Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 9 - 15 maggio 1905

RIVISTA POPOLARE 245 .::he spinge tutte le nazioni civili e t.utte le anime forti alla conquista del mondo, alla vita cosmopolitica, a uscire dal guscio delle frontiere , a slanciarsi , ad espandersi , ad affermarsi , a fare; su François Villon, il manvais enfant, il cantore sfrenato d'enormità, il poeta delinquente, il lontano antenato di Paul Verlaine; su la miseria intellettuale e morale di cui fanno tanto superba mostra gli scrittori e gli apostoli dell' esprit nouveau che pretendono d'essere i direttori spirituali delle nuove generazioni francesi, e che non sono e non rappresen . tano che l' ultima forma dello snobismo reazionario; sulla questione del divorzio , a proposito del noto odioso romanzo, o meglio libello clericaloide, di Paul Bourget, del quale un altro romanzo, << L' étape n, aveya suggerito al Morello il fiero capitolo precedente; sul mesto e scialbo tramonto d'un papa, a proposito delle slavate poesie latine di Gioacchino Pecci ; su Tolstoi, e sulla inconciliabile contradizione fra le sue dottrine recenti e senili , della non resistenza , e il giovanile ed irrequieto pensiero moderno, che vuole invece resistere e insistere e persistere nella sua via rivoluzionaria , a . dispetto dei santi sinodi di tutte le chiese e dei cosacchi di tutti i governi; su l'antitesi di Victor Hugo, sul dual;smo del Bene e del Mal<! immanente in tutta l' opera sua , persistente in tutto il suo pensiero di gigante, antitesi di forme e di parole come di cose e d'idee, sublime chiaroscuro estetico e filosofico, che mette tutto in rilievo e in valore , che permette le sintesi poderose e i diler_nmi imponenti, che fornisce un'arma terribile alla battaglia di tutta una vita gloriosa e benefica ; e sulla figura gigantesca e grottesca di Nerone , il grande degenerato, quale vien fuori dalla tragedia non ancor musicata di Arrigo Boito ; ed ancora, ed infine, sul _teatro del '48, verso il quale potranno esercitare , a sangu~ freddo , tutta la loro severità i critici puramente letterarì , fino magari a polverizzarlo e distruggerlo esteticamente, ma le cui ceneri restano sacre, perchè il suo titolo complessivo è una grande parola che rappresenta un divino, un perenne, un indistruttibile ideale, la Patria. Vi ho parlato I' altra volta del u Cuore del Giappone », d Brownell , edito a Milano dal Pallestrini : ebbene , Il Giappone descritto dai Giapponesi I!, meglio che il pendant , il compie mento naturale di quel delizioso volume: qui non si tratta più di impressioni personali ed estetiche , ma di vere monografie scientifiche sul meraviglioso impero del Sol Levante, raccolte, come dissi nell' elenco che precede , da Alfredo STEAD, ma dovute al cervello e alla penna d' autentici giapponesi, non solo , ma precisamente da più d' uno fra quelli che proprio oggi sono più in vista davanti alla Storia in cammino : il Mikado medesimo, intanto, del quale son qui riportati gli editti e i rescritti più solenni per il progresso e la gloria del popolo suo e ddla sua dinastia millenaria; il barone Yoschituni Sunnomiya , Gran Maestro di Cerimonie della Casa Imperiale , il quale appunto ce ne traccia la storia lunghissima e nobilissima; il marchese Ilirnbumi lto, che ci descrive minutamente la costituzione dt:llo Stato, e che, in un altro capitolo, ce ne racconta l'evoluzione stupefacente, di cui, con legittimo orgoglio, potrebbe dire << pars magna fui n; il barone Kemturo Kaneka, ex ministro, che studia il proprio paese sotto l'aspetto economico, sia dal lato dell' iniziativa privata, sia da quello dell' intervento governativo ; il marchese Yamagata Ariyoshi, feldmaresciallo, il quale c'informa dell' esercito, del suo sviluppo, della sua compagine, delle sue forze, in collaborazione col Capo di Stato Maggiore, Oyama, li1entre il Vice Ammira glio Suito, vice ministro della Marina, ci dice della Aotta, del1' amministrazione navale , dei cantieri e degli arsenali , degli ufficiali e dei marinai, delle scuole e delle accademie dov'essi si formano; intanto il nagao Ariga, delegato al Congresso del1' Aja, discorre della diplomazia, dei problemi internazionali più urgenti, delle questioni della Corea , di Sakhalin, di Kiu-kiu, della revisione dei trattati, delle grandi missioni ed ambasèerie in Asia , in Europa, in America , insomma di tutta l' attività del Giappone al di là dei suoi mari, al di fuori del suo pittoresco e fervente arcipelago; il .::onte Okuma, poi, insieme col direttore del!' Ufficio Generale delle Scuole, Sawayanagi, e col professore Jinzo Naruse, fondatore della prima università femminile, ci fanno sapere che cosa abbia fatto e vada facendo ancora il magnifico impero per l'educazione dt:i suoi figlioli, e per quella, più delicata , delle sue donne, che noi sappiamo, da tante fonti, così graziose, così gentili, così squisite; e i professori Inazo Nitobe e Nobushige Hozumi ci fan penetrare negli alti e sacri misteri della religione , sviscerando i caratteri e descrivendo i riti dd Buddismo , del Confucismo , dello Scintoismo , del Samuraismo , del profondo e poetico culto degli antenati, tanto come sistemi teologici e metafisici, quanto, e meglio, com<::codici di condotta e materie di sentimento; e i conti Inouye e Masuyoshi delinean la storia dello sviluppo finanziario del Giappone , chiariscono i problemi economici e finanziari che vi si dibattono, e ci mettono a giorno di tutti i eongegni dell'amministrazione della ricchezza nazionale; e M. Katayama discorre delle organizzazioni operaie, e K. Sayt:da della legislazione industriale , e del sistema legale il ministro stesso della Giustiniz , ed il pubblicista Zamata , del giornalismo e della stampa ma, per venir finalmente alla materia che più c' interes a , ecco il mirabile saggio del barone Suyematsu sulla letteratura c sull'arte: il quale, pur così condensato, varrà a correggere molti errori ed a raddrizzare molte storture <li ciò che comun<::mente si crede fra noi occidentali su questo proposito ; e , in ogni modo , darà un' idea precisa , per quanto sommaria, del gusto e del genio caratteristico di quei nuovi e stupefacenti elleni dell'estremo oriente. ~ (< .Je chante !es amours, !es chevaliers, !es dames, !es armes , /es tournois, l' honneur, !es grandeurs d' cimes , que vit la France au temps où !es Mores damnél lui firent tant de mal, de l' Afrique amenes par les fureurs et la juvénile jactance de leur chef Agramant, se vantant à distance de venger Trajan mort , en tuant de sa main le grand roi Charle , chef de l' empire romain ». Così comincia , e così prosegue, fittissimo, pei due grandi volumi, questo RolandFurieux tradotto da Hector LACOCHE,del quale ho lette re;;censioni assai favorevoli e laudative qua e là. Ora, io non credo certamente che sia facile far di meglio : ma sento, come sentir~t ogni lettore, che qui il nostro grande e buono e bello messer Lud0vico non lo si trova più: e basta rammentarne la prima sonante ottava, perchè il confronto risulti addirittura disastroso per la versione : gli è, a mio parere , che la poesia , la vera poesia, è sempre intraducibile: intraducibile in prosa , perchè allora .... non è più poesia; intraducibile in altro metro, come 1..~ui,perchè allora è poesia ancora, si, ma altra, con espressione musicale e quindi con enfasi ed eloquenza e significazione estetica affatto diverse; e intraducibile anche nel metro medesimo, perchè allora, per conservare la feJelt:t del suono, si arriva a sacrificar quella , non più ma ugualmente essenziale , dell' idea , la quale i<lea , nella vera poesia , forma col suono un tutto connaturato ed assolutamente inscindibile, perchè concepito tutto in una volta, elaborato insieme, generato con alterna vicenda ora dalla suggestione di un'immagine, ora dal fascino d'una rima, ora dalla bellezza <l'un paragone. Terzo gran libro: il Sartor Resartus d1 CAR1-vu,, edito a Bari dal Laterza: libro che non ha più bisogno, oggi, dopo settant'anni di universale celebrità, che se ne facciano recensioni; tutti sanno infatti, che con esso il grande pensatore ha voluto, attraverso la finzione di presentare al pubblico inglese l'opera

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