240 RIVISTA POPOLARE tori di secotida mano , filatori e tessitori inglesi , crepavano di fame ; e la miseria in Manchester, Bolton, Leeds, in tutto il Lancshire, e in tutte le classi sociali si faceva sentire terribilmente. Voi mi capite bene, egregio commendatore , che il trust del tabacco, o della carne, per esempio, danneggia il produttore, in quei quattro modi che vi ho accennati, e lo danneggia poi come fumatore e mangiatore di bistecche. Il 1 rust profitta soltanto ai finanzieri che lo organizzano, questa è la verità. Ed è per la verità d, questo fatto che la classe agricola si trova più di tutte le altre classi sociali a disagio. E mi preme, prima di passare oltre, farvi notare un altro fatto che voi avete l'aria di ignorare, o che a voi comoda non dire - comoda per arte polemica, intendiamoci; - questo. Mentre il Trust industriale e commerciale è quasi sempre organizzato dai grandi produttori nell'interesse della loro produzione, ·come i Trusts dell'acciaio, del rame, del petrolio etc; il Trust dei generi agricoli è organizzato da puri finanzieri, da capitalisti, da mercanti o manipolatori di denaro. E non ho bisogno, dopo ciò, di stare aspiegarvi la differenza del fatto. e dei suoi rèsultati. Il prezzo del grano si fa da un gruppo di Borsisti a New York, a Cicago e a Liverpool. E procedo. Voi affermate di non vedere l' utilità d'un simile Istituto Internazionale. Vi pare che l'internazionalismo non ci abbia niente a fare. Trovate delle difficoltà nelle possibilità pratiche dell'Istituto, trovate che non ci sarebbe che da migliorare gli organismi che già esistono in ogni nazione; che sorgerebbero delle difficoltà di diritto intern.1zionale ad incepparne l'azione. E . vi riferite ad un mio libro su questo soggetto (1). Male a proposito però, che quel libro risponde appunto a queste varie critiche. Ma voi citate le obiezioni, non le mie risposte. Dové'te dunque rileggere quel libro. Tuttavia io non sono una autorità in scienza economica. Vi consiglio dunque di leggere un interessantissimo libw del Ruhland « Della formazione del prez.z.odei cereali ». Il libro è uscito da pcco tempo in una ottima traduzione italiana del Castelbolognesi. Il Ruhland non è il primo venuto, anzi c'è chi dice che egli sia il più originale e valente fra · gli economisti agrari tedeschi. Ora egli vi insegnerà, come lo ha insegnato a me, che il prezzo del grano si forma internazionalmente, e che a questa formazione concorrono gli speculatori di cereali, i negozianti internazionali e molti altri fattori. Ma il curioso della faccenda è che egli vi insegnerà pure che quelli che vi concorrono meno di tutti, il cui concorso non ha quasi alcun peso, sono i produttori agricoli, e ciò per due ragioni: 1. perchè mancano di notizie; 2. perchè mancano di mezzi e sono obbligati a vendere, a_grande perdita si capisce, prima del tempo. Ora se il prezzo dei cereali si fa internazionalmente, se internazionale è il mercato - e questo non lo potete negare - se internazionali sono gli interessi degli agricoltori, perchè non dovrebbe essere internazionale l' organismo destinato a difendere questi interessi, ed a far si che il mercato fosse diretto da quelli stessi che producono i genèri cqe vi si trafficano? E doyete tenere di conto che l'Istituto essendo uno organismo puramente economico, tutti quei pericoli di violazione di diritto internazionale che vi conquidono l'animo non si produrrebbero e le difficoltà sarebbero sem!Jre, e facilmente appianate, tanto più che l'Istituto - e questo e non altro intende l'iniziativa reale, e intendono quelli che ne sono partigiani - non deve avere in nessuti modo funz..ionelegislativa, e tanto meno esecutiva, là dove entrino in campo l'autonomia e la legislazione dei singoli Stati. (1) Agresti - « L'internaz..ionale Verde:, Firenze. Barbera. Voi vi siete sforzato a provare che nel mio libro io affermo il contrario, ma h citazione da voi fatta va proprio contro il vostro sforzo, poichè io dico, parlando delle due camere di cui potrebbe (potrebbe perchè chi ·dovrà decidere sarà la conferenza del prossimo 28 Maggio) comporsi l' organismo direttivo dell'Istituto, io dico: cito , lal vostro articolo, « Una ( Camera) nominata dai Governi delle varie nazioni aderenti, per raccogliere e trasmettere ai poteri legislativi ed esecutivi i deliberati dell'Istituto, che avrebbero bisogno, per essere efficaci, di passare allo stato di legge internazionale: e la Camera eletta dalle associazioni agricole di tutto il mondo, proprietarii e proletari, la quale dovrebbe preparare i dehberati da tradursi in leggi , fornire i materiali di studio per le discussioni dei Parlamenti, e stabilire quelle norme, utili all'agricoltura, che per il loro carattere di utilità generale , di pura utilità, sarebbero adottate da tutti, appena conosciute. » Voi, combattendo l'iniziativa reale, pigliate a parte un articolo del vrof. Panta leoni ( 1) e cercate dimostrare che l'Istituto non potrebbe adempir.re a quella funzione che gli è indicata dalla lettera del Re e delle istruzioni agli agenti diplomatici a proposito del credito agricolo. Il professore Pantaleoni è uomo che si difende bene da sè: per conto mio osservo: 1. che voi non avete distrutto neppure una delle sue affermazioni, e quindi egli, non toccato, può anche non sentire il bisogno di difendersi; 2. che l'Istituto deve appunto correggere, e il come e il perchè io l'ho indicato nel mio libro, il male che voi stesso lamentate, cioè che l'agricoltore non trova facilmente credito perchè egli non può pagare un alto interesse, e perehè la scadenza della sua cambiale è a termine troppo lungo. Accade bensì che l' agricoltore trovi credito, ma sapete come? Vendendo su piede la raccolta a un terzo ed anche meno del valore reale. Ed egli viene a perliere così la possibilità di essere un efficace fattore sul mercaco internazionale. Cosa che a voi può sembrare indifferente - e forse anche opportuna - ma che non lo è dal punto di vista del produttore che dal proprio lavoro deve guadagnare la vita; nè dal punto di vista dell' interesse di tutti, poichè quando l'agricoltore. può ricavare un maggiore guadagno dal suo prodotto, quel maggiore guadagno si traduce, generalmente, in una maggiore possibilità d' acquisto di generi industriali , e quindi in una maggiore somma di nessere anche per gli abitanti della città. Voi vedete, egregio commendatore, che il miglioramento delle condizioni della classe agricola, miglioramento che dipende, oltre che da altri fattori, anche dalla maggiore estensione e facilità del piccolo credito, del credito agrariq, correggerebbe il doloroso fenomeno dall'u :banisroo; feaomeno del quale vi siete guardato bene di parlare sentendo che il solo accennarvi avrebbe messo in pericolo, se non distrutta del tutto, la compagine dei vostri argomenti. Voi, gran mercè, convenite che a qualche cosa l'istituto potrebbe_ essere utile , con un proprio ufficio meteerologìco , per esempio , e con qualche studio o ricerca statistica. Non dite però che il problema sollevato dall' iniziativa reale è più alto, è più grave che la semplice creazione· di qualche provvedimento di carattere informativo su l' andamento dei raccolti o il movimento del mercato granario. Amo supporre che il vero carattere dell'Istituto vi sia sfuggito, altrimenti dovrei pensare che tradite la verità conosciuta; il che è peccato grave, egregio commendatore, e si ritorce sempre ai danni di chi lo commette. Vedete, noi viviamo in un periodo di transizione; l' organismo sociale evolve verso una profonda trasformazione. Le (1) M. Pantaleoni. - ~ A proposito d'un Istituto internazionale d'agricoltura » - Giornale degli economisti - Febbraio 1905.
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