RIVlSTA POPOLARE 233 morale richiesta dall' ufficio, le attitudini professionali si formano meglio coll' esercizio diretto e specifico fin da giovane. · Per trarre però da questo sistema tutto il profitto. di cui è suscettivo, è condizione impreteribile che vi sia il modo di correggere gli errori, in cui potrebbe incorrere nelle prime ammissioni, di eliminare cioè in tempo debito quanti non abbiano titoli intellettuali e morali snfficienti per l'ufficio. A tal. uopo l'uditorato dovrebbe avere carattere tipico di tirocinio, di vero e proprio esperimento, e ciò si otterrebbe col bandire il conco.rso per un numero di posti maggiore , ad esempio di un terzo . di quelli da coprire. Dopo due o tre anni di pratica, alternata nel Tribunale e nella Procura del Re; si farebbe la selezione, non. come ora, mediante un semplice esame di idoneità al grado di aggiunto, ma mediante un secondo concorso, i cui risuitati dovrebbero poggiare: 1 ° sopra un esame teorico di particolare rigore; 2° sulla valutazione delle prove fornitEJ e delle qualità spiegate nel precedente periodo pratico. Così verrebbero sottoposte a controllo preventivo tutte le qualità, che in seguito i cittadini pretenderanno nel magistrato. Per tutti l'alunnato sarebbe servito come un utilissimo esercizio professionale, e nell' esclusione non potrebbe ravvisarsi una ragione di avvilimento, giacchè, specie col correttivo di formule opportune, essa non indicherebbe un'incapacità assoluta, ma semplicemente relativa. Ma ogni circospezione non sortirebbe i suoi effetti senza il fattore economico , che è non solo necessario per allettare ai concorsi elementi consapevoli del proprio valore 1 ma anche per difesa dell'esercizio della funzione. Le preoccupazioni economiche costituiscono una forza centrifuga delle attività dello spirito, ne sconvolgono la serenità, lasciano il campo aperto alle corruzioni, o, .quanto meno, al sospetto, esan torano il gi ndice con le manifestazioni di una vita meschina e ristretta. Molto si domanda alla magistratura., ma nulla, o quasi, le si è dato. · e La povertà della magistratura, scriveva J ules Favre, è un crimine sociale : la dignità stoica , con la quale un magistrato accetta le sue strettezze , è argomento di legittima ammirazione, ma è imprudente e crudele farne una virtù professionale di tutti•. E più recentemente l'on. Colajanni: « La meschinità, davvero yergognosa, degli stipendi e della carriera fece si che nelle fila della magistratura si sia verificata una selezione regressiva: i migliori talora l' abbandonano per darsi all'esercizio più proficuo dell'avvocatura, mentre gli avvocati mediocri, sospinti dall' aspra concorrenza, nella magistratura cercano rifugio. Lo Stato e la società hanno voluto al loro servizio dei martiri e degli eroi: e forse ne hanno trovato e ne trovano molti, che passano ignorati. Ma in molti i bisogni impellenti e crescenti dell'intensa vita contemporanea si sono imposti all'uomo, che si è adattato non solo, ma ha cercato. di provvedere, comunque, alla soddisfazione di tali bisogni • . Gli alti e rari requisiti che si richiedono: profonda educazione morale, sapienza, austerità di vita, impar zialità; la lnnghezzn degli studi e del tirocinio gratuito coi rischi consecutivi; la difficoltà della missione, che ha bisogno di essere esercitata con tutte le forze e con tutta l'anima; la necessità di creare una concorrenza al foro, cui altrimenti, nella seducente prospettiva della ricchezza o della prosperità, si volgeranno i migliori ingegni, chiariscono la giustizia ad un tempo l' opportunità della elevazione degli stipendi. Se si vuole per davvero questo servizio, la considerazione finanziaria, del resto ingigantita, deve flettersi a ci0 che di esso è conditio sine qua non: al trì men ti non si gridi e si lascino fatalmente andare le cose come vanno. N è si ponga il confronto colle carriere burocrati che, giacchè il diverso trattamento è giustificato: a) dai grandi ed immediati interessi morali e patrimoniali, su cui si esercita la funzione, e dalle condizioni, in cui si svolge; b) dalla posizione, che i singoli occupano nell'organizzazione, e dalla loro autonomia , che è incompatibile colla mediocrità individuale; e) dalla quasi totale mancanza di incarichi e missioni, che aumentano sensibilmente gli stipendi di parecchi altri impiegati; d) dalla necessità di attenuare la umiliante sproporzione fra la retribuzione dei magistrati e quella media delJa classe forense; e) dalla laboriosità della preparazione e· dalla difficoltà dell'ingresso; f) dal sistema di tutte le nazioni e dall'avviso concorde di quanti hanno studiato l'~rgomento; g) infine dal fatto che i proventi della giustizja civile non devono fare parzialmente le spese di quella penale, ma devolversi al miglioramento del servizio, direttamente pagato dai cittadini. I buoni effetti del reclutamento vanno completati con la riduzione del numero dei giudici e dei collegi, e colla specificazione delle funzioni. Qui è il luogo di osservare che nelle odierne condizioni l'abbandono del sistema della collegialità sarebbe un regresso. L'istituzione del giudice unico presuppone organi altamente dotati di ingegno, di carattere, di coraggio. In caso diverso i giudici rimarrebbero esautorati, quando pure un solo valesse sempre a resistere all' imperversare di passioni, di prevenzioni , di diffidenze, e al timore di vendette individuali, famigliari e collettive. Basterebbero le riforme proposte I per assicurare un numero sufficiente di tali uomini? La fede delle popolazioni è maggiore verso il collegio, e non è seriamente contestabile, nell'infinita varietà e complessità di questioni che sorgono, che in vari giudici riuniti sia più facile trovare competenza che in un solo. Non è invocabile l'esempio della collegialità attua.le, perchè essa non funziona che imperfettamente. Rendendola effettiva, in via principale coll'elevazione del personale e colla specializzazione del lavoro e accessoriamente con altri minori provvedimenti, come, per atto di esempio, l'obbligo di passare in anticipazione a tutti i componenti le copie poligrafate della relazione, ne ~e:iv~rebbe innegabilmente un miglioramento nelle dec1s10m. Ciò premesso, deve avvertirsi che il numero dei magistrati , e dei Tribunali , accresciuto senza necessità dopo l'unificazione, fu e rimane nna delle maggiori cause di decadenza dell'ordine giudiziario. L' Italia, proporzionatamente, ha un ruolo di magistrati più numeroso di quasi tutti gli Stati, e non è possibile che il paese dia tanti giuristi , quanti i nostri molteplici uffici richiedono. Un tempo i campi dell'attività mentale, erano ristrettissimi, e il maggiore , o quasi, era quello delle discipline legali. Oggi tali campi sono elargati e moltiplicati, e gli studiosi vi si disperdono in tutti i sensi. L'estensione del personale include necessariamente la mediocrità. « Come volete voi, notava Carlo Comte, anche ben retribuendo i magistrati, averne tanti buoni, quanti ne dovreste avere per coprire tutti i posti dei collegi in tutte le giurisdizioni? Elevate quanto volete gli stipendi, non potrete mai avere quattro,. cinq1:e ? seimila giuristi , secondo i bisogni delle vane naz10n1 » • La eliminazione poi di quei collegi promiscui, assolutamente poveri di affari e perduti nei vari cantucci del Regno, permetterebbe di rinvigorire i maggiori, e di attuare la specializzazione delle funzioni , colla ripartizione degli, affari, aggruppati per materia, alle varie sezioni. E preferibile una buona giustizia poco lontano, che una cattiva alla porta di casa. Tutti i fattori sociali si sono evoluti sotto l' influenza della legge di differenziazione. Il diritto si è suddiviso in molteplici branche, e, ugual men te, la classe degli avvocati si è specializzata. Solo la magistratura si è sottratta a questo benefico processo naturale, seguitando
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