.242 RIVISTA POPOLARE ne. Essa non mantenne punto, o mantenne male l'obbligo , imposto dalla legge, di soccorrere i vecchi, gli infermi e gli ammalati. I ricchi e i poveri non furono solidali tra loro cha solo in apparenza. Il potere esecutivo della Comnnità facendo ufficio d' usciere, si mostrò implacabile verso gli indigenti, fece sequestrare e vendere il bestiame e il raccolto del debitore insolvibile , e lo abbandonò a sè stesso, o in preda ai cutacs, usurai di villaggio, tigna che si attacca ai disgraziati e li divora. I lavori comunali non furono punto curati. Le strade, i ponti, rimasero in progetto. Le strade dei villaggi rimasero , come nel passato, -affatto ,impraticabili alle vetture ... Si vedono le terre comunali incolte, le foreste saccheggiate, e delle abitazioni che solo l'incendio può più sanare. Il contadino, oppresso d' imposte e di miseria, continuò, emancipato! a infracidire assieme al bestiame e al pollame, durante l'inverno, sulla terra battuta della sua iBM succintamente ammobiliata d'una gran tavola, d'un paio d'assi per il vasellame e di qualche· panca lungo le pareti. Letti; nessuno. Uomini, donne, fanciulli , ammalati , e vecchi continuarono a coricarsi a terra, sulla paglia, o sulle paù.che. Essi continuarono a vivere nella sporcizia, nella promiscuità, nell'oscurità, fra le epidemie che decimano l' infanzi,a. Essi continuarono a vivere di grano saraceno, di patti.te, di cavoli, di cipolle, di .avena. sott'olio, ma sopra tutto di pane di segale -nutrizione pesante che meglio dà l'illusiona della sazietà alla fame. La loro bevanda è il kwass; il the è già indizio-di una certa agiatezza. In quanto all'acquavite, il contadino russo, generalmente, non ne fa uso che nei giorni di festa ; e allora se ne rivale .•. Quest'occasione, del resto, non gli fa difetto. La popolazione ortodossa delle campagne, in fatti non celebra meno di centotrenta feste ali' anno. mir sarebbe ancora un mèzzo termine accettabilissimo, se il potere esecutivo locale proibisse lo sfrrittameuto, invece di servire lo sfruttatore, o soccorrere il debole, invece di prestar la mano al più potente. Se il contadino russo non ha dunque fatto, nella Comune rurale, il novizia_to della ~olidarietà, di chi ~ la colpa? Del1 'allievo? No : del professore. Certo: settantacinque milioni d'uomini abbrutiti da molti secoli di schiavitù e di fede cieca non si rivoltano punto come un campo invaso da cattive erbe ..... Ma, in ogni• modo, con della pazienza, con della buona volontà e con degli esempi non si deve disperare di finire col far credere nella giustizia, quelli che ancora credono al diavolo. G1s LENO 11111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111_1111 Per ribattere il chiodo Il prof. Lanzalone ci comunica questa lettera direttagli dal Croce, alla quale egli ha apposto alcune note: Napoli, 6 maggio 1905 Gentilissimo amico, Il concetto dell'autonomia o dell' indipendenza dell' arte è certamente molto difficilecome tutti i concetti filosofici, ed io mi rendo conto dei dubbii e delle angosce mentali che può suscitare. Ma, per liberarsi dai dubbii e dalle angosce, non v'è altro modo che d'insistervi sopra col pensiero: finchè la luce sospirata si farà da sè. 1) Se io potessi permettermi di darle un suggerimento, le direi di non lasciarsi sedurre da paragoni, come quelli che Ella fa, dell'arte e della morale con l'Italia e l'Austria, e simiglianti; perchè le funzioni dello spirito umano noh sono nè cose nè persone, e non hanno tra toro i rapporti che, ragionevohnente, si stabiliscono tra le ·cose o tra le persone. 2) Se dovessi tentare un avviamento, diciamo così, pedagogico della dimostrazione, La pregherei di lasciare per un momento da banda il rapporto dell'arte con la morale, e prendere a considerare quello della scienza con la morale. Trova Lei difficoltà a dire che la scienza è indipendente dalla morale? che Certo, predicare la temperanza a questi disgraziati, l'uomo prima conosce il vero; e poi vuole il bene? che non si come fa Tolstoi, è bello. Ma, all'infuori della predica può volere senza prima conoscere, e che perciò il conosc~re e della contemplazione delle imagini e dei santi, quali è anteriore, e indipendente dal volere buono o cattivo? Credo altre distrazioni hanno essi? Essi non conoscono, come di no: sono proposizioni evidenti. Or bene:· l' arte è come la da noi, le società musicali , le società di tiro , le so- scienza: è contemplazione di verità; e se della scienza si dice cietà di ginnastica, le conferenze popolari. _ Istruiteli, che è indipendente ed autonoma rispetto alla morale, lo stesso occupateli, ed essi non passeranno più il loro tempo a si deve dire dell'arte: tanto più che questa è forma di conoscenza anche più semplice e ingenua di quella della scienza. bere e a dormire. - La comunità non manca. punto di Ecco il punto su cui bisogna riflettere. 3) braccia; essa manca soltanto di lavoro , di attività e Quanto alle misure pratiche da atlottare contro chi abusa di insegnamento ... L'assoggettamento alle tradizioni, fa dell'arte, io tanto poco ne ho negato la ragionevolezza, che del contadino russo, a traverso le età., un gran fan- credo, anzi, di avere pel primo mostrato come possano conciullone, credulo, superstizioso, ignorante e rassegnato. ciliarsi col teorema dell' indipendenza dell' arte, distinguendo, La pigrizia e l'ubbriachezza non sono la causa ma l'ef- come ho fatto nella m.ia Estetica, tra l'arte in quanto arte e fetto · della sua miserja fisica e morale. Come chiunque 1a _comunicazionesociale dell'arte. 4) altro, egli è accessibile alla pietà e alla solidarietà. Ma ··\ Come critico d'arte, sentirei di mancare al mio dovere, e l'organizzazione comunale che sviluppa i suoi cattivi ~_.Jf mi vergognerei, ~e ~ac~ssiuna lezione di mor~lità al delizios~ · t' t· t bb h lt' · b · E t ·1 t·lr Catullo· ma sentirei d1 mancare anche a. l mio dovt!re, e m1 1s m 1 po re e anc e co 1vare 1 uoru... ques o 1 f,·J ' . . . . . tad . l nt l b h' 1 . • ,fr veruognere1,se dessi a tradurre a un ragazzo d1gmnas10- che con mo russo o se e cos ene e eg 1 oggi non ° . . . . . , . ' ' so io? - l' Amabo mea cara lpsztzlla. Al ragazzo potrei far sa 1magmare un altra forma d1 possesso della terra che d 1 1 d 1 t · f 1- d 1 ale ostri'ngen . . . . . . . e ma e; come, e resto, po re1 arg I e m c - d mir - il mir, con la sua respon_sab1btà collettiva, la dolo a sforzarsi il cervello sulla metafisica di Aristotile, e<l sua comuni-tà di interessi ,· la sua divisione di cariche abusando così della scienza col mutarla in istrumento di tortura! e di doveri. L'autorità del mù-, dopo tutto, è assai mi Faccia l'uso che crede di questa mia, e mi abbia cordialgliore del dispotismo patriarcale eh' essa sostituisce. mente Suo aff.mo Fra la proprietà. individuale e il comunismo puro , il B. CRocE
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