230 RIVISTA POPOLARE . doganieri , dei professori, dei funzionari tutti. La mancanza di senso politico, di solidarieta nazionale e sociale e di coltura non fa avvertire che l' interesse diretto e immediato e disprezzare quello indiretto e mediato e viene esposta sinteticamente da un ritornello di una canzonetta napoleta!fa. Così mi spiego gli affettuosi ammonimenti che mi vennero da amici e da congiunti carissimi quando denunziai gli scandali della Banca Romana e che m1 sono stati ripetuti adesso in occasione della campagna ferroviaria: chi ti e' irnrnischia?che te ne importa? Non e' è da allarmarsi di questa grave e pericolosa deficienza. E' un male, speciale dell'Italia nostra; ma è naturale che cosi sia. Il sentimento nazionale , la solidarietà sociale è è un prodotto di una lenta, secolare evoluzione; e l' Italia come nazione è nata ieri. Il particolarismo che esisteva prima del 1860 era la negazione della solidarietà sociale e del sentimento nazionale. ♦ 3.0 Ma nulla c'è da fare pei post-telegrafici e per altre categorie di funzionari? Nori è questo il mio avviso ; e quale esso sia , piaccia o non piaccia ai malvagi ed agli imbecilli che per comodità loro falsificano il mio pensiero e mi attribuiscono in tenzioni feroci, lo manifestai prima deìle presenti discussioni e lo ripeto oggi. Vi sono impiegati in ogni ramo della burocrazia , che han no il diritto assoluto di veder migliorata Ja propria condizione; e sono di ordinario quegli- umili pei quali meno si fa la voce grossa dai cacciatori di voti e di popolarità nei Congressi e nei Comizi. Nelle poste e nei telegrafi vi sono, ad esempio, i portalettere rurali i cui salari sono al disotto di quelli della fame: un porta lettere rurale può guardare e guarda con un senso di profonda invidia Ja condizione di un cantoniere. In tutti i gradi dell'insegnamento da quello universitario a queilo elementare vi sono stipendi derisori che si raggiungono dopo anni ed anni di studio e di sacrifizi che sono al disotto di quelli della fame: chi non sa che tra i maestri e le maestre elementari in molti paesi non si arriva alle cinquecento lire all'anno? chi non conosce che nell'insegnamento secondario vi sono incaricati, che restano tali per anni ed anni e reggmti artifiziosamente mantenuti in tale posizione che considerano come una fortuna io stipendio di un qualsiasi impiegato di un Uffizio postale o telegrafico ? E chi potrebbe invidiare la sorte di un incaricato nello insegnamento Universitario a 1200 lire all'anno? Ed un Giuseppe Di Lorenzo, che ha guadagnato il premio Reale dei Lincei, eh' è socio della Reale Accademia. delle Scienze di Napoli, che ha avuto l'onore raro di essere nominato Socio della Società geologica inglese e di varie altre Società scientifiche <li Europa, non è assistente da vari anni in Napoli nella Università collo stipendio di L. 1200 all'anno inferiore a quello di un fuochista? E cosi in ogni ramo della burocrazia. Per questi umilissimi, per questi derelitti è necessario, è doveroso che lo Stato provveda e con urgenza, prima di accordare un centesimo di aumento per gli stipendi delle altre categorie e senza alcuna preoccupazione finanziaria, quali che siano le condizioni del bilancio. Convinto di questa necessità non ho aspettato incitamento, consigli, preghiere d'interessati direttamente e di ciarlatani umanitari o di deputati mancati che vogliono riafferrare il collegio, per sostenere la loro giusta causa ; perciò ho predicato sempre in favore dei maestri elementari; perciò ho votato l' ordine del giorno Varazzani e tornerei a votarlo non ostante le insolenze di alcuni insegnanti che bollai come soldati_diventura ; perciò in giunta del bilancio, quando fu discusso il nuovo organico dei post-telegrafici fèci chiamare il Ministro ed ottenni la promessa formale del miglioramento dei portalettere rurali, che sono fuori dell'organico. Ma ciò che occorre per tutte le categorie d'impiegati, per ogni ramo della burocrazia è l'organico chiaro, preciso, definitivo, che fissi e renda a tutti note le condizioni della propria carriera, che stabilisca le norme irrevocabili per le nomine, pei traslochi, per le promozioni in guisa che ciascuno sappia ciò che sarà di lui quando non verrà meno ai propri doveri ; e in modo che una volta per sempr~ vengano eliminati dall'amministrazione dello Stato le -ingerenze scandalose parlamenrari, le camorre dei gros bonnets della burocrazia , i capricci, le vendette , i favoritismi dei ministri: capricci, vendette, favoritismi, che scoraggiano i buoni ; che centuplicano le forze degli intriganti , dei servitori bassissimi di tutte le autorita; che distruggono ogni fede nella giustizia e rendono legittima la sedizione e fanno considerare come naturale la sopraffazione di una mafia nuova che si vuole imporre al governo, al Parlamento, al paese. DoTT. NAPOLEONE CoLAJANNI 1111111111111111111111I111111111111 f 111111 Il 11111111111 f ti 11111111111I11111111111111111111 .AD ARTURO LABRIOLA Arturo Labriola - piagnucolando come un bambino che abbia ricevuto ie sculacciate - strilla, con quella sua vocina acuta da cantore, che egli - poverino - non l' avea fatto apposta; èhe io - crudde - gli ho fatto male ; e che lo dirà a Papà. E cioe: afÌerma che io non provocato - l'ho calunniato - ed invoca un giury. Sui tre punti,. brevemente : 1.0 Non provocato -- Lasciamo da parte il complesso delJ' articolo del 22 Aprile - in cui Arturo Ramsès mi rimproverava tutti i miei peccati - e finiva col buttarmi :1 mare - azione da cattivello in questa stagione prebalneare. - E veniamo al punto. Se Arturo non capisce - meglio non sente - che il dire di me - uomo politico militante - che io non dissentivo .... dalla necessitàdi tentare un vasto movimentoantimonarchico,qualcosapiù, di un limitato scioperoferroviario e che io mi astennidal consigliare l'iniziativa soloperchè onestan1ente - questo onestamente è degno di Don Basilio in persona - dichiaravo che m' era impossibilepigliarvi parte con la persona vale semplicemente come darmi del vigliacco - non è colpa mia. E non toglie che egli mi abbia provocato. 2.0 L'ho calunniato - Portato da lui - incauto - su quei ricordi ho rammentato la verità. Arturo non ci fa una bella figura, anche questa non è colpa mia. Quanto a quel che ho detto lo confermo, ed, a scanso di equivoci, lo preciso.
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