggio 1905

,, RIVISTA POPOLARE 255 piena sincerità. Omettiamo e il nome dello scrivente e l'indica zione del luogo di provenienza: basti al lettore sape1·e che ne è autore un uomo d'ingegno e di coscienza e che ha segu·to, stndiato, diretto egli stesso il movimento operaio in rdolti luoghi e per molti anni : un uomo, sopratutto, che ha SPntito sempre profondamente la responsabilità della sua posizione e dei suoi atti. Egli ci scrive dunque : Qui non mancano gli allarmisti, che vedono le cose con la lente dt ingrandimento. Non pllchi si servono delle leghe anche nelle loro quistioni personali. Amanti del chiasso, delle processioni, defli sbandieramenti e dei paroloni rimbombanti, nessuno vuol dedicarsi al1a ingrata e rur tanto utile, ed unica possibile qui, propaganda minuta. Non ho mai veduto nessuno cbe abhia la pazienza e la costanza di penetrare nei tuguri puzzolenti dei poveri contadini di ... , per sminuzzarvi il pane della propaganda minuta, convincente, per richiamare quelle menti ali' osservazione dei tanti fenomeni sociali che accompagnano la vita del 1'0Vero lavoratore. Qui si vuole il chiasso, le grandi occasioni per farsi della reclama, si gonfia il povero ignorante con dei paroloni - con dei continui evviva alla rivoluzione sociale, salvo poi a divenire prudenti e scappare q·trnndc l'ambiente si fa teso e minaccia la rivolta! Que11te e tante altre cose ho potuto osservare nella mia lunga dimora tra questa, del resto, buonissima gente. Poco a poco, però la ragione si fa st1·ada e con una propaganda sana, senza menzogne nè debolezze , riesciremo ad instradarci sulla via dei veri interessi del proletariato. ·voi ci aiuterete. ♦ Guglielmo Ferrero per Linda Murri. - Guglielmo Ferrero ci manda da Parigi questa lettera che non avremmo nessun obbligo di pubblicare, ma a cui diamo posto nella Rivista per pura cortesia, facendola seguire da poche nostre osservazioni. . Parigi, 16 maggio 1905. Emilio Treves ha voluto implicare nella prefazione mia all'Epistolario Murri-Buonmartini la storia ; ella il partito socialista e la morale del settentrione. Inutile fatica, che mi costringe a mandarle questa breve replica, con la speranza ella non voglia mancare ai suoi doveri di lealtà,· pubblicandola. Il partito socialista è 6straneo a quelle prefazioni almeno quanto è estraneo alla mia storia di Roma. Nè ci ha che vedere la morale del Nord, perchè la responsabilità è interamente mia, come tutto mio è - pur troppo! - il merito di questo atto di coraggio, di pietà e di giustizia. ' Pur troppo dico , perchè nessuna cosa mi addolora tanto come veder che in questa nazione, la quale cinque anni fa si commosse con così ridicolo furore per il processo Dreyfos - quando il protestare per la giustizia, con le Alpi di mezzo, era senza pericolo - nessuno si · commuove invee~ per lo scempio della giustizia che si vien facendo in tanti processi clamorosi. Io nego al pubblico il diritto di occuparsi, nel modo che suole da qualche tempo , di tanti processi. Palizzolo, Banco Sconto, Nasi , Modugno , Murri , per non citare che i più clamorosi: cioè formandosi un giudizio in fretta e furia, sulle prime e più grossolané invenzioni spacciate da interessati o da giornali; e poi trascurando ogni esame ed ogni critica, rifiutandosi di fare alcuno sforzo per capire davvero, domandando ·solo alla mag·istratura di · eseguire le sue sentenze di morte , infuriandosi contro coloro--sempre pochi-che tentano di indurlo a un più sereno esame dei fatti. . Jl pubblico diventa cosi una specie di gran Sultano pieno di capricci, di impazienze, di furori crudeli; in- ·torno a cui i giornalisti, gli uomini politici, gli avvocati, i magistrati compiono l'ufficio di Eunuchi, pronti a ogni servizio. Ufficio ricompensato con onori e denaro talora, ma che a me non conviene. Il processo Murri poi è specialmente grave, perchè dimostra che anche la magistratura, la quale avea sinora opposta a.Imeno una resistenza passiva ai capricci del gran Sultano, si acconcia ora a servirlo. Se si continua cosi, ogni magistrato ambizioso vorrà avere - e non avendolo, fabbricherà - il suo g1·ande processo. Onde io le dico che la mia morale- non so se settentrionale o meridionale - è molto più depravata che lei non supponga: perchè una sola cosa io rammarico, e cicè di non aver potuto scrivere per quella sventurata che una prefazione. Ben altro avrei fatto , se avessi avuto a mia disposizione un giornale! Avrei esaminato, criticato giorno per giorno gli incredibili procedimenti con cui il processo è stato fatto; avrei contrastato palmo a palmo il terreno all'infame campagna di diffamazione fatta contro gli imputati e specialmente cont,ro la principale imputata, alterando documenti, confondendo date, inventando orrende calunnie. L'avrei fatto, per tentare di reagire contro il mostruoso pervertimento che si va impadronendo dello spirito pubblico. Io, che ho visto tanti orrori, non ne ho visto alcuno, che uguagli questa campagne de presse. Anche contro scelleratissimi criminali, sarebbe orribile. Si figuri come deve giudicarla chi pensi, come penso io, che la principale imputata è innocente. Il suo zelo per la giustizia imparziale e serena è eccellente: ma è troppo tardivo, come quello di quanti hanno commentato, come lei, la mia prefazione. Ella dovea protestare, quando altri incominciò ad accusare e a in vantare su per i giornali, non quando una sola voce si è levata a difendere, dopo due anni di accuse, e a raccomandare la prima e la sola raccolta di documenti che in questo processo sia stata fatta lealmente, ci\1è -senza lacune, senza alterazioni , senza confusioni di fatti e di date. Ella ha creduto di tacere allora. Io non discuto le ragioni del silenzio. Ne traggo soltanto le conchiusioni che era suo dovere tacere anche adesso. E se il Gran Sultano vuole che solo si accusino quelli che egli prende in odio, se non che taccia per loro ogni voce di difesa ella ha dimenticato che io non appartengo alla coorte degli Eunuchi. Guglielmo Fer1·e,:o La lettura dell' epistola di Ferrero prova che egli non aveva alcun giusto motivo nel rivolgercela: Conosce soltanto il desiderio di affermare la sua credenza nella innocenza di Linda Murri sulle colonne della nostra Rivista. Noi convinti della sua sincerità generosamente lo abbiamo contentato. Non abbiamo a lui attribuito alcuna opinione sulla morale del nord e del sud, che potesse dar luogo a contestazione; molto meno abbìamo affermato che il partito socialista abbia. avuto mano nella sna prefazione. Insomma non e' era proprio alcuna ragione d' incomodarci. Dopo tutto, però, la lettera ci ha fatto piac~re: ci ha appreso che egli non è un eunuco; ciò che ci permette di mandargli i nostri rallegramenti. Ci ha fatto conoscere che egli continua a seguire, scrivendo, i criteri che lo guidarono nello scrivere L'Europa giovane e che in questa occasione gli hanno consentito di riavvicinare, per la loro importanza, .il processo Dreyfos ed il processo di Linda Mur.ri; ciò che ci prova che egli è un uomo di carattere. ♦ Colonizzazione italiana nel Brasile. - I numeri 3 e 4 del Bollettino dell'emigraziane pubblicato dal Commissariato contengono due pregevoli relazioni: una del Cav. Gherardo Pio di Savoia sullo Stato di S. Pao'lo e l'emig1·azioneitaliana e l'altra del signor B. SalemiPace sulle Imprese di colonizzazione nel Sud del Brasile essenzialmente nello Stato di Paranà. E' più voluminosa la prima e quasi del tutto espositiva; più breve, più organica e più interessante di molto la seconda e.be acutamente ricerca le cause che sinora hanno fatto mancare il successo nlla colonizzazione negli Stati del Brasile e specialmente nel Paranà ed espone entro quali limiti si potrebbe sperare in un migliore avvenire per la colonizzazione italiana. Secondo il cav. Pio di Savoia la popolazione italiana in tutto il ErasH~ ~ttualmente è di 11300,000; di cui

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