266 R I V I S T A P O P O L A lZE tare le scuole Slave, o Greche, per fignrare Slavi o Greci; non chiese nazionali albanesi, perchè essi debbono rhiamarsi Patriarchisti . o Esarchisti, cioè Greéi o Slavi. Oh la consegna è di non nominare il nome di albanese, di non fiatare sulla sua esistenza, altrimenti all'Europa verrebbe la tentazione ài conoscere chi è questo popolo, che importanza numerica rappresent~ nei cinque VilaJet, e si vedrebbe allora che gli albanesi si conterebbero come i Mirmidoni di Achille, e si moltiplicherebbero come le pietre di Deucalione. E la mistificazione e la provocazione continua ; e le feste di Scipka, di cui protagonista era l'Ambas..:iatore Russo, sono là a dimostrarlo Provocazione Russa furono gli schiaffi dati a soldati albanesi a Mitrovitza, sol perchè q nesti non avean salutati 'rscherbina e Rostkosky, ed agli schiaffi essi risposero con due colpi di fucile. E che provocatori fossero gli agenti Russi non lo diciamo noi , lo dice un console Francese, che esclamò: « Questi Russi son tutti un po' degli agenti provoca tori > • · Ma andiamo innanzi. La Turchia e l'accordo AustroRusso non vuole che il popolo albanese figuri nel novero delle nazioni, perchè le spoglie del G1·an Malato son riserbate all'Austria e alla Russia. Quel!' accordo non è di oggi, esso rimonta al Trattato del 1781, tra Giuseppe II d'Austria e Caterina II di Russia , col q nale l'Austria si riserba va la parte occidentale della penisola Balcanica, cioè Bosnia-Erzegovina, Serbia, Albania con la Macedonia sino a Salonicco, e la Russia risP,rbavasi la Moldavia, Valacchia, Bulgaria, Rumelia e la Tracia con Costantinopoli e i Dardanelli. Ma il progetto non si potè attuare per la mor_tedi Giuseppe II ..... e l'incalzante Rivoluzione Francese. Gli accordi più recenti del 1897, e 1903 non sono che corollari del 1781; cioè colla scusa delle riforme, col non riconoscimento dell'elemento albanese, che· è il più numeroso nei Balcani, eccitarono le brii.me dei Greci e dei Bnlgari, e quindi la confusione e la guerra civile fra quelle po polazioni; rivolte e tragedie di sangue, che indebolendo i singoli elementi doveari. dare il pretesto all' Austria ed alla Russia d' intervenire. E l'intervento di simili potenze significa: divisione della penisola Balcanica, occupazione territoriale temporanea prima, da rendersi definiti va in avvenire. Significa discesa dell'Austria attraverso la Bosnia, pel Vilajet di Kossova, cotanto ostacolato nella recente divisione di controllo Europeo, perchè contiguo alla Bosnia, e quindi per Monastir, fino a Salonicco ; e d'altra parte occupazione della Tracia, Bulgaria, Costantinopoli dalla Russia. Il diritto d' intervento vien d~to all'Austria dal Trattato di Berlino, con cui si concede ad essa, col pretesto di mantener l'ordine, di spingersi sino a Mitrovitza ed al di là. Cosi le riforme concertate a Mursteg non sono che una mistificazione Austro-Russa in barba alle nazioni occidentali d'Europa. In esse l'elemento albanese non è considerato, appunto perchè la via che deve seguire l' Am~tria per arrivare a Salonicco è occupata Ja albanesi; che se mai questo elemento fosse app~na accennato, fosse appena considerato, sarebbe il loro riconoscimento un grande ostacolo alla discesa austriaca; sarebbe una forza compatta, omogenea, intrepida contro l'invasore; quindi albanesi, secondo l'accordo di Mursteg, non esistono nei Vilajet macedoni, perchè se esistessero, e in maggioranza, ragione e giustizia vorrebbe, che quei tre Vilajét non venissero .distaccati da quei di Scutari e Giannina, dal resto d'Albania. E allora nè l'Austria potrebbe con un colpo di spada sciogliere il nodo gordiano, cioè distaccare i tre Vilajét Macedoni a proprio uso e consumo, nè la Russia in un tempo avvenire (poichè per ora i Giapponesi le hanno rotto le uova nel paniere) potrebbe occupare il resto della penisola Balcanica. · · Ma si potrà dimandare: hanno veramente questi albanesi diritto di pretendere una grande Albania coi cinque Vilajét di Scutari, Giannina, Uschub, Monastir e Salonicco? Si, questo pr,.gramma è il programma minimo degli albanesi. Nei cinque Vilajét vi sono oltre 4 milioni e mezzo di abitanti, dei quali quattro milioni sono di albanesi musulmani (non Turchi), ortodossi, e cattolic;i ; cinque o seicento mila sono di Bulgari. Serbi, Greci, Ebrei . Valacchi. Ora se fra tale enorme maggioranza di albanesi vivono cinque o seicento mila di altre diverse nazionalità, l'albanese non verrebbe ad essere cunsiderato un popolo che vuole soggiogare le altre razze come un milione di albanesi vivono in Grecia, e cioè, tutta la. Tessaglia, le isole Spezia, Idra, Negroponte, Corfù; come Antivari , Dulcig-no, Pod~oritza, Trièpsci sotto il Montenegro; come Nisch, Vrania; Leschkovatz sotto la Serbia, tutti questi, tenitorì abitati da ~lbanesi , di cui la maggior parte ceduti col Trattato di Berlino; cosi quell'esiguo numero di diverse nazionalità può vivere in mezzo agli albanesi, che concedono piena libertà di culto, e di scnola, purchè sia ufficiale e obbligatoria la lingna albanese. E la Nazione Albanese ha diritto di non cedere dei cinque Vi• lajéet neppure un solo palmo di terreno non solo in ragione della enorme maggioranza, ma perchè essi rappresentano i soli e veri indigeni della penisola Balcanica, e tutti glì altri sono dei nuovi venuti. Gli albanesi sono i discendenti diretti degli Illiri, Macedoni, ed Epiroti, e son quelli che hanno dato (Hecqum·d, Dora D' Isfria, De Bahn) > splendide prove di ènergia, intelligenza, ed attività>; che « fornirono brillanti ·indi vidualità alla Grecia Antica, all'Impero Bizantino, alla Turchia e finalmente alla Grecia lVIoderna >. Gli albanesi da soli col loro duce Scanderberg si opposero alle invasioni Islamitiche per oltre 40 anni , e salvarono 11 Europa dalle barbarie 'rurche. Fu questa nazione che diede Ifilippo, Alessandro Magno, Aristotile, Pirro e la regina Tuta, che osò tener fronte alla Repubblica Romana (Dora D'Istria). E per ricordare quanta coscienza. nazionale mostrò sempre di avere la Nazione albanese facciamo notare la risposta, che secondo lo storico napoletano Summo11te, Scanderbeg diede ad una insolente lettera del principe di Taranto e Tu non conosci i miei albanesi, noi discendiamo dagli Epiroti che diedero per nemico ai Romani Pirro, e dai Macedoni, che diedero per. vincitore all'India Alessandro >. Cosi rispondeva Scanderbeg, che Dora D'Istria chiamava e Rude come Alessandro, letterato come Cesare, pio come Luigi IX ed implacabile come Richelieu > ~ Che lo spirito nazionale si sia mantenuto lo dimostrano le Leghe che gli albanesi fecero tra loro, senza tener conto della diversità di religione , in ogni momento di pericolo nazionale. Cosi sorse la Lega di Priserendi quando l' incosciente Enropa cedeva a Bulgari, Serbi, Montenegrini e Greci i territori albanesi su menzionati. Ma gli eserciti Tur- · chi e l' Europa coalizzata colla dimostrazione navale di Dulcigno costrinsero gli albanesi a cedere i migliori ]oro porti, e le loro più feraci terre. Solo l'Inghilterra si accorse, dopo il Trattato di Berlino, che la gente albanese era la sola misconosciuta, e che troppo si era c~duto alle mire dell'Austria, avanguardia del Pangermanismo, e della Russia, mente direttrice del Panslavis_mo. Fu per tale resipisce!)za che il Ministro inglese in Turchia , con circolare del 20 aprile 1880 invitava le potenze firmata.rie del Trattato di Berlino, perchè si. intendessero snlla legge orgsmie.a delle riforme. E fu in seno al, congres::10dei delegati europei che sorse Lord Fitzmaurice a difende1~e i conculcati diritti degli albanesi. Egli fece intendere a Savas Pascià che bisognava tener conto dei diritti del popolo albanese , sostenendo che non era giusto limitare il nome di .Albania ai soli due Vilajét di Scutari e Giannina. In una lettera , diretta al Foreing Office (Blue Book, pag. 165, N. 0 74) respinge categoricamente la pretesa origine Slava di Mitrovitza e Kossova, sostenendo i diritti albanesi. Lord Fitzmaur,ce e Lord Goschen fe-
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