RIVISTA POPOLARE 247 1898-99 milioni 18.6 1901-902 milioni 17·5 1890-900 l) 2 I. I 1902-903 )) I 7,2 1900-901 )) 18. 5 1903-9o4 )) I 2.0 andarono quindi diminuendo di circa un terzo della loro primitiva cifra. Sostanzialmente pertanto risulta che la spesa totale effettiva andò aumentando sempre, ma in misura inferiore dell'aumento delJ' entrate effettive. Infatti si è visto che le entrate effettive ammontarono nei sei anni a 10422 milioni, la spesa fu contenuta in 9994.9 milioni e divenuta 10099.8 congiungendovi quella per le costruzioni ferroviarie, per cui nel sessennio tra la entrata e la spesa vi è una differenza di 42 3 milioni. Se prendiamo ora k diverse categorie nelle quali si può dividere la spesa , e cioè debito vitalizio e puoblico ; spese di riscossio~e ; spese militari ; spese per i servizi civili (grazia e giustizia, affari esteri, istruzione pubblka; interno, poste e telegrafi·, agricoltura, industria e commercio) troviamo che il primo gruppo; debito e spese di riscossioni ha dato, in milioni: Debito Ministero Ministero vitalizio Tesoro Finanze Totale 1898-99 82.4 730.6 179·3 992.2 1899-900 83. I 734·5 177·7 995·3 I 900-901 89-8 733· 2 I 76.0 999.o 1901-902 82, I 737.7 183.8 1003.6 1902-903 83.2 73 2 ·9 199·3 I O l 5·4 1903-904 83.5 735·4 208.6 1027.5 In questa parte della spesa , che è intangibile , per quanto sia stata posta remora alle emissioni di debito pubblico. e speciali provvedimenti abbiano tenuto in freno il debito vitalizio, tuttavia emerge un aumento di quasi 36 milioni , cioè una media di 6 milioni l' anno , per la ma~gior parte dovuta , 29 milioni, alle spese di riscossione rappresentate specialmente dal Ministero delle Finanze. L'altro gruppo, che comprende le spese militari, lo dividiamo in tre voci: guerra, marina ed Africa e si ha in milioni : Guerra Marina Africa Totale 1898-99 2 39•5 100.6 8. I 348.2 1899-900 2 39·5 l l 5.6 8. I 363.2 1900 -901 2 39·4 I 17.6 8. I 365. I 1901-902 240.7 115.6 7.9 362,2 1902-903 240.4 I I 5.4 7.6 363.4 1903-9o4 241.0 I I 5•3 7.2 363.5 Sono dunque in totale nei sei anni 2 165.6 milioni che vennero spesi per le cose militari compresa l'Africa, cioè 360.9 milioni l'anno. Finalmente il terzo gruppo rappresenza in milioni: ,.O N 11.l 11.l,~ G.>'-; .... ::, ::,.- ti$.!::! o o o.. I- > ·e i.i e:: ~ 6b .... o ·-.... u • cn s-. N cn Il) ::s I-< cn <Il ·e > o I-< ti$ ::s ..., I- Il) o ...... ti$ u Il) 1-t-- cn ..., ..., Il. ~ 00 Totale ...:i Il) ..... c.:,c.:, w cn e:: < ...... - 1898-99 73.4 33.6 7.8 43·5 61.9 58.9 l 1.6 290.7 1899-900 76·5 33.5 7.8 44.6 63.9 62.3 13·7 302.3 1900-901 77.6 33.6 8. I 46.6 62.5 65.5 l 2,5 306.4 1901-902 82.0 34.5 8.3 47· 2 64.5 68.2 12.9 317.8 1902-903 84.1 35· l 8.5 49· 2 69.2 74.5 14·3 334• I 19o3-9o4 88.4 35·4 8.9 52.8 69.9 79· 2 16.4 351.o In totale, nei sei anni, per tutti questi servizi civili, si sono spesi 1902.3 milioni, cioè una media di 317 milioni l'anno e con un aumento nel totale, da 290.7 a 351.3 milioni, cioè di 60.3 milioni nel sessennio, pari a 10 milioni l'anno di maggior spesa. Riepilogando la spesa per i grandi gruppi si ha nei sei anm e nella media annuale : Debito pubblico, Tesoro e Finanze 6033.1 Spese militari ed Africa 2165.6 Spese per servizi civili 1902. 3 Totale 10101.0 Media annua 1005.5 360.9 317.0 - - 1683.4 Pertanto su 1683 milioni e mezzo di spesa media nel sessennio, quasi due terzi sono assorbiti dal debito e dalle spese di riscossione, per più di un sesto dalle spese militari, e meno di un sesto da tutte le altre spese civili. Se mai altra prova occorresse dall'impianto veramente errato dalla finanza italiana, queste cifre sono invero eloquenti (Economista, 7 Maggio). ♦ I pericoli della propag·aud~ socialista nel mezzog·iorno ( 1 ). - Da un grosso centro del Mezzogiorno (non importa d'r quale) un compagno nostro - che è, ci piace convenirne, uno fra gli organi 1 ,ratori più intelligenti - scriveva, poco i11nanzi il giorno del primo maggio, una lettera a un deputato del Gruppo socialista. E in questa lettera diceva che al suo paese si era p<::nsato di fare una dimostrazione popolare in forma di corteo per solennizzare la festa mondiale proletaria, ma che il prefetto l'aveva proibita; aggiungeva che dovevasi subito far pratiche presso il Governo per il ritiro dell'inconsulto divieto, é concludeva che, in caso diverso, sa1·ebbe probabilmente avvenuta una strage. Il caso non è unico. Sappiamo che non di rado (special-- mente, sebbene non esclusivamente, dal Mezzogiorno) dei compagni che si trovano alla testa del movimento proletario locale, scrivono a deputati socialisti, o al segretario del Gruppo, o alJa Direzione del Partito, domandando, con viva istanza, che si mandi subito subito un compagno onorevole sul luogo, o subito si corra dal Governo, e si cerchi. o di comporre un conflitto economico improvvisamente scoppiato, o di ottenere una certa concessione, o di far togliere (come nel caso di cui ci stiamo occupando) un divieto di riunione o di dimostrazione pubblica: e si finisce coll'affermare che, se il deputato non accorre, se il Governo non provvede, data l'eccitazione della massa, c'è pericolo che succeda una strage. Ora noi non crediamo affatto che questi tali compagni - parlando, come fanno, di stragi con tanta facilità - vogliano semplicemente ricorrere a un artifizio retorico, a una forma di persuasione e di pressione verbale più efficace. Non lo crediamo. D'altra parte poi la frequenza con cui le stragi (mas sime nel Mezzogiorno, pur troppo!) avvengono e si ripetono, è lì a mostrare che il pericolo del loro scoppio è reale e, si potrebbe dire, permanente. Ma appunto perchè qnesto pericolo realmente c'è, appunto perchè esso è una minaccia continua che ha le sue radici sia nelle condizioni di miseria materiale sia in quelle di rriancato elevamento morale, appunto perciò vogliano che i nostri compagni si avvezzino a pensare alle gravi responsabilità che, di fronte alla possibilità di simili tristissimi avvenimenti essi medesimi si addossano. Non è più, come poteva essere anni addietro, il caso di scoppi di tumulti popo!ari assolutamevte impreveduti. Ormai l'esperienza dolorosa ci ha mostrato che in cçrti paesi propriamente si cammina fra le micce accese. Ora questa condizioni non consiglia affatto, come vanno predicando conservatori e reazionari, di smettere in quei paesi l' opera nostra di propaganda, di risveglio, di organizzazione. No. L'opera nostra è fatale, come è utile e doverosa. Soltanto noi dobbiamo, come il minatore, munirci della nostra lampada di sicurezza. Solo quando avremo. con piena intelligenza e con piena coscienza, adottata quella linea di condotta che sia come il logico equilibrio fra la natura dell'ambiente e la necessità del nostro civile lavoro, solo allora potremo affrontare impavidi la responsabilità che ci tocca in qualsiasi, anche triste, avvenimento. ( 1) Il titolo dell'articolo nell'originale è: Per l' educa,rione e per la responsabilità. oi l'abbiamo modificato per farne meglio comprendere l'importanza. Il contenuto corrisponde a capello con ciò che predichiamo da anni ed abbiamo riaffermato nel N.0 precedente nell'articolo: Triste realtà! N. d. R.
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