Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XI - n. 9 - 15 maggio 1905

RIVISTA POPOLARE 243 POS-:rILLE 1) Ma io. appunto ci ho insistito col pensiero per anni e anni. E ornai dubbii non ne ho : per me è chiaro come il sole, che la teoria dell' indipenden,ta dell'arte, come è generalmente intesa, è sbagliata, ed è rovinosa alla morale e all'art<:: stessa. Autonomia sì, ma fra quali limiti? 2) Eppure a me il paragone , dell' indipendenza ·dell' arte e della morale, con i' indipendenza reciproca dell'Italia e dell' Austria, pare, anche adesso, un paragone calzantissimo, per delineare bene la quistione, e far comprendere l'equivoco che si annida nella formola dell' indipenden,ta dell'arte; la quale formola , se si amasse la proprietà , dovrebbe mutarsi in quella della tirannide del!' arte, o altra simile. Ed è vero che le fun1. ioni dello spirito umana non sono nè cose nè persone ; ma anche gli Stati sono una fun 1 ione sociale, e l'opera d'arte è una cosa, e gli artist-i sono pe,·sone. Il paragone quindi risponde a capello in ogni sua parte. 3) Se noi sapessimo tutto il vero, quella sarebbe· la vera scienza ; e allora sapremmo anche tutto il bene , e sarebbe quella la vera morale assoluta, strettamente connessa con la scienza e scienza essa medesima. Ma quando noi diciamo scienza, intendiamo la ricerca del vero, il tormentoso cammino della mente umana verso il vero; e in che modo in questo cammino, che può essere anche una temporanea deviazione, si può non tener conto, nella pratica, del!' utile individuale e sociale, cioè della morale? Se per una importante esperienza scientifica fosse necessario far saltare in aria l' Italia con la dinamitt:, riconosceremmo noi questo Jritto a uno scienziato 't O se un altro, psicologo, volesse servirsi delle nostre famiglie per farsi delle utili esperienze ..... Ma ecco che , senza volerlo, ricadevo nei paragoni! 4) Ma il critico d'arte esamina appunto un'opera d'arte comunicata alla società, pubblicata insomma. Liberissimo l'artista nella sua coscienza, nella solitudine del suo studio, siamo d'accordo : ma non è egualmente libero , quando mette fuori il suo prodotto. E perchè il critico , esaminando questo prodotto, diventato pubblico, non sarà anche tenuto a svelarne le qualità utili o dannose per la società a cui è destinato'? Come i.:ritico d'arte, io (al contrario del mio illustre amico e contradittore) sentirci di mancare al mio dovère, e mi vergognerei, se, esaminando un'opera bella e perversa, non ne mettessi anche in vista con aspro biasimo l' i~tima bruttezza morale. Del resto, riconosco con vivo compiacimento, che la discrepanza fra il mio pensiero e quello di Benedetto Croce è tutt'altro che grande. Infatti, egli ammette la ragionevolezza delle misure pratiche da adottare contro chi abusa del!' arte. E vi par poco ? Così si sentisse il bisogno di adottarle queste misure pratiche! Solamente io dico , che finchè la critica non passa a bandiere spiegate nel campo della morale , o non cessa almeno dal levare al cielo ogni turpitudine bene scolpita, o ben colorita, o ben descritta e confettata di metafore eleganti, nessun avrà mai il modo e il coraggio di proporre e adottare misure praticht: contro chi abusa dell'arte! Vede bene il mio dotto amico, che io tiro sempre la quistione sul campo pratico : e forse tutto il nostro disparere sta qui , che egli solleva il problema nel cielo delle astrattezze filosofiche, nel quale egli può aver piena ragione,_ ed io lo abbasso nei fatti di qut.:sta umile terra, dove sento di aveì ragione io. Mi perdoni intanto ·queste postille, e s1 abbia i miei ringraziamenti per la risposta. Salerno, 7 maggio 1905. G. LANZALONE ltlhtllt••l'UI tlllt llll'•ttttUtll flllfltlll 11111 ,,,,, '• • 111, lltti •,n, IIH• Hlll 1111 XXIV. Fécondité - Edizioni Roux e Viarengo Altre edizioni - L'esposizione di Venezia - L'energia letteraria - Il Giappone descritto dai giapponesi - « lo canto i cavalier.,.. » - Sartor Resartus. Scrivendo u Fécondité ,,, Emilio Zola si riferiva alla sola fecondità sessuale e fisiologica, e aveva torto anche per quella; sembra però che i colleghi in letteratura l'abbiano preso pure in metafora, l'incitamento a far figlioli senza ritegno, e si siano convinti anche per conto proprio, anche nel campo dell'arte, che il malthusianismo e la retii.:enza siano cose immorali e nocive alla patria. Sern br_a, dico, perchè solo a me , solo da alcuni editori ed autori , cioè da una minima parte di quelli che scrivono e stampano, e solo dagli ultimi << Stelloncini n in qua, sono giunti, senza contar le riviste, tanti libri ed opuscoli , da inaridir gli occhi ed esaurire il cervello non solo ad uno, ma a dieci kttori assai meno occupati e assai più resistenti di me. Inutile dire, che non ho potuto leggere tutta questa biblioteca della quale dovrei parlafe ; e superfluo ripetere , ancora una volta , che siccome io non fo il recensore di professione e per dovere , ma da dilettante e per gusto , così non leggo che ciò che m'interessa, e che scelgo secondo le mie perso• nali preferenze, indipendentemente dal valore intrinseco e dall'importanza oggettiva, parlandone poi esclusivamente secondo I' impressione che ciascuna cosa mi ha fatta, e ~enza tenere alcun conto della nomea dell' autore , nè delle benemerenze generiche dell'editore. Ciò posto e rammentato per la ennesima volta , e tornato ad avvertire cb~ io non prendo impegno di parlare se non dei libri richiesti da me e di mia iniziativa spontanea , presento innanzi tutto il lungo catalogo di quanto mi è giunto durante questa lunga e procellosa quaresima , distribuito secondo le rispettive case editrici e secondo i generi letterarì. Dalla Casa Editrice Nazionale (Roux e Viarengo), TorinoRoma , che certo merita lode ed ammirazione per la sua instancabile attività, ed anche, quasi sempre, per l'ottima scelta di ciò che pubblica , ho ricevuta tutta una biblioteca : e mi duole sinceramente di non poterla tutta esaminare e recensire. Udite : Publio Clodio, grande racconto storico del secolo settimo dell'era romana, in due volumi, <li Raffaello G1ovAGNOLJ; Il Vincitore, romanzo passionale.: contemporaneo , di Roberto ORsr; Tullo Diana, nuova e rinnovata edizione del noto romanzo cli Orazio GRANDrc, he ritrae la vita agitata della Roma odierna, nei suoi aspt:tti intimi e psicologici come negli esteriori e sociali; Il matrimoniodi Marcello , romanzo ancora , di un roman - ziere nuovo e già forte e bravo, Luigi MATERI; Quidam, romanzo della scena , anzi del retroscena teatrale, di uno che lo conosce bene, Edoardo BouTET, in giornalismo << Caramba n ; Sihtestro Bonduri, romanzo umoristico e tragico insieme, di Ercole R1vALTA; Roveto ardente, romanzo dolorosamt:nte filosofico di Clarice TARTUFAR!; Alla fonte della vita, romanzo di ambiente neo-romano di Giovanni ZuccARtNI; L'artefice, romanzo di Gino GALL)-:TTI; Roland Furieux, traduzione integra del meravìglioso poema ariostesco , in due volumi , in buoni alessandrini , di Hector LACOCHE; L'energia letteraria, magnifico libro di critica , di Vincenzo MORELLO(Rastignac); Le fiaccole, rime di Guido RonERTI ; Poesie, di Grazia PrERANTONI-MANC;INr Il carme della patria , endecasillabi di Elio Sante REITANO; ed infine, Figure e paesi d'Italia, note illustrate da molte e nitide fototipie, di Mario PRATESI. Tutto questo da una sola casa editrice ! Da altre , poi, ecco qua: li teatro (Fra un atto e l' altro, li Segreto, Daccapo, La Guerra, Il punto d' appoggio), brevi scene di Sabatini LorEz, Torino-Genova, editore Stn~glio ; Dalla leggenda alla verità, epistolario intimo Murri-Bonmartini, con varì e buoni ,·itratti e animata e calda ·prefazione di Guglielmo FERRERo, stesso editore.

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