RIVISTA POPOLARE 263 7 .0 I giudicati della Corte determinano misure di vita, che gli altri Tribunali accettano nelle dispute concernenti gli operai; 8.0 Di sovente le sentenze vengono rinnovate, allo spirare mediante convenzioni volontarie ; 9.0 Alle Leghe operaie sono consentiti nuovi diritti e sono tenute ad ammettere nelle loro file tutti i lavoratori ammaestrati nel mestiere ; 10.0 L'obbligatorietà, stabilita come fondamento agevola di molto la conciliazione; 11/ La pubblicita obbligatoria porta i particolari d'ogni conflitto a cognizione del pubblico, il quale è l' aòitro vero ; _ 12.0 Le classi degli impiegati stipendiati ne implorano i benefizi, al pari dei salariati; 13.0 E' stato possibile di arrivare a pacifici accordi per quella maggioranza d' imprenditori, che desideravano. servirsi dell'arbitrato, ma ne erano impediti dalle minoranze dei colleghi ; 14.0 Il lavoro ed il capitale trovansi organizzati nelle leghe operaie e nelle associazioni industriali, invece di rimanere in balia della piazza e dei monopolizzatori ; 15.0 Gli uomini di buon cuore, ed ossequenti alle leggi, ne ricercano lo appoggio, per guarentirsi contro la concorrenza di rivali inumani, e violatori della legalita ; 16.0 I deboli sono pareggiati ai forti si nel ceto capitalista che in quello operaio ; 17. 0 Il più prossimamente possibile è concessa la vittoria al diritto, anzichè alla frode , come segue m guerra; • 18.0 E' frenata la concentrazione della ricchezza e del potere ; 19.0 La distribuzione delb ricchezza resta guidata sulle tracce della ragiçme, della giustizia e dei maggior bisogno in cambio di quelle della cupidigia; 20.0 Da questi pareggiamenti la democrazia ne esce rafforzata; 21. 0 Al popolo è largita l'unica giustizia econonomica, speditiva e punto avvocatesca. Contro questi benefizi enumerati dal Demarest Lloyd -- e la lunga lista si potrebbe ancora aumentare ed alcuni punti si potrebbero anche utilmente chiarire - non valgono le obbiezioni, che accampano per lo più i liberisti e i capitalisti; massima questa : che l'arbitrato obbligatorio è lesivo dal principio di libertà. Su questo riguardo tanto il Demarest Lloyd quanto gli egregi traduttori coniugi L. e C. Contini nelle note e nell' Appendice interessante hann<? dato esaurienti risposte. Tutta la legislazione sociale sin dai suoi inizii in Inghilterra nei primi anni del secolo XIX e poscia nel resto del mondo venne combattuta con siffatto argomento ; e la legislazio11e sociale trionfa dapertutto e dapertutto se ne allarga L1 sfera di azione e le applicazioni. Al caso giova molto a mio avviso ricordare un precedente della legislazione inglese, che ha il pregio singobre ,i' int:1c..::aread un tempo il principio della libertà e quello più sacro pei conservatori della proprietà. Allud0 alla istituzione della Land Commission per l'Irlanda, l:t quale ha facoltà di diminuire o di aume11tare/a richiesta di una delle parti interessate, il prezzo di ·:dn Ltu della terra liberamente stabilito e consentito tra lè medesime. L' arbitrato obbligatorio della Nuova Zelanda presuppone il contratto collettivodi lavoro - di cui si vedrà subito, ch'è fatta esplicita menzione; - poichè solo i lavoratori che fanno parte di una Lega regolarmente costituita e riconosciuta possono invocarne l'applicazione: e nella legge e nelle varie decisioni - oramai numerosissime - date dal Tribunale arbitrale in base alla medesima è fatta menzione sempre di contratti tra Leghe e imprenditori. Non va dimenticato altresi, che in fatto, se non per. esplicite disposizioni di legge , in Inghilterra da molti anni le condizioni del lavoro tutte vengono discusse e stabilite tra i rappresentanti delle Trade Unions e gl' industriali. In Italia si sono avute le forme iniziali di contratti collettivi di lavoro nelle ultime lotte e specialmente in seguito agli scioperi agrari. Forma più definita ha assunto il fatto cogli ultimi accordi tra la Lega dei contadini e la Lega dei proprietarii e dei conduttoridi fondi in un paese dell'Emilia - Molinella , se non erro - di cui si è occupato il Bissolati nel Tempo. ♦ Sin qui si è discorso di arbitratoobbligatorio e di contrattocollettivodi lavoro tra lavoratori liberi e industriali e proprietari. Ma nella Nuova Zelanda l'uno e l'altro istituto valgono nei rapporti tra lo Stato e i suoi impiega ti ? _ Fondandomi su di un articolo del Duca di Gualtieri, che conosce bene le istituzioni anglo-sassoni e sui libri da me letti affermai altra volta che gli impiegati dello Stato in generale, e i ferrovieri in ispecie, non potevano valersi dell'istituto dell'arbitrato obbligatorio n'ella Nuova Zelanda (1) ; ma la lettura del libro di Demarest Lloyd, o meglio delle note e dell'appendice dei conjugi Contini, in cui è riportata la risposta data da Reeves, l'ex ministro che fece passare la legge sull'arbitratoobbligatorio, mi fece seriamente dubitare della esattezza della asserzione del Duca di Gualtieri. Il Reeves alla domanda dei conjugi Contini, che dovettero nutrire gli stessi miei dubbii, in data 3 marzo 1905 da Londra, testualmente rispose: « La « Unione delle Leghe confederate dei ferrovieri (Amal- « gamated Societyof 'R___ailvay Servants) di Nuova Ze- (< landa ha diritto di farsi iscrivere nel registro della (< Società riconosciuta a tenore della legge per l'.ir- « bitrato. A ciò si è provvisto colla Leggè del 1900. (< Tuttavia di tal diritto non si è valsa fin qui, « perchè, a quanto credo, i ferrovieri sono cola, be- « nissimo pagati, talmente, che sono rimasti con- « te11ti della posizione loro fatta. » Ma per eliminare, infine, ogni ombra di dubbio su questo punto interessante riproduco ·integr,-tl.- mente dalla Ia Sezione dell'atto per emendare e ri- (1) Il Duca di Gualtieri da me interrogato in proposito cortesemente mi rispose che il suo giudizio lo aveva dato in base a ciò che si legge in Siegfrie<l : La democratie en Nouvelle Zelande; Leroy-Beaulien : Les nou 11elles ocietés anglo-saxon nes; Metin: Le socialisme sans doctl'ines; Vigouroux: L' evolution sociale en Nom,elle Zelande. I libri di Metin e di Siegfried sono recentissimi : uno del 1902; l'altro del 1904- Il Metin dice; ogni organizzazione di padroni e tutti i padroni isolati sono soggetti alla legge. Un solo padrone fa ecceriune, lo Stato. La categoria più numerosa dei salariati dello Stato è quella degli impiegati delle ferrovie. Quando la legge fu pubblicata ( r 894) le ferrovie erano esercitate da priva·,i e i ferrovieri fruirono, come tutti, dell'arbitrato. Ma dopo che lo Stato ha ripreso le ferrovie, i lavoratori delle ferrovie non sono più sotto la competenza della Corte arbitrale (pag. 16+-rt>5). li Siegfriecl dice che i ferrovieri si agitano e sperano rientrare nella Legge comune.
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