-· RIVISTA POPOLARE 229 grafici, che hanno visto nell'ultimo quinquennio diminuire gli utili dell'azienda e aumentare il coefficiente di esercizio, cioè il rapporto tra le entra te e le spese: il miglioramento, che dovrebbe venire da tale riforma appare, quindi, incerto e lento. In quanto ai benefizi che verrebbero allo Stato dallo interessamento nell'azienda degli agenti è altrettanto, anzi più iricerto e contestabile. La storia delle aziende private insegna che quelle che realizzano guadagni a centinaia di mHioni non fanno compartecipi agli utili gl' impiegati loro. Il Campanozzi ha fatto una ·accurata esposizione delle varie cause che negli ultimi anni determinarono la diminuizione degli utili nel-l'azienda postale e telegrafica e l'aumento del coefficiente di esercizio : disordini amministrativi, spese inutili ed errori della gestione Galimberti e delle sue famose innovazioni nei vaglia, spese in utili e sperperi n ell' amministrazione dei telefoni, soverchi favori all'Agenzia Stefani, incremento straordinario nei servizi gratuiti post.ili e telegrafi.cii ecc. ecc., ed ha trovato modo - ed ha fatto bene - di ricordare che l'incremento nella spesa pel nuovo organico Stelluti-Scala in minima parte si riversò a benefizio degli impiegati esistenti e fu assolutamente irrisorio pei più umili , pei quali un miglioramento s'impone in nome dell' umanid. Ora in tutti i fatti indicati come cause del fenomeno constatato e deplorato da Camp.mozzi rimangono al di fu0ri c.lell'azione dei subalterni e possono e devono essere rimosse senza che vi abbia che vedere l'interessamento loro nella buona gestione dell' azienda. Qui cade in acconcio rilevare l'errore analogo in cui è caduto il signor Edgardo Rosa; il quale crede che in buona parte i risultati finanziari cattivi dell' azienda ferroviaria italiana siano dovuti al malvolere dei ferrovieri , cagionato dal cattivo trattamento e che invece gli ottimi risultati delle ferrovie prussiane derivano dall'ecceliente loro situazione. Nulla di più erroneo. I lucri o le perdite vengono determinati nell' ,1zienda ferroviaria, come in quella ~ostale e telegrafica, dall'ammontare dell'introito lordo sopratutto; e non si capisce come il buonvolere o il malvolere dei ferrovieri e dei post-telegrafici possa influire nell'aumento o nella diminuzione delle merci o dei passeggieri, delle lettere o dei telegrammi. Se mai,- e il principio bisogna ammetterlo con molta riserva, non ostante l' entusiasmo dell'amico MaggiorinoFerraris - potrebbe esercitare un'infiuenz,1 l'altezza maggiore o minore delle taritle; s:1rebbe minima quella derivante dagli sperperi o daìle economie degli impiegati. Un confronto ferroviario basta a chiarire la poca consistenza della tesi : nella rete Mediterranea la linea Eboli-Reggio ha dato un prodotto chilometrico di L. 8,908; quella Genova-Alessandria di L. 166,958 : e i ferrovieri dell' una hanno gli stessi stipendi di quelli dell' altra linea. Un' ultima consider:1zione. Per alcuni l'idea della compartecipazione negli utili delle Poste e telegrafi nasce dal concetto che questo monopolio dello Stato lascia un' eccedenza del le entra te sulle spese , che oscillò nel quinquennio uìtimo tra 12 e 15 milioni all'anno. Ma ben altri sono gìi u Liii, che poste e telegrafi hanno lasciato altrove, S;:'nza che sia venuta alla mente degli impiegati di pretenderne una parte! In Francia nel 1901 furono di L. 58,300,961; in Germania di L. 59,599,146; nella Gran Brettagna di L. 167,384,800 ed erano stati di L. 91,120,150 nel 1881. Perchè pullula in Italia un'idea che non germinò nei cervelli dei post-telegrafici della Francia, della Germania,· della Gran Brettagba? Si dirà certamente che la triste condizione degli impiegati italiani fa sorgere idee, che altrove non sono eccitate dall'aculeo del bisogno impellente· E in piccola parte può essere vero ; ed è assolutamente vero in tutto per tina parte degli agenti, che meno si fanno sentire , meno sono curati e minori preoccupazioni destano negli agitatori e di cui dirò appresso. Ma su questo argomento valgono le considerazioni , che ho esposto sui rapporti tra stipendi e salari dei lavoratori e dei professionisti liberi e degli impiegati dello Stato. . Le ragioni vere di questo sollevamento, di questa sedizione - come la chiamò in un momento di sinc:erità l' on. Ciccotti - dei f~nzionari di ogni ordine sono diverse e vanm) segnalate una volta per tutte e per tutti. La cagione principale va ricercata nella mancanza del sentimento della solidarietà nazionale e socia-le, che lascia libero e sfrenato il predominio all' interesse individuale.- Il quale per essere più sicuramente soddisfatto , tra gli elementi più intellettuali che com prendono i vantaggi dell' unione e dispongono dei mezzi e della opportunità di praticarla, genera la forma caratteristicamente e morbosamente sviluppatasi in Italia, delh solidarieta e del!' egoismo di categoria. E' stato proprio il Campanozzi a formulare colla maggiore precisione questo fenomeno nella cenna!.a relazione in questi termini : « E' vano dis- « simularcelo : nella maggiorparte dei grandi e piccoli « salariati non è ancora sviluppatoquelsenso,chechia- « rnereipolitico,il quafr induce al rispetto, alla tutela « della proprietà dello Stato, eh' è proprietà, col- « letti va. L' Arnminùtrazione non sente l'obbligo di « salvaguardare i diritti dell' erario , che sono quelli « del paese , perchè è solita considerarela cosa pub- « blieacomepatrimonio di nessuno: res pubblica., « res nullius )>. Naturalmente la constatazione il Campanozzi non la fa nel senso e collo scopo in cui la riproduco io; ma la spiegazione della noncuranza nell' Amministrazione per la cosa pubblica, v,1le nè più nè meno per la genesi delle pretese dei suoi salariati grandi e piccoli, che dell'interesse collettivo s'infischiano e mettono innanzi esclusivamente il proprio. La mancanza dell' accennato senso politico, del sentimento della solidarietà nazionale, dell'interesse collettivo, non è nei soli funzionari e nelle pùbbliche amministrazioni; ma domina in tutti gl' Italiani e coopera efficacemente, generando l'inerzia, a favorire lo sviluppo delle pretese dei funzionari. Siffatta mancanza produce nei funzionari la loro specifica azione attuale; la stessa deficienza. non solidarizza tra loro tutti i cittadini per inàurli alla controazione. La deficiènte coltura politica e intellettuale, del resto, contribuisce nel non fare avvertire i nessi logici tra gli avvenimenti, tra le spese e le entrate, tra la necessità di nuove imposte o la impossibilità di alleviare le esistenti gravosissime e la soddisfazione di richieste di centinaia di milioni per elevare gli stipendi dei ferrovieri , dei post-telegrafici, dei
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