226 RIVISTA POPOLARE è meno vero, che il monumento resta e che parla e parlerà ai viventi ed ai venturi ed attenuerà molte ire e rinsalderà molti benevoli sentimenti. Tra tali monumenti simboleggianti la pace tra le nazioni - la grande idea, che anche attraverso alle guerre comincia a divenir fatto -- certamente rimarrà magnifica ed espressiva la gigantesca statua della libertà che fa da faro ed illumina il porto di New-York, dono della Repubblica francese alla Repubblica degli Stati Uniti nel centenario della proclamazione della indipendenza delle colonie dall'Inghilterra. Quello fu il monumento simbolico per eccellenza, più rispondente a verità, che non sarà facilmente oscurato da fatti contraddittori, che ricorda uomini, avvenimenti, istituzioni, che portano J 'impronta della grandiosità e della sincerità ad un tempo. Poi c'è stato il monumento a Goethe da Guglielmo 2° donato alla città di Roma, che non sarà mai compreso dall'animo popolare perchè troppo classico e letterario l'uomo ricordato; e dopo è venuto il monumento a Victor Hugo, che alla stessa Roma ha regalato la Lega franco-italiana. Ed eccoci qui davvero di fronte ad una statua di un uomo , che tutti riconoscono in Italia , che moltissimi ha_nno amato vivo·, e di cui molti leggono con emozione e con diletto i libri da Not1·eDame de Paris, alla Leggende dei secoli , al Canto per Mentana , ai Mise·rabili ecc. Ed anche questo è il monumento che può parlare più eloquentemente al cnore degli italiani e dei francesi per invitare alla pace ed ali' amicizia le due nazioni a civiltà latina. Victor Hugo, infatti, non cantò soltanto Roma e l'Italia; ma per Roma e per l'Italia agi e soffri. Dei tanti discorsi pronunziati all'atto della inaugurazione il 6 maggio, perciò, il più appropriato e rispondente al significato della cerimonia ci sembrò quello del valoroso colonnello Pittaluga, uno dei mille , ·che ricordò : il discorso e la protesta di Victor Hugo nel 1849 quando Napoleone Bonaparte pre.parossi all' assassinio della Repubblica in Francia coll' assassinio della Repubblica romana ; il fierissimo canto dopo Mentana; la sdegnosa protesta contro l'Assemblea rurale di Bordeaux, che non volle approvare l' elezione di Garibaldi , eh' era corso a difendere la Francia: protesta seguita dalle din.ii"sioni da deputato e dal cammino per l'esilio ripreso poco dopo che aveva rimesso il piede sul sacro suolo della sua adorata Francia. Degnissime, opportune, commoventi le aitre del senatore Rivet che in nome dei 1·epubblicani f1·ancesi fece ammenda onorevole del delitto di Mentana. Noi non ci permettiamo di aggiungere altro sul conto di Victor Hugo poeta, politico, spirito tutto imbevuto di umanitarismo sincero e ci piace chiudere coi versi che a lui un altro grande poeta italiano. Giosuè Carducci, consacrò: Poeta, sul tuo capo sospeso ho il tricolore Che da le spiaggia d'Istria, da l'acque di Salvorr· La fedele di Roma, Trieste, mi mandò. Poeta, la vittoria dì Brescia a te davaute Ne la parete dice: Qual nome e qual fiammante Anno nel sempiterno clipeo trascriverò f Passan le glorie come fiamme di cimiteri, Come scenari vecchi crollan regni ed imperi : Sereno e fiero arcangelo move il tuo verso e va, Canta alla nuova prole, o ·vegliardo divino, Il carme secolare del popolo latino; Canta al mondo aspettante, Giustizia e Libertà.. ♦ Il militarismo aUa gogna. - Ve lo ha messo il processo Modugno. Di lui , del presunto assassino della povera moglie Cenzina di Cagno, molto si era detto e scritto, che lo metteva in una sinistra luce; ma ciò che i soldati ed un missionario sono venuti a narrare in- .danzi alle Assise di Perugia delle gesta sua e di altri militari compiute in Cina sorpassa ciò che_si sapeva. Sono storie luride e atroci di stupri , di uccisioni , di saccheggi e di baccanali compiute con freddezza, con premeditazione, con incoscienza forse, come se si fosse trattata di atti ordinari, che si compiono ogni giorno nella vita. Stanno forse soltanto a deporre della malvagità. e del pervertimento diabolico di un uomo, sul quale scioccamente alcuni lombrosiani in ritardo vanno a cercare i pretesi caratteri anatomici della delinquenza? Ma no! Molti altri italiani, francesi, inglesi, tedeschi e russirussi e tedeschi sopratutto - hanno fatto ciò che in Modugno ci desta orrore; forse gli hanno dato l'esempio e non poche voltf l' hanno sorpassato. E' la guerra, è il militarismo, il grande responsabile di quelle scelleratezze. No, la caserma non educa al bene, ma al male; no, la guerra non risveglia sentimenti nobili e cavallereschi, ma rappresenta l'insieme dello condizioni più adatte per la reversione atavica e risveglia e ringagliardisce l'antica bestia umana sotto le spoglie dell'uomo civile moderno! Ci sono intanto degli sciagurati nella stampa I che hanno cercato attenuanti a Modugno ed ai suoi simili . ricordando che gli europei, i nord-americani, i giappo · nesi, inva~ero la Cina nel 1900 per punire le crudeltà e gli assassinii dei Boxers. Ma a.llora il solo Colajanni ebbe il coraggio di levarsi nella Camera dei deputati per difendere i poveri calunniati cinesi, sollevando anche un certo scandalo sui banchi dell'Estrema; egli ricordò che i Cinesi erano gli oppressi , i provocati, gli spo- . gliati dagli Europei che sotto il pretesto d' incivilirli li volevano conquistare per sfruttarli economicamente e ladronescamente; egli ricordò che i Boxers adoperavano gli stessi metodi, che noi ammiriamo tutta via nei pa.• trioti italiani, che vollero scuotere il giogo dei tedeschi, dei borboni, dei pontefici. Che putiferio allora fu sollevato dai patriottardi nella Camera e nella Tribuna della Stampa! lYia vennero le gesta dei civili- tipo Modugno - si conobbe la verità sulle provocazioni ai missionari; e si dovette ammettere che i Boxers non avevano torto. che la Cina era non solo sfruttata e saccheggiata, ma anche atrocemente calunniata. Si propone, ora che la verità cruda esce lampante dalle Assise di Perugia, che un'inchiesta venga fatta dal Ministero della guerra per assodare meglio le responsabilità del Modugno, ma anche per vedere se egli ebbe complici. Noi crediamo che l'inchiesta non si farà, quantunque sicuri che gli Italiani in generale si siano mostrati in Cina più umani degli altri militari - e ciò non per maggiore civiltà o bontà di animo, ma perchè meno avvezzi dei russi, dei tedeschi, degli inglesi ecc., alle crudeltà ed alle rapine coloniali. Non si farà l' inchiesta perchè non si vorrà con un docu - mento ufficiale discreditare il militarismo e la guerra, l' organo e la. sua. fuzione. ♦ Come si spende in Italia il prodotto delle imposte.- Nella Rivista delle riviste riproduciamo quasi per intero un'articolo dell'Economista di Firenze sul bilancio italiano; il quale articolo è alla sua volta la quintessenza della relazione Rubini sull'ultimo bilancio di as · sestamento, di cui ci siamo occupati altra volta. Togliamo soltanto la correzione, che il De Johannis fa al Rubini - e che ci sembra giusta - sulla interpetrazione pessimista data ali' incremento delle entrate .minore all' incremento delle spese ; correzione che il De J ohannis fonda sul fatto che nel 1898 fu eccezionalmente bassa l'entrata pel dazio sul grano. Richiamiamo l'attenzione dei nostri lettori su questo articolo non solo perchè dà una chiara idea del decorso della finanza italiana nell'ultimo sessennio; ma sopratutto perchè fa vedere nettamente qual'è la parte delle spese civili e quale quella delle militari: minima la prima; abbastanza elevata, specialmente se messa in
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