RIVISTA POPOLARE 239 JstitutoJnternaziondailletgricoitur_a (i) Quattro parole al comm. 11ntonio Monzilli Etregio Commendatore, A proposito dell'Istituto Internazionale di Agricoltura io ho letto molte critiche, e la maggioranza di queste , mosse da poltroni , che per risparmiarsi lo studio si son battuti i fianchi a far della rettorica, o da sciocchi che partiti da un preconcetto hanno condannato - senza appello - cose che, poi, faranno bellamente il loro cammino nel mondo , perchè le cose sono più forti degli uomini e della loro volontà specialmente più forti della piccola volontà degli uomini sciocchi. Critiche sconclusionate e aprioristiche, dunque. Per conseguenza negligibili. Ma voi non siete uno sciocco , nè un poltrone ; leggete, studiate , vi informate e mettete il vostro sapere e la vostra intelligenza a servizio della causa di cui vi fate difensore. Voi, quindi, sap<'te e potete discutere e la vostra è una delle poche critiche fra le tante fatte, fino ad ora, all'idea di Lubin, cui sia lecito, opportuno e doveroso rispondere. Vi confesso francamente che se l' idea di Lubin, e il progetto dell'Istituto Internazionale d'Agricoltura avessero incontrato la vostra approvazione io avrei dubitato della efficacia e della bontà di questa iniziativa. La vostra opposizione mi rassicura. Convinto, com'io sono, che noi andiamo verso forme sociali per l'attuazione delle quali io credo indispensabile l'organizzazione fortissima e combattiva delle masse umane, e la elevazione morale, intellettuale ed economica delle classi oggi meno fortunate, la vostra approvazione all'idea mi avrebbe fatto pensare che forse questo Istituto era un nodo di più aggiunto ai tanti che leg~no le braccia alla libertà. Ma voi combattete l'iniziativa, io, dunque, ascolto indifferente le cose più o meno ridicole a me• rivolte da uomini di partito e da amici politici e mi contermo nel mio_ convincimento che la ragione sta dalla parte mia. Voi siete partigiano e difensore di interessi che l' Istituto è chiamato a combattere. Voi siete partigiano di quella politica e di quella economia che, a parole, vuole l'interesse del popolo, dd proletari, dei lavoratori; che, a parole, pretende conciliare l'interesse del maggiore profitto col massimo sforzo e il minore salario; a fatti, poi, cura e difende gli interessi di pochi speculatori contro gli interessi di tutta la nazione, Siete contro l'esercizio di stato, in favore delle Compagnie ferroviarie; siete difensore della teoria dei Trusts e cercate di farne apparire minore il carattere nocivo ; siete protezionista e conservatore. E debbo riconoscerlo, siete sincero e logico ; non siete un piccolo avversario. Io, dunque, non per voi ribatto la vostra critica ali' Istituto Internazionale d'Agricoltura (:i) ma per i lettori ai quali può tornare utile conoscere certi lati deboli e non giusti della vostra critica. E tanto per intenderci subito, ed anche per mettere bene le cose a posto, devo farvi notare che l'idea di David Lubin e l'iniziativa del Re d' Italia sono una sola ed identica cosa. Leggendo i vostri due articoli io mi sono accorto che voi combattete volentieri l'Istituto Internazionale d'Agricoltura qualificandolo come l'idea di Lubin. No, egregio commenda- ( I) Sanno i lettori della Rivista che il nostro collaboratore Agresti è stato tra quelli che maggiormente han lavorato nella prima ora per la fondazione di questo Istituto; al quale ha consacrato una speciale pubblicazione ; L' internat_ionale Verde (Ed. Barbera Firenze), in cui sotto forma di dialogo tra i rappresentanti di diverse nazioni si dimostrano i benefizi e la praticità dell' Istituto. Noi raccomandiamo vivamente questa Internazionale Verde. N. d. R. (2) Vedi Italia Moderna Fascicoli X e XVI. Istituto Internazionale dell'Agricoltura. Antonio Monzilli. tore, questo non è esatto. L'Istituto Internazionale d'Agricoltura e l' iniziativa del Re sono una sola ed identica cosa. Avete dimentico, commendatore, il: « Date a Cesare ciò che è di Cesare ? » Dunque iniziativa reale che ,oi combattete. Voi monarchico. Ed io nego quello che voi affermate che la iniziativa parta da nn presupposto falso. Voi attribuite alla iniziativa il concetto che essa deve opporsi ad associazioni commerciali create per sfruttare la classe agricola. No, egregio commendatore, nessuno dei cooperatori all'iniziativa ha pensato di generalizzare quello che può essere un fatto speciale , un fenomeno temporaneo e locale. L'iniziativa parte da questo concetto, che è poi una verità assiomatica : - La classe agricola non essendo organizzata con sufficiente efficacia, subisce-nè puo fare a meno di subirlolo sfruttamento economico e politico di tutte le classi sociali. Non organizzate, dichiaratamente, ai suoi danni, ma concordi però nel fatto a farle subire la legge che, fatalmente, debbono subire i deboli. Come vedete, l'iniziativa reale tende a correg-, gere una ingiustizia, un errore sociale, una debolezza nella compagine delle nazioni; parte da un fatto evidente per arrivare ad una conclusione di cui la solidità è evidente ugualmente. Anzi, a proposito di ciò vi consiglio a leggere quello che nel suo libro (( The growth oj cities » dice il Weber che non è poi l'ultimo degli economisti, nè uno scono~ciuto come me. E vedrete allora, suffragata da cifre e da dati di fatto, confermata l'affermazione che le città in tutti i loro organismi politici, economici , commerciali , industriali, operai e finan ziari sfruttano la campagna, e vi apparirà evidente la necessità per la classe agricola di organizzarsi fortemente per avere essa pure quella simultaneità di direzione e d' azione dalla quale sola pu6 risultare per la classe agricola stessa una efficace difesa nel campo economico. Io non nego, e nessuno lo nega del resto, che vi siano organizzazioni agricole. Mio Dio, le Leghe di contadini, le Cantine sociali, i Consorzi agricoli, le Associazioni di Agricoltori, etc., etc., ci sono, indubbiamente. Quello, però, che si può negare è la loro efficacia di fronte all'internazionalismo di tutti gli alti interessi sociali ; perchè esse sono generalmente locali, raramente regionali, e soltanto per ecce·i:ione nazionali E voi, studioso di economia , non potete ignorare che i bisogni e gl'interessi agricoli sono internazionali. Non potete negare che vi sia , per conseguenza, sproporzione di possibilità fra il fatto sociale, il mercato, e lo strumento - che sarebbero le associazioni della classe agricola - destinato a dargli vita e sviluppo normale. Naturalmente questa deficienza della azione delle classi agricole è sfruttata da qualcuno ; e questo qualcuno sono i monopolisti, gl'incettatori, i Trusts. lo non voglio, nè lo spazio me lo consente, stare a fare una discussione sn la onestà o meno dei Trusts. Trovo una inesattezza nel vostro articolo e la noto passanao. Il Trust non nuoce, voi dite al produttore ; ma bensì al consumatore. Osservo : il Trust assorbe e distrugge il piccolo produttore; primo danno. Il Trnst fa, contro i produttori più forti , che non vogliono cedere , la guerra del ribasso (il consumatore , qui , guadagna) fintanto che questi produttoii , non hanno abbandonato il campo; secondo danno. Il Trust limita la produzione, per rifarsi delle perdite incontrate durante la guerra di concorrenza, terzo danno. Il Trust elimina dalla lotta tutti i concorrenti : quarto danno. Ma poi , e questo è un errore da parte vostra, voi considerate che il produttore e il consumatore sono due entità diverse, mentre invece anche il produttore, per dirla col buon Francesco Berni: magna e bee, e dorme, e vesie panni. Io ero a Manchester, in Inghilterra, due anni fa, quando il Trust del cotone in America faceva furore. I produttori, indiani e americani, crepavano di fame; i produt-
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==