Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 10 - 31 maggio 1905

RIVISTA POPOLARE 273 mentre le relazioni sui bilanci di agricoltura confessano l' impossibilità di procedere all'imboschimento delle terre vincolate da parte dello Stato per la deficienza dei mezzi , nel mentre non si sono potuto e voluto spendere almeno 1 oo milioni per l'imboschimento, lo Stato dal 1860 al 1895 ha dovuto spendere 457 milioni per incassare i fiumi e per rinnovare gli argini rotti dalle piene. Si penserà adesso a riparare al mal fatto? Vi crediamo poco perchè non e' è nessuna speranza che i rappresentanti delle nazioni possano comprendere, forse perchè in maggioranza avvocati, i bisogni dell'economia agraria nazionale. Idraulica agraria Bonificamento dell' Agro romano Uno dei problemi più urgenti da risolvere in Italia è il problema della sistemazione dei corsi d'acqua, che racchiude in se quello del bonificamento delle terre acquitrinose e quello della irrigazione delle arse pianure del Mezzogiorno d'Italia. Pertanto, a dimostrazione dell'interessamento che il Governo spende per la risoluzione di questi problemi, basta trascrivere. la cifra che figura nel bilancio per questi importanti servic1 che complessivamente ammonta a L. 232,830. Per la sola idraulica agrar;a, premi e sussidi per trngazioni, bonificamenti e fognature ; studi relativi, acquisti di macchine idrovere , ed altri apparecchi elevatori ; studi sul regime dei fiumi ecc. la cifra che comparisce nel bilancio è di L. 18,000. Viceversa il Governo, nei due bouffot della Camera e del Senato, spende L. 50,000 per dissetare gli onore'1oli, il che può solamente far supporre che le nostre terre, contrariamente alla realtà, sieno meno arse degli stomachi dei nostri rappresentanti. Pure l' importanza di questo grande problema non isfuggi altra volta al Governo, il quale potè solo iniziare nel 1884 gli studi idrografici allo scopo di indicare l'intensità della utilizzazione delle energie idrauliche del Regno e di conoscere la vera capacità dei fiumi e la loro attitudine ad irrigare le terre asciutte delle pianure e vallate adiacenti. Ma naturalmente l' azione del Ministero si è fermata agli studi, ai quali non sono seguite le opere. E così le acque copiose ed abbondanti raccolte nell'ampia area dei nostri monti seguitano a scendere rapide alla marina , senza che di esse s possa trarre profitto, nè per la fertilità che contengono e depositano nelle terre nè per l'energia che possono svilupparè. Molto è stato fatto fin dai secoli passati nella bonifica e nell'irrigazione delle terre del Settentrione d'Italia, ove esiste una grande coltura irrigua, mercè la derivazione delle acque del Pò, della Sesia, del Ticino, del Mincio, dall'Adda e la costruzione dei grandi canali che pigliano nome di canali Cavour, Naviglio Grande, Martesana, Muzza di Lodi, Villoresi, Storari e Giuliani. Ma dalla Maremma Toscana a scendere fino a Reggio Calabria, e nelle isole, cioè nelle regioni dove m~ggiore è sentito il bisogno dell' acqua e dell' irrigazione la bonifica agraria ed idraulica è ancora da iniziarsi. In questa grande parte del..: l'Italia, noi non possiamo sperare nessuna trasformazione agraria senza che prima non si sieno regolati ed accresciuti i corsi d'acqua, formando dei fertili e ricchi terreni al piano e predisponendo alla coltura gli alti declivi sostanti alle creste che dovranno essere a bosco. << È nell'acqua, dice il Giglioli, o meglio nell' arte di sapere « guidare l'acqua, rendendola perenne nei clivi, difendendo da « essa le pendici, conducendola a spargersi sempre lievemente <l _corrente attraverso i piani, ed in ogni campo, alle marine : « in quest' arte difficile e complessa , sta il segreto della rie- « chezza agraria d'Italia. Curate le acque, che le terre si cul< reranno da se: e, sotto l' ardente solle d'Italia, le terre uli- <l ginose e profonde diverranno sempre più fertili e ricche n. E quanto si possa fare nell' Italia centrale, meridionale e nelle Isole, con le irrigazioni lo stanno a prov~re i pochi terreni irrigui dell' agro Palermitano , delle pianure di Catania e di Siracusa in Sicilia; dei dintorni di Reggio, di Cava dei Tirreni e della Terra di Lavoro ; lo provano gli esempi luminosi o le trasformazioni compiute nella campagna romana dai fratelli Secondi alla Cervelletta, e dal signor Garavaglia a Bocca di Leone. La importanza poi delle opere idrauliche per la conserva-- zione delle acque in montagna , e per la derivazione cresce ancora quando si consideri che queste acque non servirebbero solamente per la irrigazione dei terreni , ma sarebbero nello stesso tempo utilizzati per la loro trasformazione in energia elettrica, che permette la sua distribuzione nei centri di popolazione ove darebbe vita a numerevoli opifici ed a svariate industrie. Sono ,:,!tre 2,300,000 cavalli-vapore che si possono sviluppare nei corsi d'acqua ,·he hanno oltre mezzo metro cubo di minima portata, e più ancora se ne potrebbero produrre con le acque che si ricaverebbero dai bacini montani e dai serbatoi artificiali costruiti sul corso dei fiumi. La Francia, la quale è sulla via della risoluzione del problema del Mezzogiorno , si è preoccupata da molto tempo di porre riparo alla negligente siste:nazione delle acque; ed oggi ha effettivamente rialzato la produzione di quelle terre, oltre che con la ricostituzione delle foreste, con i lavori di costruz:one di numerosi serbatoi artificiali, con i lavori di derivazione delle acque del Rodano , con la costruzione dei canali delle piane di Montelimar, della Gai onne , della Layettes , di quelli della Pierrelatte, del Manosque, degli Alpines, del Fores; con la bonifica della Camargue , e poi con alti:i lavori che presto saranno iniziati quali quelli sullo sbarramento dell'alta valle del Durance, sullo sbarramento dell'altra valle del Drac, e gli altri sulla costruzione di canali e di prese d' acque. Ma la Fran,:ia 1 el solo bilancio di agricoltura, per l'idraulica agraria ha stanziato la somma di 2,962, 1 oo, somma che dal relatore per il bilancio del 1905 , on. L. L. Klotz viene lamentata ancora insufficient~ e che certamente sarà elevata negli esercizi futuri. Nell'Algeria e nella Tunisia poi il Governo francese ne iniziò la colonizzazione con la costruzione di numerosi serbatoi, fra cui importantissimo quello di Hamis nell' Al.geria, capace di 13,000,000 metri cubi d' acqua e che costò la spesa di lire 3,000,000. Di poi subentrò il credito, l'istruzione agraria e _lo sviluppo della viabilità, ci1e in quelle regioni poverissime un tempo, hanno oggi creato la ricchezza. Non differente operarono ed operano gli inglesi nell' India, nell'Indostan e nell'Egitto. Nell'India la redenzione agraria fu iniziata nel 1854 con i lavori idraulici, e precisamente con la costruzione di numerosi e lunghissimi canali d' irrigazione fra cui importantissimi quello che deriva dal Gange lungo 704 chilometri sul tronco principale e diramantesi in 4294 chilometri in canali secondari, che irrigano 312,728 ettari di terreno ; quello più grande ancora di Sirhind nel Pungiab che misura 860 chilometri e che si dirama in 7417 chilometri; e più ancora i canali che derivano l' acqua dai fiumi di Godaveri, di KL;tna, di Cauveri che estendono l' irrigazicme sopra circa 7 milioni di ettari di terreno. Nell'Indostan poi gli Inglesi costruirono in poco più di 10 anni parecchie migliaia di serbatoi artificiali , grandi e piccoli, alcuni dei quali capaci di molti milioni di metri cubi d'::1cqua, e che resero quell' immensa penisola da poverissima che era, fornitrice di grano, di riso, di zucchero e di cotone. Maggiori ancora, più importanti e· più sorprendenti gli effetti della politica idraulica degli inglesi nell'Egitto. Nel 1886 si iniziavano i primi lavori con una diga di sbarramento costruita ali' apice del Delta , dove il Nilo si biforca verso le due foci di Rosetta e Damietta, e che alimenta d'acqua i canali del Delta. Seguirono di poi i grandi lavori idraulici dell'Alto Egitto, per i quali i capitalisti inglesi prestarono 50 milioni; ed in ul-

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